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GIAMPIERO TRE RE corso di scienze sociali

PrecursoriBiografiaLa teoria dell'evoluzioneLe proveLa polemica antievoluzionisticaDiscendenze culturaliEvoluzionismo e scienze umane. Precursori. FissismoGeologia, biologia, evoluzione. Evoluzionismo: come nasce una teoria scientifica. La polemica che si svolge parallelamente tra evoluzionismo e creazionismo introduce l'aspetto della socialit

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GIAMPIERO TRE RE corso di scienze sociali

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Presentation Transcript


    2. Precursori Biografia La teoria dell’evoluzione Le prove La polemica antievoluzionistica Discendenze culturali Evoluzionismo e scienze umane

    3. Precursori Fissismo Geologia, biologia, evoluzione

    4. Evoluzionismo: come nasce una teoria scientifica

    5. Fissismo PRESUPPOSTI SCIENTIFICI Le specie viventi sono perfette e dunque immutabili. La morfologia dei viventi è sempre stata così come la vediamo oggi. Le differenze individuali sono accidentali e non danno mai luogo a mutazioni di specie. La specie vivente è eterna, nel senso che le specie che oggi vediamo sono sempre esistite dall’origine della vita. Tutte le specie viventi che oggi vediamo si sono originate contemporaneamente e sono in numero limitato. Le specie possono estinguersi ma non è possibile che ne compaiano di nuove.

    6. Fissismo La teoria fissista aveva dei punti deboli: Le pratiche di selezione delle razze di animali o di addomesticamento, note fin dall’antichità, mostravano fenomeni di trasformazione delle specie I fossili, inoltre, anch’essi noti in tempi antichi, mostravano l’esistenza di specie estinte La difesa di Aristotele Aristotele spiegava tali fenomeni come effetto di attività artificiali umane (“contro natura”) ricorrendo alla spiegazione teologica (sospensione delle leggi naturali per l’azione divina) introducendo il concetto di accidente Aristotele, inoltre, spiegava il fenomeno dei fossili ipotizzando che alcune specie fossero scomparse a seguito di catastrofi cicliche

    7. Geologia, biologia, evoluzione

    8. Linneo

    9. Buffon

    10. Cuvier Lamarck e Buffon introducono l’ipotesi della trasformazione delle specie per spiegare un fatto preciso: le somiglianze tra gli organi delle varie specie. Già in epoche precedenti il fenomeno dei piani di organizzazione comuni a vari organismi non era sfuggito a studiosi come Leonardo da Vinci. Cuvier dà al fenomeno una soluzione coerente con la teoria fissista (cfr. Lezioni di Anatomia Comparata dei Vertebrati), inventando il metodo della comparazione. Le funzioni svolte da ciascun organo sono una spiegazione sufficiente delle omologie fra gli organismi e rendono superfluo ipotizzare ascendenze comuni e trasformazioni anatomiche (omologia [somiglianza] = analogia [simile funzione]). Il metodo della comparazione gli consentì di classificare alcuni organismi fossili e di individuarli correttamente come appartenenti a specie estinte.

    11. Cuvier  1. Le trasformazioni presuppongono tempi lunghissimi e la terra è invece relativamente giovane.  2. Gli organismi raffigurati o mummificati dagli egizi sono uguali agli attuali.   3. Non si osserva in natura nascita di nuove specie, mentre le mutazioni prodotte attraverso l’allevamento tendono a riassumere la forma originaria una volta tornate allo stato selvatico.

    12. Lamarck Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck (1744-1829) Chimico, fisico e naturalista; insieme al suo maestro, Buffon, elaborò il metodo dicotomico per la classificazione delle piante, valido ancor oggi. La sua zoologia (Storia Naturale) fu una delle maggiori dei suoi tempi. Lamarck fu il primo a formulare una teoria evoluzionistica: Filosofia zoologica (1802): I viventi sono un prodotto spontaneo della natura e sono comparsi in epoche diverse in rapporto alla loro diversa complessità; Gli organismi, in altre parole, si perfezionano nel tempo L’ambiente determina un graduale sviluppo degli organi.

    13. Lamarck, la teoria dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti I concetti nuovi introdotti da Lamarck sono quelli di adattamento ed ambiente Lamarck assume che esiste continuità e circolarità tra mondo organico e inorganico L’uso degli organi in risposta agli stimoli ambientali modella gli organi stessi che si modificano lentamente, sviluppandosi o regredendo, e rendendo comunque gli organismi sempre più complessi La sua teoria supera la staticità del sistema di Linneo e rende non necessario ipotizzare interventi esterni alla natura per spiegare la comparsa della materia vivente

    14. Lamarck, le ragioni del fallimento di una teoria Il carattere più filosofico che scientifico della teoria L’incapacità di spiegare come le mutazioni individuali diventino patrimonio della specie Gli attacchi di Couvier rafforzati da evidenze oggettive Il rifiuto di Lamarck di abbandonare gli ideali politici dell’89 in un ambiente culturale ormai stanco degli eccessi rivoluzionari, dominato dalla figura di Napoleone e da un’esigenza di sistematizzazione, sicurezza e conferme anche in campo scientifico.

    15. Von Humboldt

    16. Lyell

    17. La vita Il viaggio del Beagle L’opera Biografia

    18. La vita (1809-1882) Charles interruppe molto presto gli studi di medicina, intrapresi ad Edimburgo per volere del padre, affinché ne continuasse la carriera. Il giovane Darwin prediligeva invece gli studi naturalistici. In questo periodo diventò un esperto collezionista, si specializzò nella tassidermia, ed intrecciò proficue relazioni con molti naturalisti scozzesi del tempo. Nel 1827 entrò al Christ College di Cambridge, per avviarsi al sacerdozio. La lettura della sterminata opera dei viaggi geografici di Alexander Von Humboldt fecero nascere in lui il desiderio di viaggiare per studio. Si appassionò all’entomologia: … a Cambridge nessuna occupazione mi interessò tanto e mi dette tanto piacere quanto la raccolta degli insetti… (Autobiografia)

    19. L’attività scientifica Nel 1831 iniziò il famoso viaggio del quale pubblicò le memorie nel volume Il viaggio del Beagle, nel 1839, anno delle nozze londinesi con la cugina Emma Wedgewood. A causa delle condizioni di salute di Charles, tre anni dopo la famiglia si trasferì a Down, nel Kent, dove Darwin visse il resto della sua vita. Qui egli condusse la sua attività scientifica, che fu eccezionalmente feconda, nonostante i continui mal di capo, insonnia e altri disturbi.

    20. Il viaggio del Beagle Nell’agosto del 1831, nonostante l’opposizione del padre, Cherles accettò l’incarico di naturalista di bordo sul brigantino “Beagle”, propostogli dall’amico Henslow, conosciuto a Cambridge. La spedizione scientifica iniziò il 27 dicembre da Devemport con la missione di completare i rilevamenti geografici delle coste atlantiche e pacifiche dell’America meridionale e di alcune isole del Pacifico. Il capitano del battello era un creazionista convinto e fu nel confronto umano e dialettico con questo personaggio che Charles cominciò a maturare idee evoluzionistiche.

    21. Al ritorno dal viaggio, che contribuì a fargli maturare una straordinaria competenza come naturalista, iniziò a mettere ordine nei suoi appunti e nella sua imponente raccolta di materiale, curando la pubblicazione del rapporto scientifico sulla spedizione e Il viaggio del Beagle (1839). I 5 anni trascorsi a visitare terre lontane, di cui in Europa si avevano solo notizie frammentarie, furono fondamentali per la formazione scientifica di Darwin; il naturalista raccolse una gran messe di materiali e dati, al cui riordino lavorò a lungo al suo ritorno in patria e che sarebbero serviti come base per l’elaborazione della sua teoria.  Il viaggio del Beagle le isole Galapagos

    22. I fringuelli delle Galapagos    «… Raccolsi ventisei specie di uccelli terrestri, tutti peculiari dell’arcipelago e assenti altrove… fra l’altro …tre specie di tordi beffeggiatori, una forma altamente caratteristica dell'America. Gli altri uccelli terrestri formano un gruppo molto singolare di fringuelli, affini tra di loro per la struttura del becco, la coda corta, la forma del corpo e il piumaggio; ve ne sono tredici specie, che il signor Gould ha diviso in quattro sottogruppi. Tutte queste specie sono particolari di questo arcipelago e lo stesso vale per l'intero gruppo, ad eccezione di una specie del sottogruppo Cactornis, importata recentemente dall'isola Bow, nell'arcipelago Low'. Le due specie di Cactornis si possono vedere spesso arrampicarsi intorno ai fiori dei grandi alberi di cactus, ma tutte le altre specie di questo gruppo di fringuelli, unite in piccoli stormi, vivono sul terreno arido e sterile delle zone piú basse. I maschi di tutte queste specie, o certamente della maggior parte, sono di un nero brillante e le femmine (forse con una o due eccezioni) sono brune». Da: il viaggio del Beagle

    23. I fringuelli delle Galapagos    «Il fatto piú curioso è la perfetta gradazione nelle dimensioni del becco delle diverse specie di Geospiza, da uno largo come quello di un frusone, a quello di un fringuello e … persino a quello di una silvia. Il becco piú grande del genere Geospiza è illustrato alla lettera a) e il piú piccolo alla lettera c), ma invece di esservi soltanto una specie intermedia, con un becco di dimensioni come quelle alla lettera b), vi sono non meno di sei specie con becchi varianti insensibilmente. Il becco del sottogruppo Certhidea è illustrato alla lettera d). Il becco del Cactornis assomiglia un po' a quello di uno storno e quello del quarto sottogruppo, Camarhynchus, ricorda quello di un pappagallo. Osservando tale gradazione e diversità di struttura in un gruppo piccolo e molto omogeneo di uccelli, si potrebbe realmente immaginare che da un originario esiguo numero di uccelli di questo arcipelago una specie sia stata modificata per finalità diverse…» Da: il viaggio del Beagle

    24. L’opera I materiali scientifici che Darwin mise insieme per formulare la sua teoria non si limitavano alle discipline naturalistiche. Nel 1838 Darwin lesse il Saggio sulla popolazione dell’economista Thomas R. Malthus, un economista, che gli fece comprendere come la “guerra per la sopravvivenza” descritta dai naturalisti precedenti, non è limitata alla lotta interspecifica (predazione), ma anche dalla concorrenza intraspecifica. Già nel 1839 Darwin annotava nei suoi diari abbozzi della sua teoria; nel 1844 scrisse un saggio completo ma non pubblicato nello scrupolo scientifico di raccogliere dati inoppugnabili in vista del difficile confronto con i sostenitori del fissismo. 

    25. Malthus Thomas R. Malthus (1766-1834)   Il reverendo Thomas Malthus inaugura l’analisi demografica nell’opera Saggio sulla popolazione (1798). L’opera si oppone alle tesi egualitariste di William Godwin (1756-1836). Saggio sulla popolazione (1798) Esistono fattori di autoregolazione della tendenza della popolazione umana a riprodursi in misura eccessiva. Questo meccanismo consiste nella crescente scarsità delle risorse dovuta alla sproporzione tra la crescita in ragione geometrica della popolazione e la crescita delle risorse alimentari che è invece in ragione aritmetica. Si avrà quindi una concorrenza per accaparrarsi l’accesso alle risorse (guerre, rivolgimenti sociali, oltre a carestie e pestilenze) e una diversificazione tra i soggetti coinvolti.

    26. L’opera

    27. Wallace

    28. Nel 1859 Darwin pubblicò L’origine della specie attraverso la selezione naturale Nel libro venivano sostenute le seguenti tesi:   Gli organismi si sono trasformati nel tempo;     Tutte le forme viventi sono discese da uno o pochi antenati comuni attraverso un continuo processo di ramificazioni successive;  Il processo di trasformazione è graduale e continuo;  L'evoluzione agisce sulla variabilità degli individui. La teoria dell'evoluzione

    29. I principi del darwinismo Dal punto di vista puramente scientifico la dottrina di Darwin è riassumibile in due proposizioni basilari: variazione casuale nel passaggio da una generazione all’altra di una stessa specie si verificano mutazioni casuali, anche piccolissime, che possono avere effetti anche molto importanti sia sul piano fisiologico che comportamentale. Queste mutazioni sono, a loro volta, trasmissibili alla discendenza. selezione naturale gli organismi hanno la tendenza a riprodursi secondo una progressione geometrica, cui fa riscontro una crescente scarsità delle risorse ambientali. Gli individui con una dotazione di variazioni meno efficienti tendono a soccombere mentre i soggetti portatori di variazioni che consentono strategie adattive di successo hanno maggiori possibilità di prolificare e trasmettere alla discendenza i propri tratti ereditari. Di generazione in generazione le variazioni particolarmente adatte all'ambiente si propagano accumulandosi e diventando patrimonio dell'intera specie. Questo processo nella sua estensione prende il nome di evoluzione.

    30. La selezione naturale Sebbene Darwin ammetta di ignorare le leggi della variazione (cap. 5 de L'origine) egli fornisce gran copia e varietà di dati d’osservazione a sostegno della sua teoria. L’evoluzionismo, tuttavia fu accolto solo dopo violente diatribe scientifiche e ideologiche.

    31. L’albero dell’evoluzione    Lo schema riprodotto qui accanto è tratto dall'Origine della Specie; esso indica la "discendenza variante”, dovuta a mutazioni che Darwin immagina molto lievi «... ma della natura più differenziata; esse non compaiono simultaneamente, ma sovente dopo lunghi intervalli di tempo... ciò conduce alle più differenti e divergenti variazioni (rappresentate dalle linee esterne)... quando una linea divergente incontra un punto, si suppone che una somma di variazioni  si sia accumulata sino a formare una varietà assai ben marcata, tanto da essere ritenuta degna di essere registrata in un'opera di sistematica» (Darwin, L'origine trad. italiana Luciana Fratini, Boringhieri 1967)

    32. Filogenesi Il termine filogenesi indica la generazione delle specie da altre specie preesistenti e meno evolute. Tutti i viventi hanno avuto origine da pochi organismi originari, e forse addirittura da uno solo. «Vi è una semplice grandezza nel modo di considerare la vita coi suoi poteri di crescere, di assimilare e di riprodursi, come ispirata originariamente nella materia in una o poche forme; e mentre questo nostro pianeta è andato rotando secondo determinate leggi, la terra e l’acqua in un ciclo di cambiamenti si sostituivano l’una all’altra, in modo tale che da una origine così semplice, attraverso il processo di una selezione graduale di cambiamenti infinitesimi, si sono evolute infinite forme di stupenda bellezza…» C. Darwin, L’origine della specie, abbozzo del 1842. .

    33. Le prove L’omologia degli organismi L’embriologia La paleontologia La domesticazione

    34. L’omologia degli organismi Gli stessi organi, sebbene spesso appaiano profondamente modificati per volume, forma, funzione, possono essere ritrovati in organismi appartenenti a specie diverse (omologia). Il disegno (a destra) descrive l’omologia tra gli scheletri di alcuni animali. Anche il sistema nervoso centrale di questi animali (a sinistra) appartenenti a classi diverse, presentano strutture omologhe. L’evoluzionismo dà a questo fenomeno una spiegazione assai coerente con i principi generali della teoria.

    35. I fossili Il fossile è il risultato del processo di sostituzione di materia organica, tipicamente, lo scheletro di un animale, con materia non organica (minerali). In seguito poi al consolidamento dei materiali circostanti in cui il tessuto si trovava originariamente deposto, il fossile rimane incluso nella roccia sedimentaria che lo ospita Durante il suo viaggio sul Beagle, Darwin aveva potuto osservare diversi resti fossili, in particolare di gliptodonte, una specie estinta ma simile agli armadilli attuali. Anche riguardo ai fossili i principi darwiniani delle variazioni casuali e della selezione naturale riescono a fornire una risposta dotata di un alto grado di semplicità e coerenza.

    36. Da: il viaggio del Beagle  

    37. «Era un'idea ardita, per non dire assurda, concepire degli alberi, sia pure antidiluviani, con rami forti abbastanza da reggere animali grandi come elefanti. Il professor Owen, con ipotesi più plausibile, ritiene che, invece di arrampicarsi sugli alberi, essi ne tirassero a sé i rami e sradicassero quelli più piccoli per mangiarne così le foglie. L'ampiezza e il peso colossali dei loro quarti posteriori, che si possono a stento immaginare senza averli veduti, diventano, secondo questa ipotesi, un evidente vantaggio, invece che essere un ingombro: la loro apparente pesantezza scompare. Con le loro grandi code e i massicci calcagni piantati fortemente sul terreno come un tripode, essi potevano liberamente esercitare tutta la forza delle loro potentissime zampe e dei grandi artigli…»  Da: il viaggio del Beagle

    38. Le prove: l’embriologia Fin dall’antichità si era potuta osservare la stupefacente somiglianza nella morfologia degli embrioni delle più diverse specie. Le forme esterne degli embrioni diventano sempre più simili tra loro e virtualmente indistinguibili man mano che si risale verso epoche di vita più precoci e vicine al concepimento. Darwin ritiene di poter fornire una spiegazione a questo fenomeno riconducendo anch’esso ai principi generali della selezione naturale.

    39. L’embriologia da L'Origine, Boringhieri, 1967 pg. 508 «...von Baer afferma che "Gli embrioni dei mammiferi, degli uccelli, delle lucertole e dei serpenti, probabilmente anche dei cheIoni, si assomigliano straordinariamente, sia nel complesso, sia nel modo di sviluppo delle loro parti, tanto è vero che spesso possiamo distinguere gli embrioni soltanto in base alle loro dimensioni. Possiedo, sotto spirito, due piccoli embrioni, che dimenticai di contrassegnare a suo tempo e che ora non sono assolutamente in grado di dire a quale classe appartengono. Possono essere lucertole o piccoli uccelli, o mammiferi molto giovani, così assoluta è la somiglianza nel modo di formazione della testa e del tronco di questi animali. In questi embrioni, però, mancano ancora le estremità. Anche se esse fossero esistite nella primissima fase del loro sviluppo, non potremmo saperne di più, perché i piedi delle lucertole e dei mammiferi, le ali e le zampe degli uccelli, nonché le mani e i piedi dell'uomo, si sviluppano tutti dalla stessa forma fondamentale". Le larve della maggior parte dei crostacei, in stadi corrispondenti di sviluppo, sono molto simili, per quanto differenti possano essere gli adulti; e lo stesso può dirsi per molti altri animali. Una traccia della legge della somiglianza embrionale rimane talvolta fino ad una età piuttosto avanzata: così, uccelli dello stesso genere o di generi affini si assomigliano spesso nel piumaggio nel primo e nel secondo stadio giovanile, come si vede nelle penne macchiate dei piccoli del gruppo dei tordi».

    40. L’embriologia «Nella famiglia dei gatti, la maggior parte delle specie hanno gli adulti a righe o a macchie, e righe e macchie sono chiaramente visibili nel mantello del leone e del puma. Talvolta, sebbene di rado, si osserva qualcosa di simile nelle piante; così le prime foglie dell'Ulex, o ginestrone, e le prime foglie delle acacie fillodinee sono pennate o divise come le foglie ordinarie delle leguminose. I punti della struttura in cui gli embrioni di animali molto diversi appartenenti alla stessa classe si assomigliano, non hanno spesso alcun rapporto diretto con le loro condizioni di vita.

    41. Le prove: La domesticazione  da L’origine della specie (1859)  Delle razze dei colombi domestici. «Pensando che sia opportuno scegliere un gruppo speciale di animali per farne oggetto di studio, ho preso a considerare i  colombi domestici. Io ho conservato tutte le razze che potei procurarmi e ricevei nel modo più obbligante degli esemplari da diverse parti del mondo […] La diversità delle razze è veramente meravigliosa […]  Un ornitologo certamente non vorrebbe porre il messaggero inglese, il giratore a faccia corta, il colombo romano, il barbo, il gozzuto, il colombo pavone nello stesso genere: tanto più che gli si potrebbero mostrare in tutte queste razze parecchie sotto-varietà di discendenza pura, cioè di specie, com’egli senza dubbio le chiamerebbe. Benché le differenze fra le razze dei colombi siano grandi, io tengo pienamente l’opinione comune dei naturalisti che reputano siano tutti discesi dal colombo torraiuolo (Columba livia)» 

    42. Da: Variazione degli animali «Ho tenuto viventi tutte le razze le più distinte che ho potuto procurarmi, sia in Inghilterra, sia nel continente, e ho preparato lo scheletro di tutte. …Relativamente al potere della elezione si sarà forse al lettore affacciata questa difficoltà: chi spinse gli allevatori a tentare la creazione di razze così bizzarre come sono i gozzuti, i pavoni, i messaggeri? Ma appunto questa difficoltà è tolta dal principio della elezione inconscia. Nessun allevatore ha mai fatto con intenzione un tentativo di tal fatta. Ciò che è necessario ammettere si è che sia avvenuta una variazione abbastanza marcata per colpire l’occhio di qualche antico allevatore; la elezione inconscia degli individui che presentano questa variazione, continuata per moltissime generazioni, senza altro scopo che quello di gareggiare con gli altri allevatori che gli fanno concorrenza, ha compiuto il resto... ».

    43. La polemica antidarwinista

    44. Il potere di spiegazione dell’evoluzionismo

    45. Potere di spiegazione l’ereditarietà

    46. Potere di spiegazione neolamarckismo, neodarwinismo, mutazionismo Neolamar-ckismo evoluzione per ortogenesi Neodar-winismo Mutazionismo I neolamarckisti, all’inizio del novecento, non accettano l’ipotesi darwiniana delle variazioni casuali. Essi cercarono di dimostrare il punto sul quale la teoria di Lamarck aveva fallito: la trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti, cioè come accade che le mutazioni individuali diventino col tempo patrimonio della specie. L’evoluzionismo è accettato solo parzialmente. Viene criticato il principio di casualità perché non consente predizioni scientifiche. I sostenitori ipotizzarono che le variazioni non fossero casuali, ma predeterminate nell’organismo stesso. Un’altra versione di questo tipo di evoluzionismo ipotizzava che le variazioni provengano da un principio finalistico esterno agli organismi. August Weismann, biologo tedesco falsificò sperimentalmente la teoria neolamarckiana dei caratteri acquisiti. Per spiegare le variazioni casuali elaborò una teoria dell’ereditarietà destinata ad essere confermata in gran parte dalla genetica moderna. Hugo de Vries (1848-1935), botanico olandese ipotizzò un’evoluzione indipendente dall’ambiente e per “salti” e non continua e per accumulo graduale, come teorizzava Darwin. Anche il mutazionismo ha avuto conferme nella recente genetica.

    47. Potere di spiegazione Oltre Darwin In paleontologia prevale oggi il modello delle decimazioni. L’evoluzione procederebbe in maniera non graduale ma puntiforme o ondulatoria,tramite rapide e discontinue mutazioni e massicce scomparse di specie cui seguono cicli evolutivi a partire dai capostipiti sopravvissuti. L’esito evolutivo è dettato da processi stocastici e di accomodamento a situazioni ecologiche contingenti in base a schemi generali di sviluppo. La metafora della “macchina selvaggia”, descrive il modo di procedere della natura nel selezionare le specie viventi tramite enormi sprechi di risorse vitali.

    48. Il colpo definitivo all’antropocentrismo

    49. La fine dell’antropocentrismo la polemica creazionista

    50. Il carattere scientifico dell’evoluzionismo Le caratteristiche formali del darwinismo non sembrano in grado di superare l’esame della controllabilità popperiana. Il principio delle variazioni casuali non permette di avanzare previsioni; l’osservativismo del metodo di Darwin e le congetture per ovviare all’insufficienza dei dati non permettono alla teoria di stabilire con esattezza le condizioni della propria falsificabilità.

    51. Darwin prevedeva che le ricerche paleontologiche avrebbero prima o poi rinvenuto resti fossili appartenuti ai cosiddetti “anelli di congiunzione”. Questa previsione è andata incontro a risultati controversi. Da una parte gli anelli di congiunzione finora scoperti sono molti di più di quelli che Darwin sarebbe stato disposto ad accettare; d’altro canto, nessuno di questi soddisfa pienamente i requisiti di Darwin. Ad esempio le formiche cretaciche sembrano possedere i caratteri delle formiche moderne ed anche delle attuali vespe; manca tuttavia la prova che esse siano effettivamente progenitrici delle une e delle altre. In particolare: perché le specie che avrebbero svolto la funzione di anelli di congiunzione sono tutte estinte? In altri termini: perché non possiamo osservare nessun “anello di congiunzione” tra le specie attualmente viventi? Il carattere scientifico dell’evoluzionismo

    52. Poiché la documentazione fossile è paragonabile ad un vecchio film di cui oggi non restano che pochi fotogrammi sparsi, è possibile che gli anelli di congiunzione che, secondo le aspettative di Darwin, presto o tardi sarebbe stato possibile osservare, restino per sempre mancanti. Si è tentato allora di riprodurre sperimentalmente il fenomeno della speciazione tramite incroci in laboratorio. Gli esperimenti di William R. Rice e George W. Salt con i moscerini (Drosophila melanogaster) sembrano condurre a qualcosa di molto vicino a una speciazione. Tuttavia, il risultato di osservare sul nascere l’origine di una nuova specie non si è ancora potuto ottenere. L’origine delle specie l’una dall’altra quale risultato dell’accumulo di trasformazioni adattive, sembra scontrarsi con l’evidenza, acquisita solo di recente con la scoperta del codice genetico, che ogni specie ha una sua peculiare dotazione genetica. Esistono “barriere genetiche” tra le specie viventi. In altri termini, a oggi la teoria di Darwin riesce meglio nel dare ragione della scomparsa delle specie piuttosto che della loro origine. Il carattere scientifico dell’evoluzionismo

    53. Scienza, filosofia e ideologia dell’evoluzionismo

    54. Un modello di scientificità nuovo Darwin e le scienze sociali

    55. Allo stesso modo, al metodo dell’introspezione James sostituisce il metodo fenomenologico e genetico-funzionale, risultato di un riadattamento del metodo comparativo darwiniano. Questa scelta consente al funzionalismo di unificare nel medesimo modello esplicativo la psicologia umana e quella animale (omologia dello sviluppo ontogenetico e filogenetico) ed offre indicazioni sulla direzione e i campi specifici di ricerca scientifica in psicologia (come la psicologia comparata e dello sviluppo, la priorità d’interesse per il comportamento e l’apprendimento, l’impiego di animali nella ricerca). Darwinismo e psicologia il funzionalismo

    56. Darwinismo e psicologia Pavlov Ivan PAVLOV (1849) Fisiologo russo, premio Nobel (1904), fondatore della scuola della reflessologia russa. Teorizzò il riflesso condizionato noto come condizionamento classico, una forma elementare di apprendimento.

    57. Darwinismo e psicologia Watson e il comportamentismo

    58. Darwinismo e psicologia Freud

    59. Evoluzionismo e antropologia culturale

    60. Morgan e Bachofen

    61. Darwinismo e antropologia Tylor

    62. Il darwinismo sociale Spencer Il darwinismo sociale, è una dottrina politica che alla fine del XIX secolo procede dall’assunto che l’evoluzione possa essere governata e orienta per il miglioramento della società. L’applicazione dei principi del darwinismo a programmi di sviluppo controllato della società mostra la loro pericolosa tendenza a trasformarsi in ideologie intolleranti. E’ noto che i programmi di sterminio perpetrati dai nazisti avessero uno sfondo eugenetico. Falsa pure l’interpretazione liberale del darwinismo, che cerca di stabilire un’analogia tra selezione naturale libera concorrenza capitalistica. Si deve al filosofo Spencer l’identificazione delle nozioni di evoluzione e di progresso, a fondamento del darwinismo sociale.

    63. Discendenze culturali Ernst Haeckel Henry Bergson Teilhard de Chardin

    64. Haeckel Ernst Heinrich Philipp August Haeckel,1834-1919. Morfologista tedesco, fu tra i principali e più creativi seguaci di Darwin nell’Europa continentale. Egli diffuse il darwinismo nelle università tedesche. La tavola qui a fianco testimonia l’utilizzo da parte di Haeckel del metodo comparativo di Darwin a sostegno della propria tesi per cui “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”. Egli coniò, tra l’altro, il termine “ecologia”, da lui definita, nel 1866, studio dell’economia della natura e delle relazioni degli animali con l’ambiente organico e inorganico, soprattutto dei rapporti favorevoli e sfavorevoli, diretti o indiretti con le piante e con gli altri animali.

    65. Bergson Henry Bergson (Parigi, 1859 - 1941), filosofo francese. Egli attaccò l'ingenuo ottimismo di quelle dottrine che pretendevano di spiegare in chiave evolutiva e finalistica ogni aspetto della realtà. Bergson dimostrò che un’interpretazione epistemologicamente corretta dei dati scientifici non legittima alcuna visione teleologica o antropica dei processi naturali. Poiché la natura sfugge ai tentativi di un’interpretazione unitaria, ma è piuttosto rappresentabile come il risultato di una miriade di processi di aggiustamento la stessa specie umana non rappresenta il culmine del processo evolutivo.

    66. Teilhard de Chardin

    67. www.terradinessuno.wordpress.com

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