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Progetto di intercultura “ CI SIAMO ANCHE NOI”

Progetto di intercultura “ CI SIAMO ANCHE NOI”. Scuola dell’Infanzia “F. Fellini” Anno Scolastico 2009/10. PREMESSA.

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Progetto di intercultura “ CI SIAMO ANCHE NOI”

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Presentation Transcript


  1. Progetto di intercultura“CI SIAMO ANCHE NOI” Scuola dell’Infanzia “F. Fellini” Anno Scolastico 2009/10

  2. PREMESSA • Il Progetto prevedeva attività di apprendimento/potenziamento della lingua italiana per i bambini provenienti da contesti stranieri. Il gruppo era composto da cinque bambini di età compresa tra i tre e i sei anni. Le attività erano distribuite in incontri di un’ora ciascuna ed erano finalizzate alla conquista dell’identità personale e sociale e al senso di autostima,all’evoluzione del linguaggio verbale in chiave comunicativa ed espressiva. Le proposte didattiche inerivano l’ascolto, la lettura di immagini, il gioco psicomotorio, le attività logiche e la realizzazione di percorsi

  3. Lettura di immagini • L’insegnante propone immagini di oggetti di uso comune; inizialmente, nomina lei stessa l’oggetto prescelto e invita i bambini ad indicare l’oggetto menzionato; successivamente, sono i bambini che denominano gli oggetti presenti nell’immagine (foto 1-2-3)

  4. LETTURA DI IMMAGINIFOTO N. 1

  5. Lettura di immagini foto n. 2

  6. LETTURA DI IMMAGINI foto n. 3

  7. LETTURA DI IMMAGINI foto n. 4

  8. LETTURA DI IMMAGINI Successivamente, vengono proposte ai bambini immagini legate a momenti di vita quotidiana. Vengono osservate da essi e, attraverso domande-stimolo dell’insegnante, cominciano a verbalizzarle; inizialmente, le verbalizzazioni dei bambini sono piuttosto essenziali, strutturate con lo schema della parola-frase; con il trascorrere del tempo, però, le loro frasi appaiono via via più complete e più complesse….

  9. “….bambino…puzza…. cosa cattiva “(F. 4 anni)

  10. “una bambola….due, una marrone e gialla, una bianco e nero… una grande e uno piccolo”…(M. 5 anni)

  11. “tantissima mela…una è mangiata…io me la mangio.Quando questo taglia io me la mangio, mi piace”(M. 5 anni)

  12. ATTIVITA’ LOGICA E GIOCO MOTORIO L’insegnante propone immagini che illustrano relazioni spaziali tra gli oggetti. I bambini verbalizzano le immagini, individuando la posizione degli oggetti rappresentati e, successivamente, riproducono la relazione nello spazio fisico.

  13. LE RELAZIONI SPAZIALI

  14. IL GIOCO MOTORIO

  15. ATTIVITA’ LOGICA

  16. GIOCO MOTORIO

  17. ATTIVITA’ LOGICA

  18. GIOCO MOTORIO

  19. GIOCO MOTORIO

  20. L’ASCOLTO E LA NARRAZIONE L’insegnante propone la narrazione di alcune fiabe classiche. La prima è quella dell’ascolto del racconto dell’insegnante; successivamente la fiaba viene scomposta e ricostruita in sequenze temporali ordinate; a questo punto la storia viene “raccontata” con il corpo, simulando le scene più significative: l’andatura del lupo che corre nel bosco, la nonna dentro la casetta, il sonno pesante del lupo, il cacciatore che libera la nonna e Cappuccetto Rosso. Infine, i bambini raccontano ogni sequenza della fiaba in modo autonomo.

  21. LA FIABA DI CAPPUCCETTO ROSSO“Cappuccetto saluta la mamma….a casa”

  22. “Questo è il lupo. Cappuccetto Rosso sta a prendere i fiori in mano per nonna”.

  23. “E’ la nonna….Lupo mangia”

  24. “Il letto per lupo. Nonna ha mangiata. Lupo vuole vedere porta… Viene Cappuccetto Rosso”.

  25. “Lupo vuole mangiare Cappuccetto Rosso…Lei dice: Aiuto!”

  26. “Il lupo con grande pancia sta a dormire…Questo cacciatore-papà voleva uccidere il lupo perché mangiava: Bum”

  27. “La casa…la nonna, la mamma, Cappuccetto. Ha uscito da lupo tutti e due…Stanno a casa.”

  28. GIOCO DRAMMATICO:IL LUPO CORRE NEL BOSCO.

  29. GIOCO DRAMMATICO: IL LUPO PARLA CON LA NONNA.

  30. GIOCO DRAMMATICO: IL LUPO CON LA GRANDE PANCIA DORME.

  31. Conclusioni I bambini hanno rapidamente mostrato una grande disponibilità a partecipare a tutte le proposte didattiche. Inoltre, senza difficoltà significative, hanno accettato di allontanarsi temporaneamente dal gruppo di appartenenza per relazionarsi con un altro contesto, meno familiare. Hanno provato “l’entusiasmo del mettersi in gioco”: questo è molto importante in bambini che nella quotidianità del grande gruppo tendono a “rimanere nell’ombra”.

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