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Analisi delle potenzialità delle valli della provincia di Genova Elaborazione: Servizio Statistica e Prezzi della Camer

Andar per valli…. Analisi delle potenzialità delle valli della provincia di Genova Elaborazione: Servizio Statistica e Prezzi della Camera di Commercio di Genova. Analisi delle potenzialità delle Valli genovesi .

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Analisi delle potenzialità delle valli della provincia di Genova Elaborazione: Servizio Statistica e Prezzi della Camer

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  1. Andar per valli… Analisi delle potenzialità delle valli della provincia di GenovaElaborazione: Servizio Statistica e Prezzi della Camera di Commercio di Genova

  2. Analisi delle potenzialità delle Valli genovesi Il territorio provinciale, secondo il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Genova, è suddiviso in due macro aree: quella Genovese, con identificazione di Genova come centro identificativo economico e sociale delle comunità locali e quella del Tigullio il cui centro di riferimento è Chiavari. Al loro interno sono stati identificati ambiti territorialmente più limitati, le valli, ove sono presenti elementi di affinità peraltro simili all’individuazione della competenza delle Comunità montane. LeValli genovesi sono aggregazioni di comuni della provincia di Genova accomunate da tradizioni storiche, vicinanza geografica, unitarietà del sistema orografico, vie di comunicazione interne, prevalenza dei rapporti relazionali sociali, attività economiche condivise, omogeneità dei problemi da affrontare e dei valori territoriali da tutelare, ecc.

  3. I 67 comuni della Provincia di Genova Superficie: 1.838,5 kmq Popolazione: 883.180 ab. Densità per kmq: 480,4 ab/kmq Reddito medio: 24.506 €

  4. Suddivisione in valli dei comuni della Provincia di Genova

  5. Analisi delle potenzialità delle Valli genovesi A seguito dell’abolizione delle Comunità Montane, a decorrere dal 1° maggio 2011, la composizione attuale delle Valli potrebbe acquisire sempre di più un ruolo rilevante nell’aggregazione dei comuni che potrebbero decidere di unirsi ed operare in forma associata, come previsto dalla nuova normativa. L’omogeneità che caratterizza queste aggregazioni territoriali è la base per la valutazione delle effettive potenzialità di ciascuna valle, con lo scopo di fare emergere le eventuali differenze tra i diversi comprensori, le probabili criticità e i possibili punti di forza di ciascun territorio. La valutazione esamina i principali dati territoriali, demografici ed economici.

  6. Abolizione delle Comunità Montane Con provvedimento della Giunta regionale del 18 febbraio 2011 sono state soppresse le Comunità Montane della Regione Liguria. Dal 1° maggio 2011 sono passate: • alla Regione le competenze in materia di agricoltura, foreste ed economia montana, apicoltura, pascoli, funghi e tartufi, agriturismo, pescaturismo e olivicoltura, prevenzione degli incendi boschivi; • alle Province il compito di occuparsi delle opere di bonifica montana e la relativa manutenzione; • ai Comuni le funzioni relative ai vincoli idrogeologici (in forma singola, associata o in convenzione con la Provincia) e dei servizi sociali (in modo associato, attraverso gli incentivi della Regione).

  7. Abolizione delle Comunità Montane Con questo provvedimento la Regione ha voluto incentivare forme di associazionismo tra i Comuni al fine di ripartire le funzioni precedentemente attribuite alle Comunità montane. Per favorire questo passaggio di competenze e contribuire alle spese di avviamento e di funzionamento, la Giunta regionale ha previsto un fondo del valore di un milione e mezzo di euro che dovrebbe aiutare i Comuni e le associazioni dei Comuni a cooperare. Prima “Unione di Comuni” liguri, nata il 30 aprile 2011, è quella tra i Comuni di Mele, Campo Ligure, Masone, Tiglieto e Rossiglione per la gestione della polizia locale, gli appalti, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, il randagismo e le convenzioni con i canili.

  8. Andar per valli… Analisi delle potenzialità delle valli della provincia di GenovaDati e grafici

  9. Note per la consultazione • In questa analisi, per meglio confrontare le diverse realtà delle Valli genovesi, è stata esclusa dai confronti la città di Genova e Mele è stato collocato nella Valle Stura. • Occorre tenere conto che a fronte di una certa omogeneità interna di diversi raggruppamenti considerati si registra una notevole disparità dimensionale che si evidenzia in tutte le variabili considerate. • I dati demografici e territoriali sono di fonte Istat e si riferiscono al 1° gennaio 2010; di Infocamere sono i dati relativi alle attività economiche e sono datati 31 dicembre 2010; i dati sui redditi sono dell’Agenzia delle Entrate e sono relativi all’anno 2009, alcune delle valutazioni territoriali sono state attinte dal Piano Territoriale di Coordinamento delle Provincia di Genova. • Tutti i grafici sono interattivi: • passare il mouse sopra i grafici, barre e linee per visualizzare altri dati e valori percentuali; • cliccare sulle singole voci delle legende per visualizzare o meno i dati selezionati; • interagire, per alcuni grafici, selezionando porzioni di dati o modificando il grafico per personalizzare i confronti.

  10. La Valle Scrivia ha la superficie più estesa rispetto alle altre valli, 25.120 kmq.L’Entella ha l’estensione territoriale minore (4.526 kmq) ma con 48.488 abitanti è la più densamente popolata (1.001 ab./kmq).Il primato del reddito medio più alto spetta al Golfo Paradiso (27.079 €) e Golfo del Tigullio (27.063 €), seguiti dalla Riviera di Ponente con 26.110 €. Dati territoriali e demografici

  11. Dati territoriali e demografici

  12. Dati territoriali e demografici Il grafico cumulato evidenzia un andamento fortemente correlato tra la popolazione e il reddito totale; c’è un minimo discostamento in Val Fontanabuona e in Valle Scrivia e risultano essere un po’ più “povere” rispetto alla popolazione residente.

  13. Sedi di impresa - anno 2010 L’andamento delle imprese è in linea con quello della popolazione, come ci si poteva attendere, anche se la crescita non è proporzionale a quella demografica. La concentrazione delle imprese, rispetto alla popolazione residente, come evidenzia il grafico cumulato, è sicuramente più corposa nell’area nord-est della provincia. Il fenomeno riguarda le Valli Trebbia, Graveglia, Sturla, Aveto e Valico Scoffera. Minore è invece la presenza delle imprese nel Golfo del Tigullio e nell’Entella, anche se risultano sempre avere i numeri maggiori nell’analisi dei singoli settori.

  14. Industria – imprese attive Le industrie sono insediate soprattutto a Levante, nell’Entella (18,5%) e nel Golfo del Tigullio (17,6%). Anche la Val Fontanabuona e la Val Petronio, come la Valle Scrivia e la Val Polcevera a Ponente vedono una buona presenza di attività industriali. Scarsa la presenza in Val Trebbia con 50 imprese e in Val d’Aveto con 80.

  15. Commercio – imprese attive Anche le attività commerciali, come le industriali, per il 40,9% sono a Levante: l’Entella e il Golfo del Tigullio vedono la presenza, rispettivamente di 1.729 e 1.610 imprese attive sul loro territorio. In coda la Valle Sturla con 73 imprese commerciali pari all’1% del totale.

  16. Trasporti – imprese attive Più di un quinto delle 896 imprese di trasporto operano nel Golfo del Tigullio (181 imprese) pari al 20,2%, in Val Polcevera (129), nell’Entella (114) e in Valle Scrivia (99); poche le aziende in questo settore in Valle Sturla (14).

  17. Agricoltura – imprese attive Anche nel settore agricolo emergono l’Entella (20,7%) e il Golfo del Tigullio (17,4%), insieme raggiungono il 38,2%. Nel nord-est, Valli Trebbia, Graveglia, Sturla, d’Aveto e Valico Scoffera emerge poca dedizione alle attività agricole, forse per la formazione orografica non favorevole: tutte insieme accolgono il 9,3% delle imprese agricole dell’intera provincia.

  18. Settori economici Anche il grafico riepilogativo conferma sia la posizione di rilievo in tutte le attività economiche dell’Entella con il 19,9% e del Golfo del Tigullio con il 18,5% sia la condizione più modesta delle valli del Nord-Est con il 7,9% di imprese presenti sul territorio rispetto al totale delle imprese presenti nelle Valli. In fascia medio alta si pongono il Golfo Paradiso (10,8%) e la Val Petronio (10%).

  19. Natura giuridica - attive La forma giuridica più diffusa è l’impresa individuale in tutte le Valli. In particolare nel Golfo del Tigullio le persone fisiche sono il 12% e nell’Entella l’11,9%. In Valle Sturla l’85,7% delle imprese, rispetto al totale delle imprese presenti sul territorio, sono ditte individuali e le società (di capitale e di persona) sono solo il 12.3%. Le società di capitale sono le più presenti in Valle Scrivia (11,6%); nell’Entella sono presenti per l’11,3% dove c’è la maggiore presenza di società di persone pari al 27,2% rispetto alle 4.516 imprese operanti in questo ambito.

  20. Persone attive per sesso La presenza femminile, tra le persone attive, in rapporto a quella maschile, in Val Graveglia (35%) e in Val d’Aveto (34%) è superiore rispetto alla percentuale media (30%). La Val Fontanabuona e il Valico Scoffera con il solo 26% registrano la minore presenza femminile di tutta la provincia.

  21. Persone attive per nazionalità La percentuale di persone attive di origine comunitaria è pari all’1,3% ed extracomunitaria al 4,4% rispetto a tutte le persone operanti nei comprensori oggetto di questa analisi. In Valle Stura, che registra la maggiore percentuale di stranieri rispetto alle persone attive del proprio territorio, il 2,7% è comunitaria e il 7,3% è extracomunitaria. La Val d’Aveto ha una minima presenza di extracomunitari (0,8%) e la Val Fontanabuona lo 0,6% di comunitari.

  22. Persone attive per età In Val d’Aveto il rapporto tra la popolazione e le persone attive è del 21% con 514 su 2.343, mentre in Val Polcevera le imprese sono 9 su 100. L’Entella e il Golfo del Tigullio , vedono la presenza di 659 giovani imprenditori tra i 18 e i 29 anni, pari al 2% di tutta la provincia, che rispetto al suo totale, 5,1%, risulta rilevante. Nella fascia di età intermedia, tra i 30 e i 49 anni, in Valico Scoffera le persone attive sono il 55,7%. Nella fascia di età superiore, 50-69 anni, la Val d’Aveto è al 37,7% e l’Entella è al 37,1% con un valore minimo del 33,3% del Valido Scoffera.

  23. Imprese femminili - presenza Le imprese ad esclusiva presenza femminile sono più presenti, rispetto a tutte le imprese della provincia, nell’Entella con 1041 pari al 4,6%; analogo è l’andamento se la presenza è forte o maggioritaria. Il Valico Scoffera e la Val Graveglia registrano il 28,6% di imprese esclusivamente femminili del totale delle imprese presenti sul loro territorio.

  24. Imprese femminili per nazionalità Le imprenditrici extracomunitarie sono superiori alle comunitarie, in particolare nell’Entella (+1,6%), nel Golfo del Tigullio (+1,2%) e in Val Fontanabuona (+0,6%). Le donne straniere preferiscono operare nell’Entella (6,1%), nel Tigullio (4,6%), nella Riviera di Ponente (3,8%) e nel Golfo Paradiso (3,5%). Si rileva un numero consistente di imprese non classificate.

  25. Artigiane attive per settore Il grafico evidenzia una prevalenza di presenza imprese artigiane nel Valico Scoffera per il 50% e nella Val Fontanabuona per il 46,8% rispetto al totale delle imprese presenti sul territorio. Per tutti gli ambiti l’attività prevalente è quella industriale con percentuali dal 62,3% per la Riviera di Ponente all’88,6% della Val Graveglia. Il commercio e le attività agricole sono le più diffuse nella Riviera di Ponente, rispettivamente per l’8,8% e per il 19,8%, i trasporti in Val d’Aveto per il 16,8%.

  26. Stranieri – concentrazione per paese di provenienza Nella slide successiva è rappresentata, attraverso la colorazione dei paesi sulla cartina mondiale, la provenienza delle persone nate all’estero,attive, iscritte alla Camera di Commercio di Genova presenti sul territorio delle Valli genovesi, evidenziate dalla tabella in questa slide riportata. Rilevante è la presenza marocchina con il 14,3% del totale (9.266) come quella albanese con l’11,2%. Maggiori sono gli iscritti senegalesi rispetto agli operatori economici cinesi. Tra le nazionalità comunitarie, la più rilevante è quella francese con il 3,3% di persone iscritte.

  27. Stranieri – concentrazione per paese di provenienza

  28. Le principali vie di comunicazione Autostrade (in rosso) A10 – Genova Ventimiglia: detta anche dei Fiori, varco di collegamento con la Francia A26 – Genova Gravellona Toce: detta dei Trafori, collega il capoluogo ligure con la provincia di Alessandria, dopo il raccordo con l’Autostrada A21. A7 – Genova Milano: detta anche la Camionale, collega la Liguria alla Lombardia. A12 – Genova Livorno Linee ferroviarie (in nero) Linee interregionali: Genova – Ovada – Acqui Terme Genova - Milano Linee regionali: Genova - Savona Genova – La Spezia. Linea locale: Ferrovia Genova-Casella Porto e Aeroporto di Genova

  29. Le principali vie di comunicazione Il nodo autostradale di Genova si presenta certamente come uno dei tratti autostradali tra i più critici d'Italia. In particolare la confluenza di tre diverse autostrade (A7, A10, A12) nell'area metropolitana genovese determina elevati livelli di congestionamento caratterizzati dalla presenza di traffico cittadino e pendolare, di traffico merci al servizio del porto di Genova e degli assi est-ovest, nonché di traffico turistico che soprattutto nel periodo estivo interessa molti tratti della riviera ligure. Il nodo ferroviario di Genova rappresenta un punto strategico della rete ferroviaria nazionale e internazionale in quanto costituisce un polo di interscambio fondamentale fra il sistema portuale e ferroviario sulle direttrici Genova – Ventimiglia, Tirrenica e Milano – Genova.  Il nodo stesso costituisce altresì il sistema  più efficiente per la mobilità ferroviaria nell'ambito della relativa vasta area metropolitana. I comuni costieri e le Valli interne attraversate dalle principali infrastrutture di comunicazione autostradale e ferroviaria, soprattutto se sono presenti caselli autostradali di accesso alla rete, come l’Entella, il Golfo del Tigullio e anche il Golfo Paradiso, trovano un notevole supporto al loro sviluppo economico. La Val Fontanabuona, con le strade di viabilità locale, riesce ad usufruire di un buon collegamento con i naturali centri nevralgici della provincia, prima Chiavari e poi Genova. L’orografia del territorio, le limitate risorse spaziali e la distanza dalle principali vie di comunicazione sono ostacoli che si ripercuotono in maniera negativa nei confronti del possibile sviluppo economico dell’area nord-est del territorio genovese.

  30. Andar per valli… Analisi delle potenzialità delle valli della provincia di GenovaRiepiloghi

  31. Riviera di Ponente – riepilogo

  32. Riviera di Ponente Peculiarità 1. Popolazione residente in crescita grazie al saldo migratorio positivo. 2. Attività economiche più rappresentative: manifatture e commercio. 3. Presenza di ville suburbane di pregio. 4. Forte integrazione nel contesto metropolitano Genova - Savona, sia per la fruizione dei servizi, sia soprattutto per la funzione residenziale data l’elevata qualità della vita e la relativa vicinanza ai due poli urbani. Criticità 1. Duplice vocazione turistico – manifatturiera con conseguenti problemi strutturali e gestionali. 2. Presenza di forme di turismo giornaliero con modeste ripercussioni sull’economia locale. 3. Scarsa valorizzazione dei beni storico-ambientali. 4. Limitata integrazione costa - entroterra. Scenari 1. Sviluppo del territorio con funzione residenziale a favore dell’area genovese. 2. Miglioramento dei servizi, con particolare riguardo alle infrastrutture per la mobilità delle persone in rapporto alle potenzialità di crescita della residenzialità primaria. 3. Rafforzamento delle attività manifatturiere e delle PMI. 4. Sviluppo di attività turistiche di qualità.

  33. Valle Stura – riepilogo

  34. Valle Stura Peculiarità 1. Ottima accessibilità grazie all’autostrada A 26 Genova – Gravellona Toce e alla presenza della linea a ferroviaria per Acqui Terme – Asti. 2. Presenza di un buon tessuto di PMI artigianali di cui alcuni di elevata qualità (filigrana). 3. Presenza di pregi paesaggistici legati all’uso agricolo del suolo (Ciazze, Badia di Tiglieto…). 4. Appartenenza al Parco Regionale Beigua. 5. Presenza del Santuario dell’Acquasanta con le annesse terme di acqua sulfurea ipotermale. Criticità 1. Decremento della popolazione residente. 2. Mancanza di un’offerta turistica organica, volta a mettere in rete le peculiarità dei diversi comuni. 3. Mancanza di visibilità all’esterno. 4. Perdurare degli influssi negativi dovuti alla crisi dell’industria genovese. Scenari 1. Sviluppo e sostegno alle PMI artigianali a basso impatto ambientale rivolte a produzioni di qualità. 2. Messa in rete dell’offerta turistica culturale e ambientale presente nei quattro comuni mediante la creazione di un sistema, museo territorio, naturale evoluzione dell’itinerario turistico “le valli del latte”. 3. Creazione di piccole strutture ricettive rurali volte alla creazione di flussi turistici residenziali e non solo giornalieri.

  35. Val Polcevera – riepilogo

  36. Val Polcevera • Peculiarità • 1. Netta prevalenza degli addetti nelle attività manifatturiere. • 2. Funzionalità per la residenzialità primaria grazie alla relativa vicinanza al Ponente genovese. • 3. Presenza di pregi storico-culturali da valorizzare. • 4. Presenza di produzioni agroalimentari di pregio. • Criticità • 1. Continua influenza della crisi della grande industria genovese. • 2. Pendolarismo giornaliero verso le attività produttive genovesi. • 3. Abbandono delle attività agricole in misura tuttavia contenuta. • Scenari • 1. Miglioramento dei servizi alle persone, specialmente delle infrastrutture per la mobilità in modo da migliorare le condizioni favorevoli alla residenzialità primaria. • 2. Sostegno allo sviluppo di PMI a basso impatto ambientale nelle zone di fondovalle. • 3. Recupero delle attività agricole sui versanti mediante la rilettura in chiave innovativa di produzioni tradizionali (frutticoltura, orticoltura …). • 4. Sviluppo di forme di turismo culturale legate alla valorizzazione dei pregi esistenti.

  37. Valle Scrivia – riepilogo

  38. Valle Scrivia • Peculiarità • Il territorio presenta delle notevoli diversità al suo interno, in particolare può • essere suddiviso come segue: • • area montana marginale, in cui si inseriscono i comuni di Vobbia e Valbrevenna, • che costituiscono le aree più povere del territorio; • • area montana in crescita, caratterizzata da un aumento della popolazione; • • area di fondovalle, caratterizzata dalla presenza di un tessuto socio economico più dinamico. • 2. Sul territorio della Valle Scrivia si localizza il Parco regionale dell’Antola. • 3. La parte bassa della valle presenta buone capacità di collegamento (ferrovia ed autostrada). • 4. Presenza di pregi naturalistici ed ambientali, ma pure un notevole patrimonio storico architettonico (castelli). • 5. Ferrovia Genova-Casella come percorso alternativo e di forte richiamo turistico. • Criticità • 1. Forte disequilibrio demografico, economico e di qualità della vita tra le diverse aree del territorio. • 2. Forte senilizzazione e calo demografico delle aree marginali. • 3. Scarsa presenza nelle aree più marginali di un tessuto di imprenditoriale e in quelle di fondovalle di imprese in ambiti innovativi. • 4. Vie di comunicazione obsolete seppur soggette a traffico intenso e mancanza di buoni collegamenti tra aree periferiche e aree urbane. • 5. Abbandono del territorio e delle attività primarie. • Scenari • 1. Per le aree di fondovalle mitigazione degli impatti ambientali del sistema produttivo e infrastrutturale, nonché sviluppo di PMI industriali, artigianali e dei servizi alle imprese. • 2. Riorganizzazione del sistema delle infrastrutture stradali. • 3. Sviluppo del turismo giornaliero lungo la direttrice Germania – Pianura Padana – Valle Scrivia – Val Fontanabuona – Golfo del Tigullio e del turismo rurale, mediante recupero di borghi e vecchie strutture a fini ricettivi, integrazione con attività agricole, sviluppo del turismo sportivo e salutistico. • 4. Valorizzazione della ferrovia Genova -Casella. • 5. Recupero attività artigianali di pregio.

  39. Valico Scoffera – riepilogo

  40. Valico Scoffera • Peculiarità • L’ambito presenta una certa crescita demografica, come accade nei comuni • immediatamente limitrofi alle aree urbane, con la sola eccezione di Torriglia, che • tuttavia presenta una sostanziale stabilità della popolazione. • 2. I settori economici prevalenti sono quelli legati al commercio e ai trasporti. • 3. Forte pendolarismo verso Genova. • 4. Offerta insediativa per la funzione primaria ancora disponibile. • 5. Territorio ben integrato nell’armatura delle infrastrutture di trasporto. • Criticità • 1. Ridotte attività economiche locali. • 2. Inadeguatezza della rete dei servizi e delle infrastrutture. • 3. Abbandono delle attività agricole. • 4. Mancanza di una vera progettazione di sviluppo turistico se non quella legata ai flussi. • Scenari • 1. Sviluppo della funzione residenziale. • 2. Sviluppo di attività della filiera agroalimentare, mediante il recupero e la valorizzazione di produzioni agricole tradizionali. • 3. Sviluppo di forme di turismo rurale, con la realizzazione di strutture ricettive di piccole dimensioni per il turismo stagionale di seconda casa.

  41. Golfo Paradiso – riepilogo

  42. Golfo Paradiso • Peculiarità • 1. Ambito caratterizzato da crescita demografica o stabilità e da una notevole densità. • Le attività prevalenti sono quelle legate al commercio e al ramo manifatturiero. • 2. Incidenza della pesca come settore produttivo. • 3. Attività turistica prevalentemente legata alla ristorazione e alle seconde case. • 4. Pregi naturalistico-ambientali. • 5. Vocazione residenziale primaria, con eccezione di Camogli. • 6. Presenza del Parco naturale regionale di Portofino, in grado di attirare flussi specifici di turisti. • Criticità • 1. Mancanza di strutture ricettive alberghiere. • 2. Vocazione turistica da riqualificare. • 3. Problemi di traffico congestionato e mancanza di parcheggi adeguati. • 4. Presenza di ambiti degradati. • 5. Forte acclività del territorio. • Scenari • 1. Individuazione di una vocazione turistica specifica. • 2. Riutilizzo o realizzazione di infrastrutture di tipo culturale quali il Teatro di Camogli, il Museo degli orologi a Uscio. • 3. Sviluppo della nautica da diporto, in particolare della vela (Sori). • 4. Ulteriore valorizzazione delle tradizioni gastronomiche. • 5. Recupero del deficit infrastrutturale e dei servizi e contestuale contenimento dell’offerta insediativa. • 6. Creazione di forme di ospitalità a favore di una clientela giovanile (ostelli).

  43. Val Fontanabuona – riepilogo

  44. Val Fontanabuona • Peculiarità • 1. Sostanziale tenuta della popolazione residente seppur in lieve diminuzione. • 2. Vivace tessuto di PMI industriali e artigianali localizzate lungo il fondovalle. • 3. Peculiarità produttiva legata al settore ardesiaco che interessa buona parte dei comuni della Fontanabuona con l’intera filiera produttiva che va dall’estrazione, alla lavorazione e commercializzazione dei prodotti. • 4. Presenza di forti investimenti pubblici rivolti ad una rilettura in chiave turistica delle risorse ardesiache, mediante la realizzazione dell’ecomuseo “la via dell’ardesia”. • Criticità • 1. Forte dicotomia socioeconomica tra il fondovalle, dove si localizzano le attività produttive e i servizi alle • persone, e le parti alte dei versanti dove le condizioni di vita sono quelle caratteristiche delle aree marginali di montagna. • 2. Promiscuità nell’uso del suolo di fondovalle. • 3. Saturazione degli spazi idonei all’insediamento di nuove attività produttive. • Scenari • 1. Valorizzazione delle vallate trasversali ancora ricche di pregi paesaggistici e storico-culturali. • 2. Sostegno all’introduzione di tecnologie a basso impatto ambientale nelle PMI industriali e artigianali del • fondovalle. • 3. Valorizzazione delle produzioni artigianali di qualità: oggettistica in ardesia e damaschi. • 4. Innovazione dell’impianto viabilistico e sviluppo della strada - mercato.

  45. Golfo del Tigullio – riepilogo

  46. Golfo del Tigullio Peculiarità 1. Crescita demografica. 2. Peculiarità ambientali e storico culturali che fanno della zona un ambito di pregio. 3. Vocazione turistica antica, quindi presenza di strutture ricettive di alta qualità. 4. Buon apparato infrastrutturale di interesse turistico. 5. Localizzazione nel Parco Regionale di Portofino. 6. Presenza di diversi porticcioli turistici. 7. Notevole patrimonio di ville patrizie da valorizzare, mediante un itinerario tematico. 8. Presenza di uno dei principali mercati ittici della provincia. 9. Turismo, commercio e attività manifatturiere sono le tre attività prevalenti. Criticità 1. Eccessivo congestionamento edilizio e connessi problemi di traffico e parcheggio. 2. Eccessiva presenza di strutture residenziali di seconda casa che penalizzano ulteriori evoluzioni turistiche. 3. Rischio di degrado ambientale legato alla forte concentrazione turistica. Scenari 1. Mantenimento e riqualificazione dell’esistente sia da un punto di vista del patrimonio edilizio, sia delle offerte turistiche. 2. Sviluppo di un’offerta turistica integrata. 3. Valorizzazione della parti alte del territorio. 4. Realizzazione di sistemi di trasporto alternativi a quello veicolare di tipo individuale.

  47. Val Trebbia – riepilogo

  48. Val Trebbia Peculiarità 1. Patrimonio naturalistico ambientale di notevole pregio. 2. Valorizzazione del territorio ai fini della pesca turistica. 3. Percorsi escursionistici lungo tutto il territorio, tra cui i più rinomati sono i percorsi per raggiungere il Monte Antola e il percorso attorno al Lago del Brugneto. 4. Ambito interessato dall’iniziativa Leader. 5. Presenza di un museo di storia contadina presso il Santuario di Montebruno. Criticità 1. Forte spopolamento. 2. Elevato grado di senilizzazione della popolazione residente e conseguente contrazione demografica. 3. Problemi di isolamento rispetto ai poli economici e di servizi. 4. Problemi di rischio idrogeologico legati all’abbandono e all’incuria del territorio. 5. Notevole patrimonio boschivo. Scenari 1. Sviluppo di attività economiche legate al turismo rurale, con conseguente crescita delle strutture ricettive ad esso finalizzate e relativo recupero del patrimonio edilizio tradizionale. 2. Sviluppo del turismo legato alla pesca sportiva. 3. Recupero produttivo dei boschi. 4. Valorizzazione della filiera agroalimentare legata ai prodotti tradizionali. 5. Sviluppo di PMI legate ad attività innovative quali trasformazione dei prodotti della pesca e delle candele artistiche e della produzione di sartoria legate alla linea casa. 6. Sviluppo del turismo sportivo e salutistico. 7. Associazionismo.

  49. Val d’Aveto – riepilogo

  50. Val d’Aveto • Peculiarità • 1. Presenza di notevoli pregi ambientali e paesaggistici. • 2. Presenza di corsi d’acqua pregiati, in parte idonei allo sviluppo della pesca sportiva che fino a qualche anno fa costituiva un importante elemento attrattivo di flussi turistici provenienti dalle vicine province padane. • 3. Presenza di un’offerta turistica alberghiera considerevole rispetto al panorama dell’entroterra provinciale. • Criticità • 1. Forte decremento e conseguente senilizzazione della popolazione residente. • 2. Problemi di isolamento e di mancanza di servizi alle persone nei nuclei più lontani dalla SS 586. • 3. Crisi dell’attività turistica dovuta alla chiusura degli impianti di risalita di Santo Stefano d’Aveto. • 4. Forte concentrazione dei flussi turistici nei mesi di luglio e agosto, con conseguenti problemi di • congestionamento. • Scenari • 1. Sviluppo di un’offerta turistica diversificata rivolta a prodotti destagionalizzanti quali la pesca sportiva, lo sci di fondo, le castagne e i prodotti agroalimentari in generale, migliorando l’offerta gastronomica. • 2. Miglioramento della qualità delle strutture ricettive che devono essere adeguate a targets medio-alti • 3. Miglioramento delle infrastrutture per la viabilità e più in generale dei servizi alle persone. • 4. Ulteriore valorizzazione turistica dei pregi ambientali presenti all’interno del Parco Regionale Aveto.

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