1 / 67

Andrea Di Nicola Ricercatore in criminologia nella Facoltà di Giurisprudenza, Università di Trento

Corso per comandanti e ufficiali della polizia municipale Facoltà di Giurisprudenza, 2005. Criminologia. Devianza e criminalità: caratteristiche della proposta sociale e di polizia, limiti connessi. Andrea Di Nicola

kalin
Download Presentation

Andrea Di Nicola Ricercatore in criminologia nella Facoltà di Giurisprudenza, Università di Trento

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Corso per comandanti e ufficiali della polizia municipale Facoltà di Giurisprudenza, 2005 Criminologia. Devianza e criminalità: caratteristiche della proposta sociale e di polizia, limiti connessi Andrea Di Nicola Ricercatore in criminologia nella Facoltà di Giurisprudenza, Università di Trento Coordinatore della sede di Trento di Transcrime, Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale, Università di Trento/Università Cattolica di Milano Trento, 20 giugno 2005 andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  2. Devianza e criminalità, reazione ufficiale e reazione sociale Parte I Devianza e criminalità, reazione ufficiale e reazione sociale andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  3. 4 definizioni di “devianza” • Comportamento che viola regole e norme, intenzioni o attese di un certo sistema sociale e per questo è valutato negativamente dalla maggioranza dei membri del sistema sociale. • La devianza può essere definita come comportamento che si discosta dalla media dei comportamenti standardizzati, cioè come quel comportamento che si presenta come un’anomalia statistica. • La devianza può essere identificata come la violazione di regole sociali che riguardano comportamenti di ruolo: la devianza è quindi disfunzionale al sistema in cui si verifica, che comporta l’abbandono o la contestazione del proprio ruolo sociale • Le devianza può essere vista come la definizione attribuita con successo di un determinato comportamento da parte di chi è in contatto diretto o indiretto con esso Devianza e criminalità, reazione ufficiale e reazione sociale andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  4. Elementi essenziali per la definizione del concetto di devianza • Cos’è dunque la devianza? Per poter definire un comportamento deviante abbiamo bisogno di • uno specifico gruppo sociale in cui questa definizione sia riconosciuta e condivisa; • l’esistenza in questa società di norme, aspettative, credenze giudicate legittime o comunque rispettate; • il riconoscimento, sul piano pratico o ideologico, che uno scostamento o una violazione da tali regole condivise è valutato negativamente dalla maggioranza dei membri della collettività considerata • la verifica che, alla constatazione della violazione delle regole, i membri del gruppo sociale tendono a reagire, con intensità proporzionale alla gravità attribuita al comportamento deviante stesso • l’esistenza di conseguenze negative a carico dei soggetti che sono stati individuati come autori del comportamento deviante Devianza e criminalità, reazione ufficiale e reazione sociale andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  5. Controllo sociale informale e formale Il controllo sociale è l’insieme, più o meno organizzato, nell’ambito di una qualsiasi unità sociale, delle reazioni formali o informali, coercitive o persuasive, che sono previste e/o messe in atto nei confronti di un comportamento individuale e/o collettivo ritenuto deviante, dirette a stabilire e mantenere l’ordine sociale [Cesareo, 1974] Controllo informale = reazione alla devianza che può essere messa in atto da tutti i consociati, dalla società senza forme di istituzionalizzazione. Sono reazioni interpersonali tese a confermare o rafforzare la conformità interna del gruppo stesso e la sua unità (si attua attraverso agenzie di controllo sociale informale: famiglia, scuola, gruppo dei pari, ecc.) Controllo formale o istituzionale = reazione ufficiale alla devianza, stabilita per legge o regolamento e attuati tramite organi ufficiali a ciò ufficialmente incaricati dalla società – polizia, magistratura, personale delle carceri, polizia municipale (= agenzie del controllo sociale formale) Devianza e criminalità, reazione ufficiale e reazione sociale andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  6. Criminalità Devianza e criminalità, reazione ufficiale e reazione sociale Una particolare forma di devianza è la criminalità. Per criminalità intendiamo quei comportamenti che sono vietati dalle norme del codice penale. Uno studio sulla relatività dei concetti di devianza e criminalità: confronto tra la reazione ufficiale e la reazione sociale andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  7. Parte II La criminalità in Italia e in Trentino La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  8. Il totale dei reati dal 1983 al 2003: in sensibile crescita La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  9. Il totale dei reati: +33,8% tra il 2002 ed il 2003 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  10. Le lesioni dolose dal 1983 al 2003: un crescendo contrastato La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  11. Le lesioni dolose: +33% dal 2002 al 2003 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  12. Il totale dei furti dal 1983 al 2003: molto inferiore alla media italiana La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  13. I borseggi dal 1983 al 2003: in costante crescita dal 1997 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  14. I furti in negozi dal 1983 al 2003: in calo dal 2000. Il 2003 è in ripresa La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  15. I furti in appartamento dal 1983 al 2003: diminuzione dal 1994. Il 2003 anno d’oro La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  16. I furti su auto in sosta dal 1983 al 2003: trend contrastato ma in lieve crescita La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  17. I furti su auto in sosta: +41,8% dal 2002 al 2003 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  18. I furti d’auto dal 1983 al 2003: in calo La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  19. Le rapine dal 1983 al 2003: andamento contrastato ma in lieve crescita La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  20. Le truffe dal 1983 al 2003: lieve crescita prima dell’impennata 2003 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  21. La truff@: +345,8% dal 2002 al 2003 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  22. I minori denunciati dal 1983 al 2003: sopra la media nazionale La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  23. Il totale dei reati denunciati negli ambiti di polizia locale: si concentrano a Trento La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  24. Il totale dei reati denunciati in Trentino – quasi l’80% è di autore ignoto La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  25. Le lesioni personali volontarie denunciate negli ambiti di polizia locale: “svetta” Trento La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  26. Le lesioni personali volontarie denunciate in provincia: gli autori per metà sono trentini La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  27. Il disordine nei comprensori: Valle dell’Adige, Alto Garda e Primiero al top La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  28. Il disordine nei comprensori – la preoccupazione sociale in Val di Non, Val di Fassa, Alta Valsugana e Primiero La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  29. Il disordine nei comprensori - voto sulla sicurezza: il Trentino merita 8- La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  30. Il disordine nei comprensori: si nota e preoccupa chi guida in modo pericoloso La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  31. Il disordine nei comprensori: la criminalità aumenta dappertutto ma non nella zona in cui si vive La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  32. Scenario - Composizione demografica e strutture familiari Flussi migratori non preoccupanti = criminalità degli stranieri non problematica ma attenzione alla seconda generazione Via dai centri urbani = stabile, se non in diminuzione la criminalità urbana Cambia la composizione della popolazione = flessione del totale della criminalità, ma aumento dei reati bagatellari e di microcriminalità Divorzi e nuclei familiari unipersonali = rischio di aumento della criminalità predatoria diretta a persone ed abitazioni La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  33. Scenario – Economia e occupazione Più donne al lavoro = meno reati appropriativi totali, ma più reati appropriativi sull’abitazione Concentrazione dei redditi = spinta alla criminalità (ma controbilanciata dal recupero del potere di acquisto dei salari) Tendenza alla stabilità del settore economico = basso rischio di criminalità La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  34. Scenario – Istruzione Aumento del tasso di scolarità = meno criminalità Meno abbandono scolastico = più benessere e sicurezza individuale e collettiva Aumento del tasso di laureati = più capitale sociale e sicurezza La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  35. Scenario – Controllo sociale informale Elevato senso civico e elevato grado di partecipazione alla vita della comunità = meno criminalità più protezione dai reati e sostegno psicologico alle vittime da parte della società La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  36. Sono definite INDAGINI DI VITTIMIZZAZIONE quelle condotte intervistando un campione rappresentativo di persone di una determinata popolazione per individuare: 1) quali di queste siano state vittime, in un determinato periodo di tempo (es. 3 anni), di alcuni reati, 2) per se sapere se hanno sporto denuncia, 3) per raccogliere informazioni sulla dinamica del fatto (quando, dove e come è avvenuto) e 4) sulle conseguenze che esso ha avuto. Le indagini di vittimizzazione: cos’è e perché si fa (1) La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  37. Fino al 1997 l’unica fonte esistente di conoscenza della numerosità dei reati era costituita dalle denunce dei cittadini alle Forze dell’Ordine. Esiste però una quota di reati che non sono denunciati. Questa quota “sommersa” è chiamata NUMERO OSCURO. Il numero oscuro varia a seconda: 1) del reato, 2) della sua gravità, 3) dei benefici che comporta la denuncia, in termini di conseguenze economiche e non, e 4) di risolvibilità del caso. Nel 1997/1998 Istat conduce la prima indagine di vittimizzazione. Le indagini di vittimizzazione: cos’è e perché si fa (2) La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  38. Quali reati rileva l’indagine Istat?Reati contro l’individuo: scippo, borseggio, furto di oggetti personali senza contatto, rapina, aggressione.Reati contro la famiglia: furto in abitazione, ingresso abusivo, furto di veicoli (auto, moto e biciclette), furto di parti e di oggetti posti all’interno dei veicoli, atti di vandalismo, maltrattamento e furto di animali.Sezione speciale: molestie e violenze sessuali, ricatti sessuali sul posto di lavoro.Nel 2002 Istat conduce la seconda indagine di vittimizzazione in Italia. Indagine di vittimizzazione Istat La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  39. METODOLOGIATecnica di rilevazione: indagine CATI (Computer Assisted Telephone Interviews): più garanzia di anonimato, più garanzia di riservatezza, più convenienza nei tempi e nei costi.Formazione delle intervistatrici: scelte solo donne per facilitare la confidenza su alcune tematiche.Campione di intervistati 60.000 individui di 14 anni e più. Indagine di vittimizzazione Istat La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  40. Le vittime di scippi, borseggi e furti di oggetti personali sono il 4,4%. Le vittime di rapine e aggressioni sono lo 0,9%. GLI INDIVIDUI: IL 5,2% HA SUBITO ALMENO UN REATO La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  41. Sud: scippi e rapine.Nord-ovest e Centro: borseggi. DOVE SI CONCENTRANO I REATI IN ITALIA? La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  42. LE FAMIGLIE: IL 18,6% HA SUBITO ALMENO UN REATO La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  43. DOVE SI CONCENTRANO I REATI IN ITALIA?/1 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  44. In sintesi…Furti in abitazione: Centro e Nord-ovestFurti in abitazione secondaria, maltrattamento e furti di animali: IsoleFurti di oggetti esterni all’abitazione principale: SudFurto di moto e motorini: Centro, Sud e IsoleFurto di bicicletta: Nord (specie il Nord-est)Furto di oggetti nei veicoli: Sud e CentroVandalismo contro i veicoli: Nord-ovestFurto di auto e furto di parti dell’automobile: Sud, Isole e Centro DOVE SI CONCENTRANO I REATI IN ITALIA?/2 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  45. Sono il 5,2% della popolazione (5,5% donne e 4,8% uomini).I giovani di14-24 anni sono i più esposti al rischio di vittimizzazione (11,4%).Gli anziani di 65 anni e più sono quelli meno esposti (2,4%). I REATI CONTRO GLI INDIVIDUI: LE VITTIME/1 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  46. I REATI CONTRO GLI INDIVIDUI: LE VITTIME/2 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  47. Le famiglie colpite da almeno un reato contro l’abitazione o contro i veicoli sono il 18,6%. Il rischio non è distribuito uniformemente e dipende dalle caratteristiche della famiglia in cui si vive.Il rischio cresce all’aumentare del titolo di studio del capofamiglia e si incrementa per le famiglie più numerose. Anche quando il capofamiglia è disoccupato il livello di vittimizzazione è superiore alla media. I REATI CONTRO LE FAMIGLIE: LE VITTIME/1 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  48. Il rischio è massimo quando il capofamiglia è un dirigente, un imprenditore o un libero professionista. È superiore alla media nel caso dei direttivi, quadri, impiegati, lavoratori in proprio ed è minimo quando il capofamiglia è una casalinga. I REATI CONTRO LE FAMIGLIE: LE VITTIME/2 La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  49. Il valore delle perdite economiche è rilevante: sono denunciati circa il 50-70% dei reati contro la persona che hanno comportato una perdita economica che supera i 500 €, oltre l’80% dei reati contro la famiglia il cui danno è stato tra 1.000 e i 2.000 € e oltre il 90% dei reati che hanno superato i 5.000 € di danno.L’aver subito ferite o lividi o contusioni influenza molto la decisione di denunciare: la percentuale di denuncia delle rapine, inferiore al 50% in assenza di ferite, supera tale valore se ci sono ferite. Per le aggressioni si passa addirittura dal 13,5% al 50% circa. PERCHÈ SI DENUNCIA? La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

  50. PERCHÈ NON SI DENUNCIA? Il motivo principale per cui non si denuncia è legato alla scarsa importanza: il 50,4% dei reati contro l’individuo e il 63,3% di quelli contro la famiglia non sono denunciati per questa ragione. La motivazione è più frequente per i furti di bicicletta (60%) e di parti di veicoli quali auto o camion (74,6%), per i furti di oggetti esterni all’abitazione principale (78,1%) e i furti di oggetti personali (60,7%). Il secondo motivo è l'assenza di prove (17,2% per i reati contro l’individuo e 13,5% per quelli contro la famiglia) e "non rubato nulla/oggetti ritrovati" che assume percentuali variabili, da oltre il 20% per i furti di veicolo al 4,3% per i furti nella prima casa. La criminalità in Italia e in Trentino andrea.dinicola@transcrime.unitn.it

More Related