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Progetto Montagna sicura

Progetto Montagna sicura. Soccorso Alpino Speleologico Toscano. Club Alpino Italiano. Provincia di Massa e Carrara. Provincia di Lucca. Provincia di Pistoia. Alcune delle attività praticate in montagna. La sicurezza in montagna è un problema reale ? Statistiche nazionali 2003/2004

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Progetto Montagna sicura

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Presentation Transcript


  1. ProgettoMontagna sicura Soccorso Alpino Speleologico Toscano Club Alpino Italiano Provincia di Massa e Carrara Provincia di Lucca Provincia di Pistoia

  2. Alcune delle attività praticate in montagna

  3. La sicurezza in montagna è un problema reale ? • Statistiche nazionali 2003/2004 • Statistiche Toscana 2004

  4. Interventi Soccorso Alpino Nazionali Fig.b

  5. Infortuni e tipologia di attività svolta Escursionismo Alpinismo Altro ? Fig.e

  6. Cause più comuni degli incidenti Totale incidenti dovuti a “leggerezza” 2003 n° 1127 2004 n° 2476 Fig.f

  7. Soci C.A.I. vs. non Soci C.A.I. 2003 2004 Fig.g

  8. Dati Soccorso Alpino Speleologico Toscano 2004

  9. Dati Soccorso Alpino Speleologico Toscano 2004

  10. Dati Soccorso Alpino Speleologico Toscano 2004

  11. attività praticate in montagna in relazione alle casistiche del Soccorso Turismo verde Turismo bianco Escursionismo Naturalismo Ricerca di funghi ……… Maggior rischio

  12. Dati Soccorso Alpino Speleologico Toscano 2004

  13. Principali cause individuate che determinano gli infortuni

  14. capacità personali inadeguate (allenamento, capacità tecniche, saper rinunciare…) scarse conoscenze dell’itinerario e della montagna in genere (difficoltà itinerario, tempi percorrenza, ambiente, meteo……) attrezzatura non adeguata all’itinerario (soprattutto nel periodo invernale) scarse conoscenze dell’utilizzo e delle potenzialità del materiale stesso (soprattutto nel periodo invernale)

  15. progetto“Montagna Sicura”

  16. Obbiettivo progetto “Montagna sicura” • La maggior parte delle cause individuate sono “ correggibili ”. • L’obbiettivo è di ridurre la casistica degli infortuni dovuti a “leggerezza” e una parte degli altri

  17. I frequentatori della montagna sono i più vari. Da effettuarsi sia all’interno della nostra associazione sia in altre associazioni sportive, culturali,… ; lo scopo è di sensibilizzare ulteriormente tutti i soci e di trasmettere il concetto di “fare una attività in sicurezza” anche ad altre associazioni in modo da rivolgersi ad un “pubblico” più ampio. Gli istruttori del CAI devono essere i riferimenti per questa attività. 1 Sensibilizzazione/formazione E’ la parte più difficile ma sicuramente quella fondamentale. L’obbiettivo è di arrivare a tutti coloro che frequentano la montagna sia occasionalmente che assiduamente e che non fanno parte di associazioni specifiche; creare un riferimento per chi va in montagna. 2 Diffusione sulla popolazione 3 Azione diretta sul territorio E’ la parte più importante e di impatto : Da effettuarsi a supporto della sentieristica. Tutti coloro che andranno in montagna dovranno per forza passare in certi posti.

  18. Cosa è stato fatto ? Coinvolgimento in primis delle province che territorialmente comprendono la maggior parte del territorio Apuano e Appenninico

  19. Congresso interprovinciale a Lucca nel 2004 • Numerose riunioni a più riprese nelle singole province o con più province nel tentativo di coinvolgere più enti. • Cartellonistica “invernale” apposte sperimentalmente in alcune zone per valutarne l’efficacia (messaggi e grafica) • Locandine inserite nei posti più frequentati con consigli utili per l’estate e inverno • Coinvolgimento di altre associazioni ( gruppi micologici ) • Cartellonistica per la ricerca dei funghi apposta, sempre sperimentalmente, in alcuni posti più frequentati e a rischio • Pieghevole sulla ricerca dei funghi • Pieghevole sull’escursionismo invernale • In itinere pieghevole sull’escursionismo estivo • Coinvolgimento della Regione Toscana • ………………………………………………..

  20. Cartello per ricerca dei funghi

  21. ….e ora !!!

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