1 / 48

Materiale estratto da :

Fare e disfare la scienza in pubblico: il caso della fusione fredda, la scienza pubblica di Louis Paster e il caso Di Bella. Materiale estratto da : M. Bucchi, La scienza in pubblico – Percorsi nella comunicazione scientifica , Mc Graw Hill (2000)

gerd
Download Presentation

Materiale estratto da :

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Fare e disfare la scienza in pubblico:il caso della fusione fredda, la scienza pubblica di Louis Paster e il caso Di Bella Materiale estratto da: M. Bucchi, La scienza in pubblico – Percorsi nella comunicazione scientifica, Mc Graw Hill (2000) G. Tonelli, La scienza, l’eroe e i media, Problemi dell’informazione / a. XXIV, n. 2, giugno 1999 29 gennaio 2004

  2. Scopo dell’indagine comunicativa • “Esempi di Scienza patologica o di cattiva informazione”: relazione patologica tra scienziati e mass media • Sfruttamento giornalistico e scientifico che in assenza dell’enfattizzazione mediatica avrebbero avuto meno diffusione e conoscenza • Indagine sui meccanismi di distorsione e/o sensazionalizzazione di eventi scientifici da parte dei media • Il ruolo dei media nelle diverse vicende prese in esame • Il ruolo degli scienziati rispetto ai media e alla comunita’ scientifica

  3. Breve storia della fusione fredda • Anni Cinquanqua: si ipotizza la possibilita’ di ottenere la fusione nucleare a basse temperature • 1982: Steven Jones, fisico, si interessa di fusione muonica • 1984: Stanley Pons e Martin Fleischmann iniziano a fare degli esperimenti all’Universita’ dello Utah: indurre la fusione con procedimento elettrolitico • 1988: i due chimici chiedono al DoE (Department of Energy) una richiesta di finanziamento • Steven Jones e’ incaricato dal DoE di valutare la richiesta • Nel frattempo Jones aveva intrapreso la stessa linea di ricerca dei due chimici • 24 marzo 1989: dopo vari incontri tra i due gruppi di ricerca, ciascuno sceglie di sottomettere in questa data il proprio lavoro alla rivista Nature • L’universita’ dello Utah nel frattempo accusa Jones di aver sottratto informazioni a Pons • L’11 marzo Pons e Fleischmann inviano il loro articolo al Journal of Electro-analytical Chemestry • Il 23 marzo viene fatta una conferenza stampa all’Universita’ dello Utah

  4. Dal 23 marzo 1989 in poi… • Alla conferenza stampa i due scienziati sostengono che: • Hanno osservato sperimentalmente una reazione di fusione “finora sconosciuta” • Non entrano nei dettagli per problemi di BREVETTABILITA’ della scoperta • Wall Street Journal, Financial Times e CBS danno la notizia al notiziario serale • Pochi giorni dopo viene reso disponibile un preprint del loro articolo, che fa il giro delle comunita’ scientifiche • Viene dato molto risalto alla possibilita’ di produrre energia • I dettagli sono molto scarsi • Molti affermano che le misurazioni sono poco accurate • Inizia a circolare l’articolo di Jones in cui vengono messi in evidenza: • Poco risalto alla produzione di energia • Spiegazione di fenomeni geofisici in base a quanto accade nella cella elettrolitica • Molti laboratori si organizzano per riprodurre l’esperimento

  5. Le conferme (aprile 1989) • Dalla conferenza stampa in poi arriveranno oltre SESSANTA conferme dell’esperimento condotto da Pons e Fleischmann, alcune poi invalidate dagli autori stessi • Provengono da universita’ e centri di ricerca di tutto il mondo • Si tengono numerosi meeting e convegni • 12 aprile a Erice • Partono sostanziosi finanziamenti per il proseguimento dell’attivita’ di ricerca • Nature, contestando il fatto che Pons e Fleischmann non hanno aspettato la pubblicazione del loro articolo prima di fare la conferenza stampa lo rimanda al mittente • Nature, il 27 aprile, pubblica l’articolo di Jones

  6. E in Italia? • Bruno Coppi lavora al progetto IGNITOR per la realizzazione di una fusione controllata • Referendum nucleare (1987) blocca molti finanziamenti alla ricerca in questo campo • Sotto la guida di Carlo Rubbia era in corso in progetto per utilizzare un fascio di particelle nucleari al posto di un raggio laser per dare il via al processo di fusione • Antonio Bertin e Antonio Vitale (Universita’ di Bologna) convocano una conferenza stampa annunciando la paternita’ della scoperta rispetto Pons e Fleischmann • Roberto Monti (CNR, Bologna) accusa pubblicamente la stampa di non aver mai tenuto conto opportunamente dei suoi studi sulla fusione • Forse gia’ nel 1974 due ricercatori di Verona avevano registrato il brevetto sulla fusione fredda • Francesco Premuda (Universita’ di Bologna) vuole invece che gli venga riconosciuta la paternita’ della spiegazione teorica dell’esperimento di Pons e Fleischmann rispetto al MIT (Massachussets Institute of Technology) • 18 aprile: L’ENEA convoca una conferenza stampa per annunciare che Franscesco Scaramuzzi ha ottenuto la fusione di deuterio a temperatura ambiente • …molte altre universita’ italiane e centri di ricerca sbandierano i loro risultati… • ifinanziamenti dell’ENEA bloccati da 4 anni vengono riattivati

  7. Dopo i finanziamenti… • 26 aprile: il Congresso americano valuta la richiesta di Pons e Fleischmann di 25 milioni di dollari per aprire un centro di ricerca sulla fusione fredda • Jones, interpellato, nega che i suoi risultati confermino quelli dei due chimici • 1-2 maggio: al congresso dell’American Physical Society, Nathan Lewis, chimico, e Steve Koonin, fisico, contestano le prove sperimentali e le conclusioni dei due fisici • Continua il dibattito scientifico, ma l’attenzione dei media declina vertiginosamente • Vengono fatti nuovi esperimenti: • Alla fine del 1991 gli articoli sulla fusione fredda sono circa 700 • Annualmente si tiene una conferenza sull’argomento • Vengono replicati gli esperimenti di Pons e Fleischmann con risultati sia positivi che negativi • …la ricerca continua…

  8. Fusione fredda e comunicazione pubblica • Crescente difficolta’ di distinguere con contorni netti gli spazi della comunicazione scientifica originale da quelli del suo consumo pubblico e della sua divulgazione • La fusione fredda e’ stata prima inclusa e poi esclusa dal dibattito specialistico proprio facendo ricorso al livello pubblico LE DISCUSSIONI CHE SI ELABORANO AL DI FUORI DELL’AREA SPECIALISTICA POSSONO INFLUENZARE GLI SPECIALISTI STESSI

  9. Gli scienziati e i media VALORI • Sono fonti e preselezionatori di informazione • Sono risorsa di competizione DEVIAZIONI • Diventano parte strutturale del dibattito scientifico • Vengono impiegati per mettere in discussione o difendere i diversi livelli dei “confini scientifici”

  10. In questo caso… I FASE • La comunita’ scientifica e’ venuta a conoscenza dei risultati attraverso la stampa e la televisione: TUTTI NELLO STESSO GIORNO • Le informazioni erano POCHE, POCO CHIARE • L’esperimento sembrava una semplice ricetta di cucina da ripetere in qualsiasi laboratorio senza l’ausilio di materiale tecnico di alto livello. POSSIBILE?? “Questa settimana”, commento’ un ricercatore dell’ENEA “ho dovuto comprare ‘Panorama’ e ‘L’Espresso’ per tenermi aggiornato sulla storia della fusione fredda,,,” • Media usati per accelerare il processo di riconosciemento della scoperta • Media usati per confutare i risultati divulgati II FASE • Congresso dell’APS: convince i giornalisti della poca credibilita’ scientifica dell’esperimento di Pons e Fleischemann: la fusione fredda cessa di esistere per il pubblico

  11. La comunicazione in Italia • Dal 24 marzo al 30 aprile 1989 sulla stampa quotidiana: • 197 articoli • Con un picco di 38 articoli nei giorni in cui gli scienziati italiani hanno raccontato le loro ricerche • La stampa italiana si mostra subito con un atteggiamento piu’ scettico nei confronti di Pons e Fleischmann Fusione nucleare in provetta. L’annuncio degli Stati Uniti con scetticismo […] la notizia e’ stata accolta dai fisici del vecchio continente con stupore e molte perplessita’ (La Repubblica, 24 marzo) Il sogno e’ bello ma la prudenza e’ necessaria (Corriere della Sera, 26 marzo)

  12. Dopo la fine di aprile • I toni restano poco sensazionalistici: La postfusione tiepida, tiepida (L’Unita’, 13 settembre) • C’e’ una sorta di autoriflessione sulla consapevolezza dei rischi di spettacolarizzazione: Grande festa dunque: perche’ e’ il momento della fisica-spettacolo, con tutti i rischi connessi alla spettacolarita’ (La Repubblica, 23 aprile) • Vengono conivolti gli scieziati stessi nella stesura di articoli, nella partecipazione a interviste, dibattiti in televisione e commenti • Ben 29 articoli sono firmati da scienziati • Il contenuto dei loro articoli fa spesso riferimenti ad aspetti non strettamente scientifici

  13. Caratteristica degli articoli:Rappresentazione del fatto scientifico

  14. Caratteristica degli articoli: Contenuto dell’articolo

  15. Caratteristica degli articoli: Pertinenza delle immagini al testo dell’articolo

  16. Caratteristicadegli articoli: Pertinenza delle immagini al titolo dell’articolo

  17. Caratteristica degli articoli: Soggetto delle immagini

  18. La decostruzione dei media - 1 • EMERGE IL GIALLO: Puo’ la ricerca di due scienziati lasciare col fiato sospeso come un romanzo giallo? La risposta e’ si’, se, come in un romanzo giallo chiuso a tre pagine dalla fine, la ricerca non si e’ conclusa […]. Rimane allora un’altra ipotesi, sempre da romanzo giallo: quelle che sembrano prove in realta’ sono solo indizi, segno che gli investigatori sono stati frettolosi e quindi superficiali (La Repubblica, 28 marzo) Credo che sia arrivato il momento di fornire alcune precisazione sulla “fusione a freddo”, anche per aiutare le persone di buon senso a districarsi nel labirinto confuso di notizie, interpretazioni, facili giudizi e anche ridicole illazioni create dal tam-tam di nuovi apprendisti stregoni che scambiano la scienza per un baraccone da fiera (La Repubblica, 4 maggio)

  19. La decostruzione dei media - 2 • EMERGONO GLI ELEMENTI UMANO-SOCIALI DEI PROTAGONISTI: O i due sono innocenti scienziati caduti con il loro coraggioso esperimento negli ingranaggi del “brave new World” dove la pubblicita’, I dollari, la gloria, I premi, le ambizioni, le cattedre e I media ribollono insieme come l’acqua pesante nel brodo torbido della bottiglia dello Utah […]. Un esperimento che ha provocato, se non la fusione dell’atomo, certo l’esplosione a catena della vanita’ e delle debolezze umane. (La Repubblica, 27 aprile)

  20. La decostruzione dei media - 3 • EMERGE L’ASPETTO SEMPLICISTICO ED ECONOMICO DELLA FACCENDA • La contrapposizione di opinioni, di spiegazioni e’ contrapposizione tra partiti o gruppi di interesse • La controversia e’ tra small science e big science • Ricerca europea e ricerca statunitense La fusione nucleare? Venga gliela mostro. (L’Unita’, 26 marzo) Riprendendo quella dimensione domestica che aveva fino a pochi decenni fa, la scienza torna a essere figlia del talento individuale, quello che accoppia l’arditezza della fantasia alla tenacia del controllo. E’ la rivincita dell’individuo contro l’egemonia del gruppo. Le grandi idee nascono nella mente di uno solo, non si programmano e non partoriscono in corsie affollate (La Stampa, 29 marzo) Energia atomica da una batteria. (La Stampa, 26 marzo)

  21. La decostruzione dei media - 4 • EMERGE IL CONFLITTO TRA LE DISCIPLINE SCIENTIFICHE (FISICI DA UNA PARTE, CHIMICI DALL’ALTRA) • Giustifica le vicendevoli mancanze di consenso • Enfatizza le ricerche di tipo diverso Trionfo di Fleischmann tra gli amici “chimici” […] oggi lo aspetta invece il CERN di Ginevra, tempio mondiale della fisica, eterna rivale della chimica. (La Repubblica, 31 marzo) Oggi si replica nella “tana del lupo”, il CERN di Ginevra. E qui tutti promettono molta comprensione. Fleischmann avra’ di fronte una platea di fisici che hanno il dente avvelenato con chi pretende di modificare il quadro di certezze uscito da decenni di ricerche. (L’Unita’, 31 marzo)

  22. La comunicazione dello scienziato - 1 • Scienza e non-scienza • Le linee guida dell’ethos scientifico codificate da Merton • La distinzione tra veri persecutori della verita’ e i falsi profeti non e’ data dalla bonta’ delle loro teorie, ma avviene sulla base di certe regole consolidate, di precisi comportamenti: • La sospensione del dubbio • Il rispetto del peer review • Il rifiuto di rivolgersi al pubblico prima che lo scrutinio interno alla comunita’ scientifica sia stato compiuto • … • Lo scienziato corretto viene allora portato in palmo di mano (cosi’ avvenne per Steven Jones) Insomma chi e’ il padre della fusione fredda: quel disinvolto sessantaduenne […] che tiene il palco come un consumato attore [Fleischmann] o il biondo mormone con la faccia da ragazzo che tace, prende appunti e, a 41 anni, se qualcuno gli chiede chiarimenti risponde arrossendo? (La Stampa, 13 aprile)

  23. La comunicazione dello scienziato - 2 • “Il requisito fondamentale di uno scienziato e’ che parli come uno scienziato” (Charles Taylor) • Rispetto per le regole della comunicazione scientifica: • Parlare solo dove e quando ci si aspetta che uno scienziato parli • L’undicesimo comandamento nella controversia sulla fusione fredda era divenuto “non tenere una conferenza stampa”

  24. Infine… NON SI PUO’ UCCIDERE LA FUSIONE FREDDA PUBBLICANDO UN EDITTO SUL GIORNALE (Nate Hoffmann, Caltech California)

  25. La scienza pubblica di Louis Paster Come un esperimento pubblico puo’ manipolare e risolvere altri problemi scientifici. Come la stampa popolare dell’epoca ha svolto un ruolo chiave nel portare avanti, descrivere, sottolineare le posizioni scientifiche di Louis Paster e dei suoi amici e avversari scientifici Come un esperimento pubblico fa nascere il ruolo e l’opinione dei non esperti nel far avvalorare una data scoperta/invenzione scientifica

  26. Il fatto scientifico – l’esperimento di Pouilly–le–Fort • All’inizio del 1880, Louis Paster aveva cercato di estendere il suo lavoro sul colera dei polli ad altre malattie contagiose per arrivare a una formulazione generale del principio di immunizzazione • Parallelamente Toussaint, professore della scuola veterinaria di Tolosa, conduce alcuni esperimenti con successo che accrescono l’entusiasmo di Paster • Il 28 febbraio 1881 Pasteur presenta un’importante comunicazione in cui abbozzo’ il principio di immunizzazione sottolineando l’importanza di una sperimentazione su larga scala • Tale sperimentazione gli viene concessa ad aprile dalla Societa’ d’Agricolture di Melun. • Pasteur ricevera’ anche una medaglia d’oro dagli agricoltori francesi per I suoi studi • Rossignol, veterinario antagonista a Pasteur sfida lo scienziato a riprodurre I risultati dei suoi esperimenti da laboratorio nella propria fattoria • Pasteur non aveva ancora ottenuti risultati soddisfacenti sull’attenuazione del carbonchio mediante esposizione all’atmosfera • Il 28 aprile accetta l’accordo che sigla la sfida

  27. Il fatto scientifico • Il 5 maggio viene praticata una prima inoculazione di una coltura attenuata di carbonchio su 24 pecore • Il 17 maggio viene fatta una seconda inoculazione • Il 31 maggio viene praticata l’inoculazione finale del virus su trentuno animali precedentemente vaccinati (24 pecore, una capra, e sei mucche) e altri 29 non vaccinati • Il 2 giugno Pasteur davanti a un numeroso pubblico accorso e richiamato dall’evento verifico’ che • 21 pecore erano gia’ morte insieme alla capra. • Le mucche non erano ancora morte, ma mostravano vaste aree di infezione • Gli animali vaccinati erano in perfetta salute, con eccezione di una capra trovata morta il giorno successivo a causa di una malformazione del feto di cui era gravida Pasteur il 13 giugno descrisse all’Academie des Sciences l’esperimento come almeno parzialmente affidato al caso. Fino all’ultimo era stato molto inquieto e incerto sul risultato pur sperando che la sorte favorisse lo spirito preparato come ebbe modo in seguito di dichiarare.

  28. La cronaca sui giornali del tempo • L’11 maggio il “Journal de Seine et Marne” pubblica un articolo dal titolo La vaccinazione degli animali, occupato quasi interamente dall’elenco dei partecipanti all’esperimento • Il 3 giugno il “The Times” riporta il resoconto degli esperimenti pubblici di Pouilly con gli scritti del suo corrispondente francese Henri de Blowitz • Il 13 giugno anche il quotidiano parigino “Le Temps” riferisce dell’esperimento di Pasteur attraverso la comunicazione data dallo scienziato all’Academie des Sciences • Il 20 giugno riportando la presentazione all’Academie de Medecine fa un breve riferimento a una rivendicazione di priorita’ della scoperta del vaccino da parte di Gabriel Colin, un veterinario che nel corso degli anni si era duramente opposto alle teorie microbiologiche di Pasteur • Il 24 giugno si fa portavoce dello scontro scientifico riportando le accuse di Colin, I motivi per cui veniva messa in discussione l’originalita’ del metodo dell’inoculazione • Il 12 luglio la storia di Pouilly torna in prima pagina per sottolineare il prodigioso lavoro condotto da Pasteur, che aveva profetizzato e predetto I risultati del suo esperimento • Articoli celebrativi erano gia’ apparsi sin da febbraio

  29. Il ruolo della stampa • il livello della comunicazione pubblica forni’ un’importante sostegno per l’affermazione delle idee di pasteur e svolse un ruolo importante nella costruzione della prova di pouilly-le-fort come spettacolare experimentum crucis • Pur essendo criticate da un buon numero di suoi colleghi, queste idee ricevettero grande considerazione e accettazione entusiastica da parte della stampa quotidiana • Gli esperti infatti mettevano in dubbio due implicazioni degli esperimenti di Pasteur: • Il fatto che la causa di una malattia potesse essere ridotta a un tale agente microscopico, minimizzando cosi’ l’importanza di studiare l’intero organismo dell’individuo malato • Piu’ di ogni altra cosa, l’idea che un’opportuna inoculazione di questo stesso agente potesse impedire a un individuo di essere contagiato dalla malattia • Il concetto di immunizzazione e la pratica collegata all’inoculazione erano da molto tempo familiari alla cultura popolare piu’ che al paradigma dominante in ambito medico dove si sosteneva piuttosto la “morbosita’ spontanea”

  30. Il ruolo della stampa • La stampa quotidiana era uno spazio discorsivo in cui la spiegazione teorica, ancora poco sviluppata in quella fase, contava meno dei risultati pratici e delle conseguenze economiche La scienza, come si vede, ha mostrato una volta di piu’ che le scoperte teoriche sono sempre arricchite dalla pratica. Fatto davvero bizzarro, la scienza non sa spiegare l’immunita’ che sa tuttavia produrre (Le Temps, 24 aprile 1881) • Pasteur non mobilita consapevolmente la conoscenza popolare contro quella degli esperti: • Utilizza due livelli comunicativi: • Quello diretto alla comunita’ scientifica • Quello teso a raggiungere un pubblico piu’ vasto • Gli viene sempre garantito uno spazio per poter fare questo sui quotidiani del tempo

  31. Gli usi di un esperimento pubblico IN CHE SENSO POULLY-LE-FORT FU UN ESPERIMENTO PUBBLICO E QUALE RUOLO EBBE NELL’AMBITO DEL DIBATTITO SULL’IMMUNIZZAZIONE? Omeopatia, vivisezione e vaccinazione erano tre argomenti dibattuti e trattati largamente anche sulla stampa dell’epoca. Vivisezione Omeopatia Pouilly-le-Fort 1881 Vaccinazione

  32. Gli usi di un esperimento pubblico • Secondo Collins (1988) esistono due paradossi che sottolineano la tipologia di “manipolazioni scientifiche”: • Gli esperimenti pubblici richiedono che un pubblico di non esperti emerga alla fine con un’opinione definitiva, su temi che sono spesso ancora largamente dibattuti tra gli stessi esperti • Da questi esperimenti il pubblico dovrebbe trarre conclusioni certe, mentre I modelli elaborati da Collins e da altri sociologi della scienza indicano che e’ proprio la prossimita’ al fatto scientifico a generare incertezza; viceversa la certezza aumenterebbe proprio in corrispondenza di una maggior distanza dal fronte di ricerca

  33. Gli usi di un esperimento pubblico • Come trasferire questi paradossi all’esperimento di Pouilly: • Per la sua risonanza pubblica l’esperimento di Pasteur non si rivelo’ semplicemente una tappa aggiuntica nella consacrazione dello scienziato come uno dei piu’ importanti e noti dell’epoca • Il livello della comunicazione pubblica fu crucia nel definire la forma stessa dell’esperimento (livello stabilito dagli accordi) • Non esistendo ancora un contesto disciplinare stabile per il lavoro sui virus-vaccini, Pasteur si colloca in uno spazio discorsivo centrale che coinvolge al tempo stesso medici, chimici e veterinari • La comunicazione a livello pubblico permise a Pasteur di mettere in secondo piano alcuni aspetti teorici ancora non perfettamente chiari enfatizzando intanto aspetti pratici quali l’efficacia, l’economicita’ del suo metodo. • Il laboratorio-fattoria diventa luogo ideale per coinvolgere il pubblico nella vita dello scienziato e nella sua scienza: il laboratorio diventa il luogo privilegiato della ricerca e della pratica medica • Il ricorso al pubblico fu importante perche’ porto’ in campo forze esterne al dibattito specialistico, idee popolari e pratiche alternative come l’omeopatia • Il pubblico svolge un ruolo d’autorita’: diventa garante dei risultati dell’esperimento stesso

  34. Le conseguenze di un esperimento pubblico • Pouilly-le-Fort non fu un mero sfoggio di virtuosismo pubblico ne’ solo un fatto di richiamo nell’irresistibile ascesa del prestigio di Pasteur e nell’istituzionalizzazione della medicina sperimentale. L’esperimento rappresento’ una risorsa, negoziata e manipolata pubblicamente, nelle strategie discorsive di vari gruppi professionali e di una serie di movimenti sociali. L’esperimento non esisteva come tale indipendentemente dalla sua esposizione pubblica, cosi’ come non vi era alcun pubblico esterno passivamente e ingenuamente in attesa di esser persuaso, in modo da poter dare il suo appoggio. La dimensione pubblica era invece articolata in network multipli, reciprocamente intersecantisi in termini di attori, temi e argomenti retorici. • Il fatto scientifico diventa protagonista a livelli inaspettati come Pasteur stesso ne fa uso commentando la repentina conversione di alcuni testimoni precedentemente assai scettici: La fiducia di uno di loro, il piu’ scettico in partenza, arrivo’ al punto che egli volle farsi immediatamente vaccinare. E’ un segno di buon augurio. Costoro diverranno I propagatori della vaccinazione contro il carbonchio.

  35. Il caso Di Bella Il caso Di Bella rimarra’ nella storia del giornalismo, ma anche della sanita’ e della politica. Si e’ trattato di qualcosa che ha attraversato un po’ la nostra carne. (Rosy Bindi in “La Repubblica, 28 ottobre 1998) Molti appunti vannofatti all’intero sistema della comunicazione. E’ li’ che c’e’ qualcosa che non va, anche se responsabilita’ enormi vanno attribuite alla televisione generalista, che non tiene conto della sua enorme diffusione e del livello reale di istruzione di gran parte degli italiani. Ora sulla vicenda Di Bella non bisogna far calare il sipario. Urge una riflessione, alla quale dobbiamo partecipare tutti, dalla stampa ai politici, al mondo della Sanita’. (Antonio Maccanico in “La Repubblica, 28 ottobre 1998)

  36. Quando Di Bella entra nell’agenda dei media • Perche’ il Tg e I giornali dovevano occuparsi del metodo Di Bella? • La notizia rispondeva alla domanda Che cosa c’e’ di nuovo • Il prof. Di Bella e le sue ricerche non erano un fatto nuovo in se’ ma: • aveva raggiunto “l’agenda” dei temi in discussione • Si era imposto come uno dei temi principali di cui tutti I media non potevano non parlare • Presentava numerosi effetti a catena provocati • Sanitari/scientifici • Giudiziari • Politici • istituzionali

  37. Quando Di Bella entra nell’agenda dei media • Perche’ il caso Di Bella rappresenta il tormentone di tutto il 1998? • risponde ai principali requisiti che trasformano un fatto in una notizia: • Carica di novita’: se il metodo avesse funzionato saremmo stati di fronte ad una rivoluzione della medicina • Importanza pratica che un fatto assume per la gente: siamo tutti interessati in maniera diretta o indiretta alla ricerca sul cancro • Fatti che influenzano gli interessi di ciascuno: per curare il cancro si spendono 12 mila miliardi di vecchie lire all’anno, senza contare le visite private, le spese per infermiere private, I viaggi e I soggiorni • Minaccia fisica o psicologica: la minaccia e’ evidente. Ognuno di noi teme di potersi un giorno ammalare o che si possa ammalare un proprio familiare o amico • Carattere esclusivo: solo la mia testata ha quell’intervista o quel confronto e quindi amplifica di piu’ della consistenza reale (la puntata di Moby Dick del 18 dicembre 1997 e la puntata di Esclusivo Cinque – in seguito criticata dalla Rai – che ebbe ben 8 milioni di spettatori e alla quale seguirono i dibattiti e i dossier di giornali e telegiornali) • Emozioni ed attesa: in questo avvenimento si e’ fatto spesso leva sull’emozione suscitata dai malati di cancro che avevano sospeso la chemioterapia e si affidavano al nuovo metodo oppure sulla lunga attesa prima dei protocolli, poi dei medicinali, infine della sperimentazione • Lo sviluppo che promette un avvenimento: ad ogni conclusione delle diverse sperimentazioni arrivava puntuale la contestazione dei dibellisti sulle somministrazioni dei diversi farmaci.

  38. Gli antefatti e i protagonisti - 1 • Di Bella praticava la sua terapia fin dagli anni Sessanta con un discreto, anche se sotteraneo credito, e piu’ volte aveva tentato invano di destare l’interesse degli organi sanitari • Fra il 1996 e il 1997 il metodo Di Bella fu bocciato quattro volte della Commissione Oncologica Nazionale e dalla Commissione Unica del Farmaco • Il 16 dicembre 1997, il pretore di Maglie (Lecce) impone alle autorita’ sanitarie di utilizzare il metodo ad un bambino di due anni • Questa sentenza rida’ notorieta’ al metodo

  39. Gli antefatti e i protagonisti - 2 • Nello stesso periodo alcuni allievi e seguaci del professore – in cerca di un riconoscimento ufficiale prima che il loro capofila si ritirasse dall’attivita’, L’Espresso 8 gennaio 1998 – rilanciano in larga scala il metodo, facendo leva su alcuni fatti di cronaca contingenti e in un certo senso propizi: • La morte di Giovanni Agnelli jr. riporta all’attualita’ il problema della lotta al cancro • Di Bella aveva piu’ volte affermato che con il suo metodo il giovane Agnelli non sarebbe morto • Agli occhi dell’opinione pubblica la sua morte enfatizzava l’impotenza della medicina ufficiale nei confronti di una malattia gia’ provvista di un forte impatto sociale • L’episodio di malasanita’, come l’incidente nella camera iperbarica all’ospedale di Milano, contribuiva ad alimentare un atteggiamento di sfiducia nei confronti della complessa tecnologia medica, mentre il metodo Di Bella e’ sempre stato presentato come un esempio di terapia a misura d’uomo • Il metodo Di Bella appariva come frutto della creativita’ disinteressata ed autofinanziata con pochi spiccioli che batteva la costosa medicina dei grandi centri di ricerca e di cura

  40. I media e la distribuzione dei ruoli • Tra il 15 dicembre 1997 e il 15 gennaio 1998 l’Osservatorio della comunicazione di Pavia effettua un’indagine sull’argomento dalla quale emerge con chiarezza che: • La stragrande maggioranza dei Tg e’ andata alla ricerca dei pareri di malati di tumore favorevoli al metodo Di Bella • Non esistono nei Tg, per contro, dichiarazioni di malati favorevoli alla medicina ufficiale • Eccone un quadro quantitativo, sul tempo dedicato da ciascuna emittente alla voce dei malati: • Tg4, 611 secondi • Tg1, 518 secondi • Tg5, 408 secondi AGLI OCCHI DELL’OPINIONE PUBBLICA INIZIA LO SCONTRO TRA DAVIDE E GOLIA, TRA IL SINGOLO E LE ISTITUZIONI CHE, IN QUANTO TALI EVOCANO SPESSO SFIDUCIA, OTTUSITA’ E TENDENZA A NASCONDERE I PROBLEMI PIU’ IMPORTANTI

  41. I media e la distribuzione dei ruoli • Un ruolo particolare lo svolge il Tg4 di Emilio Fede che, rispondendo ai telespettatori di non demolire le speranze, si e’ appellato all’attesa dell’esito della sperimentazione • Questa voce fuori dal coro non e’ rivolta ad avvalorare il metodo • Nei telegiornali dell’emittente si pone soprattutto risalto e attenzione al malato portatore di sofferenza e vittima angosciata della situazione che si e’ creata anche a causa dell’interesse dei media per la vicenda IL SISTEMA ONCOLOGICO UFFICIALE E’ TRATTEGGIATO COME UN POTERE COSTITUITO DISPENSATORE DI CURE DEVASTANTI SIA DAL PUNTO DI VISTA FISICO CHE MORALE

  42. Le conseguenze istituzionali e politiche • Il 28 gennaio 1998 la Commissione Unica del Farmaco approva I protocolli • Il 19 febbraio 1998 entra in vigore un decreto legge sulla sperimentazione

  43. Gli effetti e i ruoli politici secondo il sistema di comunicazione • Il conflitto e’ andato in scena: • Nella pretura di Maglie • Nelle varie manifestazioni sulla liberta’ di cura • La comunicazione ha esasperato la personalizzazione del conflitto: • Rosy Bindi assumeva il ruolo di mediatrice, tessitrice, avversaria o sconfitta a seconda della testata • Di Bella era diventato lo scienziato scomodo e boicottato, l’uomo della speranza • La comunicazione ha fatto nascere il bipolarismo in medicina: • La somatostatina piace alla destra, la chemioterapia alla sinistra

  44. E dal punto di vista scientifico… • Il conflitto non ha mai spiegato I meccanismi che sono alla base del metodo e I motivi scientifici del suo funzionamento: • Di Bella e’ uno scienziato oppure no? • La debole presenza di suoi articoli nella letteratura specialistica lo collocherebbe al di fuori della comunita’ scientifica in contesti che piuttosto sono percepiti come alternati a quello scientifico • Piu’ che uno scienziato Di Bella diventa una sorta di guaritore • La comunita’ scientifica stessa non e’ stata in grado si spiegarsi: • Ha favorito la tendenza unilaterale del sistema di comunicazione, continuamente alimentato da eventi (marce, cortei, minacce di partenze all’estero, viaggi in America Latina, varie sentenze pretorili, dibattito politico) • Non sono mai state presentate testimonianze di persone guarite grazie alle terapie tradizionali MEDICINA UFFICIALE = FREDDEZZA BUROCRATICA METODO DI BELLA = CALORE UMANO

  45. L’etica dell’informazione • Il giornalismo non e’ stato capace di esercitare la necessaria mediazione interpretativa • Il giornalismo ha invece: • Enfatizzato la mancanza di somatostatina • Enfatizzato l’assenza di siringhe a tempo • Non ha saputo dire quante persone siano effettivamente guarite con il metodo • Hanno scritto per fare sensazionalismo senza documentarsi (Rosy Bindi) • Non ci sono sono stati servizi sulle prospettive di vita offerte dalla medicina tradizionale • Nel documento Caso Di Bella. A proposito di etica dell’informazione, alcuni giornalisti ed esperti scientifici hanno enunciato alcune indicaizioni: • L’impegno a non lasciarsi sedurre dagli scoop prima che siano publicati I dati su riviste scientifiche • La richiesta alla comunita’ scientifica di aiutare I giornalisti a capire e di assumere un contatto costante con gli organi di informazione evitando di limitarsi solo ai momenti in cui scoppiano casi clamorosi

  46. L’etica dell’informazione • Nella vicenda inoltre e’ risultata assente la voce dei giornalisti scientifici, categoria che e’ stata emarginata e ignorata al posto di popolari conduttori e cronisti che hanno gestiti l’intera notizia senza alcuna preparazione • In un suo libro sul caso Di Bella, Bruno Vespa e’ arrivato ad affermare che un cronista non e’ tenuto a saper nulla di sperimentazione • Nella vicenda la spinta alla privatizzazione della sanita’ e alla cura hanno avuto un ruolo importante, soprattutto a sottolineare il ruolo del cittadino che rivendica allo Stato la liberta’ di curarsi come piu’ gli piace indifferentemente dunque dalle conferme scientifiche dei metodi • E’ una dichiarazione di sfiducia nei confronti della scienza? • E’ una dichiarazione di sfiducia nei confronti di chi interpreta le ragioni scientifiche?

  47. In conclusione… • I giornalisti per la maggiore sono degli analfabeti dal punto di vista scientifico: • Raccontano e vendono storie che devono raccogliere il consenso del pubblico lettore • Costruiscono la messa in scena con buoni e cattivi • Cancellano sfumature e interrogativi • Elargiscono certezze e dubbi • Spostano velocemente la loro attenzione su storie diverse • La ricerca scientifica ha tempi e riti non adatti al linguaggio dei media • I giornali costruiscono troppo su una singola ricerca oppure danno rilievo indebito a una minoranza insignificante di ricercatori che affermano qualcosa di drammatico, mentre minimizzano il pacifico consenso della grande maggioranza di scienziati e medici

  48. Noi giornalisti pensiamo di essere dei crociati e talvolta questo e’ vero. Se fossimo piu’ onesti dovremmo immaginarci come dei massaggiatori. Perche’ molto di cio’ che facciamo consiste in un massaggio alle opinioni dei nostri clienti. Solletichiamo I loro pregiudizi. Ma coloro che promuovono la salute pubblica devono lavorare con I media, non contro di essi. Devono essere tanto cinici nei loro confronti quanto I media lo sono nei confronti dei sanitari. E soprattutto devono capire che I media non sono agenti liberi: hanno un prodotto da vendere e conoscono bene il loro mercato. (Nick Ross, Institute des Sciences de la Sante’ di Parigi)

More Related