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progetto economia:. i mestieri di una volta. Anno scolastico 2010/11 Gruppo 4 anni Ins: Anna Aiolfi, Marica Quaglietta. Documentazione a cura di Anna Aiolfi e Marica Quaglietta. TRAGUARDI DI SVILUPPO

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Presentation Transcript


  1. progetto economia: i mestieri di una volta Anno scolastico 2010/11 Gruppo 4 anni Ins: Anna Aiolfi, Marica Quaglietta Documentazione a cura di Anna Aiolfi e Marica Quaglietta

  2. TRAGUARDI DI SVILUPPO Dimostra curiosità verso i luoghi del territorio osservati nelle sue caratteristiche geografiche e storiche Si sente coinvolto emotivamente nella conoscenza di lavori di una volta Racconta ciò che vede e lo rappresenta Scopre, legge, analizza gli aspetti del territorio che si trovano vicini alla scuola attraverso l’osservazione del luogo e dei suoi segni E’ attento ai cambiamenti , osserva prevede analizza per raccoglie i dati

  3. MOTIVAZIONE Da alcuni anni esiste un gruppo di insegnanti che lavora sperimentando e documentando un curricolo sui temi economici con i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia e primaria. In particolare i temi affrontati sono stati quelli della produzione (luoghi, processi di trasformazione delle merci, attività e settori), dei soldi (monete e banconote, cambio e scambio), della compravendita (copione della spesa, negozi, merci, resto ..). Quest’anno con i bambini di 4 anni sono state affrontate tematiche legate al lavoro e alle attività di produzione. Diverse sono le esperienze che i bambini hanno potuto conoscere e provare attraverso i racconti dei nonni, la narrazione di storie di lavori di una volta da parte di operatori specializzati e infine la realizzazione di un orto a scuola, attività che i bambini proseguono per il secondo.

  4. Tre esperienze a confronto

  5. SULLA LINEA DELL' ORIZZONTE: LA FORNACE CAVASIN

  6. In collegamento con il progetto di geo-storia. IN PASSEGGIATA DIETRO LA NOSTRA SCUOLA Osserviamo il paesaggio … Raccontiamo quello che vediamo.. Cosa vediamo vicino a noi …? Cosa vediamo lontano? Cosa conosciamo? Quali caratteristiche ? • Elementi vicini: • La stradina di sassi che percorriamo • Gli alberi secchi lungo la stradina • Il canale con poca acqua a fianco della • stradina In fondo c’è un camino altissimo

  7. Elementi lontani: • Case nuove • Macchine • Pali della luce • Bidoni delle immondizie • Alberi e tanta erba • Tante case vecchie di mattoni • Un camino altisssimo IL CAMINO ALTISSIMO COSA PUO ESSERE? …è una casa che non si usa più perché è fatta di mattoni vecchi.. ..si vede che è vecchia perché non ha le porte forse sono rotte e nessuno abita dentro.. ..sembra una città di case vecchie… ..Io vedo tantissimo camini e anche uno altissimo .. Sembra una torre …ma non è un castello.. ..è è un camino grande perché le case avevano freddo..

  8. CON IL DITO SEGUIAMO LA LINEA DELL’ ORIZZONTE • Scegliamo un albero che sarà il nostro punto da cui osservare durante le nostre uscite. • Mettiamoci con le spalle al canale e con il dito della mano seguiamo come se • dovessimo disegnarla la linea che divide il cielo con la terra.. • Decidiamo il due punti da cui partire da una parte il cancello arancione • dall’ altra i bidoni dell’immondizia • Ripetiamo più volte l’ operazione nominando insieme le cose che troviamo lungo • il tratteggio immaginario da una parte e dall’ altra.

  9. ATTRAVERSO IL CANNOCCHIALE VEDO LA FORNACE E LA RAPPRESENTO

  10. LUNGO LA LINEA C’E’… ..La casa nuova non ha le crepe sul muro come quando c’è il terremoto e poi c’è l’antenna che fa vedere la televisione bene..e puoi vedere i cartoni.. ..ha anche il camino nuovo e i giardino bello e ordinato ..La Fornace ha l’erba alta e non ha i cespugli belli ma sono lunghi lunghi .. ..Vicino alla casa nuova c’è anche il palo della luce che serve per far vedere la strada di notte alle persone che tornano a casa.. Nella Fornace non c’è un bel niente perché non ci abita nessuno..

  11. CONFRONTIAMO LA RICOSTRUZIONE FOTOGRAFICA CON LA RICOSTRUZIONE FATTA DA NOI CON I NOSTRI DISEGNI

  12. ..Io lavoravo alla Fornace Cavasin dove si facevano i mattoni. ..Tanti mattoni come questi che vi ho portato…che sono proprio quelli che facevo io.. I mattoni si facevano dalla terra che era creta impastata con l’acqua. C’era una gru che prendeva la terra che c’era li vicino alla fornace e la rompevae muoveva e poi la caricava su uncamion e poi la portava li vicino. Tutta la terra si metteva insieme e si faceva una montagnae là rimaneva un anno ad essiccare. Poi c’era un’ macchina che serviva per spaccare la terra che poi veniva fatta più molla. Si rompevano i pezzi grossi fino a farla fina e si mescolava con l’acqua del canale, per farla morbida e poi si impastava con i badili cosi si mescolava bene…. NONNO FERUCCIO RACCONTA

  13. La cava dove si andava a prendere la terra era un grosso campo: il primo strato di terra con l’erba veniva buttato via e si andava più in profondità per trovare la creta giusta. C’era una gru con tutte le pale che scavavano il terreno e prendevano la terra che veniva poi messa in carrelli, come quelli del treno e trasportata. C’era un trattore che portava su un monte alto la terra che veniva rovesciata e lasciata a riposo un anno. C’erano poi altri carrelli agganciati con un filo che portavano la terra alle macchine. La terra veniva ripresa dopo un anno e portata in fornace. ..ho disegnato nonno Feruccio che ci dice come faceva i mattoni per fare le case..li faceva con la terra quella buona che si scavava nel buco della cava.. E poi si metteva anche l’ acqua cosi si ammolava..e poi i mattoni che sono diversi perché.. È quello grigio che gratta Quello con i buchi leggero Questo è quello dei tetti cosi l’ acqua scivola COSA C’ERA VICINO ..

  14. Con la terra diventata buona da mattone si faceva una striscia lunga che si muoveva sopra un nastro.. poi c’erano delle macchine che tagliavano come un coltello questa striscia lunga e si facevano i mattoni tutti della stessa misura.. Erano le donne che poi prendevano questi mattoni e anche io a 17 anni prendevo i mattoni e 3 alla volta li mettevo su un carrello che poi spostava i mattoni ad asciugare. Si faceva come una treccia tre alla volta uno sopra all’altro. Con un po’ di spazio cosi si asciugavano con il caldo che faceva la fornace. Da giugno a settembre si asciugavano i mattoni più grossi, quelli che servivano per fare i muri portanti delle case. C’erano poi i mattoni con i buchi, più leggeri, che si chiamavano mattonelle o piastrelle che servivano per fare i pavimenti. Questi mattoni si facevano tutto l’anno. COSA SI COSTRUIVA …. Per fare i muri per fare i pavimenti MATTONI PIASTRELLE per fare il tetto COPPI

  15. C’era il forno che serviva per asciugare quelli pieni. C’erano delle tavole di legno sotto il tetto dove si mettevano i mattoni, i coppi, quelli che servivano per i tetti e con il calore si asciugavano. Quelli grossi servivano per i muri delle case; quelli bucati per i pavimenti e i coppi per il tetto perché servivano a far cadere l’acqua dai tetti ( le tegole) La fornace si chiama così perché aveva un grosso forno con carbone. La ciminiera era alta e serviva per portare su il calore per asciugare i mattoni. Il carbone veniva portato dentro a delle cariole e poi c’era il fuochista che con una pala buttava il carbone nel forno. Il carbone veniva portato dalla stazione di Maerne. Il forno doveva rimanere acceso tutto il giorno sempre di notte e di giorno. Era una catena. C’erano due fuochisti che facevano il turno di giorno e di notte. Buttavano dentro il carbone con una pala. Erano tutti arrostiti in faccia perchè erano sempre vicini al fuoco. Chi lavorava vicino al fuoco poi beveva sempre C’era la Lola una signora che con la bici andava alla fontana di via Asseggiano riempiva e secchi di acqua che serviva per far bere i fuochisti. .

  16. C’erano anche donne che lavoravano nella fornace, davano la forma alle coppe. C’era anche un grande ascensore che serviva per trasportare i mattoni, i coppi, sopra all’altro piano per farli asciugare. Nella fornace lavoravano circa 50 persone. Gli uomini erano belli grossi e robusti e molto alti. Una volta pronti i mattoni poi c’era la zona dove andavano a sfornaciare, una volta cotti li mettevano fuori e potevano rimanere tutto il tempo che si voleva, perché ormai erano pronti. I mattoni pronti venivano messi uno sopra l’altro a formare dei muri e poi c’erano dei camion che li portavano via. Erano mattoni buoni che arrivavano nelle zone vicine, anche in Slovenia, dove i muratori ci dicevano che i coppi erano di ottima qualità. Il coppo non stava da solo si metteva prima uno strato di mattonelle e poi il coppo sopra. Una volta cucinati i mattoni non si rompevano più. C’era un operaio che toccava i mattoni e sapeva quando erano giusti, cioè toccandoli sapeva se erano giuste le proporzioni di acqua e creta e decideva se ci voleva altra acqua o creta. Vicino alla fornace c’era anche una mensa per gli operai che venivano da lontano. Si mangiava pasta asciutta e patate niente carne. Io che abitavo vicino alla fornace tornavo a casa con la bici e andavo a pranzare a casa.

  17. La fornace è nata nell’800. all’inizio i mattoni si facevano con uno stampo tutti a mano. Poi ci sono state le macchine. Io ho lavorato 4 anni nel 1934 e poi ho lasciato perché si faceva troppa fatica. A 50 anni le persone erano distrutte da questo lavoro. Erano finiti per lo sforzo. La cava Cavasin era di due fratelli: uno qui a Spinea e uno a Noale. A Spinea dava lavoro a tante persone. La divisa era una canottiera di lana per asciugare bene il sudore e dei pantaloncini corti. Le persone erano tutte rosse per il caldo e il fuoco perché stavano sempre vicino al camino. A ovest della struttura veniva messa tutto il materiale pronto per essere spedito. Ad est c’era l’entrata della lavorazione con tutte le macchine. Fuori davanti c’era il carbone che veniva portato dentro sulle cariole.

  18. UN DISEGNO PER SPIEGARE MEGLIO LA PRODUZIONE ..immaginate che questa sia la fornace con tutte le bocche da dove usciva il calore che cucinava i mattoni che stavano tutti dritti accatastati Quando erano cotti e si sentiva perché si toccavano allora si mettevano sopra dei carrelli che stavano sopra i binari che giravano attorno e andavano fuori fino ad un altro posto ..i depositi ..

  19. ..I bambini stanno ascoltando nonno Feruccio che dice come faceva i mattoni nella fornace, si facevano con la terra che si prendeva vicino nel buco e si metteva con l’acqua e si mescolava tutto come una pappetta e poi si faceva il mattone che cucinava nel forno.. ..C’erano 3 tipi di mattoni quelli tutti grigetti per fare i muri grossi e pesanti poi c’era quello piatto per fare il pavimento come la piastrella poi c’era il coppo un pò tondo e si metteva sopra il tetto cosi l’ acqua cadeva bene.. mattone piastrella coppo

  20. Tocchiamo il mattone, la piastrella, e il coppo cerchiamo le differenze ricordando quello che nonno Feruccio ci ha raccontato: …il mattone si sente che gratta sotto le mani è fatto di sassolini e poi è grigio.. ..la piastrella è liscia e anche leggera perché dentro ci sono i buchi, il mattone è pesante.. perché deve fare il muro.. .. Il coppo è tondo perché cosi l’ acqua scivola giù dal tetto e poi si mette uno sopra l’ altro come ha detto il nonno… Pesante e ruvido Liscia e con i buchi

  21. …La forma e la terra dentro è diversa perché fanno cose diverse.. Tondo che fa scivolare

  22. TOCCARE PER CONOSCERE

  23. NEL CONFRONTARE I TRE COPPI TROVIAMO SEGNI DIVERSI • Tre righe • Tre righe una scritta tre righe • Una scritta in lungo

  24. CON LA TECNICA DEL FROTTAGE EVIDENZIAMO LE SCRITTE -FORNACE CAVASIN IN SPINEA- VE- FORNACE CAVASIN IN SPINEA - PREMIATA FORNACE DELLA GIOVANNA - ORIAGO-VENEZIA

  25. COLORIAMO UNA SCHEDA PER RICORDARE

  26. CERCHIAMO LE MODALITA’ GIUSTE PER COSTRUIRE UN MURO Allineare, raggruppare, mettere vicini, uno sopra l’ altro, alternare..controllare …

  27. PIASTRELLIAMO UN PAVIMENTO ..per fare un muro basta mettere uno sopra l’ altro e tirarli in su cosi fai un muro che divide.. ..Per fare un pavimento devi prendere le piastrelle che sono lisce e piatte e le metti vicino senza metterle sopra ..con le piastrelle si ricopre tutto il pavimento .. .. Con le piastrelle si possono fare anche dei disegni..

  28. PER COSTRUIRE UNA CASA • Cerchiamo e scegliamo il materiale adatto • Utilizziamo il materiale nelle modalità imparate: • i mattoni uno sopra l’altro in modo alternato per fare i muri • i coppi appoggiati tra loro e sopra il tetto LA CASA DIVENTA LA FORNACE

  29. GLI ELEMENTI DA COSTRUIRE • Ricordiamo il racconto del nonno e • elenchiamo gli elementi che compongono • il luogo della fornace e che dobbiamo • costruire : • L’edificio della fornace fatto di mattoni • la ciminiera con la scala • Il deposito fatto con un tetto • La mensa fatta come una casa

  30. I bambini lavorano in piccoli gruppi, ognuno dei quali è impegnato alla costruzione di un elemento. Attacchiamo gli elementi sopra un cartone posizionandoli tra loro in modo simile a quello della fotografia. .. La casa grande davanti perché è dove si cucinano i mattoni e dietro la ciminiera che fa vedere che dentro c’è il fuoco.. Da una parte il tetto del magazzino e sotto ci vanno i mattoni in fila.. E poi la casa della mensa.. E dove dormivano

  31. Il plastico che raccoglie gli elementi essenziali che costituiscono il luogo della fornace Decidiamo di mostrare ai bambini una serie di vecchie foto di operai al lavoro nella fornace accompagnandole con il racconto di alcune testimonianze. Il materiale è stato trovato nei siti dedicati al ricordo Della fornace rubini e cavallini

  32. CERCHIAMO NONNO FERUCCIO ….. OSSERVIAMO I VESTITI CERCHIAMO I PARTICOLARI 1943 ..sono vestiti da lavoro con gli stivali perché stanno dentro alla terra e al fango.. …il signore ha il sacco sulla spalla perché dentro ha le sue cose… …Loro arrivano al lavoro con le biciclette.. ..Hanno anche la giacca da lavoro che è un po’ sporca

  33. LA CAVA Per preparare i mattoni veniva impiegata dell’argilla in cui vi fosse anche della sabbia..si trovava nei campi li vicino e si caricava su dei vagoncini L’argilla veniva cavata in autunno e inverno con una draga e messa a riposo nell’aia per la primavera. Il datore di lavoro controllava il lavorante che attingeva alla sera il materiale per il giorno dopo L'argilla veniva bagnata prendendo l'acqua dal ruscello vicino, zappata, lavorata con il badile ed anche pigiata con i piedi per renderla morbida, uniforme senza bolle d'aria, maneggiabile. (testimonianza di un operaio)

  34. Il lavoro terminava a fine autunno, alla Fornace c'era una cava e un deposito di argilla che veniva portata da camion e rimaneva tutto l'inverno. A primavera verso Pasqua, si riprendeva la fabbricazione dei mattoni.Alla cava vi era una scavatrice, draga, a forma di pale che girando scavavano la argilla e la mandavano sui vagoni di un trenino che la portava nel portico dove c'era la macchina che faceva i mattoni, l'argilla veniva fatta passare nella macchina, schiacciata da rulli, veniva lavorata, poi passata nei vari stampi formava i mattoni, le tegole ecc. -Testimonianza di un operaio-

  35. L’ impasto veniva messo a filone pronto per essere messo su dei nastri trasportatori per prendere la forma.. Le donne tagliavano i mattoni e li mettevano ad asciugare disposti a griglia in modo che l’aria circolasse . Una volta asciugate i mattoni non ancora cotti venivano posti sotto i porticati in attesa della cottura che avveniva in primavera ed estate.

  36. Gli operai entravano per controllare toccando se i mattoni erano cotti, non doveva esserci troppo o poco caldo. Con le carriole si prelevavano e avevano i guanti perché i mattoni essendo sabbiati tagliavano le mani, in questa fase il fuoco è dall’altra parte e bisognava fare in fretta a mettere altri mattoni crudi prima che il fuoco tornasse così il ciclo è continuo. Il fuochista doveva essere abilissimo a capire quando i mattoni erano cotti al punto giusto, per controllare apriva le bocchette, guardava il colore che, se i mattoni erano cotti, si schiariva, in caso contrario introduceva altre palate di carbone.

  37. I mattoni venivano portati con carrelli e messi ad essiccare nei seccatoi (gambetti)che erano delle tettoie ricoperte di tegole, aperte ai lati, si mettevano lunghe file di mattoni ad asciugare, ai lati c'erano i stuoini di paglia (sturoi) si facevano scendere quando pioveva e quando c’era troppo sole.Al momento giusto i mattoni venivano

  38. Con i mattoni si riempivano le stanze e si passava alla fase di cottura: bisognava tener acceso per due giorni il fuoco ai piedi della ciminiera per aiutare il tiraggio, scaldata la ciminiera e creato il braciere ai suoi piedi, tramite valvole di aspirazione il fuoco veniva risucchiato nei forni dove i primi mattoni venivano riscaldati dal fuoco della ciminiera, sulla volta dei forni esistono delle bocchette Venivano messi al piano superiore della Fornace per farle asciugare dal calore proveniente dal piano inferiore.

  39. ACCANTO ALLE FOTO VECCHIE CHE RACCONTANO LE FASI DEL LAVORO LE RAPPRESENTAZIONI DEI B.

  40. LA SQUADRA DEI FORNACINI GRUPPO ANNI 4 I BAMBINI DAVANTI ALLO SFONDO DELLA FORNACE POSANO PRIMA DI INIZARE LA DRAMMATIZZAZIONE CHE LI VEDRA’ IMPEGANTI A SIMULARE IL LAVORO DI UNA VOLTA NELLA CAVA E NELLA FORNACE CAVASIN

  41. GLI OPERAI INZIANO LA LORO GIORNATA METTENDO L’ARGILLA SUI CARRELLI CHE POI VERRANNO PORTATI IN FORNACE DOVE LA TERRA VERRA’ IMPASTATA PER COSTRUIRE I MATTONI

  42. LE DONNE CHE PREPARANO I MATTONI: PRIMA LI IMPASTANO BENE E LI SCHIACCIANO CON LE MANI, POI LI TAGLIANO E LI METTONO NEL CARRELLO …

  43. MENTRE LE DONNE LAVORANO IL FUOCHISTA CONTINUA A METTERE CARBONE IN FORNACE.. E’ UN LAVORO DURO CHE NON SI DEVE MAI FERMARE!!!

  44. I MATTONI VENGONO POSIZIONATI IN FORNACE PER ASCIUGARSI!!! DEVONO ESSERE MESSI A PETTINE IN MODO CHE L’ARIA CALDA POSSA PASSARE IN MEZZO E ASCIUGARLI!!

  45. GLI OPERAI UNA VOLTA COTTI I MATTONI LI METTONO NEI CARRELLI E LI PORTANO IN UN ALTRO SPAZIO DELLA FORNACE

  46. GLI OPERAI DISPONGONO PER FILE I MATTONI COTTI ORMAI PRONTI PER ESSERE PORTATI VIA IN GIRO PER TUTTO IL VENETO!!! SERVIRANNO A COSTRUIRE MURI, TETTI E PAVIMENTI … ECCO L'ASCIUGATOIO

  47. IN FORNACE C’ERA UN’ALTRA FIGURA MOLTO IMPORTANTE: LA SIGNORA LOLA. ERA UNA SIGNORA CHE ANDAVA A PRENDERE L’ACQUA CON LA SUA BICI ALLA FONTANA DI VIA ASSEGGIANO E LA PORTAVA AGLI OPERAI E AL FUOCHISTA

  48. IL FUOCHISTA ERA COLUI CHE AVEVA PIU’ BISOGNO DI ACQUA!!! NON DOVEVA MAI RIMANERE PER TROPPO TEMPO SENZA!!!

  49. IL MOMENTO DEL PRANZO DIVENTAVA UN BEL MOMENTO DI FESTA PER GLI OPERAI CHE SI RITROVAVANO INSIEME E ..

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