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Inquinamento atmosferico e acustico e influssi del clima sulla salute

Inquinamento atmosferico e acustico e influssi del clima sulla salute. L'ARIA CHE RESPIRIAMO. L’aria che respiriamo è costituita per il: · 78,9% da azoto (N2) · 20,9% da ossigeno (O2) · 0,2% da anidride carbonica (CO2), gas nobili (elio...) e idrogeno (H2).

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Inquinamento atmosferico e acustico e influssi del clima sulla salute

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Presentation Transcript


  1. Inquinamento atmosferico e acustico e influssi del clima sulla salute

  2. L'ARIA CHE RESPIRIAMO L’aria che respiriamo è costituita per il: ·78,9% da azoto (N2) ·20,9% da ossigeno (O2) ·0,2% da anidride carbonica (CO2), gas nobili (elio...) e idrogeno (H2).

  3. in condizioni di riposo: dai 6 ai 9 litri di aria al minuto (circa 9-13 metri cubi al giorno) durante una attività fisica moderata:60 litri al minuto durante una attività fisica intensa:130 litri al minuto Questi volumi d'aria sono filtrati da una superficie respiratoria (alveoli polmonari) che si sviluppa per una estensione complessiva di ben 130-150 metri quadrati. Un individuo adulto respira:

  4. L'inquinamento atmosferico è dato dalla presenza nell'aria di una o più sostanze indesiderabili o estranee in quantità e per una durata tali da alterare la salubrità dell'aria e da costituire un pericolo per la salute umana. Gli inquinanti gassosi che giungono a livello polmonare vengono assorbiti dalla superficie alveolare ed entrano nella circolazione sanguigna da cui raggiungono i diversi organi e apparati. L'INQUINAMENTO DELL'ARIA CHE RESPIRIAMO

  5. FONTI DI INQUINAMENTO IN ATMOSFERA • PROCESSI PRODUTTIVI (ATTIVITÀ INDUSTRIALI E ARTIGIANALI) • PROCESSI DI COMBUSTIONE (RISCALDAMENTO E TRAFFICOVEICOLARE). La principale fonte di inquinamento è data dal traffico autoveicolare

  6. Il traffico autoveicolare Il grosso contributo del traffico autoveicolare alle immissioni in atmosfera è dimostrato anche dal fatto che l'inquinamento nelle aree urbane non è più limitato al periodo invernale ma è divenuto, con episodi più o meno acuti, una costante nel corso dell'intero anno.

  7. Sostanze prodotte dal traffico autoveicolare Il traffico autoveicolare è responsabile della immissione in atmosfera • dei prodotti della combustione dei motori • delle polveri che si liberano dall'usura dei freni, dei pneumatici e del manto stradale • degli idrocarburi che vaporizzano dai serbatoi dei veicoli. Gli scarichi degli autoveicoli, derivanti dalla combustione incompleta del carburante, comprendono migliaia di sostanze sotto forma di gas e di polveri.

  8. Sostanze prodotte dal traffico autoveicolare Le principali sostanze tossiche prodotte dal traffico autoveicolare sono: • monossido di carbonio (CO) • ossidi di azoto (NOx) • ossidi di zolfo (SOx) • composti organici volatili (COV) • particelle totali sospese (PTS) che contengono numerosissimi inquinanti (piombo, cadmio, idrocarburi policiclici aromatici ecc.) – PM10 • ozono

  9. GLI EFFETTI SULLA SALUTE DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO I danni alla salute derivanti dall'inquinamento atmosferico dipendono, oltre che dall'azione dei singoli inquinanti: • dalla interazione dei diversi inquinanti tra di loro; • dalle condizioni atmosferiche; • dalle condizioni respiratorie; • dalla dose inalata.

  10. Sono CATEGORIE A RISCHIO, cioè soggetti per i quali è più alto il rischio di danno alla salute: BAMBINI ANZIANI CARDIOPATICI QUANTI SOFFRONO DI DISTURBI RESPIRATORI Va comunque ricordato che non solo le categorie a rischio, ma TUTTA LA POPOLAZIONE è esposta agli effetti sfavorevoli dell'inquinamento atmosferico che è comunque un fattore di riduzione del benessere dell'uomo. COSA FARE PER TUTELARE LA NOSTRA SALUTE

  11. SORGENTI Processi di combustione derivanti da autoveicoli, impianti di riscaldamento e impianti industriali. Il maggior contributo è dato dal traffico autoveicolare e, in ordine decrescente, da diesel pesanti, autovetture a benzina, diesel leggeri e autovetture catalizzate. EFFETTI SULLA SALUTE Riduzione della funzionalità respiratoria e dei meccanismi di difesa polmonari, più evidenti nei soggetti bronchitici ed asmatici, negli anziani e nei bambini. Gli effetti nocivi insorgono dopo svariate ore dalla cessazione all'esposizione. L'esposizione di breve durata favorisce anche la insorgenza di fatti infiammatori delle mucose delle vie aeree superiori; l'esposizione protratta facilita le infezioni respiratorie profonde. OSSIDI DI AZOTO (NO/NO2)

  12. SORGENTI Processi di combustione in carenza di ossigeno, situazione che si verifica in vario grado nei motori degli autoveicoli, negli impianti di riscaldamento e negli impianti industriali. Un'altra fonte estremamente significativa è rappresentata dal fumo di sigaretta. EFFETTI SULLA SALUTE Legandosi all'emoglobina del sangue al posto dell'ossigeno, impedisce il trasporto ai tessuti di quest'ultimo e determina stato di asfissia. I suoi effetti sono soprattutto a carico dell'apparato cardiovascolare (ipertensione, infarto), del sistema nervoso (obnubilamento fino alla morte nei casi di intossicazione grave) e del feto (ridotto accrescimento). MONOSSIDO Dl CARBONIO (CO)

  13. SORGENTI Uso di combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio). Negli ultimi 10 anni si è osservata una netta tendenza alla diminuzione delle emissioni di SO2, attribuibile alle modifiche nel tipo e nella qualità dei combustibili usati a minor contenuto di zolfo (metanizzazione) EFFETTI SULLA SALUTE Azione dannosa essenzialmente sull'apparato respiratorio. Solitamente esercita i suoi effetti nocivi sulla parte alta dell'apparato respiratorio, sciogliendosi nel muco. In associazione alle polveri e particelle liquide, nelle quali viene assorbito, può raggiungere gli alveoli polmonari sui quali esercita direttamente un'azione tossica ben più grave. Provoca crisi asmatiche, in particolare nei soggetti che già soffrono di asma bronchiale. BIOSSIDO DI ZOLFO (SO2)

  14. SORGENTI Nella realtà cittadina la principale sorgente è rappresentata dal traffico autoveicolare. EFFETTI SULLA SALUTE L'azione nociva è in parte dovuta all'azione diretta sulla mucosa dell'albero respiratorio e sugli alveoli, in parte è indiretta e conseguente a gas assorbiti (SO2) e/o particelle di metalli pesanti tossici (piombo) e di idrocarburi policiclici aromatici adsorbite alla superficie delle particelle stesse. L'aumento della concentrazione atmosferica di polveri determina un aumento della mortalità e della morbosità (aumento dei ricoveri ospedalieri) prevalentemente per disturbi dell'apparato respiratorio. POLVERI (particelle totali sospese)

  15. L'azione nociva delle polveri varia con le dimensioni delle particelle; quelle con diametro superiore a 30 m vengono trattenute nella parte alta dell'albero respiratorio ed espulse con la tosse; quelle con diametro inferiore a 3 micron raggiun-gono direttamente gli alveoli polmonari ove si arrestano. Le più nocive sono quelle con diametro medio inferiore a 10 micron(PM10) che si fissano sugli alveoli, mentre quelle più piccole tendono ad essere espulse con l'aria espirata. POLVERI (particelle totali sospese/PM 10)

  16. Dimensioni delle particelle

  17. PM 10 e PM 2.5 Il PM10 è il particolato atmosferico che ha un diametro uguale o inferiore a 10 µm Il PM2.5 è la frazione più fine del PM10, costituita dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5 µm Il diametro delle particelle è considerato il parametro più importante per caratterizzare il comportamento fisico del particolato atmosferico Il PM 2,5 è il particolato più pericoloso per la salute e l'ambiente: questo particolato può rimanere sospeso nell'atmosfera per giorni o settimane. Le particelle maggiori (da 2,5 a 10 µm) rimangono in atmosfera da poche ore a pochi giorni, e sono significativamente meno dannose per la salute e l'ambiente

  18. PM 10 e PM 2.5 Ne consegue che la misura del PM10 quale metodo di valutazione dell'inquinamento da particolato fornisce informazioni incomplete: non distingue le particelle grossolane dal pericoloso PM 2,5. Paradossalmente, un elevato valore del PM10 può corrispondere alla presenza di poche particelle del tipo PM 2,5 e molte di dimensioni maggiori (e viceversa) Il PM 2,5 è una miscela complessa di migliaia di composti chimici e alcuni di questi sono di estremo interesse a causa della loro tossicità. L'attenzione è rivolta agli idrocarburi aromatici policiclici che svolgono un ruolo nello sviluppo del cancro.

  19. PM 10 e PM 2.5 Quale sarebbe il valore del PM10 in natura senza la presenza dell'uomo? Le concentrazioni di PM in atmosfera dipendono sia da sorgenti naturali che antropiche. La concentrazione di fondo di PM è solitamente definita come la distribuzione delle concentrazioni di PM che si osserverebbe in assenza di emissioni antropiche di PM (particelle primarie), e in assenza di emissioni antropiche che precorrono la formazione di PM (particelle secondarie). L'intervallo atteso per le concentrazioni naturali di fondo su base annuale varia da 4µg/m3 a 11µg/m3 per il PM10 e da 1µg/m3 a 5µg/m3per il PM2,5 nei luoghi remoti del Nord America.

  20. PM10 a Verona, Corso Milano, Ottobre 2003-Gennaio 2004

  21. PER LIMITARE I DANNI ALLA SALUTE • ridurre il più possibile le uscite nei giorni e nelle ore di maggior traffico; • scegliere percorsi a minore intensità di traffico motorizzato, in qualunque modo ci si muova ; • scegliere percorsi nei parchi e nei giardini, se ci si muove a piedi o in bicicletta; • evitare attività sportive (tipo jogging) in zone con intenso traffico motorizzato e nei portici che le fiancheggiano ;

  22. PER LIMITARE I DANNI ALLA SALUTE • evitare di portare i bambini più piccoli, particolarmente a piedi o con il passeggino, nelle strade a maggior intensità di traffico motorizzato; • spegnere il motore e chiudere i finestrini in caso di blocco della circolazione stradale; in tali occasioni gli abitacoli delle auto sono dei veri e propri concentrati di gas di scarico.

  23. SORGENTI Durante la stagione estiva, l'azione della luce solare su alcune sostanze presenti in atmosfera, molte delle quali derivanti dal traffico autoveicolare, produce lo "smog fotochimico". L'ozono è il composto più rappresentativo di questo tipo di inquinamento. EFFETTI SULLA SALUTE Azione irritante sulle mucose, in particolare delle vie respiratorie. Si concentra prevalentemente nei tessuti della parte terminale dell'albero respiratorio tra bronchioli e alveoli, ove esercita la sua intensa azione ossidante; passa nel sangue solo in minima quantità. Aumenta la frequenza degli attacchi asmatici e dei disturbi respiratori, soprattutto nei soggetti più sensibili. Inoltre l'ozono potenzia gli effetti nocivi di altri inquinanti atmosferici, in particolare: idrocarburi, polveri, piombo e biossido di azoto. OZONO

  24. Ozono a Verona, Via Roveggia, Giugno-Luglio-Agosto 2003

  25. PER LIMITARE I DANNI ALLA SALUTE Per limitare i danni da SMOG FOTOCHIMICO (ozono) nei giorni e nelle ore di massimo soleggiamento nei mesi estivi è consigliabile: • svolgere i lavori pesanti e l’attività fisica nelle prime ore della giornata o in serata; • evitare di svolgere attività fisica intensa; • ventilare gli ambienti domestici nelle ore più fresche della giornata (spec. di primo mattino); • evitare le uscite nelle ore critiche (h 12- 17) per i soggetti a rischio.

  26. BENZENE L'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) ha dimostrato che la miscela di sostanze emesse dai motori diesel e a benzina è cancerogena. Fra le principali sostanze cancerogene presenti nell'atmosfera urbana e derivanti dal traffico autoveicolare vi sono il BENZENE e gli IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA)

  27. SORGENTI Emissioni dei veicoli a motore e perdite per evaporazione durante la lavorazione, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti petroliferi. Il benzene è contenuto in concentrazione abbastanza elevata anche nel fumo di sigaretta. EFFETTI SULLA SALUTE Penetra nell'organismo soprattutto per inalazione ed è assorbito nel sangue in percentuale tra il 28 e il 50% della parte inalata. E classificato fra le sostanze di accertata cancerogenicità dall'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.). Numerosi studi sui lavoratori esposti a benzene hanno dimostrato un'aumentata incidenza di leucemia; esperimenti su animali hanno confermato l'azione cancerogena del benzene. BENZENE

  28. SORGENTI Autoveicoli, grandi impianti di combustione, in particolare quelli alimentati con carbone e impianti di incenerimento. L'efficienza della combu-stione è di importanza essenziale perché, quando questa non è ottimale, l'emissione aumenta in maniera rilevante. Il fumo di sigaretta contiene elevate concentrazioni di IPA. Gli IPA sono contenuti anche in numerosi alimenti (carne, pesce, vegetali e frutta) in quantità variabile in funzione della modalità di preparazione dell'alimento: la grigliatura, l'affumicatura, la torrefazione e la tosatura sono i trattamenti "a maggior rischio". IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA) (famiglia composti di cui il più noto è il BENZO(A)PIRENE)

  29. EFFETTI SULLA SALUTE Sono veicolati nell'albero respiratorio da particelle sospese e, con quelle di diametro intorno a 1 micron, raggiungono direttamente gli alveoli polmonari. Il contatto diretto e prolungato con gli alveoli facilita l'azionecancerogena, eventualmente potenziata dalla presenza di piombo che abbatte le difese organiche. Sono noti gli effetti cancerogeni sull'apparato respiratorio, meno conosciuti quelli sull'apparato digerente, anche se la quantità di IPA ingerita con gli alimenti è molto probabilmente assai maggiore di quella inalata. Gli studi epidemiologici condotti sui lavoratori esposti hanno chiaramente messo in evidenza il ruolo della inalazione di IPA nello sviluppo del cancro del polmone. IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA) (famiglia composti di cui il più noto è il BENZO(A)PIRENE)

  30. PER INQUINARE MENO Guidare meno: • Carpooling • Camminare, andare in bicicletta • Usare i mezzi pubblici Guidare meglio: • Accelerare gradualmente • Rispettare i limiti di velocità • Usare l’auto solo se indispensabile • Controlli periodici dell’auto (bollino blu) • Scegliere modelli meno inquinanti o a metano

  31. DURANTE LO SPORT / L’ESERCIZIO FISICO Stare lontani dal traffico (se possibile fare a. fisica nei parchi o in campagna) Evitare le ore di punta Se c’è freddo e smog fare esercizio al chiuso Controllare i bollettini dell’inquinamento e attenersi ai suggerimenti forniti dagli esperti Fare particolare attenzione in viaggio (i criteri per le sostanze inquinanti variano nelle diverse nazioni) In situazioni di inquinamento evitare l’attività fisica prolungata (cammino, bicicletta)

  32. Mutamenti climatici e mortalità Il clima sta cambiando anche sul lungo periodo; sec. L’ Intergovernmental Panel on Climate Change (Nazioni Unite): • la temperatura media dei suoli e delle superfici marine è cresciuta di 0.6±2 °C dalla metà del 19° secolo • si è verificata una accelerazione del processo a partire dal 1976 • la decade più calda è stata quella del 1990 • la maggior parte del riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni è da attribuire verosimilmente alle attività umane, particolarmente all’immissione di gas serra da combustibili fossili.

  33. Mutamenti climatici Isola di calore Le condizioni climatiche estreme estive influenzano notevolmente la mortalità, soprattutto negli agglomerati urbani. E' il fenomeno denominato effetto "isola di calore urbano" (urban heat island effect), tanto più accentuato quanto maggiori sono l'entità della popolazione e le dimensioni della città.

  34. Mutamenti climatici e mortalitàEstate 2003 L'Istituto Superiore di Sanità ha stimato che, nel periodo di quarantacinque giorni compreso tra il 16 luglio al 31 di agosto 2003, l’eccesso di mortalità rispetto allo stesso periodo del 2002, tra le persone di 65 anni e più residenti nel nostro Paese, è stato di 7659 unità. L’ incremento della mortalità del 2003 rispetto al 2002 aumenta progressivamente con l’aumento del numero degli abitanti delle città. Nelle città con un'ampiezza demografica compresa tra 100.000 e 500.000 abitanti l'incremento percentuale di mortalità tra le persone di oltre 65 anni è stato del 29%.

  35. Centro Nazionale di Epidemiologia, Prevenzione e Promozione della Salute Ufficio di Statistica ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ Numero di decessi nella popolazione di 65 anni e più, residente nei capoluoghi di Regioni e Province Autonome italiane, nel periodo estivo degli anni 2002 e 2003

  36. Centro Nazionale di Epidemiologia, Prevenzione e Promozione della Salute Ufficio di Statistica ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ Mortalità nel periodo 16 luglio – 15 agosto Differenze percentuali tra 2003 e 2002 per fasce di età

  37. Centro Nazionale di Epidemiologia, Prevenzione e Promozione della Salute Ufficio di Statistica ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ Decessi registrati tra le persone di 65 anni e più, residenti nelle città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma.Periodo 16 luglio - 15 agosto.Differenze percentuali tra il 2003 e il 2002.

  38. Centro Nazionale di Epidemiologia, Prevenzione e Promozione della Salute Ufficio di Statistica ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ Mortalità nel periodo 16 luglio – 15 agosto negli anni 2002 e 2003Stima dei decessi avvenuti in Italia per ripartizione demografica tra le persone RESIDENTIEtà 65 anni ed oltre Differenza Diff erenza % Metodo di stima: • Sono state raggruppate le 21 città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma in ripartizioni per ampiezza demografica(*) mutuate dall’ISTAT, e sono state calcolate le differenze percentuali tra il numero di decessi osservati (forniti dalle Anagrafi Comunali) nei due anni. • Tali percentuali sono state applicate alla popolazione di 65 anni e oltre, appartenente a ciascuna ripartizione demografica. • (*) Fino a 100.000 : Aosta, Bolzano, Ancona, L’Aquila, Campobasso, Potenza, Catanzaro • 100.001-500.000 : Trento, Trieste, Venezia, Bologna, Firenze, Perugia, Bari, Cagliari • Oltre 500.000 : Torino, Milano, Genova, Roma, Napoli, Palermo Ripartizione Demografica 2002 2003 2003 - 2002 21944 23379 1435 Fino a 100.000 abitanti 6.5% 5227 927 4300 100.001 - 500.000 abitanti 21.6% 3652 5465 1813 Oltre 500.000 abitanti 49.6% 29896 34071 4175 Totale Italia 14.0%

  39. 2002 2003 Varia-zione giugno 179 162 -10% luglio 121 146 +21% agosto 116 189 +63% Totale 416 497 +19% Morti a Verona residenti a Verona ≥ 65

  40. 2002 – 2003: residenti >65 anni deceduti a Verona e media delle temperature massime

  41. L’identikit del caso La letteratura scientifica internazionale indica il caso tipico deceduto per eccesso di calore come un soggetto : • È molto anziano • Con una preesistente malattia • Vive da solo • Ha casa piccola • Abita ai piani alti • Ha basso livello socio-economico • Non ha condizionamento d’aria

  42. INQUINAMENTO ACUSTICO Il traffico veicolare produce anche un altro tipo di inquinamento, molto più subdolo di quello atmosferico, ma non per questo meno temibile: quello da RUMORE. I livelli di rumore presenti in molti punti nella nostra città sono superiori ai limiti stabiliti dalla legge. Gli studi scientifici hanno evidenziato che tali livelli di inquinamento acustico possono provocare numerosi disturbi a carico di vari organi ed apparati.

  43. Disturbi da rumore a carico di diversi organi ed apparati ·apparato cardiovascolare: aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa; ·apparato gastroenterico: aumento della secrezione gastrica e della motilità gastrointestinale; ·apparato respiratorio: aumento della frequenza respiratoria; ·e inoltre:disturbi della visione, della sfera riproduttiva e del sistema immunitario.

  44. Disturbi da rumore a carico di diversi organi ed apparati Inoltre l’inquinamento acustico è responsabile di disturbi della sfera psico-sociale: • riduzione dell'efficienza e del rendimento lavorativo, soprattutto per attività di tipo intellettivo; • interferenza sull'apprendimento scolastico; • aumento dell'aggressività e difficoltà nella vita di relazione; • peggioramento quali-quantitativo del sonno.

  45. Disturbi da rumore I disturbi da rumore aumentano proporzionalmente con il tempo di esposizione, si manifestano anche in assenza di percezione consapevole e il tempo di recupero per l'organismo umano è più lungo di quello di esposizione. I soggetti più sensibili a questo tipo di inquinamento sono, ancora una volta, bambini, anziani e degenti.

  46. Inquinamento indoor

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