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LOGISTICA PETROLIFERA

LOGISTICA PETROLIFERA. D.G.S.A.I.E. DIV. IV. consumo autotrazione. consumi industriali ed agricoli. consumo domestico. OLEODOTTO. RAFFINERIE. NAVI. DEPOSITI INTERNI. DEPOSITO COSTIERO. LOGISTICA PETROLIFERA NAZIONALE. FERROCISTERNE. LA NORMATIVA PREGRESSA.

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LOGISTICA PETROLIFERA

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Presentation Transcript


  1. LOGISTICA PETROLIFERA D.G.S.A.I.E. DIV. IV

  2. consumo autotrazione consumi industriali ed agricoli consumo domestico OLEODOTTO RAFFINERIE NAVI DEPOSITI INTERNI DEPOSITO COSTIERO LOGISTICA PETROLIFERA NAZIONALE FERROCISTERNE

  3. LA NORMATIVA PREGRESSA • Articolo 5 del decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32 e successivo decreto ministeriale attuativo n.17030 del 7 gennaio 2003, con i quali sono stati fissati e definiti i criteri per l’utilizzo delle strutture logistiche del settore petrolifero, al fine di razionalizzare l’uso delle installazioni esistenti e di permettere una maggiore apertura del mercato a nuovi soggetti. • Legge n.239/2004, in base alla quale la rilevazione è stata integrata con i dati relativi agli stabilimenti di lavorazione ed alla rete nazionale degli oleodotti. • Circolari ministeriali n°1/2007, n°1/2008, n°1/2009 n°1/2011, n°1 del 2 febbraio 2012 con le quali sono stati forniti i modelli e le istruzioni per la rilevazione.

  4. La recente normativa Legge 4 aprile 2012, n.35 Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5: Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo (G.U. n. 82 del 6 aprile 2012) Decreto 31 dicembre 2012 n.249 Attuazione della direttiva 2009/119/CE che stabilisce l'obbligo per gli Stati membri di mantenere un livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi.

  5. TERMINALI RAFFINERIE OLEODOTTI TRANS. GIACIMENTI Sarroch

  6. LA RAFFINAZIONE

  7. Fonte: Energy Market Consultants

  8. CRISI della RAFFINAZIONE in Europaprincipali cause: • Contrazione strutturale dei consumi petroliferi • Incremento della capacità di lavorazione in Oriente • Sussidi alle raffinerie orientali • Normativa ambientale onerosa • Crisi Libica e blocco della produzione di greggi pregiati • Incremento uso biocarburanti

  9. EFFETTI Progetti di disinvestimento Chiusura di alcuni impianti Maggior ricorso all’importazione di prodotti finiti

  10. Trasformazione in Eco raffineria Mantova Sannazzaro Trecate Busalla sospesa Chiusa 8/2012 Priolo

  11. SITUAZIONE RAFFINAZIONE ITALIANA e CONSEGUENTI CRITICITA’ nella logistica petrolifera

  12. Chiusura di n.2 raffinerie : TAMOIL di Cremona RAFFINERIA di Roma Malagrotta Perdita di t.12.800.000 di capacità di lavorazione primaria ( da t.143.645.000 a t. 130.845.000) Trasformazione delle due raffinerie in depositi di stoccaggio di prodotti petroliferi Sospensione attività della Raffineria API di Falconara (AN)

  13. Trasformazione raffinerie: ENI di Porto Marghera Progetto GREEN REFINERY ENI di Sannazzaro dei Burgondi Impianto EST

  14. RILEVAZIONE LOGISTICA anno 2011

  15. RAFFINERIE

  16. LAVORAZIONI(anno 2011)

  17. Sannazzaro (PV) Trecate (NO) Cremona P.to Marghera(VE) Mantova Busalla (GE) Livorno Falconara (AN) Ravenna Pantano di Grano(RM) Taranto Sarroch (CA) Milazzo (ME) Priolo Gargallo (SR) Gela Augusta (SR) Capacità di lavorazione raffinerie italiane anno 2011

  18. Capacità di stoccaggio autorizzata principali prodotti anno 2011

  19. Capacità di stoccaggio autorizzata per greggio e semilavoratianno 2011

  20. STOCCAGGI BIODIESEL

  21. DEPOSITI OLI MINERALI

  22. depositi di prodotti • petroliferi oggetto di rilevazione

  23. depositi di prodotti petroliferi suddivisi in: - “depositi integrati”, a servizio di impianti di lavorazione e per i quali l’attività di servizio è quasi del tutto assente ; - “depositi non integrati”, volti esclusivamente all’attività di servizio conto terzi; - “depositi industriali” ovvero quelli a servizio delle centrali termoelettriche e/o di grandi industrie.

  24. Depositi non integrati Rappresentano l’apertura della logistica del Paese in quanto sono al servizio di terzi per lo stoccaggio di prodotti petroliferi Sono costituiti da depositi costieri in regime di deposito doganale e fiscale (merce estera e merce comunitaria e nazionale) Offrono, insieme con lo stoccaggio dei prodotti, servizi doganali, di fidejussione, additivazione, ecc.

  25. Depositi integrati Depositi appartenenti alle società petrolifere integrate verticalmente nel mercato petrolifero, pari a 25 depositi complessivi rilevati, registrano una capacità autorizzata pari a circa 4,2 milioni di metri cubi Solitamente non accessibili ad altri operatori

  26. Depositi industriali Depositi a servizio delle centrali termoelettriche e/o di grandi industrie coprono circa 6,8 milioni di mc di capacità autorizzata. emerge un uso esclusivo degli stoccaggi a servizio delle centrali elettriche e/ delle industrie stante la trasformazione progressiva delle centrali a gas, il parco serbatoi in disuso si attesta a circa 2,6 milioni di mc

  27. I serbatoi sono in disuso da numerosi anni Hanno scarsa flessibilità in quanto i serbatoi hanno una grande capacità di stoccaggio (50/100 milioni di mc), sono realizzati per contenere soprattutto prodotti di categoria C e spesso mancano di pensiline di carico Elevati costi sia per la rimessa in pristino che per la bonifica

  28. PRINCIPALI DEPOSITI OLI MINERALI - NORD

  29. PRINCIPALI DEPOSITI OLI MINERALI - CENTRO

  30. PRINCIPALI DEPOSITI OLI MINERALI – SUD E ISOLE

  31. ULTERIORI PROBLEMATICHE NODALI dell’ATTUALE LOGISTICA PETROLIFERA

  32. Depositi costieri rappresentano i punti di accesso privilegiati • L’attuale situazione dei porti nazionali consente l’accesso solo a navi di piccolo tonnellaggio (10-12 milioni di t di stazza) • Mancate bonifiche dei porti • Necessità di ridurre i costi di trasporto

  33. Zone critiche per la logistica VERSANTE TIRRENICO • Il versante del Tirreno è sostanzialmente ben servito in quanto sono presenti numerosi porti: Genova, Livorno, Civitavecchia e Napoli • Il porto di Napoli rappresenta però una possibile criticità in quanto è in via di revisione, da parte dell’autorità portuale, il piano Regolatore del Porto • L’intenzione è di spostare le banchine di attracco dei prodotti petroliferi e GPL

  34. VERSANTE ADRIATICO Il versante del mare Adriatico rappresenta una criticità in termini di approvvigionamento Sono presenti i porti di Trieste , Porto Marghera, Ravenna ed Ancona ma è necessario percorrere chilometri di costa per raggiungere il porto di Taranto Ulteriore criticità in Calabria è rappresentata dalla mancanza di depositi, unico deposito a Vibo Valentia

  35. RILEVAZIONE CAPACITÀ COMPLESSIVA DI STOCCAGGIO AUTORIZZATA DEPOSITI OLI MINERALI anno 2011= pari a 13,6 milioni di mc

  36. Capacità di stoccaggio autorizzata anno 2011

  37. Situazione depositi di oli mineralianno 2011 O.C. CARBOTURBO

  38. Depositi non integrati

  39. Depositi non integrati

  40. Quantità movimentata depositi non integratianno 2011

  41. Il quadro complessivo dei depositi di oli minerali, integrati e non integrati al netto degli industriali,è così sintetizzabile:

  42. Depositi industriali

  43. DEPOSITI CARBURANTI AVIO

  44. CIRCA 50 DEPOSITIa servizio dei 23 principali aeroporti per una capacità autorizzata complessiva inferiore a 120.000 mc

  45. MACROAREE Con riferimento ai 110 impianti di deposito di oli minerali oggetto della rilevazione si è proceduto ad una ripartizione degli stoccaggi di prodotti in distinte zone geografiche denominate macroaree, ovvero in cinque aree omogenee così individuate: AREA A =evidenziata con il colore azzurro e comprendente le seguenti regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia e le province di Oristano e Sassari; AREA B = evidenziata con il coloreocra e comprendente le seguenti regioni: Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna; AREA C = evidenziata con il colore fucsia e comprendente le seguenti regioni: Toscana, Umbria, Lazio, Campania e le province di Nuoro e Cagliari; AREA D = evidenziata con il colore verde e comprendente le seguenti regioni: Marche, Abruzzo, Molise e Puglia; AREA E = evidenziata con il colorerosso e comprendente le seguenti regioni: Basilicata, Calabria e Sicilia.

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