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Il riciclo come opportunità italiana per salvaguardare il clima e ridurre i consumi energetici

Il riciclo come opportunità italiana per salvaguardare il clima e ridurre i consumi energetici. Duccio Bianchi, con la collaborazione di Elio Altese, Daniele Cesano, Emanuela Menichetti. ECONOMIA DEL RICICLO. L’economia del riciclo: un settore nuovo .

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Il riciclo come opportunità italiana per salvaguardare il clima e ridurre i consumi energetici

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Presentation Transcript


  1. Il riciclo come opportunità italiana per salvaguardare il clima e ridurre i consumi energetici Duccio Bianchi, con la collaborazione di Elio Altese, Daniele Cesano, Emanuela Menichetti

  2. ECONOMIA DEL RICICLO

  3. L’economia del riciclo: un settore nuovo Nel periodo 2000 - 2004 il settore del recupero in Italia cresce del 5% contro una riduzione dell’indice industriale del 3,8%. In Europa la crescita è anche superiore (+18%) Nel 2001 il valore degli impieghi a prezzi di acquisto dei materiali di recupero era pari a 6 miliardi di euro, con una crescita del 20% sul 1995.

  4. L’economia del riciclo: incidenza sugli input produttivi L’impiego di materiali di recupero permea crescenti aree industriali. L’impiego di materia seconda incide per oltre il 60% degli input produttivi nei metalli ferrosi e in alcuni non ferrosi. Nel cartario l’incidenza è superiore al 50% ed è rilevante anche nel vetrario, nel legno, tessile, plastiche, gomma.

  5. L’economia del riciclo: una stima dell’impatto sull’economia I soli settori industriali ad alta intensità di riciclo (> 20% input) generano un valore aggiunto pari a 46.550 milioni di euro, il 18% dell’industria nazionale (‘04). Il valore aggiunto connesso alle attività di riciclo, stimato sull’input produttivo, arriva a 17.870 milioni di euro, il 7% della produzione industriale nazionale.

  6. RECUPERI E RICICLO

  7. Recupero: poco meno di 60 milioni di tonnellate di materiali Complessivamnete si registra in Italia un recupero di ca. 58 milioni di tonnellate di materiali, di cui 6 destinate a recupero energetico. Al netto dei recuperi combustibili, agronomici e di terre, vi è un recupero per il riciclo superiore a 30 milioni di tonnellate.

  8. Recupero: crescita delle raccolte interne Nell’ultimo decennio nuove politiche di recupero dei rifiuti e evoluzione delle produzioni industriali hanno cambiato il volto del riciclo in Italia con l’ingresso di nuovi attori e nuovi settori di utilizzo. Complessivamente, però, sia la raccolta che il riciclo interno hanno mostrato una costante e quasi generalizzata crescita.

  9. Evoluzione e globalizzazione del riciclo Le capacità nazionali di riciclo presentano una struttura molto variabile nei settori industriali. L’evoluzione dei mercati e della struttura della produzione industriale italiana (riduzione della produzione manifatturiera a basso valore aggiunto, potrebbero determinare una contrazione (o stagnazione) della capacità di riciclo interno.

  10. Globalizzazione dell’economia del riciclo • Si potrebbe determinare una asimmetria tra andamento dei recuperi e andamenti dei ricicli. • Da paese tradizionalmente “importatore” di cascami e rifiuti, l’Italia si trasformerebbe (come già avviene in altri paesi europei) in paese esportatore. • D’altra parte il mercato dei prodotti di recupero è sempre più un mercato globale e sempre meno un mercato nazionale o addirittura regionale. • Ma, in assenza di appropriati interventi, l’indebolimento dell’industria nazionale di riciclo, si rifletterebbe sull’efficienza dell’intera filiera di gestione dei rifiuti.

  11. Raccomandazioni: sostenere il mercato valorizzare le potenzialità di riciclo ancora esistenti nell’industria italiana (il tasso di utilizzo in settori importanti come la carta o il vetro o gli inerti ha grandi potenzialità di crescita), anche con interventi di sviluppo e sostegno del mercato “riciclato”, appena avviati con le norme sul “green procurement” delle pubbliche amministrazioni (ancora non adeguatamente implementate);

  12. Raccomandazioni: sostenere la globalizzazione creare potenzialità di valorizzazione all’estero della raccolta interna, rafforzando le capacità logistiche e di stoccaggio interne (soprattutto al Sud) e supportando adeguatamente le operazioni di trading internazionale;

  13. BENEFICI ENERGETICI E DI CO2

  14. I benefici ambientali - non solo rifiuti • Riduzione dei consumi di materia prima • Riduzione dei consumi energetici • Riduzione delle emissioni dirette • Riduzione delle emissioni indirette • Riduzione dei fabbisogni di trasporto • Riduzione dei consumi di suolo • Riduzione dei consumi idrici • I benefici sono maggiori per un paese importatore e alta densità demografica

  15. I benefici energetici e di CO2 metodologia di calcolo Sono state usate tre tipologie di fonti: • 1. Originale elaborazione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra effettuata sulla base del software di LCA denominato LCA SimaPro 6.0 sviluppato da Prè Consultants, utilizzando la banca dati Ecoinvent 1.0 del 2003 e altre fonti specifiche ad integrazione • 2. Dati organici da tre studi : • US EPA, 1998: Greenhouse gas emissions from management of selected materials in municipal solid waste. EPA report contract 68-W6-0029 • US EPA, 2002: Solid Waste Management and Greenhouse gases. EPA430R-02-006 • AEA Technology, 2001: Waste management options and climate change. Office for Official Publications of the European Communities, 2001, ISBN 92-894-1733-1. • 3. Report specifici che riguardano il risparmio di risorse, energia e GHG per specifici materiali

  16. I benefici energetici e di CO2 metodologia di calcolo (2) • Sono considerate solo le attività definibili in maniera appropriata come riciclo e quindi solo i rempieghi in cicli produttivi (in particolare industriali); di conseguenza nè il recupero energetico diretto dai materiali nè il diretto riuso degli stessi sono stati considerati come tecnologie di riciclo. • I processi produttivi di riciclo hanno una vasta gamma di tecnologie che possono essere utilizzati. I consumi energetici e le emissioni ad essi associati possono quindi presentare dei range con ordini di grandezza molto diversi tra loro. • Le stime sulle emissioni e sui consumi energetici sono in linea di massima riferiti al riciclo del materiale primario e non allo specifico prodotto finito. Per alcuni materiali (tipicamente, ma non esclusivamente, i materiali plastici) le comparazioni relative al riciclo del materiale primario non sono o sono solo parzialmente estendibili ad alcuni prodotti finiti. Dove il problema appare rilevante è stato segnalato nel testo. o

  17. I benefici energetici e di CO2 metodologia di calcolo (3) • La rappresentatività dei dati relativi ai consumi energetici e alle emissioni climalteranti è condizionata da: • 1. Standard tecnologici Gli standard tecnologici di USA ed Europa possono in alcuni casi essere molto diversi. Inoltre possono esistere delle differenze tecnologiche sostanziali anche all’interno della stessa Unione Europea, e quindi anche nei confronti di valori rappresentativi per l’Italia. • 2. Mix energetici: i mix di fonti energetiche e l’efficienza di conversione non è analoga negli Stati Uniti e nell’Unione Europea nè all’interno dell’Unione Europea; inoltre le risorse energetiche (e le tecnologie di produzione) differiscono anche in funzione delle specifiche filiere industriali, ad esempio in relazione alla diffusione di impinati industriali di cogenerazione. • L’interpretazione dei risultati deve essere pertanto molto cauta, soprattutto per quei materiali dove esistono mix energetici specifici (es. carta) e interessati da stime sullo stoccaggio di carbonio • Non si sviluppano valutazioni sulla opportunità di impieghi alternativi (ad es: riciclo vs uso energetico diretto)

  18. I benefici energetici e di CO2

  19. Benefici energetici e di CO2: osservazioni chiave • Su scala globale i benefici energetici e di emissioni CO2 sono indiscutibili e sostanzialmente generalizzabili (anche se con differenze) • I benefici energetici sono calcolabili entro un certo range di approssimazione con riferimento alla materia prima (non al prodotto finito) • I benefici di CO2 sono calcolabili solo assumendo almeno la provenienza della materia sostituita : alcuni cicli (tipicamente il cartario) sostituiscono al 95% importazioni

  20. RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI UNITARI (PER T DI PRODOTTO) SECONDO VARIE FONTI

  21. RIDUZIONE EMISSIONI CLIMALTERANTI UNITARIE (PER T DI PRODOTTO) SECONDO VARIE FONTI

  22. Criteri di stima degli effetti • Per la stima si è considerato solo una quota dei recuperi di materiale effettuati in Italia (circa 33 milioni di tonnellate a fronte degli oltre 50 milioni di tonnellate di cui si stima il recupero). In particolare, sono stati esclusi i recuperi di tipo agronomico, i recuperi di materiali inorganici per rilevati e sottofondi stradali, di solventi e altri flussi non stimabili. • Le quantità riciclate sono moltiplicate per i coefficienti medi di riduzione dei consumi energetici e dei gas serra

  23. I benefici ambientali - risparmio energetico La riduzione di consumi energetici associata al riciclo – rispetto ai fabbisogni richiesti in assenza di riciclo – è stimabile, senza considerare il feedstock energetico, nell’intervallo tra 14,7 e 18,2 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio). Si tratta di un valore di assoluto rilievo rispetto al consumo interno totale di energia (ca. 190 milioni di tep) e agli obbiettivi di efficienza nazionali (pari a 2,9 milioni di tep).

  24. I benefici ambientali - riduzione gas serra La riduzione di emissioni climalteranti associate al riciclo – rispetto alle emissioni generabili in assenza di riciclo – è stimabile nell’intervallo tra 51 e 72 milioni di tonnellate di CO2 eq. Si tratta di un valore di assoluto rilievo sia rispetto al totale delle emissioni generate in Italia (533 milioni di tonnellate, di cui 128 dall’insieme delle attività industriali), sia rispetto agli obiettivi di riduzione.

  25. Un modesto incremento del riciclo vale una quota importante degli obiettivi italiani Un modesto incremento del 10% del riciclo industriale interno (cioè passare da 33 Mt a 37 Mt ) equivale a: 57% obbiettivo di efficienza energetica nazionale, 15% obbiettivo nazionale di riduzione delle emissioni climalteranti 33% ca. obbiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 da Emission Trading.

  26. Dove si realizzano i benefici • I benefici energetici e di CO2 sono calcolati sul ciclo di vita. • I benefici energetici e di CO2 sono per la gran parte realizzati in Italia. Solo per alcuni materiali e parti del ciclo di vita sono realizzati all’esterno. • I benefici energetici e di CO2 sono in gran parte realizzati “off-site” come sostituzione di altri processi produttivi. Solo in piccola parte sono realizzati nello stesso processo industriale di impiego.

  27. Strumenti per valorizzare i benefici ambientali e energetici del riciclo Ci sono quattro strumenti economici attivabili per la valorizzazione dei benefici connessi al riciclo: • i certificati verdi per energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate (tra cui i rifiuti); • i titoli di efficienza energetica per gli usi finali efficienti e il risparmio termico ed elettrico • i diritti di emissione previsti dalla direttiva Emission Trading dal Piano nazionale di Allocazione dell’Italia • i crediti di emissione di CO2 previsti dai meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto (CDM, JI), scambiabili anche all’interno del mercato dell’Emission Trading.

  28. Il riciclo come strumento di efficienza energetica e di riduzione gas serra La valorizzazione economica del riciclo dei materiali consente un doppio vantaggio: • sostenere lo sviluppo delle attività di riciclo in una fase economica difficile dove ulteriori sviluppi delle potenzialità di riciclo si scontrano con bassa redditività e incertezza di questi investimenti; • beneficiare della maggiore efficienza energetica e ambientale connessa all’impiego di materia seconda in alcuni cicli produttivi.

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