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“La collaborazione Pubblico- Privato nei servizi di ADE: una buona prassi locale”

“La collaborazione Pubblico- Privato nei servizi di ADE: una buona prassi locale”. A cura di Pasqua Demarco Cooperativa Sociale ITACA Comune di MONOPOLI . Bari, 27.03.07 Dalla domiciliarità alle nuove forme di accoglienza. Il diritto del minore ad una famiglia.

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“La collaborazione Pubblico- Privato nei servizi di ADE: una buona prassi locale”

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  1. “La collaborazione Pubblico- Privato nei servizi di ADE: una buona prassi locale” A cura di Pasqua Demarco Cooperativa Sociale ITACAComune di MONOPOLI Bari, 27.03.07 Dalla domiciliarità alle nuove forme di accoglienza. Il diritto del minore ad una famiglia

  2. Il Servizio ADE: Assistenza Domiciliare Educativa • L’ ADE è stato avviato dalla Cooperativa Itaca nel 1998 a Conversano in forma integrata con un Centro di Aggregazione • L’ ADE è stato avviato nel Comune di Monopoli nel 2001 nell’ambito del Progetto “ Il minore protagonista nella scuola e nella famiglia” L. 285/97.

  3. Il Servizio ADE: Assistenza Domiciliare Educativa • Il Servizio di Assistenza Domiciliare Educativa è un intervento di supporto e di accompagnamento rivolto alla famigliacon figli minori in stato di svantaggio sociale, ambientale e relazionale. • Le attività si svolgono prevalentemente presso il domicilio del minore e della sua famiglia e nel contesto territoriale • Il progetto educativo per ciascuna famiglia è personalizzato, è attuato in forma individuale dall’educatrice/ore o in coppia.

  4. Parole chiave dell’ ADE • domicilio - casa • lavoro educativo (relazione, cambiamento, reciprocità, ruolo-funzione, PEI - progetto educativo individualizzato…) • famiglia: genitori-figli • partecipazione • rete sociale ed istituzionale • lavoro integrato pubblico – privato

  5. Organizzazione del Servizio • 1 - Avvio • 2 - Erogazione • 3 - Dimissione

  6. Organizzazione del Servizio - 1 • Avvio : • programmazione pubblico - privato • individuazione delle famiglie / anamnesi • presentazione del Servizio e acquisizione del consenso della famiglia • progetto d’ingresso

  7. Avvio : bisogni degli adulti • difficoltà ad assumere un ruolo genitoriale rispondente ai bisogni educativi dei figli • difficoltà relazionali con i figli e l’ex coniuge e di ri-organizzazione domestica in seguito a separazioni coniugali. • presenza di disturbi psichiatrici a carico di uno o più membri del nucleo familiare in cui sono presenti dei minori • integrazione del Servizio con altre forme di progettazioni educative del territorio (affido di tipo familiare, comunità educative, presidi educativi, attività dell’oratorio, etc.)

  8. Avvio : bisogni dei minori • difficoltà ad accettare la separazione dei genitori e ad attrezzarsi emotivamente alla nuova situazione • scarsa stima e fiducia nelle proprie capacità • forte disinvestimento a qualunque forma di apprendimento soprattutto scolastico. • coinvolgimento in processi di adultizzazione con conseguente stato di frustrazione e disorientamento • difficoltà di socializzazione con il gruppo dei pari / esclusione sociale • abbandono affettivo • minori a rischio di istituzionalizzazione/ in affidamento familiare/ minori a rischio di patologie psichiatriche

  9. Organizzazione del Servizio - 2 • Erogazione: • presentazione degli operatori alla famiglia: genitori/figli • realizzazione delle azioni educative programmate • stesura del Progetto Educativo Individuale (PEI) dopo 1-2 mesi d’intervento • supervisione, programmazione e verifica • documentazione di tutte le azioni ( DIA, Verbali d’équipe, stesura del PEI con i relativi aggiornamenti, relazioni) • lavoro di rete

  10. Obiettivi: Adulti • Promuovere e integrare la competenza genitoriale rispetto a correttezza relazionale, sviluppo dell’affettività e capacità di accudimento • Promuovere il rientro a casa dei figli accolti presso comunità educativa e/o altre forme di accoglienza • Offrire un sostegno relazionale in un’ottica di sostegno personale e salvaguardia della funzione genitoriale in particolari fasi di passaggio ( es. separazioni coniugali…) • Promuovere l’orientamento alla rete sociale ed istituzionale.

  11. Obiettivi: Minori • Sostenere i minori che vivono esperienze di difficoltà all’interno del loro nucleo familiare • Tutelare i minori rispetto a situazioni familiari compromesse (es. separazione dei coniugi, violenza, trascuratezza.) • Offrire un punto di riferimento relazionale ed educativo altro • Sviluppare e promuovere la fiducia nelle proprie capacità • Attenuare delle resistenze emotive rispetto ai processi di apprendimento, soprattutto scolastico. • Favorire l’integrazione sociale

  12. Azioni: Adulti e minori • Tutela dei bisogni dei minori sia fisici sia emotivi sia cognitivi • Accoglienza e sostegno rispetto a particolari periodi di difficoltà del nucleo familiare • Facilitazione nella realizzazione di progetti di affido familiare • Facilitazione e accompagnamento educativo alla socializzazione • Sostegno relazionale al rientro dalla comunità • Contenimento delle ansie e dei timori - conforto • Sostegno rispetto alle varie forme di apprendimento • Lavoro di rete sul territorio a partire dalla mappa sistemica della famiglia e dei servizi (pubblico- privato).

  13. Organizzazione del Servizio- 3 • Dimissione (ovvero Progetto di dimissione) • Restituzione alla famiglia del percorso fatto e degli obiettivi raggiunti ( totali o parziali) • Condivisione delle motivazioni, dei tempi e delle modalità con la stessa famiglia • Linee guida per il futuro • Lavoro di rete

  14. Aspetti metodologici • Progetto globale per la famiglia • Ascolto attivo ed empatico • Approccio sistemico relazionale • Promozione delle risorse del nucleo

  15. Équipe di lavoro • Responsabile del Servizio • Assistente Sociale Referente • Assistenti sociali referenti dei casi • Psicologo supervisore • Educatori/trici domiciliari

  16. Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2000

  17. Documenti correlati • Manuale della Qualità • Piano della Qualità • Procedura del Servizio / Pro SAD • Piano Operativo della Commessa • Moduli

  18. Punti di forza • Progettazione partecipata pubblico-privato • Centralità della persona - utente • PEI individualizzati • Verifica e monitoraggio continuo • Rilevamento del grado di soddisfazione di tutti gli attori coinvolti • Lavoro di rete ed integrazione con tutte le forme di accoglienza • Continuità del Servizio

  19. Aree di miglioramento • Visibilità sul territorio • Riconoscimento della professionalità dell’educatore/trice domiciliare • Lavoro di rete e manutenzione della stessa - tempi e modalità • Varietà dell’offerta dei servizi di accoglienza • I luoghi e gli spazi per il lavoro di cura (tra casa e servizi sociali)

  20. Grazie per l’attenzione cooperativa.itaca@libero.it

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