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Progetto SeT 2005-2006

LICEO LINGUISTICO “A GENTILI” –SAN GINESIO GRUPPO B. Progetto SeT 2005-2006. L'aria è inquinata ?. Caratteristiche dell'aria. Inquinamento atmosferico. L'aria a San Ginesio. Possibili rimedi. L' A R I A. …è un miscuglio omogeneo di gas…. azoto 78,08%, ossigeno 20,95%, argo 0,93%,

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Progetto SeT 2005-2006

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Presentation Transcript


  1. LICEO LINGUISTICO “A GENTILI” –SAN GINESIO GRUPPO B Progetto SeT 2005-2006 L'aria è inquinata ? Caratteristiche dell'aria Inquinamento atmosferico L'aria a San Ginesio Possibili rimedi

  2. L' A R I A . . .

  3. …è un miscuglio omogeneo di gas… • azoto 78,08%, • ossigeno 20,95%, • argo 0,93%, • anidride carbonica 0,03%, • gas nobili (neon, cripto, elio), idrogeno, ozono0,01% fino alla concorrenza del 100%. Inoltre sono presenti • vapor acqueo, che varia da luogo a luogo e anche da istante a istante nello stesso luogo; • pulviscolo atmosferico, che diminuisce con l'altitudine, dato che le particelle più pesanti sono attratte maggiormente verso il basso dalla forza gravitazionale.

  4. …è indispensabile per gli esseri viventi perché rappresenta la riserva degli elementi fondamentali: carbonio, ossigeno, azoto e idrogeno che ricevono attraverso i cicli biogeochimici .

  5. …è in grado di autopurificarsi perché in essa si verificano moti convettivi che la rinnovano in continuazione… …ma non è una pattumiera senza fondo.

  6. … è senza frontiere, i venti possono spostarla anche a livello planetario

  7. . … sta perdendo il suo equilibrio naturale a causa delle attività antropiche. Il grado di alterazione è direttamente proporzionale alla densità di popolazione e allo sviluppo economico della stessa…

  8. ....è perciò inquinata!Ecco alcuni segni della sua sofferenza Effetto serra Buco dell’ozono Piogge acide Inquinamento elettromagnetico Inquinamento chimico Smog fotochimico Presenza di nuclidi radioattivi

  9. …è un bene prezioso , una risorsa che va rispettata e salvaguardata!!!

  10. Inquinamento nucleare

  11. Inquinamento atmosferico L’inquinamento atmosferico chimico è la presenza nell’atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull’uomo, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali; queste sostanze sono: il monossido di carbonio, gli ossidi di zolfo, gli ossidi di azoto, l’ozono, il particolato, il radon, il benzene, l’asbesto, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e il cloruro di vinile. Esse di solito non sono presenti nella normale composizione dell’aria;

  12. I contaminanti atmosferici vengono distinti: quelli di origine antropica, cioè prodotti dall’uomo, e quelli naturali. Inoltre possono anche essere classificati in primari cioè liberati nell’ambiente come tali (es. il biossido di zolfo e il monossido di azoto) e secondari (es. ozono) che si formano successivamente in atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche. L’inquinamento può essere autoctono o alloctono. L’inquinamento negli ambienti aperti viene definito esterno (outdoor), mentre l’inquinamento nei luoghi confinati, come gli edifici, è detto interno (indoor). La qualità dell’aria negli ambienti confinati viene indicata come Indoor Air Quality.

  13. I principali inquinanti chimici degli ambienti interni sono: CO2 CO NO2 Fumo di legna Fumo di tabacco Idrocarburi leggeri Derivati degli idrocarburi Composti organici volatili Particolato aereodisperso Metalli nel particolato Compostici policiclici aromatici Ammine aromatiche Amianto Fibre minerali sintetiche Radon Antiparassitari

  14. La concentrazione degli inquinanti nell’aria è determinata da diversi fattori: • Dalla quantità dei contaminanti presenti nelle emissioni; • Dal numero e dal concentramento delle sorgenti inquinanti; • Dalla distanza dai punti di emissione; • Dalle trasformazioni chimico-fisiche, alle quali sono sottoposte le sostanze emesse; • Dalla eventuale velocità di ricaduta al suolo; • Dalla situazione morfologica delle aree interessate all’inquinamento; • Dalle condizioni meteorologiche locali e su grande scala. • Il fattore che più influenza il trasporto e la diffusione atmosferica degli inquinanti è l’intensità del vento; inoltre un ruolo notevole è svolto dalle precipitazioni atmosferiche che contribuiscono a dilavare l’aria dai contaminanti presenti. Di solito le zone più soggette ai fenomeni di inquinamento sono le zone urbane e industriali, soprattutto se si trovano in aree dove sono presenti dei naturali impedimenti alla circolazione dell’aria: ad esempio le valli chiuse da montagne che presentano sempre problemi di ristagno per la ridotta ventilazione atmosferica. • Altri fattori di notevole importanza negli episodi da inquinamento sono l’intensità della luce solare e l’alta temperatura, in determinate condizioni possono portare al manifestarsi dello smog fotochimico

  15. In genere le concentrazioni dei contaminanti dell’aria sono minori quando il vento è almeno moderato e l’atmosfera è instabile nei bassi strati. Al contrario le concentrazioni degli inquinanti sono elevate in presenza di nebbia persistente oppure in assenza di vento o quando si è in presenza di inversioni termiche. Le inversioni termiche sono dei fenomeni atmosferici che impediscono il normale rimescolamento delle masse d’aria, esse si formano solitamente nelle notti limpide subito dopo il tramonto, a causa del rapido raffreddamento del terreno. Questo fenomeno è detto inversione termica di tipo radiativo e in genere termina con il riscaldamento mattutino della superficie terrestre; se questo non avviene gli inquinanti si possono accumulare anche per più giorni consecutivi. L’inquinamento atmosferico comporta spesso numerose conseguenze nei confronti dell’ambiente e dell’uomo.

  16. Conseguenze sull’ambiente Il declino del patrimonio animale, forestale ed agricolo; la degradazione degli ecosistemi; i danni provocati alle strutture metalliche, alle opere d’arte ed in generale ai diversi materiali usati dall’uomo; e per finire la riduzione della visibilità, sono tutti aspetti del problema generato dall’inquinamento prodotto dall’uomo. Il meccanismo di aggressione da parte degli inquinanti può essere rapido o prolungato nel tempo. Gli inquinanti possono agire a livello globale, interessando tutte le popolazioni della terra. Fenomeni come l’insorgenza dello smog fotochimico interessano generalmente solo le aree a grande urbanizzazione, mentre l’azione delle piogge acide è di più vasta portata, interessando sia le zone più industrializzate che le aree limitrofe. L’azione dell’effetto serra coinvolge tutte le nazioni, mentre gli effetti di molti inquinanti industriali possono essere localizzati semplicemente a ridosso dell’area di produzione.

  17. CONSEGUENZE SULL’UOMO Le conseguenze a carico della salute dell’uomo si verificano soprattutto nei casi in cui si registra un innalzamento delle concentrazioni dei comuni contaminanti dell’aria (inquinamento acuto). In questi casi, l’aumentata esposizione a vari irritanti atmosferici provoca la riduzione della funzionalità polmonare, l’aumento delle malattie respiratorie nei bambini, gli attacchi acuti di bronchite e l’aggravamento dei quadri di asma; il tutto comporta un forte incremento nel numero dei decessi fra le persone più sensibili a determinati inquinanti, come gli anziani o le persone affette de malattie respiratorie e cardiovascolari. L’ effetto dell’inquinamento a bassi livelli e per lungo tempo risulta invece più subdolo e difficile da individuare. Si presume che provochi a breve termine disagio, irritazione, tossicità specifica e affezioni respiratorie acute. Gli effetti a lungo termine causati da un’esposizione ad inquinanti presenti a concentrazioni relativamente basse non sono ancora completamente chiari. In ogni caso si ritiene che fra i vari effetti ci sia la comparsa di malattie polmonari croniche, la formazione di varie neoplasie maligne (cancro polmonare, leucemie) ed un aumento della mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie. Conseguenze sull’uomo

  18. ..a San Ginesio è: • IPOTESI: • Non è inquinata ma di buona qualità in quanto San Ginesio è un Paese piccolo di soli 3840 ab., non industrializzato , piuttosto ventilato, con una circolazione di auto limitata;la principale fonte d’inquinamento è il riscaldamento domestico. • VERIFICA DELL’IPOTESI: • Studio dei licheni come bioindicatori per rilevare la qualità dell’aria. • Monitoraggio degli idrocarburi aromatici con una centralina mobile posta in via Matteotti (la più transitata di San Ginesio). • Misura del pH della pioggia e della neve. • Informazioni sulla presenza di fonti di inquinamento elettromagnetico.

  19. QUALITA’ DELL’ARIA DI SAN GINESIO: La qualità dell’aria di San Ginesio è risultata , come previsto, buona infatti l’INDEX o meglio la BIODIVERSITA’ LICHENICA calcolata con il metodo di Amman ha dato valori molto vicini a 20 (Alterazione bassa), la presenza di idrocarburi aromatici , monitorati con la centralina mobile in Via Matteotti e legati al traffico veicolare, è risultata molto al di sotto del valore limite come si può vedere dai dati rilevati dall’ARPAM; Il pH della neve e della pioggia in questi primi mese dell’anno 2005, misurato nel nostro laboratorio, è risultato sempre con valori vicini a 6; non sono presenti fonti di inquinamento elettromagnetico preoccupanti(qualche centralina di trasformazione-riduzione di alta tensione ENEL, un elettrodotto che attraversa appena per un breve tratto il territorio di San Ginesio e un ripetitore-antenna ricevente OMNITEL su una collina di fronte San Ginesio oltre il fiume Fiastrella.

  20. Analisi della qualità dell'aria mediante i licheni I licheni sono degli organismi viventi, ovvero una simbiosi tra funghi e alghe, usati come bioindicatori per stimare la qualità complessiva dell’aria essendo sensibili all’effetto di tutte le sostanze nocive contemporaneamente e non ad un singolo fattore. Essi sono bioaccumulatori: assorbono e accumulano varie sostanze presenti nell’atmosfera e sono particolarmente sensibili ai gas fitotossici come anidride solforosa e ossidi di azoto in quanto il loro metabolismo dipende completamente dall’atmosfera essendo sprovvisti di stomi o cuticole; non sono in grado di proteggersi dall’esterno e di liberarsi delle parti vecchie e/o intossicate; hanno una crescita lenta e prolungata nel tempo, vivono in media 30-50 anni, consentendo così di effettuare un monitoraggio per lunghi periodi; resistono bene (sono organismi pionieri) agli stress ambientali (termici e idrici). Per il monitoraggio abbiamo utilizzato il metodo floristico svizzero di Karl Amman, basato sull’indicatore biologico, IPA, o Indice di Purezza Atmosferica calcolato considerando la frequenza delle specie entro un reticolo (50x40 cm) di rilevamento formato da 10 rettangoli di 10 cm di altezza e 15 cm di larghezza; questo reticolo viene fissato con corde elastiche ad un albero(quercia o tiglio) avente circonferenza superiore agli 80 cm, ad una altezza di circa 120-150 cm da terra ed una inclinazione non superiore a 10°.

  21. L’IPA viene calcolato come somma delle frequenze, cioè del numero di specie licheniche presenti nel reticolo di ogni campione ( oggi si preferisce chiamarlo BL= Biodiversità lichenica) delle varie stazioni di rilevamento. Dopo aver posto il reticolo di Amman sul tronco dell’albero ed aver visto ogni specie lichenica in quanti rettangoli è presente ed aver calcolato il BL, si svolge un rilevamento fotografico, con lo scopo di documentare le eventuali variazioni temporali ed effettuare così un controllo fitosociologico della successione vegetazionale. Nel corso degli anni si possono verificare cambiamenti nella grandezza dei talli, a causa dell’inquinamento ma anche di altri fattori vegetazionali. Dai risultati dei rilievi è possibile ottenere i valori di naturalità e alterazione del territorio indagato in maniera più rappresentativa di quella offerta dalle misure degli strumenti.

  22. A San Ginesio sono state monitorate con questo metodo 3 stazioni di rilevamento: 1° Colle Ascarano = tre tigli; 2° Panoramica-Pincio= due querce; 3° Via Matteotti = tre tigli. Da questo primo monitoraggio è risultato che San Ginesio presenta una media alterazione (tendente al buono) dell’aria avendo BL molto vicini a 20 e precisamente: 1°Stazione = 18,3; 2°Stazione = 17 e 3° Stazione = 20 . A settembre/ottobre 2005 e poi nei prossimi anni verranno ripetuti i rilevamenti per avere dati più significativi, visto che questo metodo ha un maggior valore se riferito ad un lungo periodo di osservazione.

  23. STAZIONE DI RILEVAMENTO N° 1 Località di rilevamento: San Ginesio Luogo: Colle Ascarano Data: 28/04/05 Quota altimetrica: 690 m.slm Specie di albero: 3 Tigli Circonferenza: 1°-153cm; 2°-143cm; 3°-161cm. Esposizione: 1°-ovest; 2°-sud; 3°-est. Altezza: 1°-1,5m; 2°-1,5m; 3°-1,5m. Calcolo della frequenza per ogni albero: 20(3+6 Xanthoria P.+10 Physcia+1Candelariella);19(5 Xanthoria P.+10 Physcia +4Candelariella);16(6 Xanthoria +10 Physcia ); BL della stazione: 20+19+16/3 = 18,3 Albero 1: primo tiglio a sinistra del viale verso il bar Copertura lichenica: abbondante. Stato: buono Albero 2: secondo tiglio a sinistra del vialetto Copertura lichenica: abbondante. Stato: buono Albero 3: terzo tiglio verso la panoramica Copertura lichenica: abbondante. Stato: buono

  24. Stazione 1: Colle Ascarano

  25. STAZIONE DI RILEVAMENTO N° 2 Località di rilevamento: San Ginesio Luogo: Panoramica-Pincio Data: 28/04/05 Quota altimetrica: 675m slm Specie di albero: 2 Querce Circonferenza: 1°-254cm; 2°-297. Esposizione: 1°-sud/ovest; 2°-sud/sud-ovest. Altezza: 1°-1,5m 2°-1,5m Calcolo della frequenza per ogni albero: 15(5 Xanthoria;10Physcia); 19( 9 Xanthoria; 10 Physcia ) BL della stazione: 15+19/2= 17 Albero 1: quercia sulla panoramica Copertura lichenica: discreta. Stato: buono Albero 2: quercia del Pincio Copertura lichenica: abbondante. Stato: buono

  26. STAZIONE DI RILEVAMENTO N° 3 Località di rilevamento: San Ginesio Luogo:Giardino della scuola in Via Matteotti Data: 28/04/05 Quota altimetrica: 680m slm Specie di albero: 3 tigli Circonferenza: 1°-160cm; 2°-210cm; 3° -110cm. Esposizione: 1°est; 2°ovest; 3 nord. Altezza: 1°-1,5m , 2°-1,5m ; 3°-1,50. Calcolo della frequenza per ogni albero: 9 (4 Xanthoria+5 Physcia );12(2 Xanthoria+10 Physcia);39(10 Xanthoria+10 Physcia+10 Physcia +9 Candelariella) BL della stazione: 9+12+ 39/3 = 20 Albero 1: sulla destra del vialetto che immette nel parcheggio della scuola Copertura lichenica: Discreta, stato discreto; Albero 2: sulla sinistra del vialetto che immette nel parcheggio della scuola Copertura lichenica: abbondante ma con segni di sofferenza( forse conseguenti ai lavori edili effettuati lo scorso anno) Albero 3: tiglio sotto il muro di cinta del parcheggio Copertura lichenica abbondante, stato buono.

  27. Determinazione del pH a San Ginesio neve mese di febbraio:PH 5.68 pioggia del 5 maggio 2005:PH 7.5/6.7 pioggia del 12 maggio 2005:PH 6.40

  28. SMOG FOTOCHIMICO Lo smog fotochimico è la forma di inquinamento maggiormente diffusa nelle grandi città del pianeta e soprattutto nelle aree industrializzate. Il termine “smog” deriva dall’unione di smoke (fumo) e fog (nebbia), si riferiva inizialmente allo smog industriale o smog classico che, di colore grigio-nerastro, era prodotto dalla combinazione tra il fumo e il biossido di zolfo liberati nella combustione del carbone con la nebbia. Esso era talmente tossico da provocare decine di migliaia di morti ogni anno. A partire dagli anni Cinquanta l’utilizzo di altri combustibili fossili e di altre fonti energetiche (come la nucleare e la idroelettrica) hanno ridotto la frequenza e la gravità dello smog industriale, lasciando però le città in mano allo smog fotochimico.

  29. Esso è un particolare tipo di inquinamento dell’aria che si produce nelle giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione. Gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC) emessi nell’atmosfera da molti processi naturali o antropogenici, vanno incontro ad un complesso sistema di reazioni fitochimiche indotte dalla luce ultravioletta presente nei raggi del sole; il tutto porta alla formazione di ozono (O3), perossiacetil nitrato (PAN), perossibenzoilnitrato (PBN), aldeidi e centinaia di altre sostanze. Tali inquinanti secondari vengono indicati col nome collettivo di smog fotochimico perché sono generati da reazioni chimiche catalizzate dalla luce e costituiscono la componente principale dello smog. Questo particolare smog si può facilmente individuare per il suo caratteristico colore che va dal giallo-arancio al marroncino, colorazione dovuta alla presenza nell’aria di grandi quantità di biossido di azoto. I composti che costituiscono lo smog fotochimico sono sostanze tossiche per gli esseri umani, per gli animali e anche per i vegetali, inoltre sono in grado di degradare molti materiali diversi per il loro forte potere ossidante. I principali effetti dello smog fotochimico sull’uomo sono una forte irritazione agli occhi e difficoltà nella respirazione. RIMEDI ALLO SMOG

  30. EFFETTO SERRA Il FENOMENO LE CAUSE LE CONSEGUENZE I RIMEDI

  31. IL FENOMENO L’effetto serra consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei gas serra e primo fra tutti l’anidride carbonica. La terra è colpita dalla radiazione elettromagnetica emessa dal sole. Parte di questa radiazione viene assorbita dall’atmosfera terrestre ma la grande maggioranza colpisce la crosta terrestre. Di questa radiazione parte viene assorbita dalla superficie, parte viene riflessa come radiazione luminosa di varia frequenza e parte viene riflessa come radiazione a lunghezza d’onda maggiore cioè come raggi infrarossi responsabili del calore terrestre. L’atmosfera è quasi completamente trasparente alla luce visibile, ma è opaca alla radiazione infrarossa, pertanto, gli infrarossi riflessi dalla superficie non ritornano completamente nello spazio ma restano racchiusi tra la superficie e gli strati alti dell’atmosfera determinando un ulteriore riscaldamento della terra.

  32. LE CAUSE A provocare l'effetto serra sono l'anidride carbonica, i clorofluorocarburi, il metano, l'ossido di azoto, l'ozono troposferico: gas la cui concentrazione aumenta sempre di più per una serie di cause tutte legate ad attività umane. Gran parte della responsabilità per il progressivo riscaldamento del nostro pianeta va addebitata al modello energetico dominante: l'80% delle emissioni di anidride carbonica, il principale "gas serra", proviene dalla combustione del carbone, del petrolio e del metano, dunque dall'attività delle centrali termoelettriche, dai fumi delle industrie, dagli scarichi delle automobili. Ma sotto accusa ci sono anche i fertilizzanti azotati usati in agricoltura, che oltre ad alimentare il fenomeno dell'eutrofizzazione che sta uccidendo decine di laghi e mari, tra cui l'Adriatico, sono anche responsabili di buona parte delle emissioni di ossido di azoto.

  33. Infine altri due "imputati" di primo piano sono i clorofluorocarburi responsabili della distruzione della fascia di ozono, la cui produzione per fortuna è in rapida diminuzione, e la deforestazione, che nelle foreste tropicali procede al ritmo di un campo di calcio al secondo. Quanto alla parte di "colpa" delle varie aree geo-politiche del mondo, il dato che salta subito agli occhi e che oltre la metà delle emissioni di anidride carbonica e degli altri "gas serra" viene dai Paesi industrializzati - Stati Uniti, Unione europea, Canada, Giappone, Australia - dove vive appena un quinto della popolazione mondiale.

  34. LE CONSEGUENZE EFFETTI SULL’AMBIENTE: Se le emissioni dei "gas di serra" in atmosfera proseguiranno ai ritmi attuali, dovremo attenderci nei prossimi decenni un riscaldamento globale del pianeta compreso tra 1 e 3,5 gradi centigradi. Le conseguenze di questo aumento della temperatura sarebbero catastrofiche a vari livelli. Il riscaldamento provocherebbe il parziale scioglimento dei ghiacci e un'espansione termica degli oceani, con un innalzamento prevedibile del livello dei mari di 15-95 centimetri.

  35. Al tempo stesso ci sarà anche l'aumento della temperatura che produrrebbe un'intensificazione e una maggiore estensione di eventi meteorologici estremi come alluvioni, inondazioni, cicloni tropicali. Inoltre, in molte zone tropicali già si assiste ad una riduzione dell’umidità del suolo che comporta una diminuzione nella resa agricola; molte aree, anche in Europa, sono a rischio di desertificazione. Tutti questi effetti sono scientificamente evidenti per i molti dati ottenuti a riguardo e si ipotizza un inasprimento della situazione attuale nel caso in cui le concentrazioni dei gas serra aumentassero. Lo scenario che si può ipotizzare è impressionante: i deserti potrebbero espandersi in terre ora semiaride; le foreste, polmoni della terra, diminuirebbero ulteriormente nella loro estensione; intere popolazioni, ora in regime di sussistenza, non avrebbero più risorse idriche a disposizione; città costiere e numerose isole scomparirebbero nel mare.

  36. EFFETTI SULL’UOMO:l’aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale provocato dall’incremento della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera può comportare sia effetti diretti che indiretti per la salute dell’uomo. Le temperature estremamente calde aumentano i rischi fisici a carico delle persone che presentano problemi cardiaci, perché in condizioni termiche più elevate il sistema cardiovascolare deve lavorare in modo maggiore per mantenere la temperatura corporea stabile. Il clima più caldo inoltre comporterebbe un aumento della diffusione dei problemi respiratori. In ogni luogo della Terra, la presenza e la diffusione delle malattie sono fortemente influenzate dal clima locale. In effetti molte malattie infettive potenzialmente mortali sono diffuse solamente nelle aree più calde del pianeta. Le temperature più elevate possono anche favorire l’aumento dell’inquinamento biologico delle acque, favorendo la proliferazione dei vari organismi infestanti. Molti ricercatori ritengono anche che l’inasprirsi dell’effetto serra comporterebbe un aumento del fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque,con tutti i danni biologici, economici e sanitari che questo comporterebbe.

  37. IL FENOMENO LE CAUSE GLI EFFETTI SU : uomo e ambiente RIMEDI

  38. IL FENOMENO L’ozono è un gas costituito da tre atomi di ossigeno ed è in grado di proteggerci da pericolose radiazioni ultraviolette UV. Lo strato di ozono si è formato in milioni di anni a causa anche dell’attività delle alghe verdi-azzurre. A queste alghe si deve la produzione dell’ossigeno presente sulla terra e da cui dipende la nostra stessa vita. Questo “tetto” di ozono ha consentito alla vita marina di estendersi dal mare alla terra, dando inizio all’evoluzione dell’uomo .

  39. Un numero molto consistente di scienziati ritiene che il fenomeno del buco dell’ozono sia di origine umana, ossia causato da sostanze inquinanti immesse nell’atmosfera dall’uomo. Altri scienziati ritengono che il buco dell’ozono sia un fenomeno del tutto naturale legato alle particolari condizioni meteorologiche delle zone polari. Questo convincimento , deriva dall’osservazione che la diminuzione della quantità di questo gas nella stratosfera non è stata costante nel tempo, ma ha subito mutamenti negli anni senza che fosse preso alcun provvedimento sugli elementi che potrebbero essere la causa del suo assottigliamento. In realtà si è scoperto che sopra l’Antartide la circolazione atmosferica è organizzata come un gigantesco vortice: vi è cioè una massa d’aria isolata dal resto dell’atmosfera che circola, per gran parte dell’anno, intorno al polo australe. Nella tarda primavera, però, il vortice si rompe permettendo un rapido afflusso di aria ricca di ozono proveniente dalle zone tropicali. Quest’ aria che viene da nord è più ricca di ozono perché nelle zone calde la formazione di questo gas è favorita dalla radiazione solare più intensa. Lo spostamento si verifica quindi in conseguenza del fatto che l’aria stratosferica tende a migrare spontaneamente dalle grandi altezze sopra i tropici, dove si forma abbondante ozono, verso altezze minori delle regioni polari dove si va accumulando il gas di recente formazione.

  40. Prima di questo salutare arricchimento di ozono nella zona mediana della stratosfera antartica la sua quantità era diminuita per l’arrivo di aria proveniente dal basso. Con il ritorno del sole al Polo Sud, il suolo si riscalda e con esso si riscalda anche l’aria sovrastante. Quest’ aria è povera di ozono e, divenuta meno densa in seguito al riscaldamento, comincia a salire fino a raggiungere la stratosfera dove, non solo va a diluire lo strato ricco di ozono presente in quel luogo, ma lo sposta anche lateralmente. Fenomeni simili in cui correnti d’aria, provocate da variazioni termiche, salgono e scendono all’interno dell’atmosfera sono normali e avvengono a tutte le latitudini. I processi dinamici che spostano masse d’aria da una zona all’altra del globo non distruggono l’ozono, ma semplicemente lo ridistribuiscono e quindi è naturale che questa teoria sia più rassicurante di quella che concerne alcune sostanze prodotte dall’uomo. La teoria dello spostamento delle masse d’aria tuttavia ha un difetto: non riesce a spiegare la causa del progressivo aggravamento del fenomeno e il sempre più faticoso recupero dei livelli normali dell’ozono stratosferico

  41. LE CAUSE Le sostanze inquinanti che minano la presenza dell’ozono nella stratosfera sono dette ODS. Questi composti chimici si degradano per effetto dei raggi ultravioletti nella stratosfera rilasciando atomi di bromo e di cloro che danneggiano quelli di ozono. Le sostanze inquinanti che causano l’assottigliamento dell’ozono sono i Clorofluorocarburi (CFC). Altre sostanze inquinanti sono gli Idroclorofluorocarburi (HCFC). Entrambe le sostanze contengono il cloro e tramite questo sono in grado di deteriorare la fascia di ozono nella stratosfera. L’impatto sull’ozono dei HCFC è comunque minore rispetto a quello dei CFC. Anche i composti che contengono bromo sono pericolosi per l’ozono. In particolare i gas Bromofluorocarburi come l’Halon. Questo è usato per estinguere il fuoco e ha un impatto maggiore rispetto agli CFC nel distruggere l’ozono stratosferico.

  42. EFFETTI SULL’UOMO Il buco dell’ozono e la diminuzione dell’ozono stratosferico non rappresentano al momento un rischio immediato per la salute dell’uomo. La situazione potrebbe diventare drammatica nel caso in cui le dimensioni del fenomeno crescessero ulteriormente. L’ozono agisce infatti facendo da barriera alla maggior parte delle pericolose radiazioni UV-B provenienti dal sole. Alcuni studi teorizzano che una diminuzione dell’1% dell’ozono colonnare possa comportare un aumento delle radiazioni ultraviolette pari all’1,2%. I raggi UV-B sono in grado di attaccare e danneggiare molecole come il DNA e l’RNA, così se l’esposizione a questi raggi diviene eccessiva, si possono sviluppare sia dei melanomi che altri tipi di cancro della pelle. Un altro possibile effetto consiste nell’indebolimento delle difese immunitarie; il tutto contribuisce all’aumento delle malattie. L’effetto più evidente e diretto è invece legato all’azione che i raggi UV esercitano sulla retina dell’occhio, dove provocano danni che possono rapidamente portare alla cecità.

  43. EFFETTI SULL’AMBIENTE La presenza di una graduale diminuzione dell’ozono stratosferico comporta inevitabili danni anche a carico della fauna e della flora. Dato che la riduzione maggiore è presente in aree pressoché disabitate, gli effetti non sono ancora particolarmente gravi. Diversi organismi viventi hanno sviluppato particolari meccanismi di protezione dall’azione dei raggi UV-B: limitano la loro esposizione; alcuni si proteggono con dei pigmenti; altri possiedono dei meccanismi di riparazione del DNA o riparano i tessuti danneggiati(dalle scottature). In ogni caso, per la maggior parte degli organismi, questi meccanismi diventano insufficienti quando aumentano i livelli di irradiazione UV-B. Dato che queste radiazioni vengono assorbite dagli strati di cellule più superficiali, gli organismi di dimensioni maggiori sono più protetti degli esseri più piccoli. Anche un piccolo aumento nei livelli UV-B potrebbe comportare un cambiamento estremamente negativo nella varietà e nella quantità degli organismi presenti nelle acque superficiali e di conseguenza avere ripercussioni su tutta la comunità delle acque.

  44. Sulle piante le radiazioni UV comportano in genere un rallentamento della crescita a causa di un effetto limitante nella crescita della superficie fogliare e quindi dell’area per la cattura dell’energia solare. In piante irradiate dai raggi UV si verifica sempre un decadimento generale e una riduzione nel peso secco.

  45. NORMATIVE ODIERNE Il trattato di Montreal Sotto la spinta degli ambientalisti, nel 1987, 35 paesi aderenti alle Nazioni Unite sottoscrivono a Montreal un trattato internazionale per la protezione dello strato di ozono. Nel 1989 la Comunità Europea (ora Unione Europea), propone la messa al bando totale dei CFC ed il blocco totale entro la fine degli anni ’90. Grazie a ulteriori pressioni degli ambientalisti nel ’94 sono state avanzate proposte ancora più restrittive sull’eliminazione dei CFC, costringendo tutte le aziende europee ad accelerare la sostituzione dei fluidi frigoriferi con altri a basso potenziale di impoverimento dell’ozono. Grazie a queste misure l’emissioni di CFC sono calate dell’87% dal 1987, e si stima che intorno al 2040 il buco dell’ozono si sarà richiuso.

  46. Inquinamento elettromagnetico FENOMENO:E’ un’alterazione dello stato dell’ambiente causata da Campi Elettromagnetici che sono irradiati dagli apparecchi elettronici quando sono in funzione. Le preoccupazioni maggiori sono associate ai campi che si trovano ai due estremi dello spettro di frequenza. I campi a bassissima frequenza possono influenzare il metabolismo cellulare e produrre danni gravi agli organismi viventi . CAUSE CONSEGUENZE RIMEDI

  47. Campi Elettromagnetici Campo elettrico:subisce Campo Magnetico:non Attenuazioni ( mura subisce attenuazioni domestiche) Le onde elettromagnetiche sono suddivise a seconda delle frequenze( numero di cicli o periodi nell’unità di tempo) in RADIAZIONI IONIZZANTI, che per l’elevata frequenza sono in grado di ionizzare direttamente la materia cedendo direttamente energia all’elettrone che abbandona il suo atomo e RADIAZIONI NON IONIZZANTI(NIR) come le onde radio AM e FM, i canali televisivi in banda VHF ed UHF, la telefonia cellulare con tutto il settore delle comunicazioni, i forni a microonde, il radar e cosi via., che non provocano tumori ma riscaldamento dei tessuti. L’effetto termico è tanto più intenso quanto maggiore è l’intensità della radiazione incidente sul corpo. Si misurano in hertz e sono prodotte da sorgenti in ambito: Industriale e medico: riscaldamento a microonde, sistemi radiolocalizzazione; Domestico ed uffici: elettrodotti, telefonia cordless, schermi televisivi; Ambiente esterno: elettrodotti, sistemi radio e telecomunicazioni, ponte radio

  48. CONSEGUENZE A lungo termine: A breve termine: campi elettromagnetici possono generare ad alta frequenza (antenne nell’uomo un effetto per cellulari.) termico cioè un Effetti riscontrati: riscaldamento del tachicardia, dolor corpo. agli occhi, vertigini Effetti riscontrati: depressione, perdita di variazione del memoria,caduta metabolismo di capelli,leucemie e variazioni delle malattie funzioni ghiandolari, neurovegetative, del sistema variazione del immunitario,del numero di linfociti sistema nervoso e granulociti. Centrale e del comportamento.

  49. Il decreto interministeriale 381/’98 fissa il limite di 6 volt/metro per esposizioni superiori a quattro ore al giorno. Le regole per l’installazione delle antenne devono essere scritte dalle Regioni. Con l’avvento di più gestori e il moltiplicarsi delle antenne è aumentata l’attenzione di alcuni comuni. Le antenne fuori legge: In Italia ci sono 50.000 antenne(12.500 per le radio, 21.000 per le TV e circa 13.500 per la telefonia mobile). Secondo le prime verifiche sul territorio da parte degli enti competenti, molte di loro hanno emissioni al di sopra dei limiti fissati nel 1998 per i dispositivi ad alta frequenza( 6 volt per metro per le zone abitate). Per l’esattezza, sono 152 i siti fuori norma. RIMEDI

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