1 / 8

Emile Durkheim (1858-1917) “Che cosa è un fatto sociale?”

Emile Durkheim (1858-1917) “Che cosa è un fatto sociale?” Tratto da “Le regole del metodo sociologico” , 1895. Approccio Positivista , iniziatore dell’indirizzo Funzionalista. Domanda di partenza : Quali sono i fatti specificamente sociali ?

kinsey
Download Presentation

Emile Durkheim (1858-1917) “Che cosa è un fatto sociale?”

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Emile Durkheim (1858-1917) “Che cosa è un fatto sociale?” Tratto da “Le regole del metodo sociologico”, 1895 Approccio Positivista, iniziatore dell’indirizzo Funzionalista

  2. Domanda di partenza: Quali sono i fatti specificamente sociali? (ovvero, qual è il dominio specifico della sociologia?) • Senso comune: qualsiasi fenomeno che abbia un qualche interesse • sociale • es. mangiare, bere, dormire, pensare, ecc. Confusione dominio sociologia con quello di altre scienze (biologia e psicologia) • Punto di vista sociologico: solo dei fenomeni particolari, • che si differenziano da quelli di altra natura attraverso dei • caratteri ben specifici

  3. 1. Esteriorità • I fatti sociali sono fatti oggettivi: • preesistono all’individuo (esistono al di fuori della • coscienza individuale), • che li trova come “già dati”e li eredita poi pian piano attraverso • l’educazione • esistono e funzionano indipendentemente dall’uso che i singoli • ne fanno • - anche se l’individuo li avverte come interni in quanto conformi • ai propri sentimenti - • es. norme formali (diritto), norme informali (convenzioni), • dogmi religiosi

  4. 2. Costrizione I fatti sociali hanno un’intrinseca potenza imperativa e coercitiva, con cui si impongono al soggetto - anche quando non è evidente in quanto il soggetto adempie ai propri obblighi volontariamente - a) norme formali (diritto) _ es. regole giuridiche la coercizione si esprime in caso di resistenza a tali norme, attraverso espiazione attraverso sanzione prevenzione annullamento o ripristino b) norme informali (convenzioni) _ es. moda la coercizione si esprime in caso di convenzioni “controcorrente” ilarità o ostracismo c) convenzioni sociali _ es. lingua, moneta la coercizione si esprime attraverso la resistenza all’innovazione

  5. Oltre agli esempi finora riportati, che sono di tipo strutturale (regole giuridiche e temporali, dogmi religiosi, lingua e sistema monetario, ecc.), ve ne sono altri non strutturali, anch’essi caratterizzati da esteriorità e costrizione: le correnti sociali momentaneees. manifestazione, assemblea durevolies.movimento artistico, culturale, religioso, politico - anche qui la costrizione è evidente solo nei casi di resistenza, ma è presente anche nei casi di conformità, in cui l’imposizione è esercitata dalla forza della folla - Un altro esempio assai eloquente è il processo di educazione dei bambini: compressione istinti naturali del bambino da parte di genitori e insegnanti, via via non più percepita come imposizione in quanto diventa abitudine. Prima definizione di fatto sociale

  6. 3. Dimensione sovraindividuale I fatti sociali vanno trattati “come se fossero cose”: anche se nascono dalle interazioni umane, la loro esistenza è propria, sui generis, non spiegabile attraverso la coscienza individuale e le azioni dei singoli bisogna distinguere il fatto sociale dalle sue manifestazioni individuali (socio-psichiche) generale nella sua diffusione (attraverso l’educazione orale e scritta) - ripetizione abitudine collettiva - es. regole giuridiche e morali, dogmi religiosi; ma anche aforismi, proverbi e leggende popolari MA generale PERCHE’collettivo cioè obbligatorio, E NON viceversa (ovvero: la società viene prima dell’individuo, e non viceversa)

  7. Questa dualità di naturesi presenta spesso allo stato dissociato (es. linguaggio) ; ma anche quando non è così, è comunque sempre possibile dissociare il fatto sociale dalle sue manifestazioni individuali attraverso la statistica la metodologia più adatta per studiare i fatti sociali es. tassi di matrimonio, natalità, suicidio Seconda definizione di fatto sociale

  8. 4. Grado di “cristallizzazione” (struttura) Finora abbiamo analizzato i modi di fare (di agire, pensare, sentire) collettivi (ordine fisiologico); ma bisogna analizzare anche i modi d’essere collettivi (ordine morfologico), ovvero il substrato della vita collettiva, dal quale la sociologia non può prescindere spazio sociale: distribuzione popolazione sul territorio, quantità e qualità vie di comunicazione, forme delle abitazioni, ecc. Anch’essi hanno natura obbligatoria (v.concentrazione in città, vie di comunicazione, forma abitazioni) e in realtà sonodei modi di fare consolidati differenze solo nel grado di “cristallizzazione” (struttura) Terza definizione di fatto sociale = Risposta alla domanda di partenza

More Related