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I 9 ESPERTI

I 9 ESPERTI. Francesco Barbagallo Professore di Storia contemporanea e direttore del dipartimento di Discipline storiche all’Università di Napoli Federico II. Franco Cassano Professore di Sociologia e Sociologia della conoscenza all’Università di Bari.

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  1. I 9 ESPERTI Francesco BarbagalloProfessore di Storia contemporanea e direttore del dipartimento di Discipline storiche all’Università di Napoli Federico II. Franco CassanoProfessore di Sociologia e Sociologia della conoscenza all’Università di Bari. Don Rocco D’AmbrosioSacerdote diocesano di Bari. Insegna Etica politica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e all’Istituto teologico pugliese di Molfetta. Cesare de’ SetaProfessore di storia dell’Architettura all’Università Federico II di Napoli. Barbara FiammeriGiornalista de “il Sole 24ore”. Giampaolo GalliDirettore del Centro Studi di Confindustria. Giovanni RussoScrittore e giornalista. Pasquale Lucio Scandizzo Professore di Politica economica e finanziaria all’Università Tor Vergata di Roma. Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana.

  2. SUD: SCENARIO E SITUAZIONE ECONOMICA • Globalizzazione: accentuazione dei contrasti: concorrenza più aspra, ampia offerta di lavoro dei paesi meno sviluppati • Sud escluso dai global player, ma aumentano gli scambi (ed anche le esportazioni, per le “nicchie” di qualità) • Allargamento ad Est dell’Ue: disagio per il Sud (anche per scarso prestigio italiano) e le altre zone depresse • 2001: crescita contenuta rispetto alle potenzialità esistenti, ristagna la new economy, migliorano i comparti industriali tradizionali; divario in riduzione solo nel lungo periodo • Valorizzazione risorse culturali e ambientali (turismo non tradizionale), non quelle umane; nel breve, comunque, contano le risorse economiche

  3. NEW ECONOMY E SVILUPPO A MACCHIA DI LEOPARDO • New economy più lenta che al Nord, con vantaggi per pochissimi territori: persistono le barriere • Nel lungo termine sviluppo Ict, formazione di professionisti capaci di “tecnologizzare” la cultura umanistica • Ostacoli: mancanza tessuto industriale, pochi accessi alle reti, svantaggi logistici, sottoutilizzo capitale umano • Punti di forza: maggior circolazione delle informazioni, formazione di nuove professionalità, delocalizzazione al Sud • In ripresa piccole province, territori con sinergie fra economia e istituzioni, i più coraggiosi nel rinnovamento sociale. Buoni andamenti per Abruzzo, Molise, Basilicata, parte della Puglia. Sviluppo new economy in Sardegna • Regioni in ritardo: soprattutto la Calabria, parte della Sicilia (molte potenzialità, spesso inattuate)

  4. STRUTTURA SOCIALE E IMMIGRAZIONE • Tessuto sociale più forte che al Nord: i giovani che rimarranno e il loro livello culturale saranno la vera forza del Sud • Disoccupazione per giovani intellettuali e soggetti di età media “incompetenti” • Dal Sud d’Italia verso il Nord e l’Europa: spesso, senza ritorno; l’emorragia delle intelligenze migliori impedirà la nascita di una nuova classe dirigente • Verso l’Italia: immigrati di bassa qualifica impiegati in lavori pesanti; immigrazione di transito, da aree vicine: difficile inserimento nel mercato del lavoro • Sovrapposizione tra origine etnica e occupazioni reperite: aspirazioni professionali frustrate e rafforzamento della discriminazione verso gli immigrati

  5. CRIMINALITÀ, PAURE E CONFLITTI • Criminalità: più globalizzata delle imprese; le organizzazioni criminali aumenterano l’influenza sulle istituzioni locali grazie al decentramento amministrativo • Nelle grandi città del Sud: criminalità organizzata + microcriminalità + criminalità immigrata (albanesi) • Lo Stato non riuscirà a controllare le zone “calde”: provvedimenti clamorosi ma di breve respiro • Paure: illegalità, malavita, insicurezza nelle città, disoccupazione e “cattivi” rapporti con le istituzioni • Conflitti: tra “inclusi” ed “esclusi”, generazionali, culturali tra settori innovativi e arretrati; in diminuzione quelli partitici e sindacali • Conflitti di lavoro: gli “indispensabili” trattenuti con clausole capestro e gli “altamente intercambiabili”

  6. LE POLITICHE PER IL MEZZOGIORNO • Dallo statalismo al liberismo moderato e settoriale. Ma resta insufficiente imprenditorialità • Grande rilevanza progetti europei: maggiore capacità di renderli concreti • Persistono due culture “perdenti”: opportunismo individualista e protezione da grandi strutture. Poco contrasto da soggetti associati • Politica: guida debole dei processi di sviluppo, più accompagnamento delle iniziative private • Partiti: declino consenso, mantengono potere; sindacati: poco efficaci con atipici, continuano a puntare su occupati tradizionali e pensionati; chiesa efficace: globale e radicata sul territorio

  7. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • Retrocede Stato, ma cresce PA locale. Sud: federalismo faticoso: poca esperienza e poca formazione del personale • Resta cultura della dipendenza, incoraggiata da burocrazie centrali • Decentramento: più partecipazione cittadini, amministratori più chiamati a risposte reali • PA “a macchia di leopardo”: eccellenza e forti ritardi. Snellimento amministrativo come vantaggio competitivo • Nel Sud, più peso ai Comuni che alle Regioni: rischio di duplicazioni e inefficienza • Regioni: concorrenza, più che cooperazione; nei piccoli centri, rischio di sindaci un po’ baronali

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