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Esercizio

Esercizio. Nel 1980 un gruppo di 1000 persone di età compresa tra i 35 e i 55 anni è stata seguita per 5 anni.

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Presentation Transcript


  1. Esercizio Nel 1980 un gruppo di 1000 persone di età compresa tra i 35 e i 55 anni è stata seguita per 5 anni. Durante questi anni alcuni di questi soggetti svilupparono il diabete. All’inizio dello studio 5 soggetti erano già malati, 2 soggetti risultarono malati alla fine del 1° anno, 5 alla fine del 2°, 1 alla fine del 3°, 4 alla fine del 4° e 1 alla fine del 5°. a) Calcolare la prevalenza della malattia al 1° gennaio 1980 b) La prevalenza alla fine del 3° anno c) L’incidenza della malattia nel periodo considerato 5/1000 13/1000 13/995

  2. ESERCIZIO Nel 1973 in Campania ci fu una epidemia di colera. A Napoli su una popolazione di 3.000.000 abitanti 50.000 si ammalarono e dopo 5 giorni 40000 morirono. Nel 1979 anche Cagliari fu colpita da una epidemia di colera e su una popolazione di 100000 abitanti si ammalarono 40000 e ne morirono 20000. Quale fu l’incidenza di colera a Napoli? Quale fu l’incidenza di colera a Cagliari? Quale fu la mortalità a Napoli e quale a Cagliari? 5/300 4/10 4/300 2/10

  3. Epidemiologia, prevenzione e profilassi delle malattie infettive • Eziologia • Rapporto ospite-parassita-ambiente • Origine delle infezioni • Diffusione delle malattie infettive nella popolazione • Profilassi generica: notifica, isolamento e contumacia, disinfezione e sterilizzazione….. • Profilassi specifica: vaccini e sieri • Epidemiologia e profilassi delle seguenti malattie: influenza, papilloma virus, dengue

  4. EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE

  5. “Niente nel mondo vivente è fisso permanentemente… le malattie infettive si trasformano continuamente; alcune, nuove, sono in via di formazione, mentre altre, antiche, mutano o spariscono… Sarebbe davvero sorprendente se nuove forme di parassitismo – ovverosia di infezioni – non sorgessero continuamente e se, tra le forme esistenti, trasformazioni nelle mutue relazioni tra parassiti ed organismi ospiti non si fossero prodotte durante i secoli per i quali abbiamo notizie” H. Zinsser, Rats, Lice and History, pagg. 43-44, 1971.

  6. PERCHE’ STUDIARE LE MALATTIE INFETTIVE… • Importante causa di morte • Sono la maggior causa di disabilità • 13.000.000 di morti/anno • 1500 morti/ora • 25 morti/minuto • 1 morte/<3 secondi • La maggior parte delle morti avvengono nei paesi in via di sviluppo

  7. EPIDEMIOLOGIA GENERALE DELLE MALATTIE INFETTIVE AGENTE EZIOLOGICO STORIA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA VIE DI PENETRAZIONE ED ELIMINAZIONE MODALITA’ DI CONTAGIO E TRASMISSIONE CONDIZIONI PREDISPONENTI E IMMUNIZZANTI

  8. STORIA NATURALE DELLE MALATTIE EPIDEMIOLOGIA EZIOLOGICA EPIDEMIOLOGIA CLINICA

  9. Principali differenze tra malattie «infettive» e malattie «cronico-degenerative».

  10. XVIII SECOLO Peste Vaiolo Colera Malaria Tubercolosi XXI SECOLO Malattie cardio- e cerebrovascolari Tumori maligni Incidenti stradali AIDS Malattie dismetaboliche (diabete, obesità, sindrome metabolica) Fenomeni sanitari più rilevanti nei secoli

  11. Morire in Italia - trend del XX secolo

  12. MORTALITA’ PER GRANDI GRUPPI DI CAUSEItalia - 1998 ISTAT

  13. IL MICRORGANISMO Entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico TipologiaDimensioni Virus < 0,1  Batteri Miceti Protozoi 2-70 

  14. CLASSIFICAZIONE DEI MICRORGANISMI • SIMBIONTI: stabiliscono con l’organismo superiore un rapporto di reciproco vantaggio (es. flora batterica endogena) • COMMENSALI: si impiantano e si moltiplicano sui tegumenti senza un apparente beneficio per l’organismo superiore • PARASSITI: aggrediscono l’ospite provocando un danno (patogeni e oppurtunisti) • SAPROFITI: importanti per il mantenimento dell’equilibrio di vari ecosistemi

  15. COMPORTAMENTO DEI MICRORGANISMI Affinchè un microrganismo possa provocare una malattia infettiva deve: • Entrare nell’organismo • Aderire ai tessuti dell’ospite • Evadere le difese dell’ospite • Danneggiare i tessuti

  16. Tuttavia perché si abbia una malattia vanno considerate alcune variabili, da cui dipende fortemente l’esito del contatto. Alcune di esse associate al microrganismo, altre all’uomo, altre all’ambiente

  17. FATTORI FAVORENTI • Fattori propri del microrganismo (tipo di microrganismo, patogenicità, virulenza, carica infettante, contagiosità) • Fattori propri dell’ambiente (temperatura, umidità, pH, substrati nutritivi, tensione di ossigeno, radiazioni) • Fattori propri dell’ospite (età, difese immunitarie, patologie di base, tipo di lavoro-esposizione, concomitante esposizione ad altri fattori di rischio occupazionale)

  18. VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO • INFETTIVITA’ • PATOGENICITA’ • VIRULENZA • CARICA INFETTANTE

  19. VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO INFETTIVITA’ Intrinseca attitudine del microrganismo a superare i dispositivi di difesa superficiale (barriera anatomo-funzionale) ed invadere l’organismo Es. PseudomanasAeruginosa provoca malattia solo se introdotta in profondità, in quanto incapace a superare la barriera cutanea o le mucose intatte

  20. VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO TIPI DI INFETTIVITA’ • Alcuni invadono tutto l’organismo (tifo addominale, virus del morbillo) • Altri, dopo penetrazione e diffusione, esplicano la propria azione in alcuni organi o apparati (virus dell’epatite, bacillo tubercolare) • I patogeni non invasivi restano localizzati nel sito di impianto provocando lesioni localizzate (rhinovirus) o provocano danni a distanza mediante la produzione di tossine

  21. VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO PATOGENICITA’ Caratteristica propria delle singole specie microbiche, è la capacità di provocare danno all’ospite e quindi malattia a seguito di infezione es. VibrioCholerae è una specie batterica patogena per l’uomo ma non per tutte le specie animali (presenza/assenza di uno specifico recettore)

  22. VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO VIRULENZA Indica il diverso grado di patogenicità di ceppi differenti nell’ambito della stessa specie microbica, la produzione di fattori di virulenza conferisce al microrganismo la capacità di provocare malattia es. tossine

  23. VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO CARICA INFETTANTE Numero di microrganismi necessario per dare inizio all’infezione che varia da specie a specie es. circa 1000 cellule di Salmonella Typhi per il tifo addominale circa 200 Shighelle per la shighellosi • INFETTIVITA’: capacità del microrganismo di penetrare, attecchire e moltiplicarsi • CONTAGIOSITA’: capacità del microrganismo patogeno di passare da un soggetto recettivo ad un altro, dopo la sua eliminazione

  24. LA CONTAGIOSITA’ Malattie infettive non contagiose Malattie infettive contagiose Causate da microrganismi che non vengono eliminati nell’ambiente; la loro trasmissione richiede l’intervento di appositi vettori o particolari evenienze es. Malaria, Leishmaniosi, Tetano Causate da microrganismi che vengono eliminati attraverso diverse vie dall’ospite e che giungono ad altri soggetti recettivi in maniera diretta o indiretta es. Virus dell’influenza, Virus della Rosolia

  25. RAPPORTO PARASSITA-AMBIENTE-OSPITE UOMO MICRORGANISMI AMBIENTE Le malattie infettive sono frutto di un’interazione!!!

  26. RAPPORTI OSPITE-PARASSITA PENETRAZIONE Le difese dell’ospite possono neutralizzare il microrganismo INFEZIONE Il microrganismo riesce ad impiantarsi e moltiplicarsi nell’ospite ASINTOMATICA INCUBAZIONE MALATTIA Gravità variabile

  27. COMPORTAMENTALI Legati allo stile di vita Alla inosservanza delle misure cautelative… BIOLOGICI diminuzione delle difese immunitarie OSPITE INFEZIONE MALATTIA AMBIENTE basso livello socio-economico scarsita’ di acqua potabile inquinamento fecale dell’ambiente sovraffollamento abitativo promiscuita’ nelle infezioni sessuali

  28. Processo evolutivo del passaggio dallo stato di salute alla malattia per la patologia infettiva

  29. ORIGINE DELLE INFEZIONI: SERBATOI E SORGENTI D’INFEZIONE • SERBATOIO O RISERVE D’INFEZIONE Specie animale o vegetale o substrato inanimato in cui l’agente patogeno ha il suo habitat, riproducendosi e perpetuandosi • SORGENTE D’INFEZIONE Ospite umano o animale da cui il microrganismo può essere trasmesso ad altri soggetti recettivi della stessa specie o di specie diversa

  30. LE SORGENTI D’INFEZIONE Possiamo considerare sorgenti d’infezione UOMINI ed ANIMALI Malati Convalescenti Portatori SANO PRECOCE CRONICO

  31. IL MALATO Il malato rappresenta una sorgente di infezione quando elimina all’esterno (attraverso le diverse vie) l’agente responsabile della malattia o quando questo può essere trasmesso da un vettore

  32. IL PORTATORE Soggetto che alberga nel suo organismo uno specifico agente patogeno in assenza di segni clinici di malattia. Sono sorgenti di infezione non sospette!!! • PORTATORE PRECOCE: soggetto che elimina l’agente patogeno prima della manifestazione clinica (nel periodo di incubazione) • PORTATORE CONVALESCENTE: malato che continua ad eliminare l’agente patogeno anche dopo la guarigione clinica • PORTATORE SANO: soggetto che si infetta ed elimina l’agente patogeno senza sviluppare la malattia (infezione inapparente)

  33. IL PORTATORE PORTATORE CRONICO: soggetto guarito in cui il microrganismo ha potuto localizzarsi in un sito anatomico, al riparo dalla reazione immunitaria, ove si moltiplica potendo essere eliminato nell’ambiente esterno tramite gli escreti

  34. Esempi di stato di portatore • Rosolia: 1 settimana prima e 2 settimane dopo i segni clinici della malattia (precoce e convalescente); • Rabbia (cani): 3-5 gg prima della malattia (precoce); • Polio: 1-2 settimane prima e 1 settimana dopo (precoce e convalescente) • Epatite A: 14 gg prima e 1-2 settimane dopo (precoce e convalescente) • TBC: per anni dopo apparente guarigione (cronico) • Tifo addominale: portatore convalescente e cronico Sono inoltre da considerare i portatori sani che, in quanto tali, non possono essere temporalmente associati all’evento malattia visto che non si verifica

  35. MALATTIA PORTATORE CRONICO PORTATORE PRECOCE PORTATORE CONVALESCENTE INFEZIONE “PORTATORE SANO”

  36. VIE DI PENETRAZIONE ED ELIMINAZIONE DEI MICRORGANISMI Vie di penetrazione • Cute • Mucose delle vie respiratorie • Mucose delle vie digerenti • Mucose delle vie genitourinarie • Mucose congiuntivali • Placenta Vie di eliminazione • Cute • Mucose • Sangue • (trasfusioni, manipolazioni, insetti ematofagi)

  37. MODALITA’ DI TRASMISSIONE Modalità attraverso le quali l’agente si diffonde da una fonte o serbatoio ad un ospite • Aerea • Oro-fecale • Cutanea • Ematica • Verticale

  38. Vie di trasmissione delle infezioni

  39. MODALITA’ DI TRASMISSIONE • Via aerea (le goccioline pervengono nell’aria con: starnuti, tosse, parlato, aria espirata, aerosol di liquidi infetti) • Via oro-fecale (prevalentemente tramite veicoli alimentari ed acqua) • Via parenterale (contatto con sangue o emoderivati, pratiche iniettive, trasfusionali, chirurgiche, traumi) • Via sessuale

  40. MODALITA’ DI TRASMISSIONE • TRASMISSIONE DIRETTA contatto diretto o stretta vicinanza con passaggio immediato del microrganismo dalla sorgente all’individuo ricevente attraverso le vie: sessuali (infezioni veneree), transplacentare (rosolia, epatite B, AIDS), canale del parto/allattamento (epatite B, AIDS), morso/graffio di animale (rabbia) • TRASMISSIONE INDIRETTA mediata da veicoli e vettori (generalmente questi microrganismi sono in grado di vivere più a lungo nell’ambiente esterno)

  41. TRASMISSIONE INDIRETTAVEICOLI SUBSTRATI INERTI • Acqua veicolo importante soprattutto nelle malattie infettive a trasmissione oro-fecale (inquinamento secondario all’eliminazione di agenti patogeni con le feci) • Aria può veicolare le goccioline di secrezione espulse dalle vie respiratorie ma anche fungere da veicolo a distanza (goccioline, nuclei delle goccioline, granuli di polvere) • Alimenti importante veicolo delle malattie del circuito oro-fecale (epatite A, tossinfezioni alimentari) • Oggetti di uso

  42. PRINCIPALI VEICOLIE MALATTIE DA ESSI TRASMESSI

  43. TRASMISSIONE INDIRETTAVETTORI VETTORE - organismo che trasmette una malattia da un ospite ad un altro • zanzare • Acari, zecche • Pulci • Pidocchi

  44. TRASMISSIONEINDIRETTAVETTORI Organismi animati che attuano il trasporto di microrganismi • VETTORI MECCANICI O PASSIVI hanno funzione di trasporto (es. mosca) • VETTORI ATTIVI O OBBLIGATI senza di essi non può verificarsi la trasmissione della malattia (il microrganismo completa il suo ciclo biologico nel vettore e viene trasmesso all’ospite mediante puntura o deposizione di feci)

  45. PRINCIPALI VETTORI E MALATTIE DA ESSI TRASMESSE

  46. MODALITA’ DI PRESENTAZIONE • Forma EPIDEMICA: più casi di malattia che si presentano nella stessa popolazione o nello stesso gruppo entro un breve periodo di tempo e con la stessa origine (fenomeno limitato nel tempo e nello spazio) • Forma PANDEMICA: l’epidemia va oltre i confini di un paese (fenomeno limitato nel tempo ma no nello spazio) • Forma ENDEMICA: l’agente patogeno responsabile è stabilmente presente e circola nella popolazione. Numero di casi di malattia più o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo (fenomeno limitato nello spazio ma no nel tempo) • Forma SPORADICA: si manifesta in una popolazione in cui quella malattia è assente da tempo e che non si trasmette ad altri individui (fenomeno limitato nel tempo e nello spazio)

  47. Epidemia, endemia e malattia sporadica Casi Tempo malattia sporadica

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