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Psicologia e Psicopatologia dello Sviluppo Il contributo di Jean Piaget

Psicologia e Psicopatologia dello Sviluppo Il contributo di Jean Piaget. Prof. Antonello Bellomo Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Foggia. Introduzione.

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Psicologia e Psicopatologia dello Sviluppo Il contributo di Jean Piaget

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  1. Psicologia e Psicopatologia dello SviluppoIl contributo di Jean Piaget Prof. Antonello Bellomo Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Foggia Corso di Psicologia Medica

  2. Introduzione • Nell’opera dello psicologo svizzero Jean Piaget (1896-1980) lo studio dello sviluppo psichico infantile si inquadra in una problematica più ampia, in parte già prospettata da Baldwin, relativa alla genesi della conoscenza umana e al rapporto tra la mente e il mondo esterno • Si tratta di una tematica, quella di come si sviluppa la conoscenza e quale sia la corrispondenza tra essa e gli oggetti esterni • Piaget in quanto scienziato della natura che studia la struttura della mente ricorre al metodo scientifico • L’epistemologia genetica elaborata da Piaget ha rappresentato di fatto la proposta di una nuova filosofia della mente fondata su basi empiriche Corso di Psicologia Medica

  3. Introduzione • La conquista delle modalità adulte di conoscenza non è immediata, ma procede per stadi successivi, ciascuno dei quali svolge un ruolo necessario e ineludibile per la progressiva ristrutturazione del loro funzionamento • Con Piaget fu portata a compimento la scoperta di una “mente infantile”, intravista e approssimativamente abbozzata già negli ultimi decenni dell’Ottocento ma mai indagata sistematicamente • Piaget compì una serie incredibile per numero ed originalità, di ricerche su bambini, aprendo un varco definitivo per accedere al mondo cognitivo infantile Corso di Psicologia Medica

  4. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Piaget si è ispirato, nell’elaborazione della sua teoria dello sviluppo mentale, a due modelli fondamentali: quello dell’adattamento dell’organismo all’ambiente e quello dell’organizzazione del pensiero secondo strutture formali • Il punto di partenza della teoria piagetiana è costituito dal concetto di trasformazione, che può essere riferito in generale alle interazioni tra organismo e ambiente • Per Piaget, conoscere gli oggetti significa agire su di essi, cioè trasformarli Corso di Psicologia Medica

  5. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Questo carattere attivo della conoscenza assume una chiara evidenza nel periodo sensomotorio, quando gli scambi tra il bambino e l’ambiente avvengono mediante azioni reali, come prendere, tirare, succhiare, ecc. • Esso è tuttavia presente anche nelle fasi successive dello sviluppo, quando, con l’apparire delle attività rappresentative, il soggetto (bambino o adulto) è in grado di compiere non solo azioni reali, ma anche azioni interiorizzate o mentali Corso di Psicologia Medica

  6. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Le azioni interiorizzate sono trasformazioni che, anziché essere prodotte mediante movimenti del corpo su oggetti reali, sono prodotte, mediante strumenti puramente intellettuali, su rappresentazioni di oggetti • Consideriamo ad esempio l’azione di riunire, essa può essere eseguita realmente su degli oggetti, ponendoli gli uni accanto agli altri o essere eseguita come azione interiorizzata • Ogni conoscenza secondo Piaget comporta delle azioni da parte del soggetto, sia che esse abbiano luogo realmente, sia che vengano effettuate solo mentalmente Corso di Psicologia Medica

  7. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Le azioni, sia reali che interiorizzate, non esistono in isolamento le une dalle altre, ma tendono a coordinarsi in strutture d’insieme • Si pone perciò il problema della formazione di queste strutture d’insieme • Tale formazione secondo Piaget non è dovuta né ad una crescita puramente maturativa da parte del soggetto, né ad un apprendimento passivo; essa invece avviene attraverso un processo di costruzione, in cui gli schemi d’azione (reali o interiorizzati) già presenti incorporano di volta in volta vari aspetti dell’ambiente, e vengono da questi modificati, aprendo così la strada ad ulteriori acquisizioni • Date queste premesse, Piaget conclude che il complesso di relazioni tra soggetto e ambiente che si generano nel corso dello sviluppo cognitivo consiste di assimilazioni Corso di Psicologia Medica

  8. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Da un punto di vista biologico, l’assimilazione è l’integrazione di elementi esterni entro una struttura dell’organismo già completata o in via di evoluzione. Nel senso in cui di solito il termine è usato, l’assimilazione del cibo consiste di trasformazioni chimiche che lo incorporano entro la sostanza dell’organismo • Secondo Piaget il concetto di assimilazione ne richiama, per necessità di cose, un altro, che egli denomina col termine di accomodamento, schemi che si modificano, acquisizione di nuove conoscenze • Nel campo del comportamento noi chiameremo accomodamento ogni modificazione di uno schema di assimilazione o struttura, ad opera degli elementi che esso assimila. Per esempio, il bambino che assimila il proprio pollice allo schema della suzione, per succhiare il pollice farà dei movimenti diversi da quelli che fa per succhiare il seno della madre (Piaget 1970) Corso di Psicologia Medica

  9. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Nelle azioni del bambino a volte è l’assimilazione, altre volte l’accomodamento a predominare. Se si tratta di azioni reali, l’assimilazione predomina quando il bambino ripete a vuoto uno schema, oppure esercita ripetutamente azioni che già dominava compiutamente, per il puro piacere di svolgere un’attività • Nel caso di azioni interiorizzate, predomina l’assimilazione quando per esempio il bambino, cercando di spiegarsi vari fenomeni fisici, finisce col considerare le attività dei corpi naturali analoghe a quelle che lui stesso svolge, e formula così le concezioni animistiche • L’accomodamento invece predomina quando il bambino cerca di modificare le sue azioni, reali o interiorizzate, senza riuscire a collegare le nuove conoscenze così acquisite con quelle di cui è già in possesso Corso di Psicologia Medica

  10. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Quando effettua una azione (reale o interiorizzata) adattata, il bambino riesce a cogliere nuovi aspetti dell’ambiente, integrandolo armoniosamente nel complesso di conoscenze, pratiche o rappresentative, che già possiede • L’adattamento (che Piaget considera sinonimo di intelligenza) viene raggiunto, durante il periodo sensomotorio, soltanto nel sesto stadio, quando il bambino riesce a scoprire vari mezzi con cui risolvere problemi pratici, come cercare un oggetto finito sotto il mobile, avvicinare un giocattolo usando uno strumento, ecc. Corso di Psicologia Medica

  11. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • La formazione dell’attivitàrappresentativa mette il bambino a contatto con un mondo molto più ampio • Da quel momento in poi, il dominio entro cui egli esercita la propria attività non è più costituito soltanto da oggetti effettivamente presenti e a portata dei suoi movimenti; accanto alla percezione e alle azioni reali ora esistono le rappresentazioni di oggetti • L’adattamento in questo caso non è più costituito da azioni efficaci, ma dalla costruzione di concetti che consentono di comprendere la realtà nei suoi molteplici aspetti e di fare delle previsioni attendibili Corso di Psicologia Medica

  12. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • In sintesi, l’organismo assimila incessantemente l’ambiente alla sua stessa struttura nello stesso tempo in cui accomoda la struttura propria all’ambiente: l’adattamento è un equilibrio tra i due scambi • È possibile distinguere quattro periodi nello sviluppo cognitivo: • periodo dell’intelligenzasensomotoria da 0 a 24 mesi; • periodo caratterizzato dall’intelligenzarappresentativa preoperatoria dai 2 ai 6 anni; • periodo dell’intelligenzaoperatoria concreta dai 7 agli 11-12 anni; • periodo dell’intelligenzaoperatoria formale che parte dagli 11-12 anni. Corso di Psicologia Medica

  13. I concetti fondamentali della teoria piagetiana • Questi periodi formano una sequenza stadiale • Il termine stadio si riferisce ad una fase dello sviluppo individuale perché caratterizzata da particolari strutture d’insieme mediante le quali sono organizzate le azioni reali o interiorizzate del bambino • Il termine sequenza indica che questi stadi si susseguono l’uno dopo l’altro in un ordine preciso: un bambino non può raggiungere uno stadio se prima non ha attraversato quelli che lo precedono • Fattori culturali (ambiente più o meno stimolante e ricco di opportunità di compiere esperienze, sia nei confronti dell’ambiente fisico che sociale) e fattori individuali (maggiore o minore intelligenza, buona salute fisica, ecc.) possono accelerare, rallentare, o in qualche caso anche bloccare lo sviluppo, ma non possono alterare la sequenza con cui esso si svolge Corso di Psicologia Medica

  14. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Lo schema d’azione rappresenta qui l’equivalente funzionale delle operazioni logiche del pensiero • Uno schema d’azione è ciò che è trasferibile, generalizzabile o differenziabile tra una situazione e la successiva • Esempi di schemi d’azione: schema di dondolare un oggetto sospeso, di tirare un veicolo, di tendere ad un obiettivo, o, in maniera più complessa, schema di riunione (tutto ciò che unisce), schema d’ordine (ogni condotta di classificazione) • Questi schemi d’azione motoria rappresentano così delle unità comportamentali elementari, non legate direttamente agli oggetti; ma questi schemi d’azione permettono la progressiva assimilazione di nuovi oggetti mentre questi ultimi, per accomodazione, determinano l’apparizione di nuovi schemi • Esiste pure una circolarità d’azione tra il bambino e il suo ambiente Corso di Psicologia Medica

  15. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Piaget (1936, 1937, 1946) ha studiato il periodo sensomotorio osservando i suoi tre bambini, annotando i loro comportamenti spontanei, e talora intervenendo in vari modi, ad esempio mostrando degli oggetti e quindi nascondendoli, per controllare le loro reazioni Corso di Psicologia Medica

  16. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio dell’esercizio riflesso (da 0 a 1 mese) • Al momento della nascita il bambino possiede vari schemi riflessi, dovuti a coordinazioni neuro-muscolari innate. Alcuni di questi riflessi si conservano immutati durante tutto il corso della vita (è questo il caso dello starnuto) e non presentano alcun interesse dal punto di vista psicologico. Altri schemi invece (più specificatamente quelli della suzione, prensione, visione, audizione e fonazione) subiscono profonde trasformazioni, man mano che, con l’assimilazione e l’accomodamento, incorporano nuovi oggetti e si coordinano con altri schemi • Durante il primo mese di vita il bambino esercita gli schemi riflessi in modo non coordinato: succhia gli oggetti che giungono, a contatto delle sue labbra (suzione), stringe ciò che gli sfiora il palmo della mano (prensione), fissa lo sguardo sugli oggetti che appaiono nel suo campo visivo (visione), manifesta interesse per i suoni (audizione) e ne emette a propria volta (fonazione) • Il bambino non si rende conto che varie stimolazioni che raggiungono i suoi organi di senso • È insomma del tutto assente la nozione di oggetto Corso di Psicologia Medica

  17. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio delle prime abitudini (da 1 a 4 mesi) • Gli schemi riflessi cominciano a differenziarsi, dando origine a nuovi schemi d’azione, e a coordinarsi gli uni con gli altri, grazie alle reazioni circolari. Questa espressione indica l’esecuzione ripetuta di un’azione dapprima prodotta casualmente. Durante questo stadio, l’interesse del bambino è attirato da certe azioni (tirare fuori la lingua, grattare, produrre certi suoni) in se stesse, e non da eventuali effetti prodotti sull’ambiente; la loro ripetizione può essere definita reazione circolare primaria • Le reazioni circolari primarie riguardano anche la coordinazione di più schemi, come nel caso in cui il bambino si esercita a portare la mano alla bocca e quindi succhiarla. In questo stadio si assiste alla coordinazione tra prensione e suzione, visione e prensione (il bambino arriva a prendere in mano un oggetto che sta vedendo, o a portare davanti agli occhi un oggetto che sta tenendo in mano), e audizione e fonazione (il bambino cerca di ascoltare i suoni che ha prodotto, o di riprodurre un suono che ha ascoltato) • Anche in questo stadio come nel precedente la nozione di oggetto è del tutto assente Corso di Psicologia Medica

  18. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio degli adattamenti sensomotori intenzionali (dai 4 agli 8-9 mesi) • Il bambino manifesta un crescente interesse per l’ambiente circostante: le azioni che riguardano essenzialmente il corpo vengono ora applicate agli oggetti • Egli cerca di strofinare, battere, tirare, dondolare, portare alla bocca gli oggetti che gli capitano a portata di mano, e, osserva gli effetti in questo modo prodotti • Succede a volte che una di queste azioni produca un effetto interessante, come l’inatteso dondolio o tintinnio di un giocattolo, e il bambino allora ripete l’azione in modo da far durare lo “spettacolo interessante” • Questa reazione circolare, volta a ottenere la ripetizione di un effetto sull’ambiente, e non dell’azione in quanto tale, può essere definita secondaria • Per quanto riguarda l’azione di oggetto, appaiono ora degli sviluppi rispetto agli stadi precedenti. Ad esempio il bambino fa dei movimenti di ricerca se un oggetto gli sfugge di mano, ma desiste ben presto se non lo trova. Egli dunque va oltre la percezione immediata, ma l’oggetto continua ad essere un prolungamento dell’azione, più che un’entità indipendente Corso di Psicologia Medica

  19. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio della coordinazione degli schemi secondari e della loro applicazione a situazioni nuove (dai 9 agli 11-12 mesi) • Il bambino coordina gli schemi che aveva acquisito nello stadio precedente grazie alle reazioni circolari, e costruisce delle sequenze in cui è possibile distinguere uno scopo dal mezzo impiegato per raggiungerlo. Per esempio spostando dapprima un ostacolo (mezzo), egli consegue poi lo scopo di prendere il giocattolo che si trovava dietro di esso; spingendo la mano della madre, la induce ad azionare un carillon, e così via • I comportamenti di questo stadio indicano che stanno avvenendo degli sviluppi importanti anche per quanto riguarda la nozione di oggetto. Se il bambino riesce a prendere un oggetto, rimovendo l’ostacolo che momentaneamente lo nasconde, vuol dire che riconosce l’esistenza dell’oggetto anche se non percepito • La nozione di oggetto presenta però seri limiti, che possono essere evidenziati nascondendo un giocattolo, nel corso di varie prove, in luoghi diversi, e lasciando che il bambino osservi questi spostamenti. Il bambino di questo stadio continua a cercare l’oggetto dove lo ha trovato la prima volta, anche se ha modo di vedere che esso viene successivamente nascosto in altri posti. Corso di Psicologia Medica

  20. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio della relazione circolare terziaria e della scoperta di mezzi nuovi attraverso la sperimentazione attiva (dagli 11-12 ai 18 mesi) • Il bambino cerca ora di scoprire nuovi aspetti degli oggetti e delle azioni. Egli non si limita più a ripetere e coordinare gli schemi che hanno già prodotto risultati interessanti, ma li modifica in vari modi, attuando una sorta di sperimentazione sistematica che Piaget chiama reazione circolare terziaria • Ad esempio nel far cadere ripetutamente un oggetto, egli modifica di volta in volta le posizioni del proprio braccio, producendo delle traiettorie diverse. Egli scopre così nuove azioni per attuare sequenze mezzo-fine efficaci. Tra gli schemi che, attraverso varie sperimentazioni, vengono a costituirsi in questo stadio ricordiamo qui quelli di tirare un supporto, quale un cuscino o una coperta, per avvicinare un giocattolo che vi si trova sopra; o usare un oggetto rigido, ad esempio una bambola, per avvicinare un altro che non è a portata di mano • La nozione di oggetto durante questo stadio è quasi costituita: il bambino non cerca più gli oggetti nascosti là dove li aveva in precedenza trovati, ma nel posto in cui li ha visti l’ultima volta. Egli è però ancora legato alla percezione: se un oggetto subisce degli spostamenti non visibili, non è in grado di ricostruirli mentalmente. Così, se si chiude una moneta dentro un pugno e, tenendo il pugno chiuso, la si depone sotto un cuscino, il bambino cercherà la moneta dentro il pugno e non sotto il cuscino Corso di Psicologia Medica

  21. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio dell’invenzione di nuovi mezzi attraverso la combinazione mentale (dai 18 ai 2 anni) • Questo stadio, caratterizzato dall’avvento dell’attivitàrappresentativa, segna la conclusione del periodo sensomotorio. Per “rappresentazione” Piaget intende “la capacità di evocare mediante un immagine simbolica l’oggetto assente o l’azione non ancora compiuta” (1968) • Ora il bambino è in grado di immaginarsi delle azioni, oltre che effettuarle realmente, e quindi pensar la soluzione di un problema pratico prima di metterla in atto, eseguendo mentalmente le sperimentazioni che nello stadio precedente poteva realizzare solo tramite azioni reali. Come esempio di ciò descriviamo un comportamento che Piaget ha osservato in una delle due figlie all’età di 18 mesi. Jacqueline, avvicinatasi ad una porta stringendo in ciascuna mano un piccolo fascio d’erba, allunga un braccio verso la maniglia, ma, prima di averla raggiunta, allontana il braccio, depone il fascio d’erba per terra e, con la mano ora libera, apre finalmente la porta. La bambina sembra essersi accorta di non poter afferrare la maniglia avendo le mani occupate. Essa deve aver immaginato l’esito della sua azione, visto che la ha interrotta prima di poterla constatare Corso di Psicologia Medica

  22. Periodo dell’intelligenza sensomotoria • Stadio dell’invenzione di nuovi mezzi attraverso la combinazione mentale (dai 18 ai 2 anni) • A partire da questo stadio il bambino è in grado di usare le immagini mentali, il linguaggio, i movimenti imitativi per rappresentare sia vari stadi di eventi a cui ha assistito, sia vari bisogni e fantasie • La capacità di rappresentare oggetti ed eventi consente la piena acquisizione della nozione di oggetto: ora il bambino è in grado di trovare gli oggetti nascosti ricostruendo mentalmente gli spostamenti di cui non ha diretta visione • Come mai l’attività rappresentativa appare solo verso i due anni, cioè relativamente tardi? • Piaget ritiene che le immagini mediante cui il bambino rappresenta azioni, oggetti ed eventi derivino dall’interiorizzazione di azioni reali. Per interiorizzazione egli intende una esecuzione solamente mentale, resa possibile da molte esecuzioni reali precedenti. • Il bambino sa immaginare delle azioni solo dopo che è giunto a padroneggiarle compiutamente durante il lungo tirocinio del periodo sensomotorio. Anche l’immagine mentale di un oggetto deriva da azioni, come quelle di esplorarlo manualmente o visivamente, seguendone con le mani o gli occhi i contorni e i tratti più caratteristici Corso di Psicologia Medica

  23. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Questo periodo caratterizza il progressivo accesso all’intelligenza rappresentativa; ogni oggetto è rappresentato, cioè corrisponde ad un’immagine mentale che permette di evocare l’oggetto anche in sua assenza • Il bambino è condotto a sviluppare la sua funzione simbolica (o semeiotica): il linguaggio, l’imitazione differita, l’immagine mentale, il disegno, il gioco simbolico • Piaget chiama funzione simbolica la capacità di evocare oggetti o situazioni non attualmente percepiti servendosi di segni o simboli • Questa funzione simbolica si sviluppa per imitazione sotto forma di attività ludica: il bambino riproduce nel gioco le situazioni che lo hanno colpito, interessato, preoccupato • Il linguaggio accompagna il gioco e permette la progressiva interiorizzazione Corso di Psicologia Medica

  24. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Tuttavia il bambino non è ancora capace di porsi al di fuori del suo proprio punto di vista e non può mettere in relazione reciproca le sue percezioni successive: il pensiero non è ancora reversibile, esiste la capacità rappresentativa e non quella operatoria, da qui il termine preoperatorio • Questo periodo si suddivide a sua volta in due stadi • Stadio del pensiero simbolico o pre-concettuale (dai 2 ai 4 anni) • Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni) Corso di Psicologia Medica

  25. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero simbolico o pre-concettuale (dai 2 ai 4 anni) • Comparsa della funzione simbolica ed inizio dell’interiorizzazione degli schemi d’azione in rappresentazioni: il bambino prima di compiere un’azione se la rappresenta • La funzione simbolica appare nelle sue differenti forme: linguaggio, gioco simbolico (o d’immaginazione, si usa un oggetto come simbolo, per esempio una penna diventa un treno) in opposizione ai giochi d’esercizio, unici presenti fino a questo momento, imitazione differita e probabilmente comparsa dell’immagine mentale concepita come imitazione interiorizzata (Piaget, 1972) Corso di Psicologia Medica

  26. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero simbolico o pre-concettuale (dai 2 ai 4 anni) • Nell’apprendere e nell’usare il linguaggio, il bambino dai 2 ai 4 anni assimila le parole a dei pre-concetti, designando con esse qualcosa che non è né generale né individuale, ma oscilla tra questi due estremi. Piaget (1946) riporta varie osservazioni effettuate sui suoi figli per documentare questa confusione • A due anni e mezzo, passeggiando con il padre, Jacqueline vede una lumaca. Incontrandone un’altra qualche metro più avanti, esclama “ancora la lumaca!”. Al padre che le chiede se è la stessa già vista, essa risponde di sì, dopo essere tornata sui suoi passi per vedere la prima • In altri casi Jacqueline, che ha una sorellina minore di nome Lucienne, afferma che ci sono molte Jacqueline e molte Lucienne: le seconde sono delle bambine piccole, le prime delle bambine grandi: Quando la sorellina crescerà, non sarà più una Lucienne bensì una Jacqueline Corso di Psicologia Medica

  27. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni) • Le azioni non sono ancora coordinate in sistemi d’insieme che consentano di eseguire più azioni mentali in rapida successione o simultaneamente • Nel cercare di spiegarsi vari ambiti di fenomeni, il bambino assimila gli eventi a delle azioni simili a quelle che lui stesso compie, o vede compiere da altre persone: si ha confusione tra la sfera soggettiva, a cui appartengono desideri, pensieri, intenzioni, con quella oggettiva a cui appartengono le cose inanimate le cui relazioni sono determinate da leggi fisiche • Questa confusione è ben evidenziata da tre tendenze che si manifestano nelle idee infantili sul mondo fisico: l’animismo, il finalismo e l’artificialismo Corso di Psicologia Medica

  28. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni) • Il termine animismo indica “la tendenza a considerare i corpi come vivi e dotati di intenzioni” (Piaget, 1926; trad. it. 1966, 176) • I bambini ritengono che ogni oggetto implicato in qualche attività che gli sia caratteristica ne abbia anche coscienza. Così ad esempio un bottone non sente di essere punto, ma se viene strappato se ne accorge • Prima dei 7-8 anni la natura appare una specie di società ben ordinata, in cui ogni corpo agisce intenzionalmente allo scopo di garantire agli uomini le condizioni per una vita serena: la luna sorge per segnalare ai bambini che è ora di andare a letto, il sole per darci la luce, i battelli galleggiano per trasportare la gente. Il bambino dunque dà una spiegazione finalisticadelle attività di vari corpi (naturali e non), ritenendosi soddisfatto quando è riuscito a individuare (a torto o a ragione) gli scopi che questa realizza, senza chiedersi in che modo tale attività abbia luogo Corso di Psicologia Medica

  29. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni) • L’artificialismo infine “consiste nel considerare le cose come il prodotto della fabbricazione umana” (Piaget, 1926; trad. it., 1966, 259). Questa tendenza del pensiero infantile è evidenziata dalle spiegazioni che i bambini forniscono a proposito dell’origine di astri, fiumi, montagne, materie prime e fenomeni come vento, pioggia, tuoni e lampi. I bambini, prima dei 7-8 anni pensano che siano stati gli uomini a scavare i bacini idrici e a riempirli con lo sputo, l’urina o con l’acqua • Volendo descrivere le caratteristiche più salienti del modo di pensare dei bambini dello stadio preoperatorio, Piaget ha usato i termini di egocentrismo e irreversibilità • Il termine egocentrismo sta ad indicare che, proprio perché le sue azioni mentali non sono ancora coordinate le une con le altre, “il soggetto rimane centrato sulle proprie azioni e i propri punti di vista” (Piaget, 1970; 710), non ammette una realtà diversa da ciò che percepisce Durante lo stadio preoperatorio i bambini sembrano non rendersi conto che una persona, con la quale stanno parlando, può possedere delle conoscenze diverse dalle loro: ad esempio, omettono una serie di particolari convinti che l’interlocutore conosca (sincretismo verbale). Essi perciò non sono in grado di mettersi, per così dire, nei panni dell’interlocutore, fornendo tutte le informazioni necessarie perché la comunicazione abbia effettivamente successo Corso di Psicologia Medica

  30. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni) • Nel disegno i bambini di questa età riescono a collocare i particolari al punto giusto, a tracciare i contorni in modo appropriato mediante linee rette o curve, a eseguire insomma dei disegni che effettivamente tendono a rassomigliare alla realtà, e che sono perciò realistici, secondo l’accezione con cui Luquet usa questo termine. Il realismo come lo intende in questa fase il bambino è però diverso da come lo intende l’adulto: il primo è un realismo intellettuale, ed il secondo è un realismo visivo • Per l’adulto un disegno perché sia rassomigliante deve essere una specie di fotografia dell’oggetto visto in prospettiva, con dettagli visibili soltanto dalla parte da cui l’oggetto si osserva • Nella concezione infantile invece un disegno, per essere rassomigliante, deve contenere tutti gli elementi reali dell’oggetto, anche se non visibili dalla parte in cui viene osservato Corso di Psicologia Medica

  31. Intelligenza rappresentativa preoperatoria • Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni) • Il termine irreversibilitàsta ad indicare che il bambino non ha modo di annullare gli effetti di un’azione mentale attraverso l’esecuzione di un’altra azione mentale ad essa opposta: riesce a tener conto di una cosa per volta, non ha mai presente l’inizio e la fine di un processo • La irreversibilità del pensiero crea delle difficoltà anche nell’acquisizione di nozioni di fondamentale importanza, come quelle di conservazione o invarianza • Se al bambino preoperatorio vengono mostrati due bicchieri del tutto identici contenenti un uguale quantitativo di acqua colorata, e lo sperimentatore travasa il contenuto di uno dei due recipienti in un bicchiere di forma diversa, per il bambino ci sarà tanto più sciroppo tanto è più alto il livello poiché manca la capacità di mettere in relazione l’altezza della colonna d’acqua con la sezione del contenitore. Secondo Piaget il bambino acquisisce le nozioni di invarianza o conservazione solo quando ha superato l’irreversibilità del pensiero Corso di Psicologia Medica

  32. Periodo dell’intelligenza operatoria concreta • Le azioni mentali del bambino sono ora meno collegate alle immagini, hanno dunque un carattere più astratto (Piaget, 1947) • Il bambino diventa capace di decentramento, non è più limitato al suo solo punto di vista, può coordinare diversi punti di vista e trarne le conseguenze • Diventa capace di liberarsi dagli aspetti successivi delle sue percezioni per distinguere, attraverso il cambiamento, ciò che resta invariato Corso di Psicologia Medica

  33. Periodo dell’intelligenza operatoria concreta • Entrano in gioco le nozioni di conservazione delle sostanze (peso e volume), poi le conservazioni spaziali e le conservazioni numeriche • Nello stesso tempo in campo sociale il bambino prende coscienza del suo pensiero, di quello degli altri, cosa che prelude all’arricchimento degli scambi sociali. Accetta il punto di vista degli altri, i loro sentimenti. Una vera collaborazione e cooperazione di gruppo diviene possibile • Il limite operatorio di questo periodo resta caratterizzato dalla necessità del supporto concreto: il bambino non può ancora ragionare partendo da soli enunciati verbali • Ad esempio, “Editta è più bionda di Susanna. Susanna è più bruna di Lilli. Quale delle tre ha i capelli più scuri?”. Questo problema non viene risolto prima degli 11-12 anni (Piaget, 1924); in apparenza esso richiede solo di collegare (addizionare) le relazioni “più chiaro” e “più scuro” fra tre colori, tuttavia la forma in cui è presentato ostacola la formazione di immagini e richiede che si ragioni su delle proposizioni verbali Corso di Psicologia Medica

  34. Periodo dell’intelligenza operatoria formale • Il bambino diviene capace di operare mediante addizioni e moltiplicazioni di classi e relazioni anche su idee e conoscenze astratte, cioè non raffigurabili mediante immagini mentali • Le operazioni concrete rivelano il loro limite quando si tratta di affrontare dei problemi in cui non basta attuare delle classificazioni o degli ordinamenti seriali, ma occorre saper combinare diversi elementi tra loro per individuare quelli rilevanti ed eliminare quelli irrilevanti Problemi di questo genere sono ad esempio quelli in cui occorre scoprire, tra tutti i fattori possibili, i fattori responsabili di un certo fenomeno. Prendiamo ad esempio, tra quelli proposti da Piaget e Inhelder nel loro studio sulla logica dell’adolescente Piaget e Inhelder, 1971; pp.69-80), il problema dell’oscillazione del pendolo. Tra i fattori possibili che possono influenzare la frequenza di oscillazione di un pendolo (formato da una cordicella a cui viene applicato un peso) vi sono: la lunghezza della corda, il peso; l’entità della spinta impressa al peso, l’ampiezza dell’oscillazione; quindi i fattori in gioco sono quattro, più il fattore risultato (frequenza di oscillazione). Entro certi limiti dell’ampiezza, la frequenza di oscillazione varia in funzione della lunghezza della corda. Il compito del soggetto è quello di far variare la frequenza delle oscillazioni e spiegare (verbalmente) la ragione di queste variazioni. Per riuscire in questo, egli dovrà dissociare il fattore casuale, cioè la lunghezza, dagli altri tre, per poi escludere questi ultimi. Corso di Psicologia Medica

  35. Periodo dell’intelligenza operatoria formale • Altra caratteristica, collegata a questa, che connota il pensiero formale è la capacità di usare la categoria del “possibile” e dell’”ipotetico”, a differenza del pensiero concreto che si fonda solo sul reale e l’attuale. Il pensiero formale o operatorio non si riferisce soltanto agli oggetti, alle loro classi e relazioni, ma a degli insiemi di oggetti e alle loro diverse combinazioni possibili • Quando si tratta di sapere se una combinazione fattore-risultato può presentarsi insieme ad altre, oppure no (se non si escludono altri fattori), allora il ragionamento non riguarda più il reale soltanto, ma il reale in funzione del possibile Corso di Psicologia Medica

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