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Le strade dell’acqua: la rete idrica di Pompei

Le strade dell’acqua: la rete idrica di Pompei. Lezione VIII. La rete idrica. Un sistema piuttosto perfezionato, fondato su tre livelli di distribuzione. Il castellum aquae , che era il serbatoio principale delle acque. Una dozzina di torri dell’acqua, serbatoi di livello intermedio.

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Le strade dell’acqua: la rete idrica di Pompei

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Presentation Transcript


  1. Le strade dell’acqua: la rete idrica di Pompei Lezione VIII

  2. La rete idrica • Un sistema piuttosto perfezionato, fondato su tre livelli di distribuzione. • Il castellum aquae, che era il serbatoio principale delle acque. • Una dozzina di torri dell’acqua, serbatoi di livello intermedio. • Le numerose fontane pubbliche (nel rimangono circa 40) e gli impianti delle case private. 2

  3. Il castellum aquae e la sua alimentazione • Il serbatoio principale della città sorgeva nel suo punto più alto, nei pressi di Porta Vesuvio, poco entro le mura. • Era alimentato di un acquedotto che captava le sorgenti montane del fiume Serino, in Irpinia, risalente probabilmente al 20 a.C. • La provenienza delle acque è stata confermata da recenti analisi sui residui calcarei degli impianti idrici pompeiani. • Negli anni che precedettero immediatamente l’eruzione sembra però che l’acqua fosse di diversa provenienza: forse l’acquedotto del Serino era stato danneggiato dal terremoto del 62 d.C. e fu necessario sfruttare altre sorgenti? • In precedenza l’approvvigionamento idrico di Pompei era assicurato dal Sarno, da pozzi e dalla captazione dell’acqua piovana attraverso il caratteristico compluvium, con l’impluvium, che si apriva nell’atrio delle case pompeiane. 3

  4. Il sistema dei pozzi • Un pozzo ad uso pubblico sorgeva a poca distanza dal castellum aquae, a porta Vesuvio. • Profondo quasi 40 m. era rivestito nel tratto superiore da blocchi di tufo e calcare. • La bocca del pozzo, originariamente di 2 m di lato, fu coperto da una volta a tutto sesto, nella quale fu praticata una più stretta apertura, per attingere l’acqua. • L’origine del pozzo sembra risalire al IV sec. a.C. • Altri pozzi pubblici, meno noti, ma con la medesima struttura, sono noti nel resto della città. • Alcuni pozzi sono stati rinvenuti anche nelle Terme del Foro e nelle Terme Stabiane, per i fabbisogni specifici di quegli impianti. • L’acqua poteva essere attinta con il sistema della ruota idraulica, o semplicemente con l’ausilio di secchi.

  5. Il sistema compluvium – impluvium nella Villa dei Misteri

  6. L’acquedotto del Serino • Un tratto dell’acquedotto del Serino, in località Torone, nei pressi di Palma Campana.

  7. Il castellum aquae: la struttura dell’edificio • Ben conservato, all’esterno era di forma trapezoidale e si appoggiava alle mura. • Il fianco ovest ed est è in opus reticulatum, il fianco nord in opus incertum, mentre quello sud è in laterizi, con tre arcate cieche. • L’interno aveva forma circolare, con una volta a cupola, ed era diviso in scomparti, da ciascuno dei quali partiva una conduttura per la città. • Il serbatoio serviva anche da vasca di decantazione dell’acqua, le cui impurità andavano sul fondo.

  8. L’esterno del Castellum aquae, fianco sud

  9. L’interno del Castellum aquae • Visibile uno dei tre scomparti in cui era diviso il serbatoio, con la partenza di una delle condutture.

  10. Le torri dell’acqua • Torri in calcestruzzo, rivestite in pietra o mattoni, alte fino a sei metri. • Nella parte superiore si trovava un serbatoio in piombo che raccoglieva l’acqua proveniente dal castellum. • Avevano la funzione ridurre la pressione dell’acqua, che giungeva con grande forza dal castellum, a causa della forte pendenza. • A giudicare dalle incrostazioni di calcare sull’esterno dei serbatoi, l’acqua doveva tracimare spesso, contribuendo ad allagare le strade. 10

  11. Una imponente torre dell’acqua a Pompei

  12. Le fontane • Seguono uno schema generale: • Un’ampia conduttura, che dava un getto d’acqua continuo. • Un bacino quadrangolare composto da grandi blocchi di roccia vulcanica. • Potevano essere protette da urti accidentali dei veicoli da pietre paracarro. • Sorgevano generalmente agli incroci delle strade, per meglio servire il gran numero di persone che non potevano permettersi di avere acqua corrente in casa. • Divennero così punti di socializzazione, come accadeva anche nelle nostre città fino a qualche decennio fa. 12

  13. Una fontana pubblica • Oltre alla struttura, che ben corrisponde al modello generale, da notare: • Le due pietre paracarro. • Il solco del “troppo pieno” sul lato anteriore della vasca.

  14. Gli impianti privati • Per far giungere l’acqua corrente nelle proprie abitazioni era necessario pagare una tassa. • Solo i cittadini più ricchi dunque potevano permettersi questa comodità. • Tutte le altre persone dovevano raccogliere l’acqua alle fontane. • D’altra parte le fontane erano tanto numerose che nessuna abitazione distava da una di esse più di 100 m. 14

  15. La rete delle tubature • Tubature in piombo, che passavano sotto il selciato. • Mettevano in connessione il castellum aquae, i serbatoi intermedi e i punti finali di erogazione dell’acqua. • La rete nel 79 d.C. era in corso di rifacimento in più punti, forse a causa dei danni del terremoto del 62 d.C. o dei movimenti sismici che precedettero l’eruzione. • In molti punti della città il selciato risulta rimosso e le tubature asportate. 15

  16. La rete delle tubature • Nell’immagine una sofisticata valvola idraulica usata nella rete idrica di Pompei.

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