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Amnesty International Diritti Umani e Polizia in Italia

Amnesty International Diritti Umani e Polizia in Italia. – a cura di Emanuela Massa Responsabile E.D.U. Circoscrizione Liguria -. Amnesty International. Sicurezza - Ordine Pubblico – Diritti Umani Forze di polizia in Italia Uso della forza e delle armi Trasparenza e responsabilità

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Amnesty International Diritti Umani e Polizia in Italia

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  1. Amnesty International Diritti Umani e Polizia in Italia – a cura di Emanuela Massa Responsabile E.D.U. Circoscrizione Liguria -

  2. Amnesty International • Sicurezza - Ordine Pubblico – Diritti Umani • Forze di polizia in Italia • Uso della forza e delle armi • Trasparenza e responsabilità • Tortura • Cosa succede in Italia? • Torture e altri maltrattamenti • Processi G8 Genova 2001 • Uccisioni Illegali • Cosa chiede Amnesty International ? 2

  3. FORZE DI POLIZIA • ATTORI CHIAVE NELLA PROTEZIONE DEI DDUU : • Prevengono il crimine, mantengono l’ordine pubblico e proteggono la popolazione; • In particolare: • ricevono denunce sulle violazioni dei diritti umani • svolgono indagini • garantiscono il corretto svolgimento delle manifestazioni, proteggendo chi vi partecipa da minacce e violenze 3

  4. SICUREZZA Presupposto per il godimento dei diritti umani. Vivere in sicurezza significa vivere protetti dal pericolo e dalla paura ogni individuo ha diritto alla vita alla libertà e alla sicurezza della propria persona DUDU : Art.3 Preambolo Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici: L’ideale dell’essere umano libero, [ ] può essere perseguito soltanto se vengono create condizioni che permettano ad ognuno di godere dei propri diritti civili, politici e dei propri diritti economici, sociali e culturali. Una di queste condizioni è un ambiente sano e sicuro, in cui ci sia “ordine”. 4

  5. SICUREZZA • Chi garantisce la sicurezza: • Stato • Societa’ civile Una società SICURA è una società che mette al centro delle proprie politiche la TUTELA dei DIRITTI UMANI Eppure continua ad accadere che, in nome della sicurezza collettiva, i diritti umani vengano sospesi, limitati, annullati 5

  6. ORDINE PUBBLICO COSTITUZIONALE Condizione che la polizia ha il dovere di mantenere per garantire la sicurezza dei cittadini DUDU : Art.28 ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati L’ordine deve basarsi quindi sui principi dello Stato di diritto, della non arbitrarietà e della prevedibilità delle regole. Fuori dall’ambito delle leggi, la garanzia dei diritti inviolabili sarebbe illusoria per tutti. OBIETTIVO DELL’ORDINE PUBBLICO E’ L’ESSERE UMANO LIBERO 6

  7. ORDINE IDEOLOGICO Protezione dell’identità dello Stato, utilizzato per reprimere il dissenso, si lega a situazioni di abuso e di mancanza di democrazia La pubblica sicurezza coincide con l’esistenza e l’integrità della Nazione. Per difendere questa integrità è permessa, anzi doverosa, qualunque limitazione delle libertà dei singoli TUTTO NELLO STATO, NIENTE AL DI FUORI DELLO STATO, NULLA CONTRO LO STATO Mussolini , Discorso alla Scala di Milano, 1925 7

  8. OBBLIGHI CHE DERIVANO DAL DIRITTO INTERNAZIONALE • L’Italia deve rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, come stabilito dalla Costituzione (art.10. art.11. art.117) • UNA LEGGE ITALIANA • IN CONTRASTO CON • GLI OBBLIGHI INTERNAZIONALI • È INCOSTITUZIONALE 8

  9. SICUREZZA E DIRITTI SICUREZZA e DIRITTI UMANI NON SONO INTERESSI IN CONTRASTO NON CI SONO DIRITTI SENZA SICUREZZA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- NON ESISTE VERA SICUREZZA FUORI DALLA GARANZIA DEI DIRITTI UMANI Nel nostro ordinamento il concetto di sicurezza ricorre come: - limite a specifiche libertà - obiettivo dell’ordine pubblico 9

  10. FORZE DI POLIZIA IN ITALIA Ex lege 121 1/4/1981 POLIZIA DI STATO: dipende dal Ministero dell’Interno, ordinamento civile, svolge funzioni di polizia giudiziaria, amministrativa e di prevenzione ARMA dei CARABINIERI: dipende dal Ministero della Difesa, ordinamento militare, svolge funzioni di polizia giudiziaria, amministrativa, di prevenzione, stradale. E’ forza armata con funzioni di polizia giudiziaria e militare GUARDIA DI FINANZA: dipende dal Ministero dell’Economia e Finanza, ordinamento militare, persegue reati valutari, finanziari, tributari, svolge funzioni di polizia giudiziaria, doganale, militare e tributaria. E’ il più antico corpo militare della Repubblica. 10

  11. FORZE DI POLIZIA IN ITALIA Ex lege 121 1/4/1981 POLIZIA PENITENZIARIA: dipende dal Ministero della Giustizia, ordinamento civile, si occupa di persone private della libertà personale, di strutture carcerarie e svolge funzioni di polizia giudiziaria e di prevenzione. CORPO FORESTALE DELLO STATO: dipende dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ordinamento civile, svolge funzioni di polizia giudiziaria, concorre a garantire la pubblica sicurezza, l’ordine e il pubblico soccorso. E’ specializzata nella tutela del patrimonio paesaggistico, e nella repressione dei reati in campo ambientale e agro-alimentare 11

  12. USO DELLA FORZA E DELLE ARMI • PER GARANTIRE LA SICUREZZA, LA POLIZIA • PUÒ FARE USO DELLA FORZA E DELLE ARMI • Norme internazionali pongono limiti precisi al loro uso : • L’USO DELLA FORZA • deve rispettare i principi di: • legalità, • necessità, • proporzionalità • gradualità • L’USO DELLE ARMI deve costituire l’extrema ratio, • Gli ufficiali di polizia dovranno graduare l’uso della forza e delle armi in modo proporzionato allo scopo da raggiungere 12

  13. PRINCIPI ONU: USO DELLA FORZA E DELLE ARMI • Dotare le forze dell’ordine di un’ampia gamma di mezzi, armi e munizioni, che permettano l’uso differenziato delle forza • Adottare normative sull’uso della forza e delle armi che specifichino quanto segue: • le armi da fuoco vanno usate solo in circostanze appropriate, per minimizzare il rischio • armi e munizioni, che provocano ferite inutili, vanno proibite • la selezione delle forze dell’ordine deve avvenire secondo procedure adeguate, capaci di valutare le qualità morali e i requisiti psicologici e fisici degli aspiranti. Inoltre va garantita una formazione costante e adeguata • La formazione delle forze di polizia deve prestare particolare attenzione alle questioni di etica e di rispetto dei dduu 13

  14. TRASPARENZA E RESPONSABILITA’ CHI GIUDICA SE IL GRADO DI FORZA USATO È PROPORZIONATO ALLA SITUAZIONE? E’ essenziale che la pratica di polizia sia sottoposta a super visioni e valutazioni esterne e che la polizia sia chiamata a rendere conto del proprio operato. E’ importante creare ed avvalersi di istituzioni indipendenti di controllo e monitoraggio dei dd.uu nei luoghi di detenzione, anche con scopo preventivo (es OPCAT) La mancanza di queste istituzioni determinano una sostanzialeimpunità per gli agenti di polizia accusati di gravi violazioni dei dd uu e creano un contesto sfavorevole al riconoscimento sociale della polizia, come attore centrale nella protezione dei dd uu. 14

  15. TORTURAun’emergenza internazionale 15

  16. TORTURA • Per «tortura» si intende ogni atto con il quale siano inflitti intenzionalmente ad una persona dolore o sofferenze gravi, sia fisiche sia mentali, allo scopo di ottenere da essa o da un’altra persona informazioni o una confessione, di punirla per un atto che ella o un’altra persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, per intimidirla o sottoporla a coercizione o per intimidire ed esercitare pressioni su un’altra persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, a condizione che il dolore o la sofferenza siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito. • Tale termine non si estende al dolore o alle sofferenze derivanti unicamente da sanzioni legittime, ad esse inerenti o da esse provocate. • Convenzione delle Nazioni Unite Contro la Tortura art. 1 – 16

  17. TORTURA Chi la usa? - Stati - Attori non statali - Contesti privati Perché si usa? - Per ottenere informazioni - Per punire - Fare paura ad una comunità intera ed impedire la ribellione o l’espressione del dissenso Chi sono le vittime? - Chi la denuncia - Chi è diverso (stranieri, oppositori, omosessuali ecc) - Chi è vulnerabile (donne, bambini), ma può colpire chiunque Che metodi usa? - Metodi rozzi e brutali, simili a quelli di secoli fa - Metodi moderni, legati alle scoperte della medicina e della tecnologia (tortura pulita, che non lascia tracce - fragilità della definizione) OBIETTIVO: distruggere le vittime nel corpo e nella mente, privarle della dignità, di ciò che le rende umane 17

  18. RIDEFINIRE LA SITUAZIONE • Chi sono gli aguzzini? • L’esperimento di Milgram: • lo stato eteronomico • L’esperimento di Zimbardo: • la deindividuazione • “Non c'è possibilità di errore: ogni regime che tortura lo fa in nome della salvezza, di qualche interesse superiore, di una promessa del paradiso. Chiamatelo comunismo, chiamatelo libero mercato, chiamatelo mondo libero, chiamatelo interesse nazionale, chiamatelo fascismo, chiamatelo civiltà, chiamatelo paradiso, chiamatelo come vi pare... per almeno una persona, in questo momento, da qualche parte del mondo, è l'inferno". • (Ariel Dorfman, scrittore cileno, maggio 2004) 18

  19. IMPUNITA’ La tortura è così diffusa perché rimane spesso IMPUNITA. • STRUMENTI UTILE PER COSTRUIRE L’IMPUNITÀ • il terrore • l’isolamento • l’impossibilità di riconoscere gli aguzzini • l’impossibilità di risalire a chi era in servizio nei momenti in cui la tortura veniva praticata • la cosmesi dei DD.UU. 19

  20. IMPUNITA’ “I responsabili circolano liberamente per le strade. Sequestratori, torturatori, generali e colonnelli. Capita di incontrarli in un bar, in un ristorante, in un cinema. Capita che qualcuno li riconosca e li insulti. Di solito il criminale accenna un sorriso beffardo e si risiede a tavola, bene o male soddisfatto di essere ancora qualcuno. Ecco cos’è l’impunità. (Marco Bechis, regista di Garage Olimpo) 20

  21. IL DIVIETO DI TORTURA • Il diritto internazionale proibisce la tortura in modo inderogabile. Tale divieto permane anche in situazioni eccezionali e nei conflitti armati, come sancito dalle convenzioni di Ginevra. Anche lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale del 1998, che riguarda i più gravi crimini previsti dalle leggi internaz., proibisce la tortura e i maltrattamenti alla stregua di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Questo divieto si basa su un consenso internazionale di natura etica. L’attacco alle torri gemelle del11/09/2001, ha spinto molti Stati, primi gli USA, a ridefinire il significato della situazione e a considerare che, per battere il terrorismo, fosse necessario, anzi utile, ridurre certe libertà, perché la guerra al terrore non poteva essere condotta con le vecchie regole della Comunità Internazionale 21

  22. LA GUERRA AL TERRORE • Dopo dell’11/09/2001, molti Stati, primi tra tutti gli USA, si adoperano per restringere la portata del divieto di tortura, sdoganando alcune pratiche che vengono ritenute non solo accettabili ma necessarie alle esigenze militari e di difesa. • IL PATRIOCT ACT (26/10/2001) • La definizione di terrorismo • La negazione dello status di prigioniero di guerra ai presunti terroristi (combattenti nemici) • I maltrattamenti consentiti durante gli interrogatori • La detenzione segreta • La tortura in subappalto • Le rendition 22

  23. PROIBIRE LA TORTURA NON BASTA! Occorre un sistema internazionale di prevenzione e repressione che impedisca il verificarsi delle condizioni di segretezza in cui la tortura prospera e che sconfigga l’impunità. Oggi esistono: GLI OBBLIGHI PER GLI STATI - Obblighi di risultato - Obblighi di condotta LE GARANZIE INTERNAZIONALI - Special Rapporteur sulla tortura dell’ONU - Comitato contro la tortura - Convenzione europea dei DD.UU (1950) - Convenzione europea per la prevenzione contro la tortura (1987) 23

  24. LA SITUAZIONE IN ITALIA Il rapporto annuale 2013, per quanto riguarda il nostro Paese ed in relazione all’operato delle forze di polizia evidenzia violazioni dei dd.uu negli ambiti: • TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI • PROCESSI PER IL G8 DI GENOVA 2001 • UCCISIONI ILLEGALI 24

  25. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: R.A. 2013) TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI: A) Il Parlamento ha approvato la ratifica del Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la Tortura ma non ha introdotto il reato di tortura nel codice penale. B)Non sono state adottate misure sistemiche per impedire violazioni dei diritti umani da parte della polizia né per assicurare l’accertamento delle responsabilità. C) Le condizioni di detenzione e il trattamento dei detenuti in molti centri detentivi sono state disumane e hanno violato i diritti dei detenuti, compreso il diritto alla salute. D) Ad Aprile 2012, il Senato ha reso pubblico un rapporto sullo stato delle prigioni e dei centri di detenzione per i migranti, documentando un grave sovraffollamento e l’incapacità di tutelare il rispetto della dignità umana e di altri obblighi internazionali. 25

  26. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: R.A. 2013) PROCESSI PER IL G8 DI GENOVA : Il 5 luglio 2012 (Diaz), la Corte suprema di Cassazione ha confermato tutte le 25 condanne emesse in appello contro alti funzionari e agenti di polizia responsabili delle torture e altri maltrattamenti inflitti a manifestanti il 21 luglio/01. Gli ufficiali superiori sono stati condannati a pene variabili dai cinque ai tre anni e otto mesi di reclusione, per aver falsificato i documenti d’arresto. Tuttavia, grazie a una legge d’indulto approvata per diminuire il numero dei detenuti, che prevede la riduzione di tre anni delle condanne, nessuno è stato incarcerato, sebbene tutti siano stati sospesi dal servizio per cinque anni. Le condanne in appello per lesioni personali gravi, inflitte a nove agenti, sono decadute, poiché la prescrizione è intervenuta prima della conclusione dell’appello in Cassazione, annullando così anche la sospensione dal servizio. Tutti i condannati, compresi quelli i cui reati erano prescritti, dovevano essere sottoposti a procedimenti disciplinari. 26

  27. DIAZ 21/07/01 27

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  29. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: Rapporto Annuale 2013) UCCISIONI ILLEGALI: L’inadeguatezza delle indagini su alcuni decessi durante la custodia hanno impedito l’accertamento delle responsabilità di agenti di polizia e guardie carcerarie. Sono stati sollevati timori per il fatto che le forze di polizia municipali fossero state dotate di armi da fuoco senza adeguate salvaguardie e che queste venissero impiegate in modo non conforme al diritto Internazionale. 29

  30. CUSTODIRE, TENERE IN CUSTODIA, SERBARE CON CURA In quasi 13 anni nelle carceri italiane sono morti più di 2100 detenuti: a causa di suicidi (circa un terzo del totale), assistenza sanitaria insufficiente, overdose o per cause non chiare . Secondo il Rapporto Annuale 2013 di Amnesty International, continuano a emergere casi che chiamano in causa le responsabilità della polizia per uno uso scorretto della forza o delle armi e non sono cessate le denunce di maltrattamenti. Tra i casi più eclatanti accaduti negli ultimi 10 anni ricordiamo 30 * Aggiornamento al 14 agosto 2013

  31. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: Rapporto Annuale 2013) UCCISIONI ILLEGALI: A marzo 2012 , un agente di custodia è stato ritenuto colpevole di omissione di soccorso e di falsificazione di atti d’ufficio per la morte di Aldo Bianzino, deceduto nel 2007 in un carcere di Perugia due giorni dopo l’arresto. Un referto medico redatto al momento del fermo lo giudica in buona salute, due giorni dopo, l’autopsia disposta dopo la morte, rivela un’emorragia cerebrale e lesioni al fegato. Ciò nonostante l’indagine viene archiviata e il procedimento per omicidio contro ignoti è stato chiuso nel 2009. L’agente è stato condannato a 18 mesi di reclusione con sospensione della pena. Il processo ha rivelato le lacune dell’indagine iniziale sul decesso. La famiglia ha portato avanti una campagna per la riapertura del caso. 31

  32. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: Rapporto Annuale 2013) UCCISIONI ILLEGALI: Ad aprile, un giudice di primo grado ha prosciolto un medico dall’accusa di omicidio colposo, per aver prescritto un farmaco sbagliato a Giuseppe Uva, morto poco dopo essere stato fermato dai Carabinieri a Varese, nel 2008. Il giudice ha ordinato una nuova indagine sul periodo intercorso dal momento dell’arresto all’arrivo in ospedale. L’autopsia eseguita nel dicembre 2011 aveva rivelato che la vittima poteva essere stata stuprata e sottoposta a maltrattamenti. 32

  33. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: Rapporto Annuale 2013) UCCISIONI ILLEGALI: La corte di Cassazione, a giugno 2012, ha confermato la condanna a 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo emessa in primo e secondo grado nei confronti di quattro agenti di polizia per l'omicidio di Federico Aldrovandi, studente 18enne, morto il 25/9/ 2005 a Ferrara durante un fermo. Secondo la Corte, l’azione degliagenti fu “sproporzionalmente violenta e repressiva. Secondo AI, "il procedimento giudiziario per l'omicidio di Federico Aldrovandi e la definitiva sentenza di condanna, chiamano in causa in modo grave ed evidente la responsabilità delle forze di polizia italiane circa l'uso della forza". 33

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  35. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: Rapporto Annuale 2013) UCCISIONI ILLEGALI: Stefano Cucchi, morto il 22 Ottobre 2009, a 31 anni, sette giorni dopo l’arresto nel reparto penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Tre guardie carcerarie, sei medici e tre infermieri sono stati incriminati per vari reati, tra cui abuso d’autorità e abuso d’ufficio, lesioni personalie omissione di soccorso. Il 5/6/2013, la sentenza di primo grado, stabilisce che Stefano è morto per un errore sanitario, quindi 6 medici condannati a due anni di reclusione per omicidio colposo e, in un caso, falso ideologico; 6 assolti tra infermieri e guardie penitenziarie, ma pene sospese per tutti 35

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  37. LA SITUAZIONE IN ITALIA (fonte A.I: Rapporto Annuale 2013) UCCISIONI ILLEGALI: L’11 novembre 2007 Gabriele Sandri, un ragazzo di 26 anni, viene ucciso da un colpo d'arma da fuoco esploso da un agente della polizia stradale, mentre si trovava in uscita da un autogrill in auto con alcuni amici, l’agente è stato condannato in Cassazione per omicidio volontario 37

  38. LA SITUAZIONE IN ITALIA: UCCISIONI ILLEGALI: Kaies Bohili, 36 anni, sarebbe morto il 5/6/2013 durante il trasferimento nella caserma di Riva Ligure, a causa di un malore. Ma spunta una foto - inviata via email da ignoti - la cui didascalia parla chiaro: "Così l'ha massacrato", in riferimento ad uno dei due agenti dei Carabinieri. 38

  39. COSA FA AMNESTY INTERNATIONAL La Sez. Italiana diAmnesty International, nel 2011, ha lanciato l’appello “Operazione TRASPARENZA”, che instaura un legame fra i casi di violazione dei diritti umani ad opera delle forze di polizia in Italia, chiede l’introduzione del reato di tortura nel codice penale del nostro Paese, e di un sistema che permetta di “prevenire gli abusi dei diritti umani e di assicurare indagini rapide, approfondite e procedimenti equi per l’accertamento delle responsabilità, quando emergano denunce di violazioni” 39

  40. TRASPARENZA E RESPONSABILITA’ In Italia mancano tuttora importanti strumenti per la prevenzione e la punizione degli abusi, come - organismi di monitoraggio sul rispetto dei diritti umani nei luoghi di detenzione (OPCAT), - misure di identificazione degli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico - previsione del reato di tortura nel codice penale. - garanzia che gli agenti siano adeguatamente equipaggiati e formati ad utilizzare metodi non violenti e non letali prima di ricorrere, quando strettamente necessario, all’uso legittimo e proporzionato della forza e delle armi 40

  41. COSA FA AMNESTY INTERNATIONAL 41

  42. FERMARE LA DISCRIMINAZIONE, GLI SGOMBERI FORZATI E LA SEGREGAZIONE ETNICA DEI ROM CREARE UN’ISTITUZIONE NAZIONALE INDIPENDENTE PER LA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI IMPORRE ALLE MULTINAZIONALI ITALIANE IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI LOTTARE CONTRO LA PENA DI MORTE NEL MONDO E PROMUOVERE I DIRITTI UMANI NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI GARANTIRE IL CONTROLLO SUL COMMERCIO DELLE ARMI FAVORENDO L’ADOZIONE DI UN TRATTATO INTERNAZIONALE GARANTIRE LA TRASPARENZA DELLE FORZE DI POLIZIA E INTRODURRE ILREATO DI TORTURA FERMARE IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE PROTEGGERE I RIFUGIATI, FERMARE LO SFRUTTAMENTO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI MIGRANTI E SOSPENDERE GLI ACCORDI CON LA LIBIA SUL CONTROLLO DELL’IMMIGRAZIONE ASSICURARE CONDIZIONI DIGNITOSE E RISPETTOSE DEI DIRITTI UMANI NELLE CARCERI COMBATTERE L’OMOFOBIA E LA TRANSFOBIA E GARANTIRE TUTTI I DIRITTI UMANI ALLE PERSONE LGBTI 42

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