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Bolle& balle cinesi

Bolle& balle cinesi. Condannata a crescere Costretta a cambiare. Se lo s viluppo rallenta. Meno crescita più diseguaglianza. Come sarà il 2013 in Asia. La grande rivincita. …ma resta un paese povero. La fame di terra. La lunga umiliazione. La grande rincorsa.

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Bolle& balle cinesi

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Presentation Transcript


  1. Bolle& balle cinesi Condannata a crescere Costretta a cambiare

  2. Se lo sviluppo rallenta

  3. Meno crescita più diseguaglianza

  4. Come sarà il 2013 in Asia

  5. La grande rivincita

  6. …ma resta un paese povero

  7. La fame di terra

  8. La lunga umiliazione

  9. La grande rincorsa

  10. Le componenti dello sviluppo

  11. Spese in R&D in % del pil

  12. Un partito due linee? • I teorici della divisione individuano una prima corrente che punta ad accorciare le distanze tra ricchi e poveri e nello stesso tempo a mantenere salda la stabilità ad ogni costo: sono i “tuanpai”, uomini che si sono formati nella Lega Giovanile Comunista, come il presidente HuJintao e il premier WenJiabao. • La “Cricca di Shanghai”guidata dal vecchio presidente Jiang Zemin è ncora forte, ma non più dominante. Più liberisti in economia dei “tuanpai”, gli uomini di Shanghai sono in minoranza, ma esercitano ancora un certo potere. • Aghi della bilancia sono i “taizi”, i “principi rossi”, vecchie famiglie dell’aristocrazia comunista legati da vincoli di parentela e da esperienze e interessi –anche economici- comuni. • Bo Xilai, il leader di Chongqing caduto in rovina, è un “principe rosso” per diritto di nascita, ma ha lanciato un revival maoista difficilmente apprezzato dagli altri “taizi”. Un leader locale sempre più importante come Wang Yang fa parte dei “tuanpai”, ma lascia spazio all’economia di mercato. • XiJinping, 54 anni, attuale vice-presidente della RPC e vice-presidente della Commissione Militare. Già a capo del Partito a Shanghai e della scuola di partito, è un “principe rosso”, figlio di quel XiZhongxun a capo della propaganda che venne imprigionato durante la Rivoluzione Culturale. Xiè emerso come successore di Hu in virtu di un nuovo ordine gerarchico: l’essere indicato come sesto uomo, dopo Hu, Wene altri tre fedelissimi, ha lanciato Xiverso la presidenza, lasciando a Li Keqiang il ruolo di premier.

  13. I nove uomini al comando • Il comitato permanente del politburo del PCC è composto da 9 membri • XiJinping, attuale vice, diventa presidente al posto di HuJintao • Li Keqiang attuale vice premier, rimpiazza WenJiaobao come premier • Gli altri cinque saranno: • Li Yuanchao, capo dell’organizzazione • WangQishan, vice premier, avrà in mano l’economia • Zhang Dejiang vice premier (rimpiazza Bo Xilai epurato) • YuZhengsheng, segretario del partito di Shangai • Il settimo seggio ancora in bilico tra: Wang Yang, segretario del Guandong(Canton), XhangGaoli, segretario di Tianjin, LiuYunshan capo della propaganda

  14. Le nuove scatole cinesi • Il partito e la comunità locale • La terra • Il landlord • Il palazzinaro • Il commerciante - lo shopping mall - i gestori (tutto in famiglia allargata) • Le piccole imprese • I contadini privati • L’economia del villaggio (all’interno) • La banca di stato e quella locale - fornisce i capitali • I grandi gruppi energetici di stato • Le grandi industrie gestite da ex capi di partito • Le industrie private (es. l'auto) • Le subfornitrici • Le joint venture • Tra questi soggetti un intreccio di legami politici, familiari, di interessi che riduce il dualismo

  15. Affari in salsa agrodolce • Fare business diventa sempre più difficile e molti delocalizzano in Vietnam o Indonesia per: aumento dei salari, pressione partito, condizioni lavoro, leggi. • Essenziale è trovare il partner giusto che abbia le connessioni nella politica locale, nelle banche, sul suo mercato. • Il mediatore è una figura fondamentale, impossibile da aggirare. • In fabbrica non si lavora senza il consenso di partito e sindacato. • La barriera linguistica pone notevoli problemi anche tra nord e sud della Cina, nel Guangzhou si parla cantonese. • Hong Kong resta sempre la sponda più importante soprattutto sul piano finanziario, fiscale, dei servizi, ma è la madrepatria che comanda. • Le regole sono molte e strette, ma si possono allentare con le conoscenze giuste. • Il ruolo essenziale della famiglia vuol dire che gli operai mandano il salario a casa, gli imprenditori piazzano i parenti.

  16. La fine dell’armonia? • Gli scioperi si moltiplicano per: • aumenti salariali – oggi la paga media è di circa 200 dollari ai quali vengono tolti i contributi per mensa e dormitorio. • L’orario: 40 ore settimanali ma con lo straordinario di fatto obbligatorio. • La ristrutturazione. E’ la vera novità dopo la crisi: molte aziende se ne vanno, in Bangladesh come Boss, in Vietnam (Pepsi), nelle Filippine, in Indonesia. Le multinazionali licenziano e scoppiano le proteste. • Scontri sull’uso della terra: come la rivolta nel villaggio di Wukan. • Conflitti etnico-religiosi: dal Tibet agli uighuri musulmani. • Foxconn (subappaltatrice Apple nello Shenzen), la Citizen, Tesco, Toyota, Honda, l’elenco degli scioperi è lunghissimo, ma trapelano solo i nomi delle multinazionali. • I suicidi sono diventati gesti disperati di protesta. • Il sindacato ufficiale ACFTU fa da mediatore tra lavoratori e management. • Alla Honda nel Guanzhou, più spazio alla base. • Un sondaggio dice che solo il 30% dei lavoratori si rivolge al sindacato, un terzo vuole rapporti diretti con il management e un terzo punta sul partito. • La grande svolta del prossimo decennio è costruire un welfare state.

  17. Cina 2030: le sei modernizzazioni • Il rapporto Cina 2030 è stato elaborato dal FMI insieme al Dipartimento ricerche del Consiglio di Stato, un pensatoio ufficiale. Ed è stato reso pubblico a febbraio. • Contiene un’agenda per il futuro intesa come indicazione al nuovo gruppo dirigente che guiderà il paese nel prossimo decennio. Ecco i punti principali: • 1- stato e mercato: il governo deve favorire la concorrenza • 2- incoraggiare l’innovazione con un sistema aperto di R&D • 3- crescita verde puntando su ambiente e clima • 4- eguaglianza di opportunità per tutti • 5- un sistema fiscale sostenibile • 6- nuove relazioni “reciprocamente benefiche” con il resto del mondo.

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