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Chiesa e media relations CAPITOLO II Corsi di media relations, dicembre 2006

Chiesa e media relations CAPITOLO II Corsi di media relations, dicembre 2006. Marc Carroggio. 1. Soggetto, necessità. In senso generico: istituzione d’origine divina In senso specifico: gli uffici stampa delle diverse istituzioni della Chiesa Fini strettamente spirituali

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Chiesa e media relations CAPITOLO II Corsi di media relations, dicembre 2006

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Presentation Transcript


  1. Chiesa e media relations CAPITOLO IICorsi di media relations, dicembre 2006 Marc Carroggio

  2. 1. Soggetto, necessità • In senso generico: istituzione d’origine divina • In senso specifico: gli uffici stampa delle diverse istituzioni della Chiesa • Fini strettamente spirituali • Fini educativi, culturali, sociali, ecc.

  3. 2. Concetto Relazione informativa professionale, personale, stabile e programmata, tra un'istituzione della Chiesa e i mezzi di comunicazione del suo intorno allo scopo di soddisfare la giusta domanda informativa dei giornalisti e di favorire così una vicendevole intesa che permetta lo sviluppo tanto della Chiesa quanto dei media e dei loro pubblici.

  4. MEDIA spettacolo - Indagine novità - rottura conflitto - contrasto fenomeni tangibili democrazia slogan - divulgazione personalizzazione CHIESA fede - riverenza continuità - fedeltà comunione - unità beni spirituali - grazia gerarchia complessità formale universalità Avery Dulles: Due logiche diverse?

  5. 3. Compiti • Promuovere informazione sulla Chiesa nei media (informazioni in uscita) • Condividere l’informazione dei media nell’istituzione (in entrata) • Mantenere i rapporti personali con i giornalisti

  6. 3. L’attività di media relations nei documenti della Santa Sede Gli uffici stampa ecclesiali nei documenti della Santa Sede su comunicazione

  7. 1964: Decreto conciliare Inter Mirifica Ribadisce la convenienza di "far conoscere nella giusta luce i fatti che riguardano la vita della Chiesa” Ordina che "dappertutto vengano costituiti ed efficacemente aiutati Uffici nazionali per la stampa, il cinema, la radio e la televisione".

  8. 1971:Communio et Progressio, n. 174 “Ogni Vescovo, ogni conferenza o assemblea episcopale e la stessa Santa Sede avranno un portavoce ufficiale e permanente, che dovrà trasmettere notizie e informazioni ed anche illustrare documenti della Chiesa di imminente pubblicazione in modo da rendere più perspicuo il significato e da offrirne una sicura interpretazione. Il portavoce cercherà di dare, nel tempo più breve possibile e con piena fedeltà, notizie sulla vita e sull'attività della Chiesa, nel settore di sua competenza. Si raccomanda anche vivamente che le più importanti organizzazioni cattoliche siano provviste di portavoce fissi e permanenti, ai quali saranno demandati compiti analoghi”

  9. 1971:Communio et Progressio, n. 174 Domanda sicura per l’esame “Tutti questi incaricati, come pure quanti in qualche modo rappresentano pubblicamente la Chiesa, devono avere una sicura preparazione teorica e pratica nel campo delle pubbliche relazioni, per conoscere le esigenze del pubblico al quale devono rivolgersi e poter stabilire con esso degli utili contatti, fondati sulla mutua fiducia e comprensione (…)”

  10. 1971:Communio et Progressio, n. 162 “È necessario che il personale addetto a questo settore sia competente e attivo, che gli organismi pastorali specifici siano ben impostati, convenientemente dotati di attrezzature, abilitati a svolgere la loro azione e provvisti di adeguati finanziamenti (…)”.

  11. 1992: Istruzione pastorale Aetatis novae, n. 8 • “È necessario che i responsabili della Chiesa e gli agenti pastorali rispondano con buona volontà e prudenza alle domande dei media, cercando di stabilire, anche con quelli che non condividono la nostra fede, dei rapporti di fiducia e di reciproco rispetto, fondati su valori comuni". • Appendice finale: "Elementi di un piano pastorale per le comunicazioni sociali” (suggerisce alcune azioni ben precise per il rapporto delle istituzioni ecclesiastiche con i media).

  12. 2000: Etica nelle Comunicazioni Sociali, n. 26 Il paragrafo si sofferma su alcune esigenze etiche e professionali che interpellano direttamente gli uffici stampa ecclesiali: • “Non si dovrebbero presentare opinioni personali come parte dell'insegnamento della Chiesa". (il ruolo obbliga) • "Chi rappresenta la Chiesa deve essere onesto e aperto nei suoi rapporti con i giornalisti. Anche se le domande sono imbarazzanti o inquietanti, in particolare quando non corrispondono assolutamente al messaggio che dobbiamo diffondere bisogna ricordare che la maggior parte dei nostri contemporanei pone tali domande sconcertanti. Quanti parlano a nome della Chiesa devono dare risposte credibili e veritiere a queste domande apparentemente scomode". • "Come altre comunità e istituzioni, anche la Chiesa a volte ha bisogno, di fatto talvolta vi è obbligata, di mantenere il segreto e la riservatezza. Tuttavia ciò non dovrebbe avvenire al fine di manipolare e di controllare".

  13. 4. L’attività dell’ufficio stampa nel Direttorio sulle comunicazioni sociali della CEI (“Comunicazione e missione”, 2004) • Punto 188: a livello nazionale • Punti 190-199: a livello diocesano • Punto 120: di diverse aggregazioni laicali

  14. 5. Alcuni principi specifici nelle relazioni fra le istituzioni ecclesiali e i media Derivati da alcune tracce essenziali e particolari della Chiesa

  15. 5.1. Primato dell’identità sulla popolarità • TRACCIA: La Chiesa ha la peculiarità di giocarsi il suo essere e il suo "successo" nella fedeltà al suo fondatore perché "Chiesa è comunione con Gesù” (Catechismo CC, 787-796). • ESIGENZA CONNESSA: comporta che il suo modello di Media Relations abbia un legame specialmente forte con l'identità (Vangelo, Magistero) • L’identità cristiana non può accomodarsi a tutto • Non è limite ma punto di forza • Collaborazione con quanti condividono -anche parzialmente- gli stessi valori

  16. Benedetto XVI, Discorso ai parlamentari del Partito Popolare Europeo, 30 marzo 2006 • Appello circa i “principi che non sono negoziabili”. • Egli ricordava che “quando le Chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o richiamando certi principi, ciò non costituisce una forma di intolleranza o un'interferenza poiché tali interventi sono volti solamente a illuminare le coscienze, permettendo loro di agire liberamente e responsabilmente secondo le esigenze autentiche di giustizia, anche quando ciò potrebbe configgere con situazioni di potere e interessi personali”.

  17. Benedetto XVI, Discorso ai parlamentari del Partito Popolare Europeo, 30 marzo 2006 E precisava che “per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l'interesse principale dei suoi interventi nell'arena pubblica è la tutela e la promozione della dignità della persona e quindi essa richiama consapevolmente una particolare attenzione su principi che non sono negoziabili”. Fra questi ultimi, oggi emerge particolarmente “la tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale” a cui aggiungeva poi la famiglia fondata sul matrimonio e l’educazione dei figli. Infine ribadiva che tali “principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perché ciò costituisce un'offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa”.

  18. 5.2. Prevalenza della positività • TRACCIA: l’istituzione "Chiesa cattolica" si fonda sulla legge evangelica il cui messaggio è racchiuso nel “comandamento nuovo” di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati (Gv 15,12). Il cristiano, perciò, è chiamato a "vivere secondo la verità [rispetto all'identità] nella carità” (Ef 4,17). Con atteggiamento di "umiltà, mansuetudine e pazienza" chiede ancora San Paolo, "sopportatevi a vicenda con amore” (Ef 4,2). Cf. CCC, n. 782. • ESIGENZA CONNESSA: Per quanti lavorano in uffici stampa di istituzioni ecclesiali le conclusioni sono chiare: il cristiano è chiamato a fare in modo che ”nessuna parola cattiva esca più dalla bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione". (Ef 4, 25-29) Un atteggiamento di comunicazione essenzialmente positivo e propositivo è, inoltre, riconosciuto come più efficace dal punto di vista professionale.

  19. 5 agosto 2006: Intervista di Benedetto XVI in preparazione del suo prossimo viaggio in BavieraDomanda ZDF: Circa un mese fa Lei era a Valencia per l’Incontro mondiale delle famiglie. Chi ha ascoltato con attenzione ha notato che Lei non ha mai pronunciato la parola "matrimoni omosessuali", non ha mai parlato di aborto, né di contraccezione. Osservatori attenti si sono detti: interessante! Evidentemente la sua intenzione è di annunciare la fede e non di girare il mondo come "apostolo della morale". Può dirci il Suo commento? Risposta Benedetto XVI: Naturalmente sì. Anzitutto bisogna dire che io avevo in tutto due volte venti minuti di tempo per parlare. E se uno ha così poco tempo non può subito cominciare con il dire "No". Bisogna sapere prima che cosa veramente vogliamo, non è vero? E il cristianesimo, il cattolicesimo, non è un cumulo di proibizioni, ma una opzione positiva. Ed è molto importante che lo si veda nuovamente, poiché questa consapevolezza oggi è quasi completamente scomparsa.

  20. Si è sentito dire tanto su ciò che non è permesso, che ora bisogna dire: Ma noi abbiamo un’idea positiva da proporre: l’uomo e la donna sono fatti l’uno per l’altra, esiste – per così dire – una scala: sessualità, eros, agape, che sono le dimensioni dell’amore, e così si forma dapprima il matrimonio come incontro colmo di felicità di uomo e donna, e poi la famiglia, che garantisce la continuità fra le generazioni, in cui si realizza la riconciliazione delle generazioni e in cui si possono incontrare anche le culture. Anzitutto, dunque, è importante mettere in rilievo ciò che vogliamo. In secondo luogo, si può poi anche vedere, perché certe cose non le vogliamo. E io credo che occorra riconoscere che non è un’invenzione cattolica che l’uomo e la donna siano fatti l’uno per l’altra, affinché l’umanità continui a vivere: lo sanno in fondo tutte le culture. Per quanto riguarda l’aborto, esso non rientra nel sesto, ma nel quinto comandamento: "Non uccidere!". E questo dovremmo presupporlo come ovvio, ribadendo sempre di nuovo: la persona umana inizia nel seno materno e rimane persona umana fino al suo ultimo respiro. Perciò deve sempre essere rispettata come persona umana. Ma ciò diventa più chiaro se prima è stato detto il positivo.

  21. Il caso della risposta cattolica al “Codice Da Vinci” • Card. Ruini: “occasione di un'opera capillare di catechesi, e prima ancora di informazione storica” (14 maggio 2006) • USCCB: www.jesusdecoded.com • Gianni Riotta: “L’Opus Dei sorride (e vince)” (Editoriale sul Corriere della Sera, 20 maggio 2006) • Regno Unito: “Da Vinci Code Response Group” (Austen Ivereigh: “Millions met Catholics”) • Nuova spinta catechetica. Un caso: “50 domande su Gesù” (www.unav.es)

  22. 5.3. Predisposizione alla partecipazione • TRACCIA: la missione della Chiesa, motivata dall'amore divino, è l'annuncio della salvezza (CCC, 758-780). E’ una missione comunicativa, che conta sulla partecipazione (“Andate e annunziate…” Mt 28, 19-20”). • ESIGENZA CONNESSA: Ogni azione d'un ufficio stampa ecclesiale dovrebbe appiattare il cammino dell'evangelizzazione. Predisposizione alla risposta, all’annuncio, alla partecipazione. Cultura della disponibilità verso i professionisti dei media. Accessibilità, reperibilità. • Differenza fra catechizzare e comunicare. • Facilitare le libere scelte dei cittadini che, altrimenti, rimarrebbero privati di informazioni necessarie per risolvere questioni decisive delle loro vite. • Togliere ostacoli.

  23. Joaquín Navarro-VallsDirettore Sala Stampa Vaticana 1981-2006 “Guardando adesso indietro vedo quei giorni ultimi della vita di Giovanni Paolo II con una enorme congruenza con i 22 anni precedenti. Non c’era nulla da innovare, ripeto; naturalmente, le sue condizioni non permettevano in quei momenti decisioni da parte sua, o commenti da parte sua, semplicemente si è continuato a fare come si era fatto negli anni precedenti”.

  24. 5.4. Convergenza sui messaggi essenziali • TRACCIA: la Chiesa è la comunità di tutti quanti credono in Cristo sino al punto che la si denomina Corpo mistico di Cristo (CCC, n. 787-789). Questa unità dalle diverse membra genera e stimola fra i fedeli la carità e vince tutte le divisioni umane (CCC, n. 791). • ESIGENZA CONNESSA: scoprire quello di profondo che unisce gli uomini piuttosto che mettere l'occhio sugli aspetti secondari che gli separano. • Comunione “ad intra” • Comunione “ad extra”

  25. L’esperienza “Scienza & Vita”(Mons. Claudio Giuliodori:La Chiesa italiana di fronte al referendum 2005 sulla fecondazione medicalmente assistita) • “Scienza & Vita” resta un’iniziativa laicale che nasce dal sentire condiviso e dall’agire unitario del mondo cattolico assieme a coloro che, anche non credenti, condividono le stesse posizioni sui temi della vita umana e della scienza. Suo ambito primario di interesse resta quello del rapporto tra scienza e vita umana con l’obiettivo di sensibilizzare sia gli scienziati sia l’opinione pubblica sia i legislatori (…) • Al mondo cattolico si chiede di aderire a queste finalità in modo convinto e unitario, condizione imprescindibile perché l’esperienza possa proseguire e svilupparsi (…)

  26. 5.5. Promozione della legittima diversità • TRACCIA: nel messaggio della Chiesa fondata per Cristo la libertà è considerata un dono grandissimo di Dio (CCC, n. 307) e "condizione necessaria per la ricerca della verità degna dell'uomo, e per la adesione alla stessa”. • ESIGENZA CONNESSA: avere un atteggiamento aperto dinanzi ai media è quindi inseparabile, nella pratica, del rispetto per la libertà personale. • Gerarchia nelle verità della dottrina • Fedeltà e capacità di rinnovamento (problema di certi tradizionalismi) • Non imporre soluzioni (Non esistono soluzioni cattoliche a tutto)

  27. Qualche esempio Esperienze internazionali, nazionali, regionali e locali

  28. Sala Stampa della Santa Sede • Personale: 18 persone. Direzione: P. Federico Lombardi, SJ • Missione: "fornire informazione in maniera completa e in tempo" ai media di tutto il mondo sulla Santa Sede, offrendone "il contesto e il background" necessario • Strumenti più utilizzati: • Bollettino della Sala Stampa con le principali informazioni. Periodicità costante, ma almeno quotidiano. Raggiungibile su www.vatican.va • Le conferenze stampa • Servizio giornaliero delVatican Information Service, versione elaborata delle principali notizie in italiano, inglese, francese e spagnolo • Le comunicazioni di servizio rivolte ai giornalisti, disponibili anche su internet • I briefings informativi periodici su alcuni eventi. Durante il Sinodo sui Vescovi dell'anno 2004, per esempio, ci furono circa 15 briefings informativi nelle principali lingue • Le dichiarazioni pubbliche dei responsabili della Sala Stampa su particolari argomenti che richiedono una chiarifica, ecc.

  29. Department of Communications of U.S. Conference of Catholic Bishops • Personale: 7 collaboratori • Direttore: Mons. Francis J. Maniscalco • Assistant for Media Relations: Sister Mary Ann Walsh • Missione: offrire comunicazioni "di qualità" per spiegare cosa fa la Chiesa in America. L'ufficio agisce come interlocutore unico davanti ai media sulle decisioni e attività della conferenza episcopale: diffusione di messaggi, documenti, incontri, attività del presidente, ecc. Agisce pure come consulente di comunicazione dei vescovi • Strumenti più utilizzati: simili a quellidella Sala Stampa. Collegamento con il Catholic News Service

  30. Ufficio di Comunicazioni Sociali, diocesi di Milano • Personale: diretto da don Gianni Zappa, affiancato d'una decina di collaboratori nominati dall’arcivescovo. • Missione: Media Relations è una de le tre funzioni generiche dell’ufficio • Compiti: • Mantenere i contatti con la stampa, la radio, la televisione a livello diocesano, sia per la convocazione di conferenza stampa, sia per altre iniziative. • Essere portavoce ufficiale dell’arcivescovo e curare i rapporti dei vari uffici e organismi di curia con i media. • Offrire agli uffici di curia e ad altri organismi collegati una rassegna stampa specializzata • Stabilire rapporti costruttivi con la RAI e con le emittenti radiofoniche e televisive private che offrano una corretta programmazione e che siano aperte al dialogo

  31. Diocesi di Trapani • Personale: la giornalista Lilli Genco, con la collaborazione di alcuni servizi esterni • Missione: “mantenere un dialogo con i mezzi di comunicazione del territorio, ‘esserci nell’opinione pubblica locale, favorire una crescita della cultura della comunicazione all’interno della comunità diocesana” • Strumenti: • Relazioni personali con i giornalisti locali, “prima di tutto” • Monitoraggio dei media locali, “antenna che legge il territorio” • Diffusione di notizie (comunicati, oppure personalmente) e di suggerimenti • Sito internet diocesano • Video e foro service per gli eventi importanti

  32. Service communication des Sanctuaires Notre-Dame de Lourdes • Personale: Pierre Adias, giornalista (direttore di comunicazione) assistito da altri due giornalisti e volontari per gli eventi speciali. • Missione: far participi ai media della vita spirituale e culturale del santuario. Curare l’aspetto comunicativo di ogni evento: pellegrinaggi nazionali e internazionali, settoriali o generali; giornata dei medici, dei malati, dei zingari, ecc. • Strumenti: comunicati sulle attività del santuario, annivversari delle apparizioni, informazioni puntuali su altre attività sociali, gestione del sito internet, rapporti con i giornalisti, pubblicazioni del santuario, diffusione di dichiarazioni di personaggi che passano per il santuario (vescovi, leader sociali...), conferenze stampa (ad esempio, presentazione di un francobollo nazionale), ecc.

  33. Ufficio Stampa GMG Roma 2000 e Colonia 2004 • Personale: diretto da don Claudio Giuliodori e dal giornalista Nello Scavo contò sul lavoro di numerosi volontari • Missione: informare esaustivamente su un evento temporale e a carattere spirituale • Strumenti utilizzati nei suoi sei mesi di vita: • Nei giorni dal 15 al 20 agosto 2000 furono operativi due centri stampa a Tor Vergata e un altro a Porta Castello. • Attenzione personalizzata alle richieste dei giornalisti. • 64 comunicati stampa in italiano, inglese, francese e spagnolo. Negli ultimi giorni contenevano i discorsi del Papa, i dati sul numero di giovani convenuti a Roma, ecc. • 2 conferenze stampa con gli organizzatori. • Sezione del sito "www.gmg2000.it" rivolta ai giornalisti.

  34. CAPITOLO II: Bibliografia consigliata • Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali: Elementi di un piano pastorale per le comunicazioni sociali (Appendice finale dell’Istruzione pastorale Aetatis novae, consultabile su: www.vatican.va) • Carroggio, Marc & La Porte, José María: Gli uffici stampa delle diocesi e delle conferenze episcopali, Edizioni Università della Santa Croce, Roma 2002. • Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali: L’ufficio stampa diocesano: un servizio ai media e alla comunità ecclesiale, Quaderni della Segreteria Generale della CEI, n. 3, novembre 2003. • Carroggio, Marc & Njoroge, Frederick: Media e religione fra dialogo e conflitto, in: Chiesa in Italia 2004 (supplemento a “Il Regno” num. 22), dicembre 2004, pagine 113-138).

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