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Le condizioni di lavoro degli insegnanti in Europa

Le condizioni di lavoro degli insegnanti in Europa. Ciclo d’incontri Milano, 25 marzo 2003 Norberto Bottani Direttore Servizio della ricerca sull’istruzione Dipartimento della Pubblica Istruzione Cantone di Ginevra norberto.bottani@etat.ge.ch. Griglia dell’intervento.

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Le condizioni di lavoro degli insegnanti in Europa

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Presentation Transcript


  1. Le condizioni di lavoro degli insegnanti in Europa Ciclo d’incontri Milano, 25 marzo 2003 Norberto Bottani Direttore Servizio della ricerca sull’istruzione Dipartimento della Pubblica Istruzione Cantone di Ginevra norberto.bottani@etat.ge.ch

  2. Griglia dell’intervento • Il popolo degli insegnanti • Le condizioni di lavoro dei docenti italiani: il confronto con l’Europa • Il problema della penuria e del reclutamento • La politica del personale della scuola

  3. Il popolo degli insegnanti • Il totale dei docenti delle scuole elementari, medie e superiori nei paesi dell’UE ammonta a 4,5 milioni persone. Nell’Europa allargata dei 29 paesi i docenti sono più di 6 milioni. • La proporzione dei docenti rispetto al totale della popolazione attiva dei paesi dell’UE ammonta al 2,6%. • Questa percentuale varia da un paese all’altro: dal 2,1 in Germania, al 2,9 in Italia e Danimarca, al 4,4 in Belgio. • Solo i docenti in servizio sono presi in considerazione

  4. Effetti di massa • La proporzione del numero dei docenti nella popolazione attiva è poco meno del 3%. Le variazioni attorno a questo valore sono minime. • La popolazione dei docenti all’interno di un paese non è stabile: i flussi in entrata e in uscita dalla professione sono forti, ma la proporzione del 3% rispetto al totale della popolazione attiva sembra costituire un punto di equilibrio verso la quale tendono tutti i sistemi. • La parte del personale non docente (ATA) rispetto a quella dei docenti subisce variazioni più importanti da un paese all’altro. Il personale non docente è in media un terzo del personale scolastico. • La massa di docenti in servizio è tale da porre problemi insormontabili dal punto di vista della qualità degli insegnanti • Si può parlare di penuria quando si ha a che fare con una massa simile di persone che svolgono il mestiere di insegnante? Sì perché il mercato del lavoro per i docenti è frantumato e non è libero.

  5. Le condizioni di lavoro dei docenti italiani : il confronto con l’Europa • Numero di allievi per docente • Ore d’insegnamento • Stipendi

  6. Proporzione allievi/docente(OCSE 2002, indicatore D2)

  7. Proporzione allievi/docenti: spiegazione del calcolo • Tra i docenti si include solo il personale qualificato direttamente implicato nell’istruzione degli allievi: • I docenti titolari • I docenti specializzati • I docenti di materie speciali • I direttori didattici e i presidi se hanno oneri d’insegnamento

  8. Commenti sulla proporzione allievi/docente • Il numero d’allievi per docente non va confuso con il numero d’allievi per classe • Molteplici fattori vanno presi in considerazione per stimare il numero di allievi per classe: • La lunghezza dell’anno scolastico • Le ore quotidiane di lezione degli allievi • Le ore quotidiane d’insegnamento dei docenti • Il numero di allievi di cui un docente è responsabile • La ripartizione del carico di lavoro tra ore d’insegnamento e altri compiti • Le modalità di composizione delle classi • La pratica del team-teaching

  9. Dimensione media delle classi(OCSE 2002, indicatore D2)

  10. Spiegazioni del calcolo del numero di allievi per classe • La dimensione delle classi è stata ottenuta dividendo il numero degli allievi iscritti per il numero delle classi. • La classi speciali ( nella maggioranza dei paesi i portatori di handicaps non sono inseriti nelle classi normali) non sono state incluse nel calcolo

  11. Commenti sul numero di allievi per classe • La dimensione mediadi una classe di scuola elementare nei paesi dell’OCSE è di 22 allievi ed è di 23 nella scuola media ( dove però il concetto di classe è molto più labile) • Il numero di allievi per classe nelle elementari varia dal semplice al doppio : 15 allievi nel Lussemburgo, 30 in Turchia • La dimensione media delle classi in Italia è tra le più basse sia nelle elementari che nelle medie;nella scuola media le classi sono più numerose che non nelle elementari. Fanno eccezione la Danimarca, la Svizzera, l’Irlanda, il Regno Unito.

  12. Settimane di scuola all’anno (OCSE 2002,indicatore D7)

  13. Ore d’insegnamento all’anno(OCSE 2002, indicatore D7)

  14. Spiegazioni del calcolo del numero d’ore d’insegnamento • Il numero annuo d’ore d’insegnamento corrisponde al numero netto di ore di contatto con gli studenti ed è calcolato sulla base del numero annuo di settimane di scuola moltiplicato per il numero minimo/massimo di periodi durante il quale un docente è tenuto a impartire delle lezioni in classe e per la lunghezza del periodo in minuti, diviso per 60. • I periodi riservati alle pause tra le lezioni nonché i giorni di vacanza non sono presi in considerazione

  15. Commenti sulle ore d’insegnamento all’anno • Nelle scuole elementari dei paesi dell’OCSE le ore d’insegnamento sono in media 792 • Le variazioni tra paesi sono molto forti: si passa dalla 639 ore all’anno in Turchia alle 950 in Scozia • Questa differenza è imputabile più alla durata giornaliera di scuola che non al numero di settimane di scuola all’anno • Nondimeno, tra l’Italia e la Danimarca ci sono ben otto settimane di scuola in meno al livello delle elementari • Il carico di ore d’insegnamento per i docenti delle elementari e quelli delle medie in certi paesi è sensibilmente diverso: in Spagna, Francia e Portogallo la differenza è superiore alle 300 ore all’anno; in Germania, Austria,Danimarca, Scozia, Finlandia, Olanda è inferiore alle 100 ore. In Italia è di 136 ore

  16. Ore d’insegnamento e carico di lavoro • Il tempo di contatto con gli studenti è una componente importante del carico di lavoro dei docenti ma non corrisponde che parzialmente all’onere reale di lavoro • La preparazione delle lezioni e le correzioni variano in funzione del numero delle ore di lezione, delle discipline d’insegnamento, del numero di allievi per classe, del numero di anni d’insegnamento, del numero di anni durante i quali gli studenti sono seguiti da uno stesso docente

  17. Stipendi dei docenti dopo 15 anni di carriera(OCSE 2002, indicatore D6)

  18. Spiegazioni del calcolo degli stipendi • Lo stipendio dopo 15 anni di carriera corrisponde allo stipendio annuo previsto per un docente a tempo pieno con il livello di formazione minimo richiesto per insegnare nell’ordine di scuola considerato e con 15 anni d’esperienza

  19. Commenti sugli stipendi • Il divario tra gli stipendi dei docenti operanti nei paesi europei è notevole: i docenti elvetici a metà carriera guadagnano quasi il doppio di quelli della Grecia • I livelli di retribuzione dei docenti italiani si situano nella fascia inferiore, ma questi valori vanno corretti con le informazioni sul carico di lavoro determinato dal numero di ore d’insegnamento e dal numero di studenti per classe • La progressione degli stipendi nel corso della carriera è un altro fattore che incide sull’attrazione della professione: in Inghilterra, Danimarca, Scozia si arriva al massimo della scala degli stipendi al massimo in 11 anni; in Italia, Austria, Spagna, Francia, Grecia ci vogliono all’incirca 30 anni

  20. Un fattore di penuria: la qualità della vita nelle scuole • Insulti • Aggressioni fisiche • Situazioni insostenibili • Squallore dell’ambiente di lavoro • Ricatti • Illusioni infrante • Degrado del clima scolastico : tensioni permanenti • Maleducazione crescente Libération, 7 marzo 2003

  21. Saturazione e insoddisfazione generalizzate in Svizzera • I livelli degli stipendi e la soddisfazione nella professione non sono correlati: Il disagio esiste e cresce anche tra i docenti meglio pagati al mondo, quelli elvetici (indagine Landert, 2002, su 10800 docenti della Svizzera tedesca) • La misura del grado di soddisfazione/insoddisfazione ha preso in conto 35 parametri (Clima nella scuola,autonomia didattica,successo nell’insegnamento, padronanza della materia, successo nell’educazione, stato di salute personale, rispetto e fiducia dei propri studenti, ecc.) • Il 60 % dei docenti è soddisfatto e il 22 % è molto soddisfatto, mentre il 18 % non è affatto soddisfatto • Fattori principali d’insoddisfazione sono le interazioni con gli studenti , il calo di rispetto e di prestigio, il riformismo permanente, l’appoggio carente da parte da parte delle autorità

  22. Il parametro «soddisfazione» • Un buon grado di soddisfazione professionale è una condizione per una buona qualità dell’insegnamento • Un buon grado di soddisfazione professionale dei colleghi concorre a generare un buon clima di lavoro e migliora la qualità della scuola • Il grado di soddisfazione professionale ha un’incidenza sullo stato di salute personale • Il grado di soddisfazione professionale può rallentare la fuga dall’insegnamento e incitare i buoni docenti a restare più a lungo nel mestiere

  23. Parametri complementari • La soddisfazione non è tutto: altri due parametri per la ritenzione dei docenti nella professione sono messi in evidenza nelle indagini sui docenti: • Il riconoscimento sociale • lI sostegno della gerarchia

  24. Penuria, fuga dalla scuola, problemi di reclutamento: una professione in pericolo ? • Mancano dati comparabili sul piano internazionale per accertare l’importanza della penuria di docenti e l’ampiezza del fenomeno della fuga dalla scuola • Manca una definizione univoca della penuria e quindi del modo di misurarla • Da un punto di vista qualitativo, la penuria si potrebbe definire come la concentrazione di docenti inesperti,poco preparati e poco sperimentati nelle scuole dei quartieri periferici e delle zone povere rispetto alla concentrazione di docenti capaci, esperti nelle scuole prestigiose e nei quartieri borghesi

  25. Situazione della penuria in Europa(dati Eurydice) Paesi con un equilibrio dell’offerta e della domanda di docenti, paesi con penuria di docenti, con eccesso o con entrambe le situazioni nel settore della scuola media (2000)

  26. La politica del personale della scuola • Serietà del problema e assenza di una volontà propositiva (pag.21 Studio Getsemani) • L’obiettivo di una politica di pianificazione del personale docente è la preservazione dell’equilibrio tra l’offerta e la domanda d’insegnanti nonché lo sviluppo di strategie per prevenire la penuria o l’eccesso di docenti • Componenti della pianificazione del personale della scuola: • essere a corto , medio e lungo termine • implicare un approccio sistemico • avvalersi di banche dati e strumenti adeguati

  27. Obiettivo di una politica di pianificazione del fabbisogno dei docenti • Fare in modo che in tutte le classi ci siano docenti capaci di soddisfare le esigenze intellettuali, morali, sociali, emotive degli allievi e rilevare le nuove sfide poste alle scuole • Attirare e formare buoni docenti e riuscire a ritenerli nell’insegnamento ( Progetto OCSE in corso)

  28. Esistenza di una politica di pianificazione e sviluppo dell’evoluzione delle tendenze dell’offerta e della domanda di docenti(Eurydice) Esistenza di politiche di pianificazione del fabbisogno di docenti per le scuole medie, 2000

  29. Referenze bibliografiche • D’oria e alii: Il burnout negli insegnanti. Lo studio Getsemani. Milano 2002 • Eurydice: Les chiffres clés de l’éducation en Europe 2002, Bruxelles • Eurydice: Questions clés de l’éducation en Europe. La profession enseignante en Europe: profil, métier et enjeux, Bruxelles • Vol. 3, rapport I:Formation initiale et transition vers la vie professionnelle • Vol. 3, rapport II: L’offre et la demande des enseignants au niveau du secondaire inférieur général • Landert, Ch.: Zufriedenheit und Unzufriedenheit im Lehrerberuf. Ergebnisse einer Untersuchung bei der Deutschschweitzer Lehrerinnen und Lehrern. Settembre 2002. Landert Farago Davatz & Partner, Zurigo • Muller Kucera K.,Bortolotti R., Bottani N.: Stratégie de recrutement des enseignants. SRED, Genève 2002 • OCDE: Regards sur l’éducation. Les indicateurs de l’OCDE 2002

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