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15.00. Santa. Caterina. da Siena. A Matteo. di Giovanni Colombini. da Siena. Lettera 48. Con desiderio di vedervi con vero e perfettissimo lume. Al nome. d i Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce. Carissimo fratello e figliuolo in Cristo dolce Gesù.

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Presentation Transcript


  1. 15.00

  2. Santa Caterina da Siena

  3. A Matteo di Giovanni Colombini da Siena Lettera 48

  4. Con desiderio di vedervi con vero e perfettissimo lume

  5. Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce

  6. Carissimo fratello e figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a voi, con desiderio di vedervi con vero e perfettissimo lume, nel quale lume conosciate e vediate la verità. La quale verità è quella cosa che ci libera: cioè, che conoscendola, l'amiamo: ed amandola, ci libera dalla servitù del peccato mortale.

  7. Che verità è questa la quale ci conviene conoscere? È una verità partorita dall'amore ineffabile di Dio; alla quale verità dobbiamo rendere il debito dell'amore e dell'odio.

  8. In che modo? In questo: che noi conosciamo il sommo ed eterno Bene, e l'amore ineffabile col quale Dio ci creò all’immagine e similitudine sua.

  9. E ci creò per questa verità, perché noi gustassimo il suo sommo ed eterno bene, ed acciò che rendessimo gloria e lode al nome suo. E per compire questa verità in noi, ci donò il Verbo del suo Figliuolo, e nel sangue suo ci creò a Grazia.

  10. A questo conoscimento dobbiamo venire, esercitandolo con grandissima sollecitudine: ma a questo non possiamo venire senza il lume; e il lume non possiamo avere con la nuvola dell'amore proprio di noi.

  11. Il quale amore offusca l'occhio dell'intelletto, che non lo lascia conoscere né discernere la verità; ma la bugia vede in verità, e la verità in bugia; le cose transitorie reputa ferme e di grande consolazione; e elle vengono tutte meno, siccome il fiore, il quale, poi ch'è colto, subito perde la bellezza sua.

  12. Onore, ricchezze, stato, delizie, tutte passano come il vento: ogni cosa si è mutabile; onde dalla sanità veniamo alla infermità, dalla ricchezza alla povertà, e dalla vita alla morte. E l'uomo, matto amatore di sé medesimo, come cieco, giudica tutto il contrario, e così tiene.

  13. E chi manifesta ch'egli lo tenga? Il disordinato amore ed affetto ch'egli ha a sé e al mondo. Tutto gli avviene perché egli ha perduto il lume: che se egli avesse lume in verità, terrebbe che Dio è sommamente buono, un bene incomprensibile e inestimabile; che nessuno è che lo possa stimare, ma solo esso medesimo si comprende e stima.

  14. Egli è somma ed eterna ricchezza: egli è giusto e pietoso medico, che dà a noi le medicine necessarie alle nostre infermità. Così dice il glorioso Paolo: «Quando l’umana generazione giaceva inferma, venne il gran medico del mondo, e sanò le nostre infermità». Sicché a ognuno le dà secondo che bisogna alle piaghe nostre, col fuoco della divina carità.

  15. Alcuna volta ci trae sangue, cioè levandoci quelle cose che sono nocive alla nostra salute e sono un mezzo tra Dio e noi. Onde ad alcuni toglie i figliuoli, ad altri la sostanza temporale, ad altri la sanità, e ad alcuni lo stato del mondo, percuotendoci con le molte tribolazioni. E questo non fa per odio, ma per singolare amore: ci priva dei diletti vani della terra, per darci pienamente i beni del cielo.

  16. Egli è benigno ed eterno giudice; e, siccome giusto signore, ad ognuno rende il debito suo: onde ogni bene è remunerato, e ogni colpa punita. E con la forza santa che faremo alla nostra perversa volontà e con la violenza, acquisteremo le vere e reali virtù; e sarà remunerata la fatica nostra di beni immortali. Con questo lume si conosce la verità inverso del mondo, il quale non ha in sé fermezza né stabilità veruna.

  17. Invano s'affatica colui che tutto il suo tempo ha speso e spende nel mondo, facendosi Dio dei figliuoli e delle ricchezze; e non s'avvede che tutte gli danno morte, privandolo della vita della Grazia; e non pare che sappia che Dio ha permesso che il disordinato amore sia incomportabile a sé medesimo: onde in questa vita gusta l'arra dell'inferno, solo perché non ha conosciuta la verità per la privazione del lume.

  18. Adunque voglio, carissimo figliuolo, che non dormiamo più, ma con grande sollecitudine ci destiamo dal sonno, levando la nuvola dell'amore proprio di noi dell'occhio dell'intelletto nostro. E facendo così, compire in voi la volontà di Dio e il desiderio mio.

  19. Che, considerando me che senza lume non possiamo conoscere la verità, ho desiderio di vedere in voi lume vero; acciocché perfettamente conosciate la verità; il qual lume e verità vi faranno costante e perseverante in quello che avete cominciato con un santo e vero desiderio.

  20. Non mi ci mettete spazio di tempo, perché non siete sicuro d'averne; ma in tutto senza timore servile, con vera e perfetta speranza, confidandovi nel vostro Creatore, ordinate la vita vostra.

  21. E regolatevi in tutte le cose, soddisfacendo alla coscienza, ponendo fine e termine a ogni disordinato vivere, con vera perseveranza; togliendo via la tristezza del cuor vostro: e con massima allegrezza riconoscete l'amore ineffabile, e la plenitudine della divina misericordia che è traboccata sopra di voi.

  22. Mettetevi oggimai il mondo sotto i piedi, e rispondete a Dio, che vi chiama con un cuore gentile; e non mercenario; siccome vero e legittimo figliuolo: dilettandovi di purificare spesso la coscienza vostra con la santa confessione; e usate la comunione al luogo ed al tempo suo.

  23. La conversazione vostra sia con quelli che temono Dio in verità, dedicando il tempo vostro alla vigilia e all'orazione; quanto vi è possibile. L'udire il divino officio non vi scordi. La fantasia e mente vostra sempre stia piena di Cristo crocifisso; volendo investigare non le cose segrete di Dio negli occulti misteri suoi, ma solo la volontà sua e la dolcezza della sua carità, che ci amò tanto inestimabilmente, e non cerca né vuole altro che la nostra santificazione.

  24. E conosciamo i difetti nostri, umiliandoci sotto la dolce potente mano di Dio. Lo stato nel quale voi siete del matrimonio, vi prego che v'ingegnate d'usarlo come sacramento, avendo in debita riverenza i dì comandati dalla santa Chiesa. Ingegnatevi oggimai di tenere, voi e la donna vostra uno stato angelico, sentendo l'odore della continenza, acciò che gustiate il frutto suo.

  25. Or così dolcemente regolate e ordinate la vita vostra, senz'aspettare più tempo; che, come detto è, il tempo non aspetta noi. Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso; nascondetevi nelle piaghe dolcissime e sopradolcissime sue: ine si allarghi e consumi il cuore vostro.

  26. Guardate che non volgiate il capo addietro a mirare l'arato; ché io mi richiamerei di voi all'umile Agnello, e voi non avreste a cui appellare. Fatemi dei figliuoli delle virtù, e mai non restate di concepire per amore nel cuore vostro. Altro non vi dico.

  27. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.

  28. Gesù dolce • Gesù amore

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