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Il ragazzo malato

Il ragazzo malato. Il vissuto di malattia nel ragazzo. La malattia, il dolore, l’ospedalizzazione, interferiscono in modo rilevante con lo sviluppo cognitivo ed emotivo del ragazzo. Effetti dell’ospedalizzazione sul ragazzo. Variabili che influenzano le reazioni .

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Il ragazzo malato

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Presentation Transcript


  1. Il ragazzo malato

  2. Il vissuto di malattia nel ragazzo La malattia, il dolore, l’ospedalizzazione, interferiscono in modo rilevante con lo sviluppo cognitivo ed emotivo del ragazzo

  3. Effetti dell’ospedalizzazione sul ragazzo

  4. Variabili che influenzano le reazioni

  5. La famiglia e le reazioni all’ ospedalizzazione

  6. La famiglia e le reazioni all’ ospedalizzazione

  7. L’adolescente e la malattia

  8. La malattia e le sue fasi

  9. La malattia e le sue fasi

  10. Effetti delle terapie

  11. Impatto della recidiva

  12. Progressione di malattia e vissuto

  13. Progressione di malattia e vissuto

  14. La dimissione

  15. Perché la scuola in ospedale

  16. La scuola in ospedale opera come mediatore culturale tra tre diversi aspetti LA SCUOLA COME MEDIATORE CULTURALE Questi tre aspetti giocano un ruolo diverso a seconda età e della condizione fisica dell’alunno. Scopo finale è prendersi cura degli aspetti sani e vitali che ogni ragazzo ha

  17. LA SCUOLA COME MEDIATORE CULTURALE • Per un adololescente: • il mondo di partenza sarà composto dal gruppo dalle proprie amicizie, dalla scuola, dalla famiglia. • La realtà interna sarà quella propria al momento del ricovero • L’ambiente dell’ospedale sarà una realtà altra con cui confrontarsi

  18. L’insegnante in ospedale

  19. Il ruolo dell’insegnante in ospedale In un ottica di interazione bidirezionale adulto/bambino, il docente si pone non solo come soggetto che trasmette contenuti ma come creatore di contesti educativi

  20. il ruolo dell’insegnante in ospedale

  21. Come opera • Operativamente lavorare in ospedale significa: • Confrontasi con altre figure professionali ( Medici, infermieri,psicologi, assistenti sociali, volontari,etc) • Attenersi alle precauzioni igienico profilattiche (mascherina, camice, cuffia, etc). • Adeguarsi ai tempi dell’alunno (terapie, malessere,etc) • Operare quasi sempre con un solo alunno, al suo letto o in sala terapie • Coordinare il proprio lavoro con quello curriculare della scuola di provenienza

  22. l’insegnante e gli operatori del reparto Confrontarsi con le altre figure professionali implica: • il rispetto assoluto dei tempi del reparto ( terapie, visite mediche, etc ) • l’ascolto delle indicazioni fornite dai medici o dai caposala • la coscienza di essere parte di un progetto di cura

  23. l’insegnante e il reparto Lavorare in un reparto ospedaliero implica il rispetto assoluto di alcune norme, pertanto occorrerà: • Lavarsi le mani; • Indossare il camice; • Indossare sandali di gomma ad uso esclusivo del reparto; • Legarsi i capelli; • Indossare mascherina, sovra scarpe, cuffia nelle stanze di isolamento; • Parlare a voce bassa; • Non usare il cellulare • Non intrattenersi nei corridoi, se non necessario

  24. l’insegnante e l’alunno ospedalizzato Insegnare ad alunni ospedalizzati significa: • adeguarsi ai tempi e alle condizioni fisiche ed emotive dell’alunno; • Adeguarsi alle condizioni operative ( letto di degenza, letto di dayhospital, interruzioni ); • operare senza l’aiuto del gruppo classe; • Coordinare il proprio lavoro con quello curriculare della scuola di provenienza; • confrontarsi ( per insegnanti II grado) con programmi di indirizzi diversi ;

  25. Come agisce Ildocente rinvia costantemente messaggi concreti rispetto alla necessità di continuare ad impegnarsi perché il futuro esiste e perché la malattia non continuerà ad essere così ingombrante Il ragazzo ha necessità di essere stimolato, gratificato e riconosciuto ufficialmente valido, in un momento in cui la malattia, le terapie, gli interventi possono mettere in dubbio anche le sue capacità più assodate.

  26. Programmazione e valutazione

  27. la presa in carico dell’alunno • il medico e gli altri operatori avranno cura di presentare la scuola ai degenti; • il medico avrà cura di indicare al coordinatore la presenza di un degente che necessità e desidera un intervento educativo; • Il coordinatore presenterà alla famiglia la scuola, raccogliendo le informazioni di base ( ordine di scuola, grado, etc) • Il coordinatore farà firmare un modulo di adesione al servizio; il bambino/ragazzo ospedalizzato è, formalmente, a SCUOLA

  28. scuola in ospedale e scuola di provenienza • Il coordinatore contatterà la scuola di provenienza dell’alunno e si relazionerà con il coordinatore di classe che, nella sede opportuna (es.nelCdC) avviserà i docenti della situazione. • I docenti della scuola di provenienza dovranno approntare un piano individualizzato. • I docenti della scuola di provenienza ,non conoscendo le condizioni dell’alunno, potranno sì fornire i contenuti minimi di apprendimento che vorrebbero fossero raggiunti ma, soprattutto, fornire dettagliatamente i contenuti che intendono svolgere in un determinato lasso di tempo( trimestre o quadrimestre). Agli occhi del ragazzo ospedalizzato ciò che appare necessario è infatti poter continuare a svolgere lo stesso programma, in modo che, al rientro possa sentirsi in linea con il resto della classe.

  29. Scuola in ospedale e scuola appartenenza

  30. Adattabilità del docente ospedaliero

  31. Per concludere…. Insegnare in ospedale è un’esperienza forte e unica.. …..buon lavoro a tutti noi.

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