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 Da Wall Street a Main Street. Le cause, i canali, i rimedi alla recessione 2009

IRENE 18.02.2009.  Da Wall Street a Main Street. Le cause, i canali, i rimedi alla recessione 2009 Patrizia Tiberi Vipraio Università di Udine. “The return of economic nationalism” The Economist, 12 Feb 2009. Argomenti.

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 Da Wall Street a Main Street. Le cause, i canali, i rimedi alla recessione 2009

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Presentation Transcript


  1. IRENE 18.02.2009  Da Wall Street a Main Street. Le cause, i canali, i rimedi alla recessione 2009 Patrizia Tiberi Vipraio Università di Udine “The return of economic nationalism” The Economist, 12 Feb 2009

  2. Argomenti • Le crisifinanziarie non sonoaffatto rare e fanno parte del funzionamento del capitalismo • Sebbene non esistaun’unicaspiegazione, la credit boom-and-bust hypothesis, in presenzadiinformazioneasimmetrica, è consistente con moltecrisi, inclusal’ultima • I governistannoorareagendoallacrisiproponendoampieretidisalvataggio • Ma ora si tratta di vedere se le forze dei governi sono sufficienti ad arginare la propagazione della crisi e... • quanto funzionerà il Piano Geithner appena varato in USA

  3. Crisi finanziarieRare? Imprevedibili? Fonte: Reinhart and Rogoff, 2008

  4. Le crisi nella storia Kindleberger riporta 39 grandi crisi finanziarie dal 1622 al 1998, cui vanno aggiunte: - USA anni 80 (casse risparmio e mutui ipotecari) - Finlandia, Svezia, Norvegia anni 90 (banche) - Italia e Regno Unito 1992 (cambio) - Argentina 2001-2002 (cambio e debito) - La grande crisi dei subprime 2007 In media si ha una crisi ogni 8 anni Più della metà delle crisi ha avuto origine in UK e USA, ovvero nei centri finanziari di avanguardia

  5. Teoria più accreditata: Credit boom and bustsMitchel 1913, Fisher 1933, Minsky 1977, Kindleberger 1978 • Uno shock altera le aspettative di profitto • Segue boom creditizio/monetario (effetto leveraging) • Euforia, speculazione, rendimenti crescenti • Punto di rottura (crescita tassi, fallimenti, crack borse) • “deleveraging”, corsa alla liquidità, panico, picchiata borse L’attuale crisi ha molti aspetti coerenti con questa interpretazione, se associata alle asimmetrie informative (quando i creditori hanno difficoltà ad ottenere informazioni affidabili sui debitori)

  6. Anatomia della Crisi • Per un decennio la crescita è stata consentita da una politica monetaria permissiva, un crescente indebitamento delle famiglie e la disponibilità delle economie emergenti ad accumulare crediti in dollari • Il rischio è stato assunto prima dalle banche, e poi trasferito ai risparmiatori, con l’elargizioni di mutui rischiosi, su cui venivano emessi titoli, e poi altri titoli, che moltiplicavano il rischio pretendendo di diversificarlo • Nessuno si è preoccupato della formazione di enormi bolle finanziarie e immobiliari, nonostante l’esperienza passata...poi, dal 2004... • Inizia la stretta monetaria della Fed -> insolvenze a catena - > ora misure sufficienti? -> recessione

  7. Patologia della crisi • Con l’emendamento Gramm del 2000, anzichè intervenire subito con un rientro pilotato, si procede all’ulteriore creazione di strumenti derivati dai derivati: castello di carte consentito dalla deregolamentazione • Le prime insolvenze sui mutui (2006) si propagano prima sugli Abs, poi sui Cdo, poi sulle società Conduit e sui Siv creati fuori bilancio...perdite miliardarie (2007) ->borse contagiate dalle vendite -> panico (2008) • La crisi contagia anche i Cds (con cui ci si assicurava contro i rischi di insolvenza) che hanno un valore nozionale di 55.000 miliardi di $ = 12 volte il prodotto lordo mondiale • Falliscono (o passano di mano) tutte e 5 le banche d’affari di Wall Street...più molte altre in Usa ed Europa

  8. Ma esistevano da tempo anche fondamentali squilibri macroeceonomici Bilance commerciali

  9. Il grande paradosso USA: consumi e investimenti in eccesso finanziati dal resto del mondo Il debitodeicittadiniamericani, escludendo le istituzionifinanziarieedilgovernofederale, ammontaoggi al 190% del PIL GDP, ilpiù alto dal 1930, secondoilBank Credit Analyst. Ma cisonoimportantidifferenzefraoraedallora. All’iniziodellaDepressione: • ildebito era minore (164% del PIL); • imutuiipotecarieranomodesti, relativamente al valoredegliimmobili, i cui prezzinon erano enormemente gonfiati • i prezzi degli immobili calarono solo del 24% fra il 1929 e il 1933, in linea con i prezzi in generale, cosicchè gli immobili non si svalutarono, in termini reali • il peso del debitoaumentò per la deflazioneedil minor output nominale, checrollò del 46% frail 1929 e il 1933

  10. Previsioni WEO (ottobre 08) Nonostanteunacertariduzione, il deficit commerciale USA resteràrilevante, e l’indebitamentoesterocrescente. Gliesportatoridipetrolioridurrannoiloro surplus, ma accumulerannocrescentiattivitàestere. L’Asiaemergentecontinuerà ad accumulare surplus commerciali e crescentiattivitàestere. L’area dell’Euro dovrebbe restare in pareggio commerciale, con passività estere stabili.

  11. Grandi malintesi • Che si possa dissociare la ricchezza finanziaria dalla ricchezza reale sottostante, la quale dipende dalle prospettive di profitto reali • Che si possa attivare un circuito parallelo di moltiplicazione e accelerazione di ricchezza “virtuale”, nonostante la carenza di domanda effettiva generata da una redistribuzione più iniqua del reddito mondiale (nei paesi, e fra paesi) • Che la bassa inflazione media (per beni e servizi) sia sufficiente a garantire la stabilità macroeconomica, indipendentemente dal grado di indebitamento del sistema economico • Che la bolla finanziaria fosse “razionale”, e cioè giustificata da aspettative di incrementi senza fine dei valori delle attività • Che esiste un “Equilibrio Economico Generale” in cui non importa quanto pesino gli squilibri, purchè siano uguali e contrari

  12. Politicamonetaria Mancanzadiregolazione Frammentazionedellasorveglianza Creazione e trasmissionedialtirischi Noncuranzaallebolle Complicitàagenzie rating Bassacapitalizzazionebanche (Basilea I e II) Azzardo morale ditutte le istituzionicoinvolte Contingenti: capitalizzazionebanche iniezionidiliquidità al mercato in varieforme Strutturali: fondisovranazionali clearing houses regolazione e supervisione limiti bonus manageriali responsabilitàindividuali Responsabilità Politiche

  13. Negli USA, dopo il Piano Paulson Il Financial Stability Plan della nuova amministrazione avrà un ulteriore effetto leva da duemila miliardi di dollari (Piano Geithner) Linee di intervento: capitale bancario, creazione di un fondo di investimento con capitali pubblici e privati, sostegno per nuovi prestiti a consumatori e imprese, misure per evitare il pignoramento della casa ai mutuatari insolventi. Novità: - intervento dei privati; - spazio a controllo statale banche con acquisto di assets; - direttamente mirato ai prodotti cartolarizzati Ma è soprattutto su trasparenza e responsabilità delle istituzioni creditizie che si distacca dal piano Paulson, imponendo regole dettagliate per l'utilizzo del denaro pubblico.

  14. In particolare • Test di stress sui bilanci, per verificare l’esistenza di capitale necessario all’esercizio del credito e la possibilità di assorbire eventuali perdite • Sussidio in azioni privilegiate convertibili ad un prezzo che induca altri privati all’acquisto o le banche a riscattarle, con gestione ad un Trust • Creazione di un Pub/Priv Inv Fund che acquisti gli assets tossici (500/1000 md $) a prezzi “di mercato” (rischio di avversione al rischio) • Sostegno a prestiti consumatori e imprese (200 md $) finanziando l’acquisto di prodotti cartolarizzati AAA (Abs, e Rmbs) • Ulteriore sostegno della Fed alle Agenzie Gov (Gse, Fannie Mae, Freddie Mac e Fed Home Bank Loans) che acquistano le Mbs (600 md $) • Stretta sulla distorsione utilizzo fondi governativi: dimostrare la canalizzazione dei fondi al credito (e non a fusioni e bonus) con piano dettagliato di utilizzo, pubblicità dati, restrizioni profitti • Sostegno mercato immobiliare per evitare pignoramenti (in itinere)

  15. A livello globale, invece… • Nessunoconosce la veradimensione del problema, che è sistemico, e non puntuale • Non esistonoancoraistituzionisovranazionali in gradodiintervenire a livellosistemico (coordinamentobanchecentrali) • Il ritornodella “politicaeconomica” non deveessereesageratonèfavorirel’azzardo morale • Il mercato non puòesserefattofunzionareasimmetricamente (solo quandoiprezzisalgono) senzagenerareinstabilità • La deflazionepotrebbeessere un male necessario per assorbire la crisi, se simettono a puntoammortizzatorisocialiefficienti, consentendo un recuperodicompetitività e la sopravvivenzadeipiùforti • Il nazionalismo economico, lungi dal risolvere, potrebbe solo aggravare la crisi, riducendo per tutti le quote di mercato, e sfavorendo investimenti ed innovazione

  16. Grazie!

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