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Incontri di formazione S.T.R.E.S.A. la lingua della storia

Incontri di formazione S.T.R.E.S.A. la lingua della storia. Treviglio, 16-20-245 marzo, 3 aprile 2013 Luisa Zambelli Giscel Lombardia. Le lingue dell’educazione. Lingue presenti nella scuola.

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Incontri di formazione S.T.R.E.S.A. la lingua della storia

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Presentation Transcript


  1. Incontri di formazione S.T.R.E.S.A.la lingua della storia Treviglio, 16-20-245 marzo, 3 aprile 2013 Luisa Zambelli Giscel Lombardia

  2. Le lingue dell’educazione Lingue presenti nella scuola lingua disciplina lingua strumento di insegnamento delle discipline non linguistiche (adattato da A.A.V.V “Un documento europeo di riferimento per le lingue dell’educazione?” 2009, Sette Città) Lingua di scolarizzazione Lingue e varietà regionali, minoritarie, dell’emigrazione Lingue e varietà straniere insegnate nella scuola

  3. La lingua della storia nelle Indicazioni per il Curricolo “ Per l’educazione linguistica sono importanti • i processi di produzione e di organizzazione delle informazioni primarie e inferenziali, • -le capacità che si acquisiscono studiando con metodo i testi allo scopo di apprendere il lessico specifico imparare a concettualizzareesponendo in forma orale e scritta.” ( Gli intrecci disciplinari)

  4. Indicazioni Curricolari. StoriaTraguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria • L’alunno riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita • Riconosce ed esplora (…) le tracce storiche presenti nel territorio e comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale. • Usa le linea del tempo per organizzare informazioni (…) e individuare successioni …. • Individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali. • Organizza le informazioni e le conoscenze,tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti. • Comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche. • Usa carte geo-storiche anche con l’ausilio di strumenti informatici. • Racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici anche con risorse digitali. • Comprende avvenimenti e fatti delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia dell’umanità dal paleolitico alla fine del mondo antico con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità • Comprende aspetti fondamentali dell’Italia dal Paleolitico alla fine dell’Impero Romano d’Occidente, con possibilità di apertura e confronto con la contemporaneità

  5. Indicazioni Curricolari. StoriaTraguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di I grado • L’alunno si informa in modo autonomo sui fatti e problemi storici anche mediante l’uso di risorse digitali • Produce informazioni storiche di vario genere - anche digitali- e le sa organizzare in testi. • Espone oralmente e con scritture – anche digitali- le conoscenze storiche acquisite operando collegamenti e argomentando le proprie riflessioni. • Usa le conoscenze e le abilità per orientarsi nella complessità del presente, comprende opinioni e culture diverse, capisce i problemi fondamentali del mondo contemporaneo. • Comprende aspetti , processi e avvenimenti della storia italiana dalle forme di insediamento e di potere medievali alla formazione dello stato unitario fino alla nascita della Repubblica, anche con possibilità di aperture e confronti con il mondo antico. • Comprende aspetti e processi fondamentali della storia europea medievale, moderna e contemporanea, anche con possibilità di aperture e confronti con il mondo antico. • Comprende aspetti e processi fondamentali della storia mondiale dalla civilizzazione neolitica alla rivoluzione industriale, alla globalizzazione. • Conosce aspetti e processi essenziali della storia del suo ambiente. • Conosce aspetti del patrimonio culturale, italiano e dell’umanità e li sa mettere in relazione con i fenomeni storici studiati.

  6. Indicazioni Curricolari. Storia Evidenze: • ruolo esteso e capillare delle competenze linguistico comunicative nell’insegnamento-apprendimento della storia • ampiezza e complessità delle competenze linguistico-comunicative coinvolte • strumentalità : la lingua è strumento di insegnamento-apprendimento di una disciplina non linguistica; la sua padronanza è un pre-requisito

  7. La lingua della storia.Caratteristiche generali La lingua specialistica è uno degli elementi distintivi di una disciplina (gli altri: ambito specifico di sapere , statuto epistemologico) • La storia si colloca al 5° posto tra le lingue specialistiche per quanto riguarda l’incidenza del lessico specifico ( cfr De Mauro, postfazione a GRADIT), dopo la medicina, la chimica, la botanica e la biologia. • La lingua della storia come disciplina scolastica risulta più semplificata rispetto a quella accademica e della ricerca. • La funzione divulgativa delle discipline scolastiche limita gli specialismi – lessicali, ma non solo- e sceglie forme più vicine alla lingua del quotidiano.

  8. La lingua della storia. I generi di discorso. 1 il discorso scientifico degli storici professionisti; la stampa specialistica; la divulgazione (stampa non specialistica); le opere enciclopediche (specialistiche // divulgative); • E’ vero bensì che, secondo le statistiche ufficiali, la quantità totale della seta greggia esportata dall’Italia nel 1888 sarebbe stata di appena 1/40 (1000 quintali circa) inferiore a quella esportata nel 1887, e questo forse per l’incremento subito dalle esportazioni in Svizzera, in Austria, in Germania, nei Paesi Bassi e in Inghilterra, che avrebbe in parte compensato la diminuzione delle esportazioni in Francia. ( Luzzatto, G. ”L’economia italiana dal 1861 al 1894”Einaudi, 1974, To) • “ Di qui la seconda sfera del conflitto: il movimento dei paesi arabi vicini e di movimenti fiancheggiatori che a partire dalla guerra iniziata nel momento stesso dell’indipendenza israeliana nel 1948 hanno non solo appoggiato la parte palestinese, ma anche svolto un ruolo primario nella lotta armata contro Israele” (Della Pergola, S.”Israele senza Palestina” in Limes, n. 1, 2010) • “Le esplorazioni spagnole lungo il Rio delle Amazzoni non potevano lasciare indifferenti i Portoghesi, che contendevano alla Spagna il possesso del Brasile. Perciò le autorità lusitane favorirono a loro volta una serie di spedizioni che, partendo dalla costa orientale, dovevano risalire controcorrente il corso del fiume, costituendo enclavi portoghesi nei punti d’immissione dei principali affluenti: in tal modo agli Spagnoli sarebbe stato precluso l’accesso all’oceano” ( “La corsa alla ricchezza”, in Storica, National Geographic,n. 6, 2011) - “ Mentre ciò avveniva in Italia, al principio del sec. XIII nel nuovo conflitto per la successione a Enrico VI i fautori di parte guelfa e di parte ghibellina tendevano a riprendere il loro carattere dinastico e nazionale.” • (“La storia”, La biblioteca di Repubblica, volume 5, cap. IX)

  9. La lingua della storia. i generi di discorso. 2La manualistica scolastica Roma conquista l’Italia Durante la Monarchia Roma aveva rafforzato la sua posizione nei territori intorno al Tevere. Con l’avvento della Repubblica, cominciò ad allargare i propri domini, conquistando il Lazio e parte dell’Etruria (sud dell’attuale Toscana). Subì qualche sconfitta, ma, alla fine riuscì sempre a prevalere sul nemico. In un solo caso rischiò di soccombere: quando da nord giunsero i Celti, che i Romani chiamavano Galli. Essi sbaragliarono tutti i nemici che incontrarono sul loro cammino e arrivarono a Roma occupandola. I Celti però non erano abituati alla vita cittadina: pretesero solo una grossa quantità di oro e se ne andarono. Roma fu salva. Un altro sanguinoso conflitto fu quello contro i Sanniti, orgoglioso e forte popolo degli Appennini centrali. I Romani combatterono con loro ben tre guerre, nel corso delle quali subirono un’umiliante sconfitta. Malgrado ciò, riuscirono a ottenere la vittoria finale e occuparono tutto il Centro Italia. ( Taffarel L., ( a cura di) Ora so … di più 5, Ardea Tredieci editori, 2009, Villorba, Treviso.)

  10. La lingua della storia. Caratteristiche generali Aspetti Frequente il lessico esterno al VdB ; sinonimie ( e coreferenze); polisemie; forme lessicali astratte e generali, espressioni figuate. Nel lessico specifico si riconoscono parole e termini di altri ambiti ( politica, economia, sociologia, geografia…) e della lingua quotidiana ( significato più ristretto e preciso) . parole e termini dai significati diversi a seconda del periodo storico a cui sono riferiti Aspetti morfo- Tempi e modi verbali non frequenti nella lingua quotidiana ( passato remoto sintattici. participio passato; forma passiva); periodi lunghi; ipotassi; nominalizzazioni; forme incapsulatrici Aspetti Connettivi (anche insoliti); alta densità informativa del testo; usati più tipi di testo: testuali narrazioni, esposizioni, argomentazioni; inferenze spesso “alte”; concettualizzazione elevata e riferita a nozioni politico-sociali per le quali un lettore giovane non possiede schemi interpretativi

  11. La competenza linguistico-comunicativa degli alunni Al suo ingresso nella scuola l’alunno dispone di una competenza linguistico- comunicativa orale caratterizzata da un registro colloquiale e informale: • sintassi semplice, con frasi brevi, prevalentemente paratattiche, talvolta frammentarie; - lessico poco vario, con frequente ricorso a parole “passepartout”, ripetizioni; • struttura del discorso di tipo lineare; • bassa densità informativa. Il percorso verso l’acquisizione di competenze linguistiche alte si distende lungo tutto il curricolo, sostenuta dall’esposizione a registri linguistici, forme testuali, modalità discorsive più sorvegliate, formali, soprattutto di tipo scritto

  12. La competenza linguistico-comunicativa degli alunni. Strategie di lettura

  13. La competenza linguistico-comunicativa degli alunni. Comprendere il testo Il lettore giovane che non ha ancora consolidato competenze esperte di lettura e comprensione di fronte al manuale può incontrare: - difficoltà a rappresentarsi cognitivamente il testo già letto nel progredire della lettura, selezionando adeguatamente; - difficoltà a mantenere in memoria quanto selezionato nella lettura già fatta e potenzialmente necessario per la prosecuzione della comprensione; - difficoltà a causa del sovraccarico informativo.

  14. Il manuale di storia

  15. Il manuale di storia. Leggibilità e comprensibilità La riflessione sulla leggibilità e comprensibilità sottolinea il ruolo che la qualità e le caratteristiche dei testi svolgono nel processo di lettura e comprensione Leggibilità: Decifrazione degli aspetti di superficie del testo: scrittura, grafica, impaginazione, lessico, sintassi Comprensibilità: Riconoscimento degli aspetti profondi, logico-concettuali del testo però • I primi veicolano i secondi • Nel testo poco leggibile li mascherano e rappresentano comunque un ostacolo al riconoscimento dei secondi • Un testo del tutto privo di ostacoli di superficie può contenere ostacoli di secondo livello

  16. Il manuale di storia. Valutare la leggibilità Vocabolario di base • V. fondamentale 2000 p. (VF) • V. di alto uso 2750 p. (VAU) • V. di alta disponibilità 2300 p. (VAD) Totale 7050 parole • Sono mediamente le parole più brevi dell’italiano • Vi si trovano anche parole di linguaggi specifici (10% economia, 15.8% diritto, 23,1% biologia, 13,8% medicina) • Il 99% delle normali scritture, qualunque sia l’argomento, sono realizzate facendo uso del VF+VAU • Formule di leggibilità • L= 89- (Lp/10)+ (3 molt. Fr) Lp: (totale delle lettere molt.100) /totale parole Fr: (totale frasi. molt. 100)/ totale parole

  17. Il manuale di storia. Il testo leggibile Caratteristiche del testo leggibile Lessico: • Prevalenza di parole appartenenti al VdB Sintassi Periodi brevi • Struttura lineare • Subordinazione limitata • Pronomi dalla referenza riconoscibile • Connettivi consueti

  18. Il manuale di storia. Valutare la comprensibilità Per la valutazione della comprensibilità si procede alla lettura rallentata . La lettura rallentata. E’ lalettura fatta da un esperto che, pensando a voce alta, analizza l’organizzazione logico-concettuale del testo e si chiede se i microragionamenti necessari per la comprensione siano possibili per i lettori cui il testo è destinato. Un testo è comprensibile se: • L’argomento ha punti di contatto con l’enciclopedia del lettore • La struttura del testo è evidente • Le informazioni sono ben collegate • Le inferenze sono possibili per il lettore

  19. Il manuale di storia. Risultati attesi da lettura e comprensione La comprensione - non è un processo “tutto o nulla”: sono possibili diversi gradi ed è difficile specificare criteri certi di riuscita - vi contribuiscono in modo interattivo processi dall’alto (conoscenze sulla lingua, sui testi , sull’argomento…) processi dal basso ( i dati in entrata). - richiede che l’informazione sia organizzata e strutturata Un processo di comprensione efficace permette di: riconoscere le informazioni esplicite del testo (ciò che il testo dice: c. letterale) - integrare con informazioni implicite dove necessario (inferenze: c. integrativa) - ricostruire la progressione informativa// la gerarchia delle informazioni // i significati complessivi, cioè temi e sottotemi ( schema del testo: c. ricostruttiva e interpretativa) - valutare contenuto e forma del testo ( c. valutativa)

  20. La lezione: aspetti linguistico- comunicativi La lezione è una produzione orale caratterizzata da • asimmetria fra i ruoli dei partecipanti (istituzionale oltre che di fatto) • assenza di bidirezionalità ( affidati al solo docente i compiti di proporre il tema, di stabilire turni di parola e durata dell’intervento) • di registro sorvegliato e ( competenza linguistica del docente: alta, relativamente formale specialistica)

  21. La lezione: aspetti linguistico- comunicativi Tipologie di lezioni • Monologica • Dialogica • Strutturata in lavori di gruppo • Esercitazione guidata • Con forme collaborative • Nella pratica didattica convivono solitamente più modalità

  22. La lezione: aspetti linguistico- comunicativi Nella lezione dialogica il docente formula domande allo scopo di: - coinvolgere gli alunni - sollecitare l’attenzione - focalizzare aspetti significativi L’operazione tipica della lezione è la spiegazione. Nella spiegazione un dato nuovo si aggiunge a un’informazione nota e la ristruttura. Tipi di spiegazione. • Generalizzazione • Indicazione di cause • Segnalazione di causa-effetto • Esplicitazione e integrazione • Attribuzione di significati attraverso parafrasi e definizioni

  23. L’alunno a lezione. Competenze di ascolto degli alunni all’ingresso nella scuola: - spontanee e non sorvegliate - sufficienti a permettere la comprensione di argomenti a lui familiari , di ampiezza limitata, esposti in modo semplice e chiaro Comprendere la lezione : - identificare i tipi di contenuto • cogliere le informazioni-chiave • collegare ciò che si viene ascoltando con quanto ascoltato prima in modo da ricostruire la coerenza del discorso Di rilievo : • lo stile espositivo del docente • l’uso di supporti didattici • l’utilizzo del manuale in corso di spiegazione

  24. La mediazione didattica: la lezione e il manuale Modalità d’uso del manuale: • Il docente legge o fa leggere a voce alta in modo continuato • Il docente legge o fa leggere a voce alta in modo continuato e interviene spiegando, commentando, aggiungendo • Il docente spiega prescindendo dal testo, ma seguendone idealmente lo schema • Il docente spiega prescindendo dal testo eseguendo un percorso narrativo e logico diverso • Il docente utilizza materiale diverso, a integrazione della propria spiegazione // a integrazione del manuale // in sostituzione del manuale

  25. Roma conquista l’Italia Durante la Monarchia Roma aveva rafforzato la sua posizione nei territori intorno al Tevere. Con l’avvento della Repubblica, cominciò ad allargare i propri domini, conquistando il Lazio e parte dell’Etruria (sud dell’attuale Toscana). Subì qualche sconfitta, ma, alla fine riuscì sempre a prevalere sul nemico. In un solo caso rischiò di soccombere: quando da nord giunsero i Celti, che i Romani chiamavano Galli. Essi sbaragliarono tutti i nemici che incontrarono sul loro cammino e arrivarono a Roma occupandola. I Celti però non erano abituati alla vita cittadina: pretesero solo una grossa quantità di oro e se ne andarono. Roma fu salva. Un altro sanguinoso conflitto fu quello contro i Sanniti, orgoglioso e forte popolo degli Appennini centrali. I Romani combatterono con loro ben tre guerre, nel corso delle quali subirono un’umiliante sconfitta. Malgrado ciò, riuscirono a ottenere la vittoria finale e occuparono tutto il Centro Italia. • Leggibilità : 56 • Lunghezza ( parole): 146 • N. periodi: 10 • periodo più lungo: 22 p. • Periodo più breve 3 p. • Lunghezza media periodo (in parole): 14,6 • N. proposizioni: 21 • Lunghezza media del (periodo in proposizioni): 2,1 • Grado max. di subordinazione: 1 • N. parole oltre il VdB: 14 (circa)

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