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Esame di Stato

I.C. Don Milani, Latina. Esame di Stato. - Colloquio orale -. Tutto quello che fin dalle origini traina l’economia mondiale: le materie prime. Relazione interdisciplinare a cura di Federica Campagna Classe III A - A.S. 2013/ 2014. -1-. Mappa concettuale. Español

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Esame di Stato

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  1. I.C. Don Milani, Latina. Esame di Stato - Colloquio orale - Tutto quello che fin dalle origini traina l’economia mondiale: le materie prime Relazione interdisciplinare a cura di Federica Campagna Classe III A - A.S. 2013/ 2014 -1-

  2. Mappa concettuale • Español • Situaciòn comunicativa -2-

  3. Indice Scienze: Il cibo 4 Ed. Musicale: Le note musicali 1 7 Ed. Artistica: Piet Mondrian, l’Astrattismo e i colori primari 22 Ed. Fisica: Gli attrezzi nella ginnastica ritmica 31 Ed. Tecnica: Le materie prime 38 Storia: Il Colonialismo, l’Imperialismo e la decolonizzazione 43 Geografia: L’Oceania 49 English: The USA 56 Italiano: Lo sfruttamento minorile 63 Cittadinanza e costituzione: I diritti dei lavoratori 69 Español: Situaciòn comunicativa 72 -3-

  4. Il cibo La storia del genere umano è una storia di evoluzione, migrazione e cambiamenti della società. A ogni cambiamento di stile di vita si è sempre associato un cambiamento di dieta, ma non sempre un popolo più evoluto si è alimentato in modo migliore. -4-

  5. L’uomo delle caverne si cibava solo di ciò che la natura donava; una dieta ricca di fibre e fortemente legata alla stagionalità, quindi. Con la nascita dell’agricoltura e dell’allevamento l’uomo è diventato sedentario e ha creato le prime comunità, ma la sua dieta è peggiorata vistosamente perché si cibava quasi esclusivamente di ciò che coltivava e allevava, con gravi conseguenze nutrizionali. Nell’Antico Egitto, per esempio, i più ricchi potevano permettersi un’alimentazione varia, a differenza dei poveri. Nella civiltà greca, l’allevamento e la caccia erano reputate delle attività “rozze” e questo ostacolava l’integrazione della carne nella dieta. -5-

  6. Gli unici che non avevano il problema della carne erano i soldati per i quali assumerla significava apparire forti e possenti. Ma forse l’alimentazione ebbe il suo momento di migliore equilibrio nell’alto Medioevo quando le tradizioni del popolo romano si mescolarono con quelle dei popoli barbarici provenienti dal nord. Le cattive abitudini alimentari di oggi, invece, sono dovute alla nascita delle prime industrie alimentari e dei coloranti, durante la seconda rivoluzione industriale. Oggi proprio queste sostanze, che spesso sono dei semplici additivi chimici, compromettono la qualità dei cibi e, addirittura, possono causare danni al nostro organismo se assunte in quantità eccessive. -6-

  7. Negli ultimi anni si fa un gran parlare proprio dei coloranti alimentari: troppo spesso, infatti, ai cibi vengono aggiunte queste sostanze, prive di valore nutritivo, utilizzate solo per impartire particolari caratteristiche cromatiche o esaltare la colorazione originaria conferendo così un aspetto invitante e più appetibile al cibo. L’impiego dei coloranti alimentari, pertanto, mira essenzialmente ad incrementare l’interesse e il gradimento dei consumatori nei confronti dei prodotti a cui vengono aggiunti. Non a caso, il consumatore medio percepisce la qualità di un alimento anche e soprattutto dal suo aspetto; così, l’aranciata è buona solo se arancione, il succo di menta se verde ecc. Dato che l’impiego di coloranti alimentari può far apparire di buona qualità un prodotto di per sé scadente, esistono alcuni alimenti per cui tale pratica è proibita, e altri per cui è possibile soltanto con le dovute limitazioni. -7-

  8. Giusto per citare qualche esempio, non è possibile addizionare coloranti alimentari a latte, yogurt , uova, acque minerali … Al contrario, le categorie nelle quali si fa il maggior utilizzo di coloranti alimentari sono quelle delle bevande analcoliche, dei dolciumi e dei prodotti da forno, degli integratori alimentari, delle salse e dei cibi preconfezionati. I coloranti alimentari possono essere molto dannosi per la salute dell’uomo. Essi causano orticaria dovuta a reazioni allergiche verso additivi alimentari e attacchi di asma, nei soggetti predisposti, dovuti alla presenza di coloranti con basi chimiche simili a quelle usate nell’industria tessile. Nei bambini, poi, possono indurre sintomi particolari, come intensa iperattività e dunque anche danni al sistema nervoso. Ma, purtroppo, non sono solo questi i problemi connessi con l’alimentazione: molti riguardano i disturbi comportamentali, oggi in preoccupante crescita soprattutto tra i più giovani. -8-

  9. I disturbi alimentari I disturbi del comportamento alimentare colpiscono molte adolescenti. Più rari sono invece i casi di ossessioni alimentari tra i maschi. L'età di insorgenza sta diventando sempre più precoce mentre la sensibilità al problema sta aumentando. Anoressia, bulimia ed obesità sono parole ormai entrate nel linguaggio comune. Questi disturbi alimentari sono accomunati dal pensiero ossessivo del cibo, dalla paura morbosa di essere sovrappeso abbinata ad una percezione deformata del proprio corpo e a una bassa autostima. Essi sono infatti legati alla valutazione sbagliata che la persona fa di se stessa e quando si è fortemente condizionati dall'ideale di magrezza, dal peso e dal controllo della propria forma corporea. In pratica, si sente di valere o non valere come essere umano in relazione all'ago della bilancia che influenza notevolmente il rapporto con il cibo. I disturbi alimentari sono oggi un fattore diffuso che si manifesta con disagi e sofferenze interiori di una generazione resa fragile da una società che tende sempre più a discriminare tra corpi di serie A, B e C. -9-

  10. L’anoressia Una ragazza anoressica, per quanto possa essere magra, non riesce a convivere con un corpo che le sembra sempre eccessivamente grasso. Il problema del peso diventa talmente importante da farle saltare i pasti spingendola ad abusare di medicinali come lassativi e diuretici mentre persegue un ideale di magrezza irraggiungibile. L'anoressia di solito inizia con una dieta e cela un profondo disagio che la persona tenta di mettere a tacere attraverso un controllo ossessivo delle calorie e del peso. -10-

  11. L'anoressia attacca duramente il corpo nelle sue funzioni vitali fino a causare gravissime conseguenze come insufficienza renale, alterazioni cardiovascolari, perdita dei denti e dei capelli. Se tale condizione persiste a lungo può diventare veramente grave fino a condurre alla morte. Le indagini statistiche ci dicono che nei Paesi industrializzati come l’Italia su 100 ragazze tra i 12 e i 25 anni di età, 8-10 soffrono di disturbi del comportamento alimentare di cui 1-2 nelle forme più gravi. Nel 90% dei casi si tratta di donne. L’anoressia oggi colpisce anche i bambini a partire dagli otto anni di età. Essendo dati recenti non si è ancora certi, ma si registra un forte aumento delle richieste di aiuto proprio in questa fascia e in alcuni casi persino dopo i 55-60 anni. -11-

  12. Bulimia Questo disturbo alimentare si caratterizza per un'esasperata assunzione di cibo (bulimia = fame da bue). A tali abbuffate si susseguono disperati tentativi di sbarazzarsi degli alimenti ingeriti, solitamente tramite vomito autoindotto o attraverso l'uso massiccio di lassativi o diuretici. Dopo questi attacchi di fame incontrollata insorgono profondi sensi di colpa che fanno sprofondare il soggetto nella depressione. Si tratta purtroppo di una vera e propria dipendenza paragonabile a quella che lega un tossicodipendente alla droga con conseguenze altrettanto devastanti sulla vita, sulla psiche e sulla salute di chi ne soffre. Le statistiche riportano, tra le giovani, una presenza di casi di bulimia doppi rispetto ai casi di anoressia, ma queste cifre sono influenzate dal fatto che per le persone affette da questo particolare problema è più facile chiedere aiuto. -12-

  13. Obesità • L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, che determina gravi danni alla salute. E’ causata, nella maggior parte dei casi, da stili di vita scorretti: da una parte, un’alimentazione scorretta, ipercalorica e dall’altra un ridotto dispendio energetico a causa di inattività fisica. L’obesità è quindi una condizione ampiamente prevenibile. • Essa rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché la sua incidenza sta aumentando, non solo nei Paesi occidentali, ma anche in quelli a basso-medio reddito, sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie come diabete e tumori. • Si stima che il 44% dei casi di diabete di tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tumori sono attribuibili all’obesità/sovrappeso. In totale, sovrappeso e obesità rappresentano il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e i decessi attribuibili all’obesità sono almeno 2,8 milioni all’anno nel mondo. -13-

  14. Per evitare questi problemi e altri non ancora molto diffusi è importante seguire una giusta alimentazione sana ed equilibrata come, ad esempio, la dieta mediterranea, che è ispirata ai modelli nutrizionali di tre Paesi europei e di uno africano (Italia, Grecia, Spagna e Marocco). Essa prevede un elevato consumo di pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio di oliva, pesce e vino (in quantità moderate). Inoltre, nonostante i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo assumano quantità relativamente elevate di grassi, sono quelli che poi sono meno affetti da malattie cardiovascolari e di altro genere in virtù dei benefici dati dall’elevato uso di olio di oliva. -14-

  15. Ben diverso è invece il gravissimo problema causato dall’incremento di disturbi di tipo anoressico o bulimico. In questi casi il corpo si ammala come conseguenza di una vera e propria malattia psichica, frutto di profondo disagio, che va riconosciuta e curata al più presto, prima di arrivare a un punto di non ritorno. La famiglia, la scuola, gli affetti sono determinanti nella vita di un adolescente e ciascuno deve poter fare la sua parte per aiutare e sostenere i ragazzi in un momento di così grande fragilità. -15-

  16. Legato ai disturbi di anoressia e obesità pochi mesi fa è stato trasmesso su Rai1 un telefilm intitolato “Braccialetti Rossi” che racconta una bellissima storia di amicizia tra sei ragazzi costretti a trascorrere le loro giornate nello stesso ospedale a causa di malattie. Con il passare del tempo imparano a conoscersi meglio fondando un gruppo, appunto, quello dei braccialetti rossi. Tra questi sei ragazzi c’è Cris che soffre proprio di anoressia, dovuta anche alla difficile situazione familiare e al suo bisogno di sentirsi accettata. Costretta a condividere la sua stanza con una nuova arrivata affetta da obesità, dopo un primo periodo di rifiuto dell’amicizia, Cris si rende conto che da quella ragazza avrebbe potuto trarre un aiuto fondamentale per la sua guarigione. Tutto ciò unito alla sua forza di volontà e alla grande amicizia nata con gli altri ragazzi, che riescono finalmente a strapparle un sorriso, riesce a superare il suo problema e tutti e sei trovano la forza per continuare a vivere anche quando si avrebbe solo voglia di piangere e di arrendersi. -16-

  17. Le note musicali La musica è un insieme di suoni prodotti dalla vibrazione di un corpo elastico. Oggi la musica è una costante della nostra vita; è l’insieme dei suoni che ci accompagnano nei momenti brutti, nei momenti belli, nelle feste e nelle notti e ha il potere di caricarci, renderci felici o tristi, farci riemergere sensazioni ed emozioni o donarci un istante magico … Per chi la studia e per chi la suona, la musica è qualcosa di naturale, un bisogno primario umano che eleva i significati a qualcosa di superiore alla realtà. La musica è in tutto: è nel canto degli uccelli, nei fruscii primaverili, nel calmo ondeggiare del mare, nelle parole della persona che ami. Tutto ciò che udiamo può diventare musica, di sicuro i suoni e a volte anche i rumori. -17-

  18. Ma chi ha inventato la musica e in particolare le note musicali? Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d'Arezzo, è stato un monaco e musicologo italiano. Nacque intorno al 991, forse ad Arezzo. Morì intorno al 1050. E’ noto anche come l'ideatore della moderna notazione musicale, infatti curò l'insegnamento della musica e notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Così adottò un metodo nuovo, che lo rese presto famoso. -18-

  19. Ad Arezzo scrisse il suo famoso trattato: il Micrologus. È a lui, infatti, che dobbiamo il nome delle note tuttora in uso, ad eccezione del Do che nel Seicento ha sostituito l'originario Ut (tra l'altro ancora presente nel francese). A Guido si deve l'invenzione di un sistema mnemonico (manoguidoniana) per aiutare l'esatta intonazione dei gradi della scala. Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista e le aveva adottate per comporre la scala musicale. • Egli espose tali innovazioni scrivendo anche dei testi a supporto. Tale sistema è alla base della teoria della solmisazione (la prima forma di solfeggio). Sua, infatti, è l'invenzione delle rispettive posizioni delle note sulle righe e negli spazi. Il rigo musicale usato da Guido aveva solo quattro righe ed era perciò detto tetragramma. • Dopo la visita al Papa gli venne affidato il compito come priore presso il monastero di Fonte Avellana (fra le Marche e l’Umbria) tra il 1035 e il 1040. Guido portò a compimento il suo Codice Musicale che, ancora oggi, è conservato nella vastissima biblioteca dell'importante monastero appenninico. -19-

  20. Ma come mai la musica e i suoni toccano noi umani così particolarmente rispetto al resto che la vita ci offre? Forse perché la musica è una costante in ogni momento della nostra vita? Forse perché il nostro cervello utilizzando una sola sfera sensoriale libera la sua immaginazione ai livelli più estremi? Forse perché una bella musica è un idea creata dall’autore con l’aiuto di qualcosa di superiore? • Per noi giovani il concetto di musica è un po’ cambiato rispetto ad altri tempi: essa non è più un’arte, ma un metodo per evadere dal nostro standard di vita. Infatti oggi cerchiamo nella musica un mondo impossibile e irrealizzabile per sottrarci dai dolori, dalle sofferenze, dai problemi, dalle difficoltà e dalle fatiche di ogni giorno. -20-

  21. E’ ormai risaputo che noi adolescenti preferiamo scegliere la via più breve e più semplice; così ci rifugiamo nel mondo della musica che ci offre un riparo immaginario e intoccabile; ma non vogliamo viverla fino in fondo: ci piace sapere che è sempre disposta ad accoglierci, lei, come il mondo che tutti desidereremmo soprattutto quando siamo oppressi dai problemi della società contemporanea. Tramite la musica concetti ed  emozioni rimangono impressi nel nostro cervello, come fossero una foto e con la musica li riviviamo. Dopotutto è risaputo che l’uomo non comunica solo a parole, ma anche attraverso emozioni, in vari modi, usando ad esempio il linguaggio del corpo, che le esterna.  Il limite del linguaggio verbale è quello di poterle descrivere, ma non sempre trasmetterle. -21-

  22. Piet Mondrian, l’Astrattismo e i colori primari Piet Mondrian può essere considerato come uno dei protagonisti di una stagione molto importante per l’arte moderna: l’inizio del XX secolo che vide il sorgere di avanguardie storiche quali il Costruttivismo, il Dadaismo, il Cubismo, tutte tendenze “non figurative”. Esse divennero i presupposti fondamentali per la nascita di una nuova corrente artistica, l’Astrattismo, di cui Mondrian, insieme con Kandinsky, fu l’esponente più importante. L’astrattismo di Mondrian si fonda su un doppio principio quello della dimensione della figura geometrica ortogonale e dell’uso esclusivo dei colori primari, giallo, rosso, blu, bianco e nero. Il primo principio implica una serie di linee orizzontali e verticali, escludendo la diagonale. Solo in questo modo, secondo il pittore, è possibile rappresentare l’assoluta precisione della realtà, il necessario, l’essere. -22-

  23. Piet Mondrian nasce nel 1872 nel villaggio olandese di Amersfoort. Figlio di un rigido calvinista che spinge i figli a trovare un impiego, Piet sceglie di diventare maestro di disegno. A diciassette anni si diploma, ma la passione per il disegno e la pittura è tanta che decide di studiare per l’esame di professore, aiutato dal padre e dallo zio. Studia per mesi prospettiva, anatomia, storia dell’arte, fiori e piante, senza mai fermarsi. -23-

  24. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Amsterdam dal 1892 al 1895. Sono anni duri e, per guadagnarsi qualche soldo per vivere, da lezioni di disegno a ricche signore, disegna batteri per i testi di medicina e riproduce copie di quadri famosi. Appena può va in campagna per prendere ispirazione per le sue opere. Trascorre ore a contemplare il paesaggio e gli animali. Per esprimere la bellezza della natura smette ad un certo punto di cercarne i colori naturali e la sua pittura cambia. Conosce la pittura divisionista (basata sulla separazione dei colori in punti o linee colorati) e nel 1911 si trasferisce a Parigi, affascinato dal Cubismo, cui riconoscerà il merito di aver “rotto la forma limitata” e liberato il ritmo prigioniero. -24-

  25. Mondrian rimane a Parigi per altri due anni; poi, a causa di una malattia del padre e dell’ormai imminente scoppio del conflitto mondiale, ritorna in patria, dove continua il suo processo di semplificazione iniziato in Francia e dove collaborò con Theo Van Doesburg. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo trattiene in Olanda fino al 1919, poi ritorna in Francia. In Olanda, le sue ricerche in campo pittorico lo avevano indirizzato verso l’Astrattismo; simbolo di questo momento artistico era l’albero che rappresentava il legame tra reale (la terra) e spirituale (lo spazio verso cui tendono i rami). -25-

  26. Durante il 1920, Mondrian comincia ad “utilizzare” rigorosamente griglie di righe nere che definiscono piani di colore puro, alla ricerca di un equilibrio asimmetrico- astratto. Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mondrian lascia Parigi e si reca in Gran Bretagna e, successivamente nel 1940, si trasferisce a New York. Lì, dove vive gli anni più felici e sereni della sua vita, sostituisce la riga nera con fasce composte da piccoli rettangoli di colore blu, rosso e giallo, dando un ritmo dinamico alle sue opere. Il primo febbraio 1944 Mondrian muore di polmonite. -26-

  27. I miei disegni -27-

  28. Con la serie delle Losanghe, Mondrian sembra suggerire una sorta di compromesso: dipinge solo linee ortogonali, ruotando però la composizione. Così facendo, si viene a creare all’interno della “griglia” una forma geometrica fino a quel momento sconosciuta nelle opere di Mondrian: il triangolo. -28-

  29. A partire dal '20-'21, i quadri di Mondrian raggiungono una certa maturità, anche se non quella definitiva. Spesse linee nere, ora, separano i quadrati, che sono più grandi e meno numerosi e che sono lasciati in maggior parte bianchi rispetto ai primi esempi. -29-

  30. La “Rosa bianca in un bicchiere” è stata realizzata nel 1921. Il fiore cerca nel liquido del bicchiere risorse per non sfiorire troppo presto. Dipinto crudele, rarefatto nel mutismo emozionale. Karoline Knabberchen che questo fiore vide all'Aia nel 1984, lasciò scritto nel suo Diario che, mentre la rosa accetta la decadenza, mai la donna, che nella rosa si riconosce, farà lo stesso. Eppure il liquido è lo stesso per la rosa e per l'io della donna: lacrime! (Claudio Di Scalzo) -30-

  31. Gli attrezzi nella ginnastica ritmica La ginnastica ritmica si sviluppò nel XIX secolo dagli stili ginnici tedesco e svedese. Il primo campionato del mondo ebbe luogo nel 1963 a Budapest, Ungheria, limitatamente alle prove individuali; le prove di squadra vennero aggiunte nel 1967 in occasione del campionato di Copenaghen in Danimarca. La ginnastica ritmica entrò nel programma dei Giochi Olimpici estivi nel 1984 (Olimpiadi di Los Angeles). Anche in questo caso si trattò inizialmente solo di prove individuali; la gara di squadra venne inserita solo nel 1996 (Olimpiadi di Atlanta, USA). -31-

  32. La ginnastica ritmica è una disciplina della ginnastica e uno sport olimpico femminile, di squadra e individuale, nella quale le atlete eseguono il loro esercizio con un accompagnamento musicale, parte integrante dell’ esecuzione stessa. Sono ammesse solo musiche strumentali o nelle quali la voce non ha un ruolo solista o non è pronunciato un testo e, per un solo esercizio, è ammessa una musica cantata. Nelle gare a livello non agonistico l'esercizio individuale può essere svolto senza musica, mentre negli esercizi collettivi la musica diventa obbligatoria anche nelle gare di livello inferiore a quello agonistico. Le ginnaste individuali devono sostenere quattro rotazioni (ossia eseguire quattro esercizi) con cerchio, palla, clavette, nastro e fune. Per le squadre invece gli esercizi sono due, più lunghi, fino a 2.30 minuti; nella prima delle due prove le ginnaste hanno tutte lo stesso attrezzo, mentre nella seconda vengono usati due tipi di attrezzi. Come per le individualiste, anche per le squadre le rotazioni degli attrezzi sono stabilite dalla FIG (Federazione Internazionale Ginnastica). -32-

  33. La competizione avviene per valutazione: una giuria assegna un punteggio a ciascuna esecuzione e viene quindi stilata la classifica finale. Il punteggio massimo equivale a 20,000 (Codice dei Punteggi 2013-2016). Viene considerata penalizzante anche l'errata successione delle difficoltà, cioè la loro esecuzione in un ordine diverso da quello dichiarato o se la stessa difficoltà viene ripetuta due volte. -33-

  34. Gli attrezzi utilizzati sono cinque: nastro, clavette, cerchio, palla, fune. Di raso o materiale simile, ha un peso di 35 grammi minimo. Largo da 4 a 6 cm è invece lungo 6 m, con l’estremità piegata e foderata ( 1 mm massimo) fissata alla bacchetta di 50-60 cm e composta di fibra di vetro o materiale sintetico (forma cilindrica o conica e diametro di 1 cm.). E’ fissata al nastro con un anello mobile o una parte articolata (lunghezza 7 cm. massimo.) Di legno, di plastica o di gomma (solo ultimamente sono state approvate) hanno la forma di bottiglia (corpo, collo e testa). Devono avere un peso minimo di 150 grammi e una lunghezza variabile tra 40 e 50 cm. Il colore è a scelta. Di legno o di plastica, ha un peso minimo di 300 grammi e un diametro interno da 80 a 90 cm. Il nastro Le clavette Il cerchio -34-

  35. La palla Può essere di caucciù o di plastica morbida antistatica con un peso minimo di 400 grammi. Il diametro varia da 18 a 20 centimetri, il colore può essere a scelta. Può essere di canapa o materiale sintetico, senza impugnature (ciascuna delle due estremità può essere però annodata). La lunghezza dipende dall’altezza della ginnasta (i piedi appoggiati sulla corda tesa, al centro, tenuta con le mani e le braccia flesse: le estremità devono arrivare sotto le ascelle). La fune ha un diametro uniforme o rinforzato al centro. Il colore è a scelta. La fune -35-

  36. Nelle competizioni minori, in genere organizzate da enti di promozione sportiva, e nelle competizioni FGI (Federazione Ginnastica d’Italia) categoria allieve (fino ai 12 anni), è prevista la competizione a corpo libero, cioè senza attrezzi, per mettere in risalto l'acquisizione corretta delle difficoltà. Un esercizio a corpo libero è tuttavia previsto anche in ciascuna gara del campionato federale di serie A, affidato a ginnaste di categoria Allieve o Juniores. -36-

  37. Attualmente, la ginnastica ritmica è uno sport esclusivamente femminile, esiste tuttavia un movimento per la creazione ufficiale di una ginnastica ritmica maschile, che è già popolare in Giappone e si sta affermando in Spagna, dove è stata decisa l'organizzazione del primo campionato maschile riconosciuto dalla federazione locale. Non essendo ancora riconosciuta dalla Federazione Internazionale di Ginnastica, utilizza lo stesso codice e le stesse regole della ginnastica ritmica femminile. A differenza della ginnastica artistica, nella quale i programmi maschile e femminile sono nettamente differenziati, la ritmica maschile ha caratteristiche simili a quelle della femminile; tuttavia essa si trova ancora in una fase di evoluzione. -37-

  38. Le materie prime Sono considerate materie prime tutti quei materiali che sono alla base della fabbricazione e produzione di altri beni tramite lavorazioni e processi industriali che permettono di ottenere il prodotto finale. La materia seconda deriva dal materiale recuperato dopo il suo precedente utilizzo ed essendo riutilizzabile permettedi risparmiare materia prima. Le materie seconde -38-

  39. Nel settore della ristorazione, in particolare in cucina, le materie prime svolgono una parte fondamentale per il buon risultato del prodotto finale. Se usiamo materie prime di qualità, il piatto che andremo a fare risulterà sicuramente più buono rispetto ad un piatto fatto nello stesso modo, ma con materie prime "scadenti". Materie prime in cucina sono principalmente icereali, la frutta, la verdura, lacarne e il pesce. -39-

  40. Dal punto di vista economico le materie prime sono un input del processo produttivo. Il petrolio grezzo, per esempio, viene estratto allo stato naturale e successivamente viene processato in diverse fasi di lavorazione fino ad ottenere il prodotto finale, ad esempio la benzina. La lavorazione del petrolio grezzo fino all’ottenimento del prodotto desiderato. -40-

  41. Attualmente esistono diversi mercati spesso specializzati in uno o più gruppi di materie prime. Tali mercati sono spesso collocati in prossimità di grandi zone di produzione o di raccolta. Sempre meno, però, le materie prime sono portate sui mercati ed anche gli operatori economici interessati sono sempre meno fisicamente presenti sulle piazze di contrattazione. Le trattative, i contratti, le vendite e gli acquisti sono ormai fatti principalmente attraverso mezzi telefonici, telegrafici o informatici. I prezzi sono rilevati e presentati con elevata precisione e rapidità e diffusi attraverso diversi canali specializzati. La qualità e la classificazione delle materie prime non si basano più su verifiche dirette e personali degli acquirenti, ma sono basate su classificazioni convenzionalmente accettate e condivise su standard internazionali ormai consolidati. In tal modo è tutto più veloce, sicuro e i prezzi più rispondenti all'effettivo andamento del mercato. Non per questo non sono possibili speculazioni, tentativi di condizionamento dei prezzi e del mercato. Per impedire che ciò si traduca in turbative dei mercati e in perdita di fiducia degli operatori, si prevedono dei comitati di sorveglianza che cercano di prevenire, impedire e correggere i possibili abusi. -41-

  42. Australia, Brasile, Canada, Russia e Sudafrica. Sono questi i 5 paesi nei quali si concentra fra il 25 e il 90% delle materie prime fondamentali  come platino, nichel, rame, ferro, uranio, oro, petrolio e risorse agricole.  Le cinque potenze rappresentano il 29% delle terre emerse e riforniscono ormai tutto il mondo con le materie prime presenti sul proprio territorio e nel proprio sottosuolo. I cinque Paesi produttori di materie prime -42-

  43. Il colonialismo, l’imperialismo e la decolonizzazione Tra Settecento e Ottocento vi furono numerose esplorazionidell’interno del continente africano, per sete di conoscenza scientifica e spirito di avventura, ma soprattutto per scoprire risorse fino ad allora sconosciute. Così lo scozzese James Bruce compì un viaggio in Etiopia (1770), l’inglese Clapperton raggiunse il Ciad (1823) ecc. Più tardi però le esplorazioni geografiche iniziarono a non avere più più carattere prevalentemente scientifico, ma furono volte ad aprire la strada alla conquista e allo sfruttamento del territorio. • Dopo il 1880, infatti, tutti i Paesi europei piantarono le loro bandiere tra l’Africa, l’Asia e l’Oceania, dando vita ad un nuovo colonialismo dove interveniva lo stato a conquistare militarmente la colonia e, successivamente, gli industriali e i commercianti sfruttavano le materie prime della colonia e vi vendevano i loro prodotti. Hugh Clapperton -43-

  44. Lecause fondamentali dello sviluppo coloniale europeo nel XX secolo furono tre: • Lo spirito imperialista. Gli stati europei, infatti, animati da un forte spirito di conquista, non potendo allargare i propri territori nel vecchio continente si espansero in Africa e in Asia. • Lo sviluppo economico europeo. Le industrie, infatti, avevano bisogno di materie prime (carbone, petrolio, cotone, ecc.) che sia nel continente asiatico che in quello africano erano molto abbondanti. Inoltre le industrie man mano sfornavano sempre più prodotti che non riuscivano ad essere assorbiti dai mercati interni o per eccessiva povertà o per crisi di sovrapproduzione. Le colonie quindi servivano anche per vendere i prodotti. • Il forte aumento della popolazione. La popolazione europea dopo la metà del ‘800 era aumentata moltissimo. Era quindi sempre più difficile per coloro che costituivano la manodopera trovare possibilità di lavoro e materie prime sufficienti, tanto che molti emigrarono nelle colonie per avviare lì una nuova attività. I Paesi colonizzati -44-

  45. Nella maggior parte dei casi il Colonialismo fu esasperato ed aggressivo perché dominato solo dalla sete di ricchezza e di potere dei coloni. Si verificò infatti una spartizione del mondo, spesso con conflitti armati, tra i grandi e potenti stati europei. • Alcune nazioni, su tutte l’Inghilterra, imposero agli abitanti delle loro colonie (gli indigeni) anche la propria cultura e il proprio modo di vita. • La conquista del continente asiatico fu possibile grazie alla costruzione del canale di Suez che permise alle navi europee di accorciare le rotte evitando la circumna- vigazione dell’Africa. • Così il Mediterraneo che aveva perso la sua importanza commerciale, in questi anni si ripopolò di navi e riconquistò la sua antica posizione di centro del commercio mondiale. • Fu allora che i grandi esploratori cominciarono a penetrare nelle regioni interne dell’Africa con gli eserciti coloniali che prendevano possesso, in nome dei rispettivi stati, di alcune terre del continente africano. -45-

  46. I francesi, insediandosi in Africa, conquistarono l’Algeria, estendendo i propri territori nella parte occidentale ed equatoriale del continente. L’Inghilterra che aveva tolto l’Egitto alla Turchia per il controllo del canale di Suez, entrò in possesso di un sistema coloniale che dal Cairo arrivava fino a Città del Capo togliendo alle popolazioni locali le terre ricche di giacimenti minerari. • Alla spartizione dell’Africa fecero parte anche il Belgio (Congo), l’Italia (Eritrea e Somalia), la Germania (Africa sud-occidentale) e l’Olanda (Indonesia). • In Asia l’espansionismo coloniale europeo si imbatté in imperi come quello cinese e giapponese, che si erano rigidamente chiusi nel loro isolamento, rispetto all’Occidente europeo. • L’Inghilterra fu la prima a forzare il blocco dei porti cinesi. In seguito anche Russia, U.S.A. e Germania cominciarono a conquistare territori e mercati orientali. -46-

  47. Lo sviluppo industriale ed economico, le migliori comunicazioni, le nuove forme di organizzazioni commerciali dei paesi Paesi colonizzatori avevano portato allo sfruttamento delle risorse delle colonie. • Questo fatto a volte suscitò vari conflitti tra la mentalità e la cultura occidentale e quelle delle popolazioni locali. Ciò avvenne soprattutto in Africa dove le tradizioni tribali erano più forti e radicate, e dove la cultura individualistica europea provocava maggiori e più acute fratture. • L’espansionismo coloniale ebbe notevoli ripercussioni anche sul sistema politico europeo poiché il rapporto di forze fra le varie nazioni venne lacerato completamente. • Il colonialismo toccò inoltre un altro importante continente: L’Oceania • Lo sviluppo industriale ed economico, le migliori comunicazioni, le nuove forme di organizzazioni commerciali dei paesi Paesi colonizzatori avevano portato allo sfruttamento delle risorse delle colonie. -47-

  48. L’imperialismo Una seconda fase del colonialismo è quella iniziata nel 19° secolo, di cui furono protagoniste soprattutto Gran Bretagna e Francia, seguite da Belgio, Germania e Italia. La trasformazione fu, in primo luogo, di carattere amministrativo: la direzione politica delle colonie venne sottratta alle compagnie private e passò direttamente al governo. Nella seconda metà dell'Ottocento, con il sostegno dei grandi gruppi economici nazionali, molti Stati europei cercarono prestigio e nuovi e più ampi sbocchi per merci e capitali: la soluzione consistette nell'espansione coloniale. Iniziò quindi una febbrile corsa agli armamenti, a cui si accompagnò naturalmente, una politica estera più aggressiva. Per descrivere questo clima complessivo si parlò di imperialismo Il decolonialismo e il neocolonialismo • Solo dopo la Seconda guerra mondiale prese avvio il cosiddetto processo di decolonizzazione: finì così la lunga storia del colonialismo, con la liberazione dei paesi sottomessi al controllo delle potenze europee e la conseguente nascita di molti nuovi Stati nazionali. Non scomparvero tuttavia ingerenze di vario genere (soprattutto di carattere economico) da parte dei paesi ex coloniali nei confronti di quelli del Terzo e Quarto Mondo. Queste nuove forme di condizionamento vanno sotto il nome di neocolonialismo. -48-

  49. L’Oceania L’Oceania è il continente più lontano dall’Europa e comprende l’Australia con la Tasmania, la Nuova Zelanda, la Nuova Guinea ed un grandissimo numero di isole ed arcipelaghi minori sparsi nell’Oceano Pacifico e raggruppati convenzionalmente in Melanesia, Micronesia e Polinesia. -49-

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