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Cifre e altri fatti stilizzati

Cifre e altri fatti stilizzati. Lo sviluppo economico e’ senz’altro un obbiettivo fondamentale della maggioranza delle nazioni del mondo. Ogni anno, si effettuano investimenti e politiche volte a favorire il processo di sviluppo. Come quantificare i risultati raggiunti?

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Cifre e altri fatti stilizzati

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Presentation Transcript


  1. Cifre e altri fatti stilizzati • Lo sviluppo economico e’ senz’altro un obbiettivo fondamentale della maggioranza delle nazioni del mondo. Ogni anno, si effettuano investimenti e politiche volte a favorire il processo di sviluppo. • Come quantificare i risultati raggiunti? • E, più in generale, come valutare il livello di sviluppo di un paese? Ovvero, come valutare quanto un paese sia più o meno sviluppato rispetto ad altri?

  2. Concetto di sviluppo economico • Requisiti minimi di una società sviluppata sono senz’altro : • Una dotazione individuale di beni e servizi adeguata a soddisfare esigenze di consumo primarie come l’alimentazione e la protezione dagli agenti atmosferici • Una dotazione individuale di beni e servizi che consentano un tenore di vita salutare (ciò include risorse da utilizzare per godere del tempo libero e via dicendo)

  3. MA ANCHE: • Garanzia (reale) dei diritti politici e della liberta’ di espressione • Un basso livello di criminalita’ • Un livello adeguato di protezione e tutela dei diritti dei soggetti piu’ deboli (bambini, per esempio) • E’ però vero che, senz’altro, un livello di reddito pro-capite alto e distribuito equamente e’ condizione necessaria per il raggiungimento di molti degli obbiettivi sopraelencati, a prescindere dal finanziamento del livello di consumo associato ad un buon tenore di vita • Per questo motivo, gli economisti concentrano la loro attenzione, in larga misura, sul livello del reddito e sulla sua distribuzione

  4. Facciamo però attenzione: il ragionamento condotto non ci deve far concludere che il livello di sviluppo sia per definizione da identificarsi con il livello di reddito pro capite (o PIL), ne che il tasso di sviluppo sia pari al tasso di crescita del reddito • Concentriamo l’attenzione sullo sviluppo economico. Possiamo concludere che questo concetto sia definito dal PIL pro capite? • No. Come minimo e’ necessario che il grado di avanzamento economico misurato dal PIL non riguardi solo una componente minore della popolazione, ma piuttosto la maggioranza.

  5. Senz’altro dunque lo sviluppo passa anche attraverso la riduzione o eradicazione della povertà. Dunque il numero di poveri e mal nutriti, e più in generale la distribuzione del reddito sono variabili importanti per misurare il grado di sviluppo tanto quanto il livello di reddito pro -capite • Così pure lo sviluppo economico passa per un miglioramento delle condizioni sanitarie e per un aumento della speranza di vita. • Parte del processo di sviluppo è altresì l’alfabetizzazione e più in generale il livello di istruzione

  6. Perché dunque enfatizzare il reddito pro capite, concentrando la nostra attenzione su questa misura? • Senz’altro il PIL pro-capite non è lo sviluppo, tuttavia molte delle variabili cui abbiamo fatto riferimento, come l’aspettativa di vita, l’istruzione, la salute fisica, la malnutrizione, la povertà, sono una conseguenza del livello di reddito pro-capite e del suo tasso di crescita. Ciò non e’ sempre vero, ma senz’altro e’ così in molti casi • Qui sta la motivazione del perché studiare le determinanti del processo di crescita reddito pro-capite

  7. Reddito e crescita: fatti storici recenti • Nel periodo 1960-85 la popolazione facente parte del 5% più “ricco” del pianeta aveva un reddito pro-capite 29 volte maggiore a quello del 5% più povero • In questo periodo, questa distribuzione e’ rimasta abbastanza costante • Un fatto eclatante di questo periodo (ed in molti casi anche degli anni novanta) e’ stato la rapida crescita dei paesi asiatici: Taiwan, Malesia, Singapore, Hong- Kong, Indonesia, Korea, Tailandia e Giappone. Il tasso di crescita del reddito medio di questi otto paesi e’ stato, nel periodo 1965-90, del 5.5%.

  8. Nello stesso periodo e’ stata particolarmente evidente la situazione di stasi dei paesi Latino-Americani e dell’Africa Sub-Sahariana. In molti di questi paesi, durante gli anni ottanta non c’e’ stata crescita alcuna, ed anzi, in alcuni casi si e’ verificata una contrazione del livello di reddito pro-capite (crescita negativa) • Queste storie diverse hanno un impatto notevole sulla geografia dei livelli di reddito pro-capite • Per cogliere quest’impatto e’ utile pensare al tempo necessario, dato un certo tasso di crescita, a raddoppiare il livello di reddito pro-capite rispetto al suo livello corrente • –Un’economia che cresce al 5% raddoppia il proprio livello di reddito ogni 14 anni circa • –Un’economia che cresce al 1% impiega invece 70 anni circa, ovvero 5 volte il tempo necessario alla prima.

  9. Reddito e crescita: fatti storici recenti • La distribuzione internazionale del redditopuò rimanere, in termini relativi, stabile nel tempo (ed in parte ciò è quanto accade) • Ciò non significa però che non ci possanoessere fenomeni dinamici a livello assoluto • Diamo uno sguardo ai tassi di crescita annuali del reddito (relativo rispetto al reddito americano) dei vari paesi del mondo, nel periodo 1960-85

  10. Reddito e crescita: dinamica vs USA

  11. Reddito e crescita, dinamiche delladistribuzione • I dati relativi ai paesi che, nel periodo 1960-85 hanno avuto un tasso di crescita maggiore o minore degli stati uniti presentano una certa simmetria: il numero di paesi che si sono avvicinati agli stati uniti e’ simile al numero di paesi che si sono allontanati • Inoltre i dati mostrano anche che i movimenti da e verso gli stati uniti sono di simile intensita’, il che spiega la stabilita’ della forma della distribuzione del reddito tra i vari paesi • Sembrerebbe dunque che non esistano casi di sottosviluppo irreversibile, ma neanche ricette di sviluppo sicuro • Cio’ e’ in parte vero, salvo pero’ per i casi estremi ovvero i molto poveri ed i molto ricchi. La probabilita’ che un paese molto povero diventi relativamente meno povero e che un paese molto ricco diventi relativamente meno ricco sono piu’ basse rispetto alle stesse probabilita’ calcolate per paesi caratterizzati da un livello di reddito medio-basso o medio-alto.

  12. Reddito e crescita: dinamiche della distribuzione • Come si studiano queste probabilita? • Dividiamo, ad esempio, i paesi del mondo in 5 categorie: ¼, ½, 1,2,>2: • La prima categoria comprende i paesi che hanno un reddito pro-capite minore o uguale di un quarto di quello medio mondiale. • La seconda categoria i paesi che hanno un reddito procapite tra ¼ e ½ • La terza categoria comprende i paesi tra ½ e 1 • La quarta quelli tra 1 e 2 ed infine • La quinta quelli che hanno un reddito pro-capite maggiore di due volte di quello medio mondiale

  13. Reddito e crescita: dinamiche della distribuzione • Consideriamo poi la seguente tabella a doppia entrata (matrice di transizione) basata sull’analisi statistica condotta da Quah (1993)

  14. Per ogni riga e colonna questa tabella ci dice quanti paesi sono passati nel periodo in questione dalla categoria di cui alla riga alla categoria di cui alla colonna ad esempio, 26 e’ la percentuale di paesi (rispetto al totale di paesi) che sono passati dalla categoria 1 alla 2 Reddito e crescita: dinamiche delladistribuzione

  15. Reddito e crescita: dinamiche della distribuzione • Una tabella del genere ci da un’idea della mobilita’ tra classi di reddito relativo • Si puo’ notare che la categoria 1 ha una mobilita’ piu’ alta della categoria ¼: circa il 50% delle economie nella categoria 1 si sono spostate, o a destra (26%), o a sinistra (29%). • Nella categoria >2, il 95% delle economie sono rimaste dove erano. • Queste percentuali possono essere interpretate come probabilita’

  16. Riassumendo: • 1. Nel periodo 1960-85, la distribuzione mondiale del reddito-pro capite espresso in termini relativi e’ rimasta abbastanza stabile • 2. C’e’ stato pero’ un alto grado di mobilita’ tra classi di reddito • 3. Cio’ testimonia del fatto che non esistono situazioni irreversibili • 4. Tuttavia il piu’ alto grado di mobilita’ delle classi intermedie rivela che i paesi in situazioni estreme (molto poveri) hanno relativamente meno chances di migliorare la loro posizione nella classifica dei livelli di reddito pro-capite

  17. Riassumendo, alcuni fatti stilizzati(da Easterly e Levine, 2001) • Fatto 1: Le differenze di reddito pro-capite tra paesi sono notevoli (e non diminuiscono). • Fatto 2: Le differenze di tasso di crescita tra paesi sono altrettanto notevoli • Fatto 3: I tassi di crescita non sono necessariamente costanti nel tempo • Fatto 4: Il livello di reddito relativo di ciascun paese rispetto alla media mondiale non e’ immutabile: I singoli paesi possono diventare nel tempo relativamente più ricchi o più poveri

  18. • Fatto 5: Negli stati uniti, negli ultimi cento anni: • 1. Il tasso di rendimento sul capitale, r, e’ rimasto pressochè costante nel tempo • 2. Le quote di prodotto che vanno a remunerare i fattori lavoro, L, e capitale, K, pari rispettivamente a wL/Y e rK/Y, sono rimaste sostanzialmente costanti nel tempo • 3. Il tasso di crescita del reddito pro-capite e’ stato positivo e relativamente costante nel tempo

  19. …. • Fatto 6: Il tasso di crescita del reddito pro-capite ed il volume di commercio internazionale sono variabili abbastanza correlate • Fatto 7: tanto i lavoratori “skilled” che i lavoratori “unskilled” tendono a migrare verso i paesi relativamente più ricchi

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