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LA ROBOTICA EDUCATIVA: GRUPPI DI PROGETTO NELLA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA

LA ROBOTICA EDUCATIVA: GRUPPI DI PROGETTO NELLA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA. Raimondo Sgrò I.I.S. Marconi Galletti Via Oliva 15, 28845 Domodossola VB raimondo.sgro@istruzione.it. Convegno Roboscuola 14 Aprile 2011 - Catania. IL PUNTO DI PARTENZA.

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LA ROBOTICA EDUCATIVA: GRUPPI DI PROGETTO NELLA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA

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  1. LA ROBOTICA EDUCATIVA: GRUPPI DI PROGETTO NELLA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA Raimondo Sgrò I.I.S. Marconi Galletti Via Oliva 15, 28845 Domodossola VB raimondo.sgro@istruzione.it Convegno Roboscuola 14 Aprile 2011 - Catania

  2. IL PUNTO DI PARTENZA • Il documento Europa 2020 introduce alcuni grandi obiettivi, tra cui realizzare una crescita intelligente. Tra le iniziative faro: migliorare i sistemi di insegnamento. • L’approccio alla progettazione mediante lavoro d’equipe, può rappresentare uno strumento vincente sia per introdurre l’innovazione, sia per favorire l’apprendimento.

  3. IL LAVORO DI GRUPPO COME STRUMENTO DI APPRENDIMENTO • Applicare lo strumento del lavoro di gruppo alla robotica educativa, rappresenta un’opportunità di miglioramento dell’esperienza di apprendimento, la quale, se correttamente orchestrata, consente ai singoli studenti di operare in risonanza con le già discusse caratteristiche della robotica didattica.

  4. COS’È IL LAVORO DI GRUPPO • Non è uno scudo per proteggere chi non lavora. • Su modello del cooperative learning il gruppo opera per il raggiungimento di un obiettivo per il quale è necessario il lavoro di tutti i componenti. • Interdipendenza e responsabilità individuale sono requisiti fondamentali per una buona riuscita.

  5. STRUTTURARE I GRUPPI: INTERAZIONE E RESPONSABILITÀ • Curare l’omogeneità dei gruppi, pur assecondandone la spontanea formazione. • Assegnare responsabilità chiare ma evitare gerarchie marcate. • La divisione delle mansioni deve stimolare le interazioni. • L’interazione tra i membri del gruppo deve rappresentare una necessità più che un’imposizione, un fatto naturale al quale il gruppo deve adeguarsi spontaneamente.

  6. UN ESEMPIO • un progetto curriculare di un robot, classe quinta di un Istituto Tecnico. • Una semplice automazione come inseguitore di luce. • dividere il sistema in tre blocchi unità centrale, controllo motori, sensori. • formare gruppi di lavoro composti da 2 o 3 elementi • assegnate le responsabilità, fissare le scadenze

  7. CONDURRE UN PROGETTO MEDIANTE GRUPPI COOPERATIVI • Vi sono alcuni rischi di deriva: una verso il prodotto, ed verso le competenze. • Non si può prescindere né dal prodotto, né dalle competenze, ma si devono evitare modelli rigidi ove il ruolo dello studente è mera esecuzione. • Il processo da controllare è l’apprendimento, il set point è l’obiettivo da raggiungere ovvero il problema da risolvere, infine l’elemento di regolazione è l’insegnante.

  8. Problema: Specifiche CONDIVISIONE Fase di incertezza: Pianificazione Ricerca Soluzione Successo FASI DELLA CONDUZIONE DEL PROGETTO ED INTERAZIONI Insegnante Alunni Insegnante Gruppo Insegnante Gruppo NO SI Gruppo Classe MOTIVAZIONE Insegnante

  9. Quando ci si trova ad affrontare un problema aperto è naturale un momento di iniziale smarrimento • In questa fase, l’opera dell’insegnante è essenziale • durante il percorso le interazioni cambiano, si passa gradualmente dal modello verticale a quello circolare

  10. MODELLO VERTICALE E CIRCOLARE insegnante insegnante Classe Alunno Classe Gruppo

  11. CONTRO LA DIDATTICA DELLA SEMPLIFICAZIONE • Spesso provvedimenti volti a rendere l’istruzione meno elitaria, hanno in realtà portato ad un abbassamento dei livelli scolastici. • Circolo vizioso da combattere: l’abbassamento dei livelli e la conseguente diminuzione del lavoro degli studenti. • L’ obiettivo è formare giovani in grado di entrare con competenza nella società della conoscenza. • non è possibile pensare di rinunciare ad insegnare i concetti complessi.

  12. Un concetto complesso è formativo per lo studente, è terreno di sperimentazione e formazione, lo prepara al domani in cui chi possiede il know-how ha una possibilità in più di costruire il proprio futuro. • dobbiamo insegnare saperi complessi utilizzando metodi e strumenti che ne semplifichino l’apprendimento. • La robotica educativa offre questa opportunità, consente di affrontare tematiche tecnologiche e scientifiche di alto livello, che siano motivanti per gli studenti e che mettano in condizione di impiegare metodologie didattiche adeguate.

  13. CONCLUSIONI • Ai già discussi vantaggi della robotica educativa: impatto motivante, veicolo di innovazione ed interazione con il mondo del lavoro possiamo aggiungere la possibilità di operare attraverso gruppi di progetto. • Questo da una parte migliora le interazioni tra gli alunni, favorendone la responsabilità, dall’altra valorizza la figura dell’insegnante spostando il modello di insegnamento da verticale a circolare, contribuendo alla formazione di modelli positivi e basati sulla meritocrazia.

  14. RINGRAZIAMENTI • Dirigente Scolastico Prof. Carmelo Arcoraci • I colleghi Flavio Poletti, Giovanni Moretti e Pasquale La Torre • Il Direttore Dell’Unione Industriale del Verbano Cusio Ossola, dott. Mauro Caminito

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