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Progetto PARCO FLUVIALE dell'ISONZO

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SAN CANZIAN D’ISONZO DANTE ALIGHIERI SCUOLA MEDIA. Progetto PARCO FLUVIALE dell'ISONZO . Classe I C alunni del Laboratorio Ecologico. PIANO DEL LAVORO - ANALISI DEL PIANO DI CONSERVAZIONE E SVILUPPO DELLA RISERVA REGIONALE DELLA FOCE DELL’ISONZO

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Progetto PARCO FLUVIALE dell'ISONZO

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  1. ISTITUTO COMPRENSIVO DI SAN CANZIAN D’ISONZO DANTE ALIGHIERI SCUOLA MEDIA Progetto PARCO FLUVIALE dell'ISONZO Classe I C alunni del Laboratorio Ecologico

  2. PIANO DEL LAVORO • -ANALISI DEL PIANO DI CONSERVAZIONE E SVILUPPO DELLA RISERVA REGIONALE DELLA FOCE DELL’ISONZO • -PROGETTO DI: • AREA 1: “AREA VERDE” • AREA 2: “LO STAGNO” • IL SENTIERO CICLO-PEDONALE • -ASSOCIAZIONI VEGETALI NEL TRATTO MEDIO DEL FIUME ISONZO • -INDICI DI QUALITA’ DI UN CORSO D’ACQUA: • I.B.E. • I.F.F. • W.Q.I.

  3. ANALISI DEL PIANO DI CONSERVAZIONE E SVILUPPO DELLA RISERVA NATURALE FOCE DELL’ISONZO Il P. C. e S. della Riserva naturale Foce dell’Isonzo è stato progettato a partire dall’anno 1999, da un’associazione temporanea d’Imprese: lo Studio Associato Silva di Modena, la Singea S.r.l di Ravenna, la ECO&Eco S.r.l. di Bologna, il dott. Biol. Riccardo Santolini di Rimini, il dott. Biol. Nicola Merloni di Cervia (RA), l’Arch. e Dott. Nat. Vittorio Ingegnoli di Milano. Il risultato del loro lavoro si può sintetizzare nella Carta della Zonizzazione, che abbiamo cercato di semplificare per una facile lettura. Sono previste quattro tipologie RN: ZONA DI TUTELA NATURALISTICA, in cui sono previsti interventi mirati al miglioramento ambientale, al recupero degli ecosistemi degradati per l’incremento della biodiversità con particolare riguardo all’avifauna sia stanziale che migratoria. Zone interessate: mare, barene, velme, ghebbi, canneti, alveo Isonzo fino alla confluenza dell’Isonzato, Bosc Grand, Alberoni Interventi: sentieri escursionistici e didattico-naturalistici, punti di osservazione, ripristino boschi planiziali e ripariali. RG: ZONA DI TUTELA GENERALE: è permesso lo sviluppo sociale ed economico attraverso attività compatibili con la conservazione della natura. Sono previste infrastrutture per lo sviluppo turistico e ricreativo, nonché di tipo didattico-naturalistico.

  4. Zone interessate: RG1: ponti FFSS RG14: Azienda agricola S.Giusto RG2: ponte SS 14 RG15: Pineta di Riva Lunga RG3: approdo canoe RG16: I campi-RC ripristino RG4: ex cava RG17: Quarantia fronte-Cona RG5: pioppeti RG18: Punta RG6: agricola RG19: Isonzo RG7: case rosse RG20: Centro visite Sdobba RG8: casoni Brancolo morto RG21: Sdobba RG9: casello idraulico RG22: Villaggio Sdobba RG10: Boschetta RG23: Caneo RG11: Isola di Mezzo RG24: Punta Spigolo RG12: casoni Quarantia RG13: canale Quarantia-mare

  5. RP: ZONE DESTINATE ALLE INFRASTRUTTURE ESTRUTTURE FUNZIONALI ALLA RISERVA RP 1: centro visite Fiumicello (da realizzare) RP2: parcheggio Brancolo (da realizzare) RP3: Centro Visite Isola della Cona (esistente) RP4: Case De Dottori (da realizzare) RP5: Osservatorio della Marinetta (esistente) RP6: Centro Visite Sdobba (esistente) RP7: Parcheggio Sdobba (esistente ma da migliorare) ACT: AREA CONTIGUA DI TUTELA Si tratta di zone situate nei comuni di San Canzian d’Isonzo e Fiumicello, all’interno della golena ma al di fuori del perimetro della Riserva, comprese tra la statale 14 e la Provinciale 19, e ad Isola Morosini entro il tracciato del canale Renzita. Lo scopo è quello di ripristinare il paesaggio fluviale in quanto l’agricoltura intensiva ne ha alterato profondamente la naturalità. In queste aree è prevista la rinaturalizzazione con la ricostruzione boschi planiziali, la ricostruzione di boscaglie igrofile e prati stabili, pratiche agricole sostenibili non in contrasto con le finalità della Riserva, tutela e conservazione dei residui di bosco, siepi, filari, alberi isolati ancora esistenti. ACS: ZONA CONTIGUA DI SERVIZI Si vuole creare un grande centro attrezzato ad alta densità ludico-educativa, in prossimità del canale navigabile del Brancolo, in territorio del Comune di Staranzano, per il turismo di massa. Si pensa di utilizzare gli immobili di uso agricolo tra il Brancolo e la statale 19 per riconvertirli in strutture ricreative, di ristoro e interpretazione ambientale, da cui potrebbero partire dei percorsi ciclo-equestri-pedonali sia verso la foce dell’Isonzo che verso Pieris, Isola Morosini e Fiumicello. Un altro progetto è il parcheggio del Villaggio Sdobba, in prossimità del centro visite esistente.

  6. COMMENTI Il progetto non ha tenuto conto di alcuni elementi secondo noi importanti: l’esistenza del Parco Comunale dell’Isonzo di Turriaco, a breve distanza dal confine settentrionale della Riserva Regionale; la mancanza nel territorio sancanzianese, di un parco cittadino di rapido accesso e di facile realizzazione a basso costo, di cui la popolazione possa servirsi anche per attività ricreative: l’attuale Parco di Turriaco è molto frequentato non solo dagli abitanti del luogo ma anche di tutto il monfalconese, specialmente nel periodo estivo; l’esistenza di zone fortemente degradate (ex cave) che, se non acquisite e regolamentate in qualche modo, possono diventare preda di interesssi economici non compatibili con le finalità del parco. Secondo noi sarebbe bello completare il perimetro del parco fino a quello di Turriaco, così esso diventerebbe un vero PARCO FLUVIALE DELL’ISONZO Il nostro progetto mira a risolvere i problemi che abbiamo evidenziato e a realizzare degli interventi che potrebbero, a nostro avviso, soddisfare sia le esigenze della popolazione che quelli del recupero ambientale e incremento della naturalità del luogo.

  7. AREA 1: L’AREA VERDE Descrizione L’area è stata fino ad anni recenti una cava di estrazione di ghiaie: è ancora presente il manufatto per la selezione degli inerti, in uno stato di degrado avanzato, come si nota dalle foto che riportano la situazione attuale. Disseminati nei prati e boschetti adiacenti, ci sono varie attrezzature arrugginite (benne, nastro trasportatore, bidoni…), seminascoste dalla vegetazione. E’ presente un edificio privato, sede degli uffici di una ditta di trattamento degli inerti, con annessa un’ampia tettoia in lamiera. Questa ditta ha di recente avanzato un progetto di utilizzo dell’area per deposito e smistamento dei materiali, bocciato dal Comune di San Canzian d’Isonzo in quanto essa rientra nei confini della Riserva della Foce dell’Isonzo. La gran parte del terreno è una spianata ghiaiosa, a tratti ricoperta da vegetazione pioniera, mentre ai bordi, sia dal lato del sentiero di accesso che a ridosso della statale e soprattutto verso la sponda del fiume, sta avanzando il bosco ripariale igrofilo. E’ ancora in piedi un muro di contenimento in cemento, come si può osservare dalla mappa. A fianco dell’edificio semi-diroccato, inizia un sentiero, ad un livello relativamente alto rispetto al greto, che prosegue attraverso la boscaglia passando al di sotto della prima arcata del ponte della statale 14, e continua dall’altra parte lungo il bordo sud di un campo coltivato. Il fondo del sentiero è naturale e, specialmente nel tratto lungo il campo coltivato, è molto fangoso e segnato dai carrarmati delle ruote dei trattori.

  8. Scopo dell’intervento L’area, molto ampia e abbastanza vicina all’abitato di Pieris, potrebbe essere utilizzata come area verde comunale, sul tipo di quella costituita dal Comune di Turriaco in un tratto del fiume più a nord. In questo modo si potrebbe dotare la popolazione di uno spazio per lo svago ed il divertimento, regolamentato da norme specifiche per la tutela ed il rispetto dell’ambiente. Ci sarebbe anche la garanzia di sottrarre l’area ad usi diversi da quelli prospettati dal piano della Riserva Regionale. • Interventi esecutivi • A: Operazioni preliminari • DELIMITAZIONE E RECINZIONE di una fascia di circa 10m attorno all’edificio privato esistente. • ACQUISTO da parte del comune di San Canzian d’Isonzo, o della regione Friuli Venezia Giulia, di tutto il terreno tra l’edificio privato e la statale 14, ed anche del sentiero destinato a diventare pedo-ciclabile, come dal tracciato del progetto. • ABBATTIMENTO DEL MANUFATTO PER LA SELEZIONE DELLA GHIAIA; • ELIMINAZIONE DI TUTTI I RESIDUI DELL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA, disseminati nell’area; • RICOSTITUZIONE DEL PRATO (COTICA ERBOSA) con aratura e semina di un miscuglio a più componenti vegetali

  9. B: Operazioni progettuali • PARCHEGGIO AUTOMOBILI : fondo in ghiaia spezzata; • PARCHEGGIO BICICLETTE: sul lato nord lato del muro esistente, eventualmente dotato di tettoia, e possibile NOLEGGIO mountain-bike; • PISTA DI MOUNTAIN BIKE: anello in ghiaia pressata, con due rialzi per creare dei dislivelli; • PARCO GIOCHI PER CANI di 25x30 metri, dall’altra parte del muro, recintato su tre lati, con piccoli attrezzi stabili per il gioco di movimento dei cani (tunnel, sentieri ad ostacoli, barriere per il salto etc.; eventualmente anche toelette per i cani); • PARCO GIOCHI PER BAMBINI: attrezzi per i giochi dei più piccoli (altalene, castello in legno con corde, ponte mobile, anelli etc, scivoli, campetto per il basket); • STAZIONE DI POSTA PER I CAVALLI: una mangiatoia per il fieno e un abbeveratoio per i cavalli di passaggio; • ZONA PIC-NIC: alcuni tavoli con panche in legno nello spazio più periferico dell’area; • FONTANA: si potrebbe realizzare una presa d’acqua direttamente dalla falda acquifera, controllando che sia potabile, per l’uso degli utenti dell’area; • PANNELLI DIDATTICI sull’ambiente fluviale e sulle norme di comportamento.

  10. Area 1 del progetto: “area verde”

  11. AREA 2: LO STAGNO Descrizione L’area ricade nel territorio del Comune di Turriaco. Fino a qualche anno fa era utilizzata come deposito e lavorazione delle ghiaie. Si presenta come una spianata a fondo prevalentemente ghiaioso, con residui di asfalto, e tracce dei manufatti in cemento che di recente sono stati abbattuti; nella parte sinistra sono presenti degli accumuli ghioioso-terrosi di natura artificiale, osservabili anche dalla mappa, con un’altezza massima di 2,5 m, ora inerbiti; nella loro prossimità il substrato presenta una componente argillosa maggiore, con pozze in cui ristagna l’acqua piovana. Su tutto il terreno si assiste ad una colonizzazione di piante pioniere, in particolare arbusti di pioppo nero e salice.

  12. Scopo dell’intervento Rinaturalizzare tutta l’area attorno ad un’ambiente di acqua dolce, ferma ma ossigenata, che permetta la riproduzione degli anfibi e la vita di alcuni rettili d’acqua, nonché l’abbeveraggio dei mammiferi e lo stazionamento di uccelli tipici. Lo stagno potrebbe risolvere il problema del ripopolamento degli anfibi, che normalmente utilizzano le pozze d’acqua piovana che si formano sui sentieri, quando questi siano sistemati per il sentiero ciclo-pedonale. Gli anfibi che vivono nell’ambiente fluviale sono molti: tra gli urodeli (con coda), il Tritone crestato (Tritus cristatus), il Tritone punteggiato (Tritus vulgaris), tra gli anuri (senza coda) l’Ululone ( Bombina variegata), il Pelobate o rospo bruno (Pelobates fuscus), specie inserita nella lista rossa degli animali italiani stilata dal WWF sulla base del protocollo IUCN (Unione mondiale per la conservazione), come in pericolo in modo critico, il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e Rospo comune (Bufo bufo), la Raganella (Hyla arborea), la Rana verde (Rana esculenta), la Rana di Lessona (Rana lessonae) e le due specie in pericolo di estinzione Rana verde maggiore (Rana ridibunda) e Rana di Lataste (Rana latastei), un endemismo nord-italico, scarsa e in diminuizione. I Rettili che potranno vivere nello stagno sono: la Biscia d’acqua (Natrix natrix), il Biacco (Coluber viridiflavus), la Testuggine d’acqua (Emys orbicularis).

  13. La collinetta artificiale potrebbe diventare l’ambiente idoneo alla nidificazione dei Topini (Riparia riparia): questi uccelli, simili a rondini ma più piccoli e con abitudini di vita gregarie, nidificano in colonie sulle pareti sabbiose, argillose o ghiaiose che si formano lungo i corsi d’acqua, dove scavano gallerie profonde anche 60 cm e larghe 4-6 cm; questo sarebbe un ambiente ideale anche per l’alimentazione, in quanto si cibano di insetti che catturano al volo o sulla superficie dell’acqua. Anche il Martin pescatore (Alcedo atthis) potrebbe usufruire di questa scarpata per la propria riproduzione La parte destra dell’area, con fondo ghiaioso e perciò più asciutto, potrebbe essere indirizzata a creare un prato stabile magro, sul tipo della vegetazione dei magredi friulani

  14. Interventi esecutivi Nel nostro progetto lo stagno rientra in un rettangolo di 20x30 m, a contorni curvilinei, situato a ridosso delle collinette artificiali a sinistra dell’area. Dal lato dello stagno la collinetta artificiale dovrebbe essere ripulita dalla vegetazione e verticalizzata, allo scopo di creare la scarpata di nidificazione per i Topini. La profondità dello stagno deve essere variabile, come dalla planimetria, per permettere sia l’alimentazione delle anatre di superficie (10-25 cm), che delle anatre tuffatrici (40-60 cm) che di eventuali cigni ed oche selvatiche (100-150 cm). La varietà delle profondità permette agli anfibi di scavarsi la tana per il letargo invernale, e alle varie specie di piante acquatiche di attecchire, e fungere da nursery per le loro uova. Lo stagno dovrà essere il più possibile protetto dal disturbo dei visitatori e dal rumore proveniente dal sentiero pedo-ciclabile: è necessario quindi delimitarlo con un dosso costruito con il materiale asportato dallo scavo e una siepe arbustiva, di specie tipiche(salice, sanguinella, nocciolo..) non troppo alte per non ombreggiarlo troppo. L’accesso allo stagno sarà possibile con un o stretto sentiero che dal principale si staccherà formando un percorso all’interno dell’area.

  15. Gli interventi saranno quindi i seguenti: • ESTIRPAZIONE DEGLI ARBUSTI E VERTICALIZZAZIONE DELLA SCARPATA della collinetta sul lato a sinistra dello stagno; • PERIMETRAZIONE DELL’AREA DELLO STAGNO E SCAVO con la forma e le profondità indicate dal disegno; • ASPORTAZIONE DEL MATERIALE con il quale si realizzerà un DOSSO dell’altezza massima di 30-40 cm, delimitante l’area dello stagno e successiva piantumazione di una siepe di arbusti ridosso dello stesso per proteggerlo; • REALIZZARE UN POZZO ARTESIANO ad una profondità sufficiente per avere un costante apporto d’acqua a bassa pressione, che impedisca il prosciugamento dello stagno. La bocca del tubo dovrà sporgere dalla superficie in modo che si formi uno zampillo d’acqua che provveda alla sua ossigenazione • DEPOSIZIONE SUL FONDO DELLO SCAVO ESEGUITO DI UNO STRATO DI ARGILLA di 10-15 cm e successivamente un foglio di cellophane biodegradabile per renderlo impermeabile fino alla completa naturalizzazione; • SISTEMAZIONE DI UN CANALETTO DI SCARICO verso il fiume, per eliminare l’acqua di troppo pieno.

  16. PIANTUMAZIONE DI PIANTE ACQUATICHE – • -galleggianti: ninfea, nannufero, saggitaria, morso di rana, castagna d’acqua, plantago acquatica, ranuncolo tricofillo; • - sommerse: miriofillo, elodea, ceratofillo, utricolaria; - ai margini: canna palustre, tifa latifoglia, carice delle ripe, giunco, iris giallo, lisca lacustre. • DELIMITAZIONE DEL SENTIERO CICLO-PEDONALE con una staccionata e siepe mista (alberi e arbusti); • CREAZIONE DI UN SENTIERINO DI ACCESSO pedonale allo stagno e al prato magro; • SISTEMAZIONE DI PANCHINE in alcune aree localizzate al margine destro dell’area, • per indirizzare da questo lato lo stazionamento delle persone, allontanandole quindi dallo stagno; • ESTIRPARE GLI ARBUSTI PIONIERI GIÀ CRESCIUTI E SFALCIARE PERIODICAMENTEL’AREA GHIAIOSA DESTINATA APRATO STABILE MAGRO, fino a quando non si sia consolidata la vegetazione tipica, magari stimolata all’inizio da semine.

  17. Area 2 del progetto: “lo stagno”

  18. SENTIERO CICLO – PEDONALE Descrizione Attualmente il collegamento ciclabile tra il Parco Fluviale dell’Isonzo di Turriaco e la Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo può avvenire solo attraversando la statale 14, normalmente molto trafficata. Esiste un tracciato alternativo che però utilizza per un tratto un sentiero agrario, dove passano i mezzi agricoli che lo rendono molto fangoso e irregolare e perciò non adatto al percorso in bicicletta e spesso anche a piedi. Un tratto del sentiero (nell’area 2 - ex cava di Turriaco) non è delimitato e risulta troppo largo e indefinito. La parte iniziale del sentiero, nell’area 1, è invasa dalla vegetazione arbustiva, in particolare dai rovi. Sono presenti numerose pozzanghere, che occupano a volte l’intera carreggiata. Scopo dell’intervento Lo scopo è realizzare un sentiero ciclo-pedonale, in fondo naturale ma abbastanza permeabile per impedire la formazione di pozzanghere estese, che colleghi il Parco Fluviale di Turriaco con la Riserva Regionale della Foce dell’Isonzo, senza dover attraversare la statale 14, utilizzando in gran parte la viabilità esistente.

  19. Interventi esecutivi • DELIMITAZIONE DEL TRACCIATO DEL SENTIERO, come dal progetto; • CONTROLLO DELLA VEGETAZIONE INVASIVA, SISTEMAZIONE DEL FONDO con pietrisco nel tratto dell’area 1, fino all’arcata del ponte della statale; • SISTEMAZIONE DEL FONDO CON GHIAIA E PIETRISCO E ALLARGAMENTO nel tratto adiacente al campo coltivato; • DELIMITAZIONE CON STACCIONATA E SIEPE nel tratto adiacente il campo coltivato e lungo l’area 2; • ELIMINAZIONE DELLE POZZANGHERE , in particolare nel tratto sotto i ponti ferroviari, cui si innesta il nuovo tracciato; • SISTEMAZIONE DI ALCUNE PANCHINE lungo il percorso.

  20. DISTRIBUZIONE DELLE ASSOCIAZIONI VEGETALI NEL TRATTO MATURO DEL FIUME ISONZO Pianura alluvionale terreni bruni, profondi, ben drenati, attualmente quasi completamente coltivati Associazione: Querco-Carpinetum boreoitalicum Quercus petraea Rovere Quercus robur (peduncolata) Farnia Fraxinus excelsior Frassino comune Carpinus betulus Carpino bianco Fraxinus angustifolia ssp oxicarpa Frassino a foglie strette – F. ossifillo Asparagus tenuifolius Asparago selvatico

  21. Prato stabile da sfalcio sugli argini artificiali periodicamente sfalciati Associazione: Arrhenatherum elatius Leucanthemum vulgare Margherita Arrhenatherum elatius Avena altissima Leontodon hispidus Dente di leone comune Taraxacum officinale Dente di leone, soffione, Piscialletto, Pisciacane Ranunculus acer Ranuncolo comune Rhinanthus minor Cresta di gallo minore Holcus lanatus Bambagine pubescente Prunella vulgaris Prunella comune Plantago lanceolata Piantaggine lanciuola, lingua di cane Dactylis glomerata Erba mazzolina comune Poa sp Fienarola Daucus carota Carota selvatica Lolium perenne Loglio comune Trifolium sp Trifoglio Lotus corniculatus Ginestrino comune Vicia sp Veccia Medicago sativa Erba medica

  22. Bosco golenale Associazione: Populetum albae alberi Fraxinus oxicarpa Frassino a foglie strette- F.ossifillo Populus alba Pioppo bianco Ulmus minor Olmo comune Acer campestre Acero oppio Populus nigra Pioppo nero Robinia pseudoacacia Robinia Salix eleagnos Salice ripaiolo arbusti Frangula alnus Alno nero- Frangola comune Cornus sanguinea Sanguinella Rubus caesius Rovo bluastro Crataegus monogyna Biancospino Ligustrum vulgare Ligustro Euonymus europaeus Berretta da prete -Fusaria comune- Corallini Prunus spinosa Pruno selvatico Sambucus nigra Sambuco Corylus avellana Nocciolo Viburnum lantana Viburno

  23. Bosco ripariale boscaglia originata dalla crescita della vegetazione pioniera dei greti, importante per l’ambiente fluviale in quanto frena l’acqua delle piene, favorisce la sedimentazione al suo interno, fissando l’alveo e riducendo l’erosione. Sono ambienti ridotti per il disboscamento spicciolo, la pioppicoltura, lo scavo di inerti spesso sostituiti da infestanti alloctone. Associazione: Saponario-Salicetum purpureae Salix purpurea Salice rosso Salix eleagnos Salice ripaiolo Populus nigra Pioppo nero Sambucus nigra Sambuco Solanum dulcamara Morella rampicante- Dulcamara- Vite selvatica Rubus caesius Rovo bluastro Carex pendula Carice maggiore Circaea lutetiana Erba maga comune Parietaria officinalis Vetriola comune Deschampsia caespitosa Migliarino maggiore Saponaria officinalis Saponaria comune Associazione: Helianthetum tuberosi (ass. monospecifica, infestante, di rapida propagazione per rizomi e bulbilli radicali). Helianthus tuberosus Topinambur- Girasole del Canada

  24. INDICI DI QUALITA' DI UN CORSO D'ACQUA A partire dagli anni ’80 si è sviluppato, nei paesi occidentali ed in Italia, un nuovo approccio alle problematiche dei corsi d’acqua: si capì che ogni fiume è un corpo complesso e quindi per conoscere il suo stato di salute si doveva considerare il regime idrico, la diversità ambientale, la vegetazione e la fauna acquatica, i microhabitat, il paesaggio circostante. La qualità di un corpo d’acqua viene valutata da vari indici: INDICE BIOTICO ESTESO (I.B.E.) INDICE DI FUNZIONALITA’ FLUVIALE (I.F.F.) INDICE DI QUALITA’ DELL’ACQUA (W.Q.I.)

  25. INDICE BIOTICO ESTESO • Elaborato dal prof.Ghetti dell’Università di Venezia nel 1981, valuta la qualità ecologica di un fiume studiando i macroinvertebrati benctonici. • Essi vengono scelti perché: • hanno lunghi cicli vitali e quindi si può stabilire se ci sono stati fenomeni di inquinamento in tempi precedenti al campionamento; • presentano una vasta gamma di resistenza e di sensibilità; • appartengono a tutti i livelli di consumatori e quindi indicano la presenza sia degli organismi di cui si nutrono, che di quelli di cui sono prede (in particolare i pesci). • Fasi per la determinazione dell’IBE: • campionamento; • determinazione delle specie raccolte; • liberazione degli esemplari raccolti; • trascrizione dei dati; • definizione del valore dell’indice, utilizzando una tabella specifica; • rappresentazione dell’indice, utilizzando colori a seconda del valore ottenuto. • Attrezzatura • stivali alti; • retino a maglia stretta (vuoto di maglia da 0,5 mm) e manico allungabile; • vaschetta e barattoli; • lente d’ingrandimento e pinze; • chiave di determinazione; • notes e matita; • termometro.

  26. IBE del fiume Isonzo al 10 aprile 2006 • Corso d’acqua: Fiume Isonzo • Località: Pieris, sotto il ponte ferroviario • Condizioni metereologiche: tempo nuvoloso • Velocità dell’acqua: 0,35 m/sec • Profondità media del campionamento: 30 cm • Temperatura dell’acqua: 14°C • Campionamento • si entra nell’acqua con gli stivali, si sistema sul fondo il retino nel verso opposto a quello della corrente, si smuovono i sassi con i piedi. La corrente trascina dentro il retino gli organismi che stavano sotto i sassi. Il retino viene quindi svuotato nella vaschetta piena d’acqua. • Determinazione • con l’ausilio della lente d’ingrandimento, delle pinzette e della chiave di determinazione, abbiamo potuto riconoscere i seguenti MACROINVERTEBRATI: • larve di due specie di EFEMEROTTERI, dei generi Bacrtis e Ecdyonurus; • una larva di PLECOTTERO, del genere Leuctra, in un campione d’acqua più profonda; • due larve di DITTERI, di cui uno della famiglia dei Chironomidi; • una larva di TRICOTTERO; • un esemplare di SANGUISUGA • Conclusa la determinazione, gli organismi sono stati liberati.

  27. Valore dell’indice Il ritrovamento di un numero di specie compreso tra 6 e 10, tra cui un a appartenente alla famiglia dei Plecotteri, permette di assegnare al fiume, nel tratto considerato il valore 8 corrispondente alla qualità BUONO Considerazioni In prossimità delle rive, causa la variabilità della portata del fiume Isonzo (dipendente anche dal rilascio o trattenimento dell’acqua nel tratto sloveno) c’è un maggior inquinamento, mentre a maggiori profondità l’acqua è più pulita, infatti è stato ritrovato un plecottero. Complessivamente il fiume Isonzo si trova al secondo posto nella graduatoria dell’indice IBE.

  28. Indice funzionalità fluviale • Serve a capire il “funzionamento” del fiume, inteso come capacità a svolgere le seguenti funzioni: • corridoio ecologico, cioè habitat ideale per la vita di piante ed animali lungo le sponde, senza interruzioni che ne impediscano i movimenti ; • habitat per la vita acquatica ; • contenimento delle acque in piena, senza recare danno all’ambiente circostante. • Determinazione dell’ indice I.F.F. • Metodologia: viene assegnato rispondendo a delle domande relative ad osservazioni sul fiume e sul paesaggio in una fascia di circa 20 metri, sia per la sponda destra che sinistra. Ad ogni risposta corrisponde un punteggio e alla fine si può formulare il GIUDIZIO DI FUNZIONALITA’ FLUVIALE. • Noi abbiamo formulato questo giudizio due volte: • Il 10 Aprile 2006 (vedi scheda) sotto la guida di un esperto della cooperativa Ape Giramondo, all’interno dell’AREA 2 del progetto; • Il 4 Maggio 2006, nell’ambito della giornata “A scuola sul fiume”, sotto il ponte ferroviario di Pieris. • Entrambe le volte il giudizio I.F.F. è risultato BUONO!!!

  29. INDICE DI QUALITA' DELL'ACQUA W.Q.I. • Questo indice misura la qualità dell’acqua secondo il metodo G.R.E.E.N. (global river environmental educational network), che si basa su un protocollo ben definito: • PARAMETRI che si controllano sul posto: • situazione meteorologica, • caratteristiche delle sponde e del paesaggio, • odore (acidulo, uova marce, di fogna, di terra, di sostanze chimiche o inodore) • colore (marrone, giallastro, bianco-grigiastro, rosso-marrone, verde-azzurro, altro) • differenza di temperatura (si misura ad un chilometro di distanza e si fa la differenza: se è elevata significa che in quel tratto c’è stata l’immissione di uno scarico, o una risorgiva o un affluente a diversa temperatura) • Trasparenza (può essere determinata da eccesso di alghe, presenza di humus, coloranti o altre particelle, turbolenze del fondo; la torbidità riduce la filtrazione della luce, causa un aumento della temperatura e conseguentemente una riduzione dell’ossigeno. Si misura con il disco Secchi sul fondo di un tubo trasparente dove si versa l’acqua raccolta dal fiume.

  30. ANALISI CHIMICHE che si possono fare sul posto e/o in classe. Le analisi chimiche riguardano : pH : misura il grado di acidità e basicità. I valori normali sono tra 7 e 9 mentre valori diversi indicano inquinamento. OSSIGENO DISCIOLTO ( O.D.): acqua povera d’ossigeno è pericolosa per i pesci perché riducono la nutrizione, si ammalano e muoiono. Il contenuto critico d’ossigeno è 5 mg /l. B.O.D.5: è la domanda biochimica d’ossigeno che esprime la quantità delle sostanze organiche batteriologicamente degradabili presenti nell’acqua. Misura quanto ossigeno rimane nel campione dopo che per cinque giorni i batteri hanno degradato la materia organica presente. NITRATI: sono il prodotto finale della decomposizione delle proteine nell’acqua. Essi si formano nelle acque con gli escrementi di animali, piante e cadaveri di animali in decomposizione, scarichi fognari o di depuratori inefficienti, scarichi di liquami di allevamenti e di industrie alimentari. Indicano quindi inquinamento organico. FOSFATI: vengono rapidamente utilizzati dalle piante per le quali rappresentano un fattore di crescita essenziale. L’eccesso provoca l’eutrofizzazione, cioè aumento abnorme degli organismi (plancton, vegetali, animali) e, alla loro morte, dei batteri decompositori. Alla fine si ha carenza di ossigeno e la massa di materiale organico non più decomposta, forma un fango putrescente sul fondo. Vengono immessi dalla esagerata concimazione agricola. COLIFORMI FECALI: indica una contaminazione fecale recente (scarichi di fognature e/o di liquami). In questo caso l’acqua non può essere usata per bere, per fare il bagno, e neanche per l’irrigazione di ortaggi da consumare crudi. STREPTOCOCCHI FECALI: poco resistenti nell’acqua, indicano inquinamento in atto. SOLIDI TOTALI: misura tutte le sostanze solubili ed insolubili contenute nel corso d’acqua. Indicano un generico inquinamento.

  31. Tutti questi parametri vengono misurati: il valore ottenuto, espresso in varie unità misura, viene “normalizzato” assegnandoli un “voto” da 0 a 100 (simbolo Q): questo viene fatto utilizzando dei speciali grafici. Ogni valore Q viene moltiplicato per il suo “peso”, un numero che indica di quanto quel parametro sia determinante per la qualità dell’acqua. I nuovi valori vengono quindi sommati e si ottiene un valore numerico complessivo, da cui si ricava l’indice di qualità dell’acqua, in base alla seguente tabella che ha 5 fasce di valori a cui corrispondono altrettanti giudizi.

  32. A SCUOLA SUL FIUME • Il giorno 4 maggio 2006, nell’ambito dell’iniziativa a scuola sul fiume, abbiamo misurato l’ I.F.F. e i seguenti parametri del W.Q.I. assieme agli studenti dell’istituto tecnico Malignani che ci hanno fatto da tutor: • Trasparenza • Coliformi fecali • Nitrati • Ossigeno disciolto • Gli altri dati sono stati rilevati dagli studenti più grandi. Lungo il fiume Isonzo sono state posizionate 12 stazioni di rilevamento, in ognuna delle quali studenti delle scuole superiori e dell’obbligo hanno esaminato i vari aspetti del fiume, ed i dati sono stati tradotti in una tabella per verificare lo stato complessivo del tratto italiano del fiume Isonzo.

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