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“Ai confini della coscienza: la ricerca del contatto..”

“Ai confini della coscienza: la ricerca del contatto..”. Dalla mobilizzazione passiva alla ricerca di una partecipazione attiva: una proposta specifica per il paziente a bassa responsivita’ Fisioterapista Grillenzoni Maria Grazia. Riabilitazione Intensiva Ospedale di CORREGGIO

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“Ai confini della coscienza: la ricerca del contatto..”

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Presentation Transcript


  1. “Ai confini della coscienza: la ricerca del contatto..” Dalla mobilizzazione passiva alla ricerca di una partecipazione attiva: una proposta specifica per il paziente a bassa responsivita’ Fisioterapista Grillenzoni Maria Grazia Riabilitazione Intensiva Ospedale di CORREGGIO AUSL di Reggio Emilia

  2. Aspen Workgroup (Giacino et al. 2002) • Non evidenza di risposte comportamentali sostenute, riproducibili, intenzionali o volontarie a stimoli visivi, uditivi, tattili o dolorosi • Non evidenza di comprensione del linguaggio o espressione • Intermittente risvegliabilità manifestata con la presenza di cicli sonno-veglia (periodica apertura degli occhi) • Sufficiente preservazione delle funzioni automatiche per permettere la sopravvivenza con adeguate cure mediche • Incontinenza della vescica e dell’intestino • Variabile preservazione dei nervi cranici e dei riflessi spinali

  3. (Sazbon 2003). La semeiotica del paziente in SV definita dall’ACRM (The Multi Society Task-Force, 1994) descrive: • La mancanza di evidenti segni di coscienza di sé e dell’ambiente con incapacità ad interagire con altri • La mancanza di risposte comportamentali a stimoli visivi, uditivi, tattili e nocicettivi • La mancanza di comprensione e di espressione verbale • La presenza di manifestazioni cliniche di sonno–veglia • La conservazione di funzioni ipotalamiche e tronco-encefaliche sufficienti a consentire la sopravvivenza, sia pure, con assistenza medico-infermieristica • Incontinenza sfinterica • La parziale conservazione di certi riflessi dei nervi cranici (pupillare, corneale, faringeo, ecc)

  4. CORTECCIA ”DISABITATA”? Istinto Sensazioni Pulsioni PRIMITIVO VISSUTO VISCERALE VEGETATIVO Cioè il

  5. ENCEFALO CORTECCIA Livello sovraspinale Danneggiato ? ? ? ? Livello spinale MIDOLLO SPINALE R M RECETTORI

  6. Non limitarti“all’apparenza” ma procedi sempre con una strategia adeguata • Impressione generale sul paziente, oltre alla clinica, (gli elementi disturbanti , le crisi neurovegetative, supporti invasivi...) • DI CHE COSA HA BISOGNO ? • C’è movimento e di che tipo.. in quale distretto corporeo? • E’ Automatico, spontaneo, su richiesta, volontario? • Com’è quando si trova supino al letto, seduto, in piedi.. quale postura influenza le sue reazioni? • Di funzionale cosa può o potrebbe fare se facilitato?

  7. OSSERVAZIONE MIRATAPER IDENTIFICARE E RICONOSCERE DAI “SEGNALI” • statodiDISAGIO ... • stato di AGIO…

  8. “INDIVIDUO” PRIMA CHE“PAZIENTE” • Come sta ora? Come respira? • Si muove ? Come? • Qual’ è il livello di responsività? • ?...

  9. A S C O L T O V I S I VO-CORPOREO del fisioterapista :, vissuto psicomotorio del paziente Paziente = Ospite

  10. ….Il vissuto motorio e sensoriale in un corpo… “ ESTRANEO SCONOSCIUTO ” sconvolge SE STESSO…. • CONSENTIRE L’ESPLORAZIONE, L’UTILIZZO, IL RICONOSCIMENTO DEL CORPO, DEL SUO SPAZIO, DEL PERIPERSONALE E L’INTERAZIONECON L’AMBIENTE • GARANTIRE LA SOMMINISTRAZIONE DI EVENTI SIGNIFICATIVI, COLLEGATI A UN COMPITO REALE, PIU’ FACILMENTE PERCEPIBILI

  11. DA STRATEGIA PROCEDURALE A MEMORIA PROCEDURALE MOTORIO del sistema PERCETTIVO • PRECOCEMENTE • COSTANTEMENTE • Tenendo conto del “vissuto” del paziente momento per momento • Ricostruendo una sorta di “mappatura” del suo corpo (schema corporeo), di coordinate interne, in una ”nuova azione”

  12. Come “parla”il sistema nervoso centrale,cioè come si sta riorganizzando? Come lo esprime il corpo anche rispetto alle sollecitazioni interne ed esterne? Attraversoquali risorse (quote) motorie può o potrebbe comunicare il paziente?

  13. NECESSITA’ DI VALUTAZIONEQUANTITATIVA, QUALITATIVA NON SOGGETTIVA(del fisioterapista) CAUSE PRIMARIE DISTURBANTI: Cannula tracheostomica febbre alta presenza di sondino naso-gastrico cateteri venosi fissatori esterni ferule odontoiatriche… DALLA CONDIZIONE DI STATO VEGETATIVO,IN “ASSENZA DI PREREQUISITI” “Presenza di pregiudizi ?” La scelta quotidiana del “SETTING”, si basa principalmente sulle condizioni cliniche e le problematiche internistiche

  14. ..SODDISFAZIONE dei bisogni primari, a seguire, ricerca di stimoli motivanti,(bisogni secondari) CREA OCCASIONI ,affinchè attraverso il proprio “corpo nuovo”, il paziente, possa prendere coscienza, con situazioni conosciute nel pre-morboso, della sua quotidianità IDENTIFICA una strategiariabilitativaPERSONALIZZATA OSSERVA LE REAZIONI del paziente nelle diverse situazioni ambientali, quantifica le informazioni sia sulle risorse neuromotorie, SNC e SNP che sullo stato di coscienza

  15. Atteggiamento del terapista • Osserva, non attraverso una lente d’ingrandimento ma “DIVENTA LENTE” valuta e imposta il trattamento in base a conoscenze TECNICO/SCIENTIFICO ADEGUATE • Si prende cura in modo EMPATICO

  16. IL DISAGIO IL DOLORE ALLERTA / PAURA • Controlla le tue emozioni (coscienza della separatezza ) • Ascolto e osservazione (tattile, visiva, corporea) • Anticipa verbalmente, prepara all’evento, rassicura,descrive:”ora sposto la tua gamba ..poi sentirai tirare non dolore”…senti “arriva la corrente” • Trasmetti sensazioni di forza e stabilità, non solo di protezione (con il tuo corporeo / verbale) • Questa modalità può consentire la sua “mappatura corporea” extravisiva ( percezione ) EMPATIA

  17. TERAPISTA GUIDA “TRASDUTTORE”

  18. POSTURA ATTIVA Dinamizzare il corpo producendo una gestualita’ finalizzata

  19. FACILITAZIONI ”GUIDA”(parametri di misura) • V E R B A L I di spazio, di tempo, direzione… • M O T O R I E statiche (di stabilità), dinamiche • SENSORIALIvisive, uditive, tattili, propriocettive F E E D B A C K(del paziente ) VEGETATIVO M O T O R I O COMUNICATIVO

  20. NELLA NON VERBALITA’ Le reazioni possono essere colte nelle • ESPRESSIONI : MIMICA SGUARDO (finalizzazione dell’atto espressivo) • POSTURA : nelle modificazioni… • GESTO : nell’uso dello SPAZIO

  21. Osserva… c’è o no • REAZIONE o RISPOSTA ? • INTENSITA’ della RISPOSTA +/- rispetto alla valutazione precedente ? IL PAZIENTE E’ UGUALE A PRIMA ? IN COSA E’ CAMBIATO ?

  22. osservazione attiva, da cui si creano delle variabili: (scheda di valutazione setting…) elabora Formula delle ipotesi: • il paziente ha le risorse cognitive per capire, ma è incapace di interagire per la presenza di deficit neuromotori • il paziente ha mantenuto competenze motorie che realizza SPONTANEAMENTE, pur non avendo ancora comportamenti regolati cognitivamente (consenso percettivo) • nessuna modificazione adattativa! porta modificazioni: al contesto, alla postura, alla scelta degli strumenti guida, …

  23. E’ inaccettabilerinunciare a priorisecondo una profezia • Pensare che determinati risultati siano irraggiungibili da parte di alcuni pazienti. • Non offrire loro, invece, l’opportunità di sperimentare ed esprimere le proprie “eccellenze” motorie e cognitive. • Porre dei limiti a priori sulle proposte d’intervento dopo una valutazione in negativo

  24. GRAZIE GUIDO VEZZOSI RODOLFO BRIANTI “TUTTE LE COLLEGHE” ELENA GANAPINI ILENIA MORBILLI FRANCESCO LOMBARDI

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