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La Domenica del Sole 24 ore 31 agosto 2014

La Domenica del Sole 24 ore 31 agosto 2014. interessa ed appassiona l’inafferrabile che mi porta a fare un concerto diverso ogni sera , a non poter sapere se il concerto sarà più bello o meno riuscito di quello della sera precedente e

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La Domenica del Sole 24 ore 31 agosto 2014

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Presentation Transcript


  1. La Domenica del Sole 24 ore31 agosto 2014 interessa ed appassiona l’inafferrabile che mi porta a fare un concerto diverso ogni sera, a non poter sapere se il concerto sarà più bello o meno riuscito di quello della sera precedente e a riconoscere semplicemente la precarietà dell’atto creativo posta in relazione con il suo risultato inatteso.

  2. La Domenica del Sole 24 ore31 agosto 2014 Improvvisare, seguendo una regola data o in modo assolutamente libero, richiede una velocità di pensiero tale da dover necessariamente collegare la mente con quello che romanticamente chiamerei “spirito”. Improvvisare significa utilizzare il proprio strumento, qualsiasi questo sia, per portare all’esterno le nostre idee musicali maturate e sedimentate grazie allo studio e all’apprendimento, ma anche il nostro stato d’animo e l’espressione della nostra personalità.

  3. La Domenica del Sole 24 ore31 agosto 2014 ….Un assolo ben costruito necessita di una progettualità che richiede un grande lavoro di pensiero. Come richiede un grande pensiero suonare uno strumento a fiato che può emettere diverse note con la stessa posizione…. Per quanto fisicoquesto richiede una notevole elaborazione di pensiero, in quanto per evitare di produrre note casuali, ci deve essere a monte un costrutto mentale di grande rigore che si acquisisce nel tempo attraverso un processo lento e una rigorosa metodologia di studio.

  4. La Domenica del Sole 24 ore31 agosto 2014 In particolare per gli strumenti a bocchino come tromba, trombone e basso tuba si richiede un immenso pensiero progettuale, affinchè si possa costruire una frase logica laddove ogni nota è legata a quella precedente e a quella successiva.

  5. Ciò che interessa è quando questi momentientrano nella consapevolezza del soggetto e sono condivisi tra due persone. Queste esperienze vissute formano: - i momenti chiave del cambiamento in psicoterapia - i punti nodali nelle nostre quotidiane relazioni private e personali.

  6. Ciò che è in gioco non è il tempo lineare, di tipo oggettivo, quello scandito dall’orologio (Chronos) ma quello soggettivo (Kairos), il momento che passa nel quale qualcosa accade mentre il tempo si svolge.

  7. Kairos è un momento di opportunità, quando gli eventi richiedono azione o sono propizi all’azione. Gli eventi sono sopraggiunti insieme in questo momento ed il prenderne consapevolezza richiede che un’azione debba esser intrapresa adesso per cambiare il proprio destino, sia questo per il prossimo minuto o per la vita. Se nessuna azione viene intrapresa, il proprio destino sarà modificato comunque, ma in modo diverso, poiché non si è agito.

  8. Nelle origini della parola Kairos c’è l’osservazione delle stelle da parte dei pastori. Le stelle appaiono sorgere e tramontare all’orizzonte. Il momento in cui una stella ha raggiunto il suo apogeo e appare cambiare direzione dal salire al discendere è il suo Kairos.

  9. Vivere il presente • Grandi tradizioni religiose e mistiche monoteiste (ebraica , cristiana, islamica) • Pensiero spirituale orientale (buddismo, zen, induismo) • Pensiero filosofico occidentale • Teorie psicologiche e psicoanalitiche

  10. Present moment • E’ lo span temporale in cui i nostri processi psicologici raggruppano insieme unità di percezione piccolissime nella più piccola unità globale (gestalt) che ha un senso o significato nel contesto di una relazione. • I momenti presenti dal punto di vista oggettivo hanno una durata da 1 a 10 sec, con una media intorno a 3-4 sec. Sul piano soggettivo essi sono ciò che sperimentiamo come un now ininterrotto.

  11. Present moment (2) • Il momento presente è strutturato come una micro storia vissuta con una minima trama ed una linea di tensione drammatica fatta di sentimenti di vitalità. E’ infatti dinamico sul piano temporale. • E’ un fenomeno conscio, ma non richiede di essere conscio in modo riflessivo, verbalizzato o narrato.

  12. Present moment (3) • Astrazioni come generalizzazioni, spiegazioni, e interpretazioni o fenomeni di ordine più alto come narrazioni, sono fatte di queste esperienze psicologiche basilari, primarie. Sono solo queste che succedono adesso, “now” e solo queste che sono direttamente vissute. • E’ visto come la pietra angolare delle esperienze relazionali.

  13. (Affect) attunement Sintonizzazione affettiva • Forma di comportamento in risposta al comportamento affettivo e comunicativo di un altro. • ...è soprattutto una traduzione fedele di ciò che l’altro deve aver voluto esprimere quando gli si è manifestato con quelle azioni. • Questo richiede che la sintonizzazione imiti solamente le dinamiche temporali di intensità, forma o ritmo del comportamento dell’altro, ma in una modalità o in una scala diversa.

  14. (Affect) attunement (2) Sintonizzazione affettiva • Non sono le azioni effettive dell’altro che diventano riferimento per la sintonizzazione (come sarebbe nel caso dell’imitazione), ma piuttosto è il sentire che sta dietro le azioni che diventa termine di riferimento. • E’ un modo di imitare quello che un’esperienza appare, , ma dall’interno, non come è stata espressa nell’azione.

  15. Altero-centered participation Partecipazione centrata sull’altro • E’ la capacità innata di saper provare, solitamente senza consapevolezza, ciò che un altro sta provando. • Si tratta di un atto non volontario. • Consiste nel provare come se il vostro centro di orientamento e di prospettiva fosse centrato nell’altro.

  16. Altero-centered participation (2) Partecipazione centrata sull’altro E’ la capacità intersoggettiva basilare che rende possibile l’imitazione, l’empatia, la simpatia, il contagio emozionale e l’identificazione. Per quanto innata, tale capacità si ampia e si perfeziona con l’evoluzione. Non è una forma di conoscenza riguardo all’altro, ma piuttosto una partecipazione nell’esperienza dell’altro.

  17. Now moment • E’ un MP che improvvisamente sorge in una sessione terapeutica come una proprietà che scaturisce dal processo del moving along. • E’ un momento carico affettivamente, perché mette in gioco la natura della relazione paziente-terapeuta. • Di solito comporta l’andare ad urtare o il temere di rompere l’abituale cornice o le “regole” di come essi lavorano insieme e sono insieme.

  18. Now moment (2) • Ciò che è in gioco è il come saranno uno con l’altro. • Nel paziente e nel terapista cresce il livello di ansia. Entrambi sono forzatamente trascinati dentro il presente. Il terapeuta avverte che una risposta tecnica di routine non basterà. Questo gli aggiunge ansietà. • Si è venuta creando una crisi che richiede soluzione. • La soluzione può venire in forma di un moment of meeting o di un’interpretazione.

  19. Moment of meeting • E’ un momento presente tra due partecipanti che potenzialmente risolve la crisi creata da un now moment e rimodella il campo intersoggettivo e modifica la relazione. • E’ prodotto come una proprietà che scaturisce dal micro contesto del now moment e deve essere squisitamente sensibile a tale contesto. • Comporta una risposta alla crisi che ben corrisponde alla specificità di quella particolare crisi.

  20. Moment of meeting (2) • Non può essere una generica risposta tecnica ma deve essere una risposta specifica, autentica che porta, per così dire, la firma personale del terapista. • Questo è necessario perché c’è in questo momento una condivisione intersoggettiva che modifica il campo intersoggettivo tra i due.

  21. Moment of meeting (3) • La condivisione, affettivamente carica, amplifica il campo intersoggettivo cosicchè la loro relazione come reciprocamente sentita si fa improvvisamente diversa da ciò che era prima del moment of meeting. • Questo cambiamento nel campo intersoggettivo ad opera del moment of meeting non richiede verbalizzazione o narrazione per essere efficace e duratura.

  22. Un libro davvero nuovo e davvero originale sarebbe quello che facesse amare vecchie verità” Vauvenargues (1715-1747)

  23. Vecchie verità…poiché ci sono verità di cui le generazioni umane non giungeranno mai a esaurire il senso; non che siano difficili da capirsi, al contrariosono estremamente semplici, spesso hanno persino l’apparenza della banalità;

  24. ma precisamenteper comprenderne il senso occorre viverle, occorre rifarne incessantemente l’esperienza. Ogni epoca deve riprendere questo compito, imparare a leggere e a rileggere queste “vecchie verità”.

  25. Devi imparare a vivere finchè hai vita (Seneca) Gavoi, 16 novembre 2011 prof. Virgilio Agnetti

  26. Stern non si propone con questo libro di sviluppare un nuovo approccio clinico (nel senso di una nuova tecnica terapeutica). Vuol piuttosto suggerire una vision differente, una prospettiva diversa del processo clinico quando osservato a livello del momento presente, che chiama “local level”.

  27. Quando puntiamo l’attenzione a questo “local level” fatto di momenti presenti ecco che nasce una diversa sensibilità clinica. Si diventa più consapevoli di piccoli avvenimenti, in particolare eventi non verbali e impliciti.

  28. L’osservatore/ascoltatore deve esser attento simultaneamente al contenuto verbale esplicito e all’esperienza implicita. Ma risulta difficile... se non si è convinti che entrambe possono avere un eguale valore nel trattamento. E ciò che si può constatare è che molti approcci clinici non credono in questo.

  29. Il desiderio di regolare ed ampliare, nello scorrere della sessione,, il campo intersoggettivo sposta l’attenzione dalla ricerca del significato esplicito verso altri eventi cui finora si è data meno attenzione come ad es. la direzione in cui sta muovendosi il campo intersoggettivo. L’enfasi è spostata temporaneamente dal contenuto intrapsichico alla regolazione intersoggettiva.

  30. Stern suggerisce che è consigliabile durante la sessione tener la teoria un po’ alla larga cosicchè la relazione immediata possa esser vissuta più pienamente.

  31. Se il fine è di poter star dentro il processo diadico creato insieme e attendere finchè abbia avuto il suo svolgimento più completo, le interpretazioni quando dovrebbero esser avanzate od escluse? E’ una questione di saper cogliere il momento giusto (good timing) peraltro considerata nelle tecniche tradizionali.

  32. L’interpretazione introduce in più (aggiunge) nel flusso della relazione una influenza direzionale potente che proviene in gran parte da fuori del processo diadico immediato ed emerge dalla teoria e dalla metapsicologia che risiedono solamente nella mente del terapista.

  33. L’interpretazione-come-ipotesi spinge il processo terapeutico in una relazione più asimmetrica sotto l’aspetto del co-creare (creare insieme). Stabilisce una direzione che non è necessariamente quella che stava accadendo in quel momento del processo.

  34. F. Perls Psicoterapia della Gestalt (1980) • Ogni volta che si abbandona la base sicura del presente esi comincia a preoccuparsi del futuro, si fa l’esperienza dell’angoscia. • L’angoscia è la lacuna tra l’ora e il poi. • Se siete nel presente, non potete essere angosciati, dato che l’eccitazione fluisce immediatamente nell’attività spontanea, senza soluzione di continuità”

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