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25 giugno 1950 la Corea del nord invade la Corea del sud

L’EREDITA’ SIMBOLICA: DAL PACIFICO AL VIETNAM LA FINE DELLE RICONSACRAZIONI Dove sono finiti i “nostri ragazzi”?. Riconsacrazioni durante la Guerra Fredda: l’America circondata Ulteriori giri di base. La guerra in Corea (1950-1953). 25 giugno 1950 la Corea del nord invade la Corea del sud.

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25 giugno 1950 la Corea del nord invade la Corea del sud

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Presentation Transcript


  1. L’EREDITA’ SIMBOLICA: DAL PACIFICO AL VIETNAMLA FINE DELLE RICONSACRAZIONIDove sono finiti i “nostri ragazzi”?

  2. Riconsacrazioni durante la Guerra Fredda: l’America circondata Ulteriori giri di base. La guerra in Corea (1950-1953) 25 giugno 1950 la Corea del nord invade la Corea del sud

  3. Addio allo spirito dei pionieri4 ottobre 1957: i marziani sovietici invadono lo spazio: la violazione Per me, il terrore – il vero terrore, ben diverso da tutti i dèmoni e gli orchi che avrebbero potuto vivere nella mia mente – cominciò un pomeriggio di ottobre del 1957. Avevo appena compiuto dieci anni. E, come era giusto che fosse, mi trovavo al cinema...La matinée del sabato in cui cominciò il vero terrore era La terra contro i dischi volanti con Hugh Marlowe... Gli spaziali di La terra contro i dischi volanti sembravano antichi,maligni alberi viventi, con i loro corpi nodosi e raggrinziti e le ringhianti facce da vecchi (e portavano) raggi della morte, distruzione, e, alla fine, guerra totale... Eravamo nelle nostre poltrone, fermi come manichini, e fissavamo il direttore. Sembrava nervoso e giallastro, o forse erano solo le luci della ribalta. Ci chiedevamo quale catastrofe poteva avergli fatto fermare il film proprio mentre stava arrivando all’apoteosi di tute le matinée del sabato, alla “parte bella”. E il tremolio nella sua voce certo non confortò nessuno. «Voglio dirvi», disse con quella voce tremula, «che i russi hanno messo un satellite spaziale in orbita intorno alla Terra. Lo chiamano...spootnik»...I russi ci avevano battuto nello spazio. Da qualche parte, sopra le nostre teste, emettendo trionfanti bip, c’era una palla elettronica lanciata e costruita dietro la Cortina di Ferro. Eravamo terreno fertile per i semi del terrore, noi bambini della guerra; eravamo cresciuti in una strana atmosfera da circo, mista di paranoia, patriottismo e hybris nazionalistica...Eravamo i figli degli uomini e delle donne che avevano vinto ciò che John Wayne, Il Duca, chiamava “quella grossa” e, quando la polvere si era posata, c’era l’America sul podio. Avevamo rimpiazzato l’Inghilterra nel ruolo del colosso che dominava il mondo (e) neanche una bomba era caduta su New York, e l’America aveva il più basso numero di caduti di ogni grande potenza coinvolta nella guerra...Ogni professore di liceo usava le stesse due parole per il diletto dei suoi studenti; due parole magiche che splendevano e brillavano come un’insegna al neon...e queste due parole erano: pioneer spirit, lo “spirito dei pionieri”. Io e i miei amici crescemmo sicuri nella consapevolezza dello “spirito dei pionieri” dell’America (e) la fantascienza non era mai stata in forma migliore. Lo spazio sarebbe stato ben più che conquistato...sarebbe stato colonizzato dai pionieri...Era questa la culla di elementare teoria politica e sogni tecnologici in cui eravamo stati tenuti io e molti altri bambini della guerra fino a quel giorno d’ottobre, quando la culla fu rudemente strattanota e noi cademmo tutti. Per me fu la fine dei sogni...E l’inizio di un incubo (Danse macabre, pp. 13-23)

  4. Il rimedio alla violazione sovietica: la nuova frontiera? 25 maggio 1961. Discorso ad una sessione speciale del Congresso: “La nostra generazione non intende rimanere arenata ai margini della futura era spaziale. Intendiamo far parte di essa. Vogliamo assolvere in essa una funzione di guida poiche’ gli occhi del mondo guardano ora allo spazio, alla luna e ai pianeti, e noi abbiamo promesso che il mondo non vedrà lo spazio governato da una ostile bandiera di conquista, ma da una bandiera di pace. Abbiamo promesso che esso non sara’ solcato da armi per la distruzione di massa, ma da strumenti destinati alla scienza e alla comprensione… Noi alziamo le vele in questo nuovo mare, poiche’ in esso vi sono le nuove conoscenze da ottenere e nuovi diritti da conquistare ed essi devono essere conquistati ed usati per la pace ed il benessere di tutti"… " ...credo che questo paese debba impegnarsi a realizzare l'obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non c'è mai stato nessun progetto spaziale più impressionante per l'umanità, o più importante per l'esplorazione dello spazio; e nessuno è stato così difficile e costoso da realizzare”

  5. Il disastro: la diligenza annientata Dallas, 22 novembre 1963

  6. Apollo XIII “ Okay, Houston, we've had a problem here”. Riportiamo a casa i nostri ragazzi 11 aprile – 17 aprile 1970

  7. Riconsacrazioni durante la Guerra Fredda:l’America circondata Lo stallo: Vietnam (1964-1975)

  8. Tentativi di narrazione archetipica: la violazione IL VIETNAM: I MEDIA SCHIERATI Incidente nel golfo del Tonchino (luglio del 1964. Il cacciatorpediniere Maddox è attaccato da tre cannoniere nordvietnamite)

  9. Azioni di riconsacrazione: la quotidianità della guerra Il rapporto media guerra prima dell’offensiva del TET

  10. L’offensiva del TET (31 gennaio 1968)

  11. Ambasciate assediate e occupate: Saigon durante l’offensiva del TET (febbraio del 1968)

  12. Walter Cronkite 
”Ci siamo impantanati in una situazione di stallo” 
27 Febbraio 1968 - CBS Evening News

Stasera, di nuovo in un ambiente familiare qui a New York, vorremmo provare a riassumere cosa abbiamo capito in Vietnam, un'analisi che non può che essere speculativa, personale, soggettiva. Chi ha vinto e chi ha perso nella grande offensiva del Tet? Non ne sono sicuro. Il Vietcong non ha vinto per KO, ma neanche noi. Gli arbitri della storia potrebbero assegnare un pareggio. Un'altra situazione di stallo potrebbe arrivare nelle grandi battaglie attese a sud della zona demilitarizzata. Khesanh potrebbe cadere, con una terribile sconfitta in termini di vite americane, prestigio e morale, e questa sarebbe una tragedia della nostra testardagine… Un'altra situazione di stallo. Sul fronte politico, le prove passate non danno fiducia sul fatto che il governo vietnamita sia in grado di affrontare i suoi problemi, ora aggravati dall’'attacco sulle città. Non è detto che esso cada, potrebbe reggere, ma probabilmente non mostrerà le qualità dinamiche richieste a questa giovane nazione. Un'altra situazione di stallo. 

Siamo stati troppo spesso delusi dall’ottimismo dei leaders americani, sia in Vietnam sia a Washington, che spinge ad avere un po’ più fiducia nei riflessi d'argento che trovano nelle nuvole più scure. Forse hanno ragione sul fatto l’offensiva di Hanoi dell’inverno-primavera è stata dettata dalla consapevolezza comunista di non poter vincere la più lunga guerra di logoramento, e dal fatto che i comunisti sperano che un qualsiasi successo dell'offensiva migliorerà la loro posizione in vista di eventuali trattative. Per ora sembra più certo che mai che il destino dell'esperienza sanguinosa del Vietnam è quello di finire in una situazione di stallo...

Dire che oggi siamo più vicini alla vittoria equivale a credere, di fronte all'evidenza, agli ottimisti che hanno sbagliato in passato. Suggerire che siamo sull'orlo della sconfitta è cedere al pessimismo irragionevole. Dire che siamo impantanati in una situazione di stallo sembra l'unica, sebbene ancora insoddisfacente, conclusione realistica. Nella remota possibilità che gli analisti militari e politici abbiano ragione, nei prossimi mesi potremo verificare le intenzioni del nemico, nel caso in cui questo sia davvero il suo ultimo grande sussulto prima dei negoziati. Ma è sempre più chiaro a questo giornalista che l'unico modo razionale fuori di allora sarà negoziare, non come vincitori, ma come persone oneste che hanno vissuto fino in fondo il loro impegno per difendere la democrazia, e fatto il meglio che potevano. 

Questo è Walter Cronkite. Buonanotte. Dopo il Tet: la mitologia dell’America sconfitta dai media

  13. L’ambasciata persa, la fuga e la riconsacrazione “mancata”

  14. L’immaginario prende il sopravvento. L’assalto khomeinista all’ambasciata americana di Teheran…(4 novembre 1979 – gennaio 1981) … e il fallito blitz americano (aprile 1980)

  15. Il grande bliz(2 maggio 2011)

  16. Un medium che arriva dopo: il cinema del Vietnam, tra ricomposizione del trauma e spirito “tragico”

  17. Il Cinema: un medium di ricomposizione? Ted Kotcheff, Fratelli nella notte (1983) Peter Markle, Bat 21(1988) G.P. Cosmatos, Rambo II (1985)

  18. Il Cinema: un medium tragico? Michael Cimino (1978) F.F. Coppola (1979) Michael non riesce a riportare a casa Nick

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