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Etica della comunicazione (in pillole) di Lorenzo Palumbo

Etica della comunicazione (in pillole) di Lorenzo Palumbo. Materiali utilizzabili solo per la didattica. Il fumo fa male, l’informazione pure!.

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Etica della comunicazione (in pillole) di Lorenzo Palumbo

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Presentation Transcript


  1. Etica della comunicazione (in pillole)di Lorenzo Palumbo Materiali utilizzabili solo per la didattica

  2. Il fumo fa male, l’informazione pure! • Nel film “armi di distruzione di massa” il regista Larry Gelbart sostiene la tesi che i responsabili dell’industria di tabacco sono pericolosi solo per i fumatori. • Quelli dei Media sono molto più pericolosi, perché tutti noi “fumiamo” informazione.

  3. Fumo passivo • Il tabacco è stato messo al bando da luoghi pubblici e privati, ma come si fa a proteggersi dai giornali e soprattutto dalla Tv? • Possiamo non comprare il giornale, spegnere la TV, ma questo non ci impedirà di assorbire tra gli amici, nei luoghi di lavoro, le chiacchiere dei media.

  4. Ferite stilografiche • Ecco perché chi prende carta e penna ha degli obblighi, dei doveri e una responsabilità verso gli altri molto dilatata rispetto ad altre professioni • La carta di Treviso – un codice di autodisciplina dei giornalisti – prescrive ai giornalisti di salvaguardare i bambini

  5. …. • La carta dei doveri del giornalista prescrive di non fare ricorso a discriminazioni di razza, religione, sesso, condizioni fisiche e mentali, opinioni politiche • Di rispettare la riservatezza delle persone • Di non non processare sommariamente nessuno

  6. Abbiamo capito! Abbiamo in mano un’arma potente e allora? • Allora non possiamo fare a meno dell’etica • Un’etica che deve rendere il giornalista consapevole delle conseguenze morali, sociali, politiche e culturali di un lavoro che non si esaurisce in se stesso o nell’ambito di poche persone, ma che si rivolge ad una vasta platea di cittadini

  7. L’etica? • Il giornalista deve contribuire ad una formazione etica del cittadino attraverso un’informazione etica • Il giornalista deve avere una deontologia - la carta dei doveri • Anche i giornali e le testate televisive, indipendentemente dai giornalisti che vi lavorano, dovrebbero avere dei valori di riferimento

  8. Etica a parole • L’informazione tante volte è • piegata agli interessi dei gruppi editoriali, sottomessa alla politica e all’economia. • “usa e getta” - eccessiva proliferazione di testi scadenti • Omologante – uniformità di vedute • E’ facile parlare di etica, ma poi….

  9. E’ vero il mondo è così, ma dovrebbe essere diverso? • Il mezzo di comunicazione dovrebbe: • costruire uno spazio dialogico • scrivere la verità • Essere libero • Rispettare la dignità degli altri

  10. Aristotele diceva: zoon logon echon • Noi siamo animali comunicativi • La comunicazione è voglia di dialogo finalizzata alla creazione di uno spazio comune fra due o più interlocutori • Costoro non sono interessati solo a scambiarsi informazioni, ma a realizzare un’intesa attraverso la comunicazione

  11. Un’intesa costruita sul dialogo • Un’intesa è basata su alcuni pilastri • la capacità di ascolto e di comprensione del punto di vista dell’altro • Il riconoscimento delle ragioni degli altri e la disponibilità a mettere in gioco e discussione le proprie convinzioni di partenza • L’intenzionalità per arrivare ad un accordo attraverso il dialogo

  12. Una comunità della comunicazione • Il risultato di questo processo è la costituzione di una comunità in cui il linguaggio ha il potere di creare uno spazio condiviso tra i partecipanti al discorso (Apel). • Abbiamo raggiunto un primo risultato: se comunichiamo, e non informiamo solamente, possiamo creare uno spazio di comunicazione basato sul dialogo: una comunità

  13. • Una comunità della comunicazione non è una setta di “lobotomizzati” che pensano tutti le stesse cose allo stesso modo • ma un gruppo di persone consapevoli, che dialogano apertamente e liberamente, senza interferenze di tipo religioso, politico, economico, culturale

  14. I principi • Un altro aspetto etico della comunicazione è quello dei principi • Per comunicare qualcosa devo riflettere sui principi che informano l’agire comunicativo e ciò per orientarlo verso finalità positive • A mio giudizio la cosa è molto semplice. La comunicazione deve essere sempre ricondotta a tre principi fondamentali: la verità e la libertà

  15. E il terzo? • Un po’ di pazienza

  16. Verità • Il giornale o la TV devono dire la verità e, quindi, non sembri pleonastico, non devono mentire mai • Il principio della verità è una regola morale del giornalista, ma è anche un messaggio preciso al lettore e ai membri della comunità in termini di fiducia (ricordatevi questa parola) • Ma la verità è come è, e non è serva di nessuno e quindi…

  17. Libertà • La verità è libera • La libertà del giornalista prima di tutto è di tipo negativo perché si percepisce con una negazione come un non essere (Berlin). • Il giornalista deve NON subire alcun condizionamento da parte di nessuno su quello che scrive

  18. …. • NON deve accettare l’interferenza da parte di chi ha interessi a mostrare la sua verità • NON deve consentire a nessuno un’ingerenza nella sfera di libertà della sua coscienza professionale • Anche la libertà oltre ad essere un principio etico lancia un messaggio alla comunità: NON siamo legati a nessun partito, a nessuna chiesa, a nessun gruppo economico.

  19. Ostacolo alla Verità • Il primo ostacolo alla verità è l’ideologia, la cui finalità non è la verità, ma ciò che deve essere fatto passare per verità al fine di favorire certi interessi • Questo problema mette in luce il pericolo sempre presente, nella sfera della comunicazione, di trattare i lettori come un “parco buoi” che possono essere orientati in un senso o in un altro

  20. Terzo principio • Non basta dire la verità e non basta essere liberi, ma devi fare in modo di rispettare la dignità umana e allora… • Sii uomo e tratta l’altro uomo sempre anche come fine e mai solo come mezzo (Kant) • Se fai comunicazione assumi un impegno con i lettori: non indurre nessuno a fare una cosa che serve al perseguimento di un fine ignoto a chi legge

  21. Se faccio comunicazione non posso….e perché? • Perché quando faccio comunicazione ho molte responsabilità in più di quante ne avrei se facessi solo informazione • Ma perché c’è differenza? • Si. Ogni informazione viene comunicata, ma non tutte le comunicazioni contengono informazione

  22. Giochi di prestigio? • No. L’informazione ha un autentico riferimento alla realtà delle cose, la comunicazione non sempre • Fare comunicazione significa due cose: “fare sapere” e in ciò siamo vicini all’informazione • Ma significa anche “essere in relazione”, che non c’entra nulla con la trasmissione degli eventi

  23. E allora … • Ci sono due livelli: quello del contenuto-messaggio e quello della relazione • Ogni comunicazione implica un impegno perché crea una relazione non perché trasmette informazioni, ma perché induce un comportamento da parte del destinatario. • E’ giusto allora trattare gli altri come fini e non come mezzi.

  24. Gli altri • Il compito di un giornale è quello di in-formare, ma non di tras-formare o di de-formare le coscienze dei lettori • Il terzo principio ci aiuta a comprendere che la comunicazione deve essere biunivoca e cioè aperta • E cioè: dobbiamo avere in mente i fini degli altri per evitare di utilizzarli come mezzi

  25. Regola semplice

  26. Capire e farsi capire • I collaboratori di una testata hanno il dovere di comprendere perfettamente i sensi e i significati delle cose di cui scrivono. • Poi hanno anche il dovere di scrivere testi comprensibili.

  27. Fiducia • La fiducia è il bene più prezioso che un giornale può avere • I lettori non hanno bisogno di leggere, ma hanno bisogno di leggere potendosi fidare • Una buona reputazione di serietà e di coerenza è il miglior veicolo di promozione della testata

  28. Responsabilità • La comunicazione è responsabile quando si fa carico del problema delle conseguenze • Responsabilità significa rispondere e tutti dobbiamo essere in grado di rendere conto sulle cose che scriviamo • ma in un altro senso significa attenzione per il futuro. L’etica della comunicazione è un’etica della responsabilità (Jonas)

  29. Il futuro • Chi è responsabile si pone il problema di come sarà la società domani • Si fa carico di contribuire a migliorare la società attraverso il dialogo con tutti gli interlocutori della comunità • Non scrive mai per certificare quello che è avvenuto, ma solo per costruire quello che sarà

  30. La pubblicità • La pubblicità è una risorsa ma va utilizzata con estrema moderazione, potendo sarebbe meglio non farne. • In molti giornali o TV la scrittura è funzionalmente piegata al marketing. I lettori, indiscriminatamente, sono ritenuti “carne” o meglio “occhi” da pubblicità (Fabris). • Nella stessa pagina c’è un articolo sui problemi di coppia e la pubblicità della lingerie. • Qual è l’obiettivo: parlare di sesso o vendere mutande?

  31. In sintesi: giornali TV e altri mezzi devono • Creare uno spazio dialogico • Dire la verità • Essere liberi • Rispettare la dignità degli altri • Essere degni di fiducia • Agire responsabilmente per costruire futuro

  32. Non dovrebbero • Vendere niente a nessuno, perché il profitto o il guadagno personale non dovrebbero influenzare gli scopi della comunicazione

  33. E in effetti… • Solitamente i giornali sono delle vere e proprie imprese orientate al profitto • Solitamente il profitto non si sposa facilmente con l’etica • Se un giornale non mirasse al profitto sarebbe un buon punto di partenza, o forse sarebbe al capolinea, ma………...

  34. questa è un’altra storia!

  35. Grazie per l’attenzione

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