1 / 17

Quindi...

Voci maschili e femminili fra Salento centrale e Salento meridionale : problemi sincronici per un’analisi diacronica. Luigia Garrapa Università di Lecce.

maalik
Download Presentation

Quindi...

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Voci maschili e femminili fra Salento centrale e Salento meridionale: problemi sincronici per un’analisi diacronica.Luigia GarrapaUniversità di Lecce

  2. Fonetica sperimentale e studio delle varietà dialettaliSebbene già dall ’inizio del XX secolo si cominciassero ad avvertire i limiti dell ’analisi uditiva, la dialettologia si é a lungo basata sulla fonetica classica e dunque ha fatto affidamento sull ’orecchio umano come unico strumento di investigazione del parlato. Solo a partire dagli anni ’70 lo sviluppo di numerose tecnologie informatiche ed il continuo perfezionamento di hardware e software hanno permesso di prendere gradualmente le distanze dal vecchio metodo impressionistico in favore del metodo acustico-descrittivo (per un quadro generale cfr. Grimaldi 2003).Questo metodo, sicuramente molto più scientifico, consta essenzialmente di 3 fasi:(1)   interazione ricercatore  parlanti;(2)    interazione dati  strumenti di misurazione / tecniche di analisi;(3)    interazione teorie  dati empirici precedentemente elaborati.

  3. Recenti ricerche nel Salento Meridionale (SM) hanno evidenziato una realtà linguistica molto più eterogenea del previsto. La situazione si presenta più o meno in questo modo (cfr. Grimaldi 2003): • Le /e/ e le /o/ toniche non sono delle vocali medie, eccezion fatta per Gallipoli, Alezio, Parabita ed Otranto, 4 località proprio al confine fra Salento Centrale (SC) e SM, nelle quali la media anteriore tende ad essere leggermente più chiusa della media posteriore = vocalismo asimmetrico; • La diffusione areale del dittongo metafonetico da Ĕ (/je/) si fa progressivamente più consistente man mano che si sale dall’estremo SM (9 casi) e ci si avvicina al confine col SC (29 casi). In quest’ultima zona i parlanti tendono a chiudere il secondo elemento del dittongo; • in 19 delle 36 località indagate sono stati individuati dei processi metafonetici caratterizzati da un’insospettata microvariazione ed interessano in vario modo le vocali medie seguite quando sono seguite dalle vocali alte atone. Come esito abbiamo l’innalzamento (non sempre sistematico) delle vocali medie. Questi processi possono essere così sintetizzati (cfr. Grimaldi 2003: 57, 60-72): • Area (A): [E][e] per -/i/ • Area (B): [E], [O][e], [o] per -/i/ • Area (C): [E][e] per -/i/; [O][o] per -/i/ e -/u/ • Area (D): [E][e] per -/i/; [O][o] per -/u/.

  4. Quindi... • L’insospettata microvariazione del Salento centro-meridionale ci ha spinto ad approfondire le indagini anche nelle località limitrofe. Sono state condotte due inchieste a CUTROFIANO e COLLEPASSO. • L ’obiettivo della nostra ricerca è stato l’analisi del vocalismo tonico in sincronia ed in diacronia facendo particolare attenzione ai seguenti aspetti: • verificare la qualità di /e/, /o/ tonici e non condizionati metafonicamente; • riscontrare l’eventuale presenza dei processi metafonetici; • verifiacare e quantificare la diffusione del dittongo metafonetico da E. • verificare lo stato attuale dell’evoluzione delle vocali latine nel vocalismo siciliano;

  5. I soggetti analizzati • 2 informatori per ciascun punto d’inchiesta, uno di sesso maschile e l’altro di sesso femminile, di età compresa fra i 50 e i 75 anni. Gli informatori sono nati nel relativo punto d’inchiesta, da genitori originari del luogo, dal quale non si sono mai allontanati, e in famiglia e con gli amici parlano sia in italiano che in dialetto. • Nella scelta degli informatori si è tenuto conto di eventuali patologie o alterazioni degli organi fonatori che avrebbero potuto portarli a realizzare in modo non naturale vocali e consonanti. • Non é stato, invece, tenuto in considerazione il grado di istruzione degli informatori dal momento che l’obiettivo principale della ricerca consisteva nella verifica del vocalismo tonico delle località indagate.

  6. Breve caratterizzazione dell ’area:Il vocalismo di tipo gallipolino • vocali medie /e/, /o/: la media anteriore tende a realizzarsi come medio-alta [E], mentre la media posteriore si colloca su un livello di medietà timbrica, [O](cfr. Grimaldi 2003: 77, 225-226). • Esiti dittongati per i continuatori di E latina quando, in sillaba postonica o in fine di parola, sono seguiti dalle atone -/i/, -/u/, per lo più, in sillaba chiusa (cfr. Mancarella 1998: 103 e Grimaldi 2003: 4): • /'djE£ntHi/denti • /'tj£E33mpHu/ tempo, ecc. • Parziale metafonia nei continuatori di I, E, O, U latine, in presenza di -/i/ e più raramente di -/u/, per lo più in sillaba aperta e solo nei sostantivi, (cfr. Mancarella 1998: 103 e Grimaldi 2003: 104): • /'mese/ mese /'misi/ mesi • /na'pote/ nipote /na'puti/ nipoti • /'pera/ pera /'piru/ pero, ecc. • Negli aggettivi e verbi i continuatori di I, E, O, U si risolvono sempre in /i/, /u/, indipendentemente dal contesto sillabico e dall’eventuale contesto metafonetico (cfr. Mancarella 1998/:103-104 e Grimaldi 2003: 4): • ['kinu] pieno ['kina] piena • ['frid:u] freddo ['frid:a] fredda • ['time] egli teme [ri'spundu] io rispondo,ecc.

  7. I risultati della ricerca in SINCRONIA

  8. Figura 1: Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai due informatori di sesso maschile. Ellissi suidati equiprobabili al 68,8 % a sinistra; ellissi sui centroidi equiprobabili al 95 % a destra Figura 1: Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai due informatori di sesso maschile. Ellissi suidati equiprobabili al 68,8 % a sinistra; ellissi sui centroidi equiprobabili al 95 % a destra Figura 2: Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai due informatori di sesso femminile.Ellissi sui dati equiprobabili al 68,8 % a sinistra; ellissi suicentroidi equiprobabili al 95 % a destra. Figura 2: Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai due informatori di sesso femminile.Ellissi sui dati equiprobabili al 68,8 % a sinistra; ellissi suicentroidi equiprobabili al 95 % a destra.

  9. Vocalismo tonico con tendenza asimmetrica(cfr. anche Tabelle 1-2) • Le vocali /e/, /o/ si attestano su valori medi; • La media anteriore si realizza foneticamente come medio-alta [E] mentre la media posteriore si colloca su un livello di medietà [O]. • La /a/ tende ad avere un’altezza maggiore sia rispetto al valore medio rilevato da Grimaldi 2003 (704 ± 72) sia rispetto ai valori tradizionalmente indicati in letteratura (cfr. anche Ferrero 1979, 1995, 1996 e Leoni-Maturi 2003), per cui l'abbiamo indicata con [a£].

  10. Più in particolare... • Le vocali femminili risultano più anteriori di quelle maschili, mentre queste ultime presentano una maggiore altezza timbrica, come già ampiamente documentato in letteratura (cfr. Tabelle 1-2 e Ferrero 1995 e 1996); • La tendenza asimmetrica che coinvolge l’asse anteriore del sistema vocalico riconferma la situazione evidenziata da Grimaldi (2003) in prossimità del confine fra Salento Centrale e Salento Meridionale (cfr. Tabelle 1-2 e Figure 1-2) ; • Probabilmente ciò è imputabile al fatto che in quest'area la vocale alta posteriore /u/ sembra essere abbastanza bassa: per cui, essendo ridotto lo spazio fra /u/ ed /a/ (rispetto a quello fra /i/ ed /a/), la /o/ viene realizzata su frequenze più basse (cfr. Figure 1-2); • Per tutti e 4 gli informatori /i/ e /u/ si presentano più aperte rispetto ai valori presentati in letteratura (cfr. Grimaldi 2003, Ferrero 1979, 1995, 1996 e Leoni-Maturi 2003). Tuttavia bisogna precisare che si tratta dei dati forniti da soli 4 informatori, pertanto non possono considerarsi definitivi.

  11. I risultati della ricerca inDIACRONIA

  12. Il sistema gallipolino e i nostri dati • 2 casi di parziale condizionamento metafonetico nei continuatori di Ōin sillaba chiusa: • /'sorge/ topo /'surgi/ topi • /'monte/ monte /'munti/ monti; • 3 casi di parziale condizionamento metafonetico nei continuatori di Uin sillaba chiusa: • /ku'kombare/ cocomero verde/ku'kumbari/ cocomeri verdi • /'vorpe/ volpe /'vurpi/ volpi • /'vot:e/ botte /'vut:i/ botti • 1 caso di parziale condizionamento metafonetico nei continuatori di Ū (in letteratura generalmente ritenuti immuni da condizionamenti metafonetici):. • /'politSe/ pulce /'pulitSi/ pulci.

  13. Gli esiti di I, E, O, U • Le vocali latine I, E, O, Unon hanno sistematicamente prodotto gli esiti del voalismo siciliano /i/, /u/, ma, in più casi, hanno presentato gli esiti del vocalismo napoletano /e/, /o/ (cfr. Tabelle 5-6). • A differenza del vocalismo napoletano in cui è presente l’opposizione fra vocali medio-alte e vocali medio-basse, nel nostro caso la natura fonetica delle /e/, derivate da I, E (che non sono passate in /i/) non differisce in modo significativo rispetto a quella di /e/ derivatada E, così come le caratteristiche fonetiche delle /o/ derivateda O, U(che non sono passate in /u/) non differiscono in modo significativo da quelle di /o/ derivatada O (cfr. Tabelle 7-8) .

  14. Si potrebbe quindi affermare che ... • … siamo in presenza di un vocalismo siciliano che presenterebbe sullo sfondo tracce del vocalismo napoletano (o del vocalismo romanzo comune); • … sembrerebbe una serie di cause a un certo punto abbiano impedito la completa evoluzione del vocalismo di queste località (da 7 a 5 vocali). Non a caso Parlangeli (1953) considerava quest’area uno snodo importantissimo dell’evoluzione che avrebbe portato alle varietà dialettali attuali (ci troviamo in quello che lui chiamava Baluardo Bizantino.

  15. … e che • questo stato di cose anticoporta con sè tracce di innovazioni successive giunte dal Salento Settentrionale (area caratterizzata da un sistema vocalico di compromesso fra le condizioni napoletane e quelle siciliane). Più nello specifico si tratta della presenza del dittongo metafonetico da E e delle alternanzemetafonetiche.

  16. Sono stati riscontrati 26 casi di dittongo metafonetico di cui: 19 in sillaba chiusa ex. /'fjer:u/ ferro; 7 in sillabaaperta ex. /'jeri/ ieri. Si tratta, però, di dittonghi lessicalizzatigiunti dall’area settentrionale (cfr. Grimaldi 2003), dal momento che il secondo elemento del dittongo rispecchia le caratteristiche di medietà proprie della media anteriore derivata da E (cfr. Tabelle 3-4). Sono statri riscontrati 18 casi di condizionamento metafonetico : 5 per i continuatori di Ē ex. / 'mese/ mese, / 'misi/ mesi ( cfr. anche Grimaldi 2003); 8per i continuatori di Ō ex. /ni 'pote/ nipote, /ni 'puti/ nipoti; 5 per i continuatori di U ex. /'notSe/ noce, /'nutSi/ noci. Non sussitono differenze significative fra i casi di /e/, /o/ derivati rispettivamente da I, Ē, ed Ō, U in cui compare alternanza metafonetica e quelli in cui non compare, ma, tutti questi fonemi possiedono le medesime caratteristiche timbriche delle vocali medie (cfr. Tabelle 9-12). I dittonghi e le alternanze metafonetiche

  17. Conclusioni • I parlanti di Cutrofiano e Collepasso hanno assimilato /e/ derivata da Ĭ, Ē, E ed /o/ derivata da Ō, U, O ai fonemi medi del loro sistema vocalico, rispettivamente [E] ed [O] . • La stessa caratteristica di medietà è presente il tutte le vocali, anche in quelle derivate I, I, Ē e da Ō, Ů, Ū che non si sono evolute in /i/, /u/; così nel secondo elemento del dittongo derivato da E. Si potrebbe quindi ipotizzare che, per qualche motivo, il processo di fusione di I, I, Ē in /i/ e di Ō, Ů, Ū in /u/ ad un certo punto, e in una determinata area, sia stato bloccato, e che tutte le vocali del livello medio (sia sull ’asse anteriore che su quello posteriore) siano state omologate agli unici due fonemi esistenti nel sistema: [E] ed [O] .

More Related