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Il dopoguerra e le origini del fascismo PP 154-162

Il dopoguerra e le origini del fascismo PP 154-162. Crisi post-bellica: Dalla guerra totale (lavoro anche per le donne e i ragazzi nelle fabbriche di armi!) alla DISOCCUPAZIONE di molti NECESSITA’ DI RICONVERTIRE le industrie belliche Debiti con gli USA

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Il dopoguerra e le origini del fascismo PP 154-162

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  1. Il dopoguerra e le origini del fascismoPP 154-162

  2. Crisi post-bellica: • Dalla guerra totale (lavoro anche per le donne e i ragazzi nelle fabbriche di armi!) alla DISOCCUPAZIONE di molti • NECESSITA’ DI RICONVERTIRE le industrie belliche • Debiti con gli USA • Inflazione: cala il potere d’acquisto del denaro • Difficoltà psicologiche dei reduci • Le masse operaie chiedono migliori condizioni: Francia e Inghilterra ACCOLGONO tali richieste e la situazione si normalizza, MENTRE IN ITALIA SI AFFERMA IL FASCISMO PERCHE’?

  3. DRAMMATICA SITUAZIONE ITALIANA: • Al Sud non vengono distribuite terre • Gli USA respingono immigrati italiani • Disoccupazione • Inflazione: dal 1919 al 1920 il valore della lira crolla del 50% Nel 1919 US $ : £ = 1:13 Nel 1920 US $ : £ = 1:28 CRISI OPERAI SCIOPERI A CATENA CONTADINI OCCUPAZIONE DELLE TERRE

  4. FORZE POLITICHE IN ITALIA: • PSIPARTITO SOCIALISTA ITALIANO Spaccato tra riformisti e massimalisti (= rivoluzionari) E IN CRISI • PPIPARTITO POPOLARE ITALIANO (dei cattolici, fondato da Don Luigi Sturzo) • Part. LIBERALE NO! NO!

  5. TUTTI I PARTITI «TRADIZIONALI» NON TROVANO ACCORDO E LASCIANO IL PAESE NELL’INGOVERNABILITA’ NASCE IL PARTITO NAZIONALE FASCISTA FONDATO DA BENITO MUSSOLINI NEL 1921: IDEE NAZIONALISTE E PROMESSE DI ORDINE I ceti medi (che temono le sinistre agitate) e i reduci delusi dalla «vittoria mutilata» SIMPATIZZANO PER IL FASCISMO

  6. Gabriele D’Annunzio cavalca lo slogan «Abbiamo vinto la guerra, ma perso la pace» che Riguarda le mancate promesse del Patto di Londra: l’Italia NON HA AVUTO LA DALMAZIA, NE’ VALONA (ALBANIA) IMPRESA DI FIUME: D’Annunzio occupa con alcuni reduci la città di Fiume, in Dalmazia, che la conferenza di Parigi aveva assegnato alla Jugoslavia 2 1 Giolitti, riesce anche a far rientrare l’occupazione delle fabbriche, esplosa nel 1920 Giolitti, al governo dal 1919, esce da questa crisi internazionale con un accordo italo-iugoslavo

  7. Ma: • L’occupazione delle fabbriche fa temere • una rivoluzione bolscevica anche in Italia • La crisi economica colpisce i piccoli risparmiatori • Cresce il consenso verso le squadre d’azione di Mussolini, che • colpiscono operai, fabbriche e sedi sindacali Sostengono il fascismo: Grandi proprietari agrari e industriali Liberali, che , superato il pericolo bolscevico, sperano di isolare Mussolini (errore!) I funzionari e gli organi dello stato, che «risparmiano» in mantenimento dell’ordine pubblico 1921-22: per i fascisti i tempi sono maturi per prendere il potere!

  8. 28 ottobre 1922: MARCIA SU ROMA 50.000 «Camicie nere» giungono a Roma da tutt’Italia e occupano la città e dimostrano LA LORO FORZA E L’INTENZIONE DI PRENDERE IL POTERE Il nuovo presidente del Consiglio, Facta, mobilita la polizia e l’esercito per fermare Mussolini, ma il re Vittorio Emanuele III lo convoca a Roma e gli offre l’incarico di governare, allontanando Facta! In parlamento molte forse sostennero il nuovo governo Mussolini (306 voti favorevoli e solo 116 contrari), MA MUSSOLINI NON HA RISPETTATO LE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA E CIO’ E’ STATO ACCETTATO DAL RE!

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