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PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO 3

PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO 3. Guido veronese. PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO 3. –corso intende fornire i fondamenti della psicopatologia infantile e dell’età evolutiva per consentire agli allievi un approccio efficace al bambino in età scolare e prescolare portatore di disagio psicologico.

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PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO 3

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Presentation Transcript


  1. PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO 3 Guido veronese

  2. PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO 3 –corso intende fornire i fondamenti della psicopatologia infantile e dell’età evolutiva per consentire agli allievi un approccio efficace al bambino in età scolare e prescolare portatore di disagio psicologico. Particolare attenzione verrà dedicata ai contesti di apprendimento e ai sistemi relazionali del bambino con disagio cognitivo, emotivo e comportamentale. Verranno approfonditi i disturbi da trauma in età evolutiva, i concetti di resilienza familiare le artiterapie come strumenti elettivi per potenziare il benessere del bambino portatore di disagio.

  3. ESAME E BIBLOGRAFIA Tipologia d’esame Scritto, domande aperte e semiaperte sugli argomenti del programma. Orale integrativo. Programma unico per frequentanti e non frequentanti Orario di ricevimento: martedì pomeriggio ore 14.30-16.00 Edificio U6 IV piano, stanza 4122, si suggerisce di inviare una email entro il venerdi’ precedente alle 15 all’indirizzo guido.veronese@unimib.it oppure contattare il docente al numero 0264484800. Bibliografia per i frequentanti A). F. Celi, D. Fontana Psicopatologia dello sviluppo, storie di bambini e psicoterapia McGraw Hill Italia, Milano, 2010 (capitoli 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 20, 21, 22)B). F. Walsh, La Resilienza Familiare, Raffaello Cortina (1,2, 3,5, 7,8, 11).C). O. Albanese, Peserico, M. Educare alle emozioni con l’aiuto delle artiterapie o le tecniche espressive, Junior, Trento, (Parte I: capitoli 1, 2, 5, Parte II: capitoli 5; Parte III, capitoli 7, 8, 9, 10, 11)2008. Prova finale per i frequentanti scritto più orale Prova finale per i non frequentanti scritto più orale

  4. ECOLOGIA DELLA DIAGNOSI FOCUS SULL’INDIVIDUO GENETICA (AUTISMO, ASPERGER, TRISOMIA 21, MALATTIE RARE, ..) FRAGILITA’ FISIOLOGICA MALATTIA (prenatali, perinatali, postanatali EZIOPATOGENESI CONDIZIONI AMBIENTALI (Malnutrizione, inquinamento, ...) FRAGILITA’ PSICOLOGICA DISTURBI DELLA CONDOTTA E COMPORTAMENTO (aggressività, iperattività, ritiro sociale ..) DISTURBI COGNITIVI (ritardo, dislessia, discalculia..) DISTURBI EMOTIVI (ansia, fobie, paure..)

  5. ALCUNI PRE-GIUDIZI • La psicopatologia è conseguenza di una «fragilità» INDIVIDUALE del bambino • A cause patogene univoche corrispondono effetti psicologici univoci (causalità della psicopatologia) • I criteri eziologici definitori delle psicopatologie infantili (come adulte) sono STANDARD, replicabili universalmente • I criteri diagnostici sono risultato di evidenze empiriche, studi epidemiologici (crossezionali, longiutudinali) di comprovata scientificità (cornice bio-medica)

  6. La psicopatologia è conseguenza di una «fragilità» INDIVIDUALE del bambino • I bambini attraversano fasi di continuo e rapido sviluppo che richiedono ADATTAMENTO AGGIUSTAMENTO POSITIVO PLASTICITA’ FUNZIONAMENTO TALI ASPETTI DI FUNZIONAMENTO NON SONO MANTENUTI IN ETA’ ADULTA

  7. CONSEGUENZE DEL «PREGIUDIZIO DI VULNERANILITA’» • Il bambino è debole (va protetto, curato, «medicalizzato») • Il bambino è «incompetente» del proprio stato di benessere, salute mentale, adattamento psicologico, equilibrio emotivo e comportamentale. • Il bambino è un attore sociale da educare (anche alla salute psicologica) LA VULNERABILITA’ INFANTILE E’ PREGIUDIZIO CHE TRASCURA LE ABILITA’ DEL BAMBINO COME ATTORE SOCIALE SITUATO IN UN CONTESTO DI APPRENDIMENTO A CUI RISPONDE COLLOCANDOSI I BASE A REGOLE, RUOLI E RICHIESTE

  8. A cause patogene univoche corrispondono effetti psicologici univoci (causalità della psicopatologia) • La patologia è un mal-funzionamento (maladattamento) intra-individuale dovuto a cause esterne/intenerne che impattano su «soggetti fragili» • Il rapporto tra cause e sintomi è di tipo lineare Es: Impatto dell’evento  TRAUMA  Sintomi • Insieme di sintomi producono sindromi (es: attivazione fisiologica, intrusioni, evitamenti  Sindrome posttraumatica) • Differenze individuali (tratti di personalità, robustezza genetica, abilità cognitivo-emotive) moderano la severità di sintomi e sindromi

  9. Alcune conseguenze del pre-giudizio di linearità • Non spiega reazioni diverse a cause identiche (bambini che hanno esperito esperienze analoghe hanno reazioni diverse) • Non si occupa dei contesti di vita (ambiente familiare, sociale, di vita ...) • Attribuisce differenze di reazione/risposta a differenze intra-soggettive (bambino resiliente vs bambino vulnerabile)

  10. I criteri definitori standard e universali delle psicopatologie • Presumono una classificazione manualistica delle psicopatologia (es. ICD10- DSM, disturbo personalità, ossessivo ecc..) • Rispondono ad un modello bio-medico e ad una concezione «psichiatrica-molecolare» (depressione  antidepressivo triciclico, ansia benzodiazepina) • Si rifanno a categorizzazioni diagnostiche di tipo ex-post (rare in medicina); (risposta al farmaco sindrome; Ritalin ADHD)

  11. Alcune conseguenze del pre-giudizio di universalità • Mancanza di sensibilità culturale • Medicalizzazione e psichiatrizzazione della cura (abbassamento dell’età di somministrazione dello psicofarmaco, spersonalizzazione della cura) • Sottostima dei sistemi di significato sottesi alla patologia (quali motivi mantengono nel bambino la fobia della scuola?)

  12. I criteri diagnostici sono risultato di evidenze empiriche • Trial randomizzati e standardizzati (assegnazione casuale alle proposte di cura) • Criteri evidence based (efficienza ed efficacia) • Rendicontablità dei protocolli (economicità della cura) • Replica sperimentale dei protocolli di ricerca (logica del laboratorio, delle scienze hard)

  13. Alcune conseguenze del pre-giudizio di scientificità • Vengono trascurate le storie personali • Viene trascurato il sistema di appartenenza • Viene trascurata la dimensione del significato • Vengono trascurate le RELAZIONI micro e macro-sociali

  14. DALLA DIMENSIONE DEL DIS-AGIO A QUELLA DI AGIO HO PAURA MI DIVERTO MI ANNOIO SONO TRISTE SONO ALLEGRO MI RIPOSO SONO STUFO SONO STANCO FACCIO IL BRAVO HO MALE EASE DISEASE • LE DIMENSIONI DEL DIS-AGIO SONO IL RISULTATO DI UN POSITIONING DEL BAMBINO • LE POSIZIONI SONO RELATIVE AI CONTESTI DI APPRENDIMENTO DEL BAMBINO • I CONTESTI DI APPRENDIMENTO SONO LE RETI RELAZIONALI IN CUI IL BAMBINO VIVE • BENESSERE E MALESSERE (SALUTE E MALATIA MENTALE) HANNO NATURA SISTEMICA

  15. POSITIONING DEL BAMBINO Davies and Harre (1990) Nel processo discorsivo in cui i sè si collocano in conversazioni osservabili e soggettivamente coerenti, i participanti producono congiuntamente storie. Vi sono positioning interattivi in cui ciò che una persona dice ne posiziona un’altra. Possono esserci positioning interattivi in cui una persona posiziona sè stessa.

  16. IL POSITIONING DEL BAMBINO • IL bambino occupa una posizione relazionale nel proprio contesto di apprendimento (es: è forte, è cattivo, è malato, … ) • Il bambino si colloca in una rete conversazionale, di storie, ereditate trigenerazionalmente • L’identità del bambino è fondata nell’intersoggettività. • I posizionamenti avvengono a diversi livelli (biografico; relazionale; micro-macro sociale)

  17. La psicopatologia come scienza del significato • L’identità inividuale è fondata nell’intersoggettività • La patologia del bambino risponde a un sistema di significato condiviso entro cui il bambino si con-pone Es: bambino fobico Bisogno di protezione Bisogno di esplorazione

  18. Identità e itersoggettivita Mamma Papà Triangolo perverso coalizione negata Bambino a livello implicito Md si allea con B contro Pd Né Md né Pd né Bambino riconoscono e/o dichiarano l’alleanza tra Md e BAMBINO

  19. Identità intergenerazionali nonna nonno nonna nonno madre padre Legame conflittuale intragenerazionale figlia figlia Legame protettivo intragenerazionale figlia Legame protettivo intergenerazionale Legame conflittuale intergenerazionale Conflitti in atto Legame protettivo attuale

  20. Riassumendo • Da una prospettiva diadica i modelli sistemici passano ad una prospettiva TRIADICA • I CONTESTI DI APPRENDIMENTO sono triadici e transgenerazionali (modello trigenerazionale) • I sistemi di significato sono condivisi e valorizzati nella conversazione familiare • Alcuni significati sono raccontabili (livelli espliciti), alcuni altri sono indicibili (livelli taciti) • La patologia infantile è risultato di interazioni e posizionamenti disfunzionali triangolari e trigenerazionali

  21. ADHD – disturbo etnico Disturbo comportamentale conseguenza di un’ «organizzazione disarmonica della personalità» SINTOMI – Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (DSM); Disturbo dell’attività e dell’Attenzione Scarsa tolleranza della frustrazione Bassa autostima Sintomi classici Difficoltàattentiva Aggressività/impulsività insicurezza iperdipendenza Iperattività Sintomi accessori Ansia/fobie Immaturità emozionale

  22. Comorbilità • Disturbi dell’Umore • Disturbi d’Ansia • Disturbi dell’evacuazione • Disturbi da uso di sostanze (in adolescenza) • Disturbi dell’Apprendimento e della comunizione

  23. EZIOPATOGENESI Segni neurologici lievi alla corteccia prefrontale • CAUSA ORGANICA • EREDITARIETA’ FAMILIARE  Pd con disturbi del Comportamento (o iperattivo) Sofferenza postnatale Sofferenza fetale Asfissia perinatale

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