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Dati numerici

Aumentano gli alunni e le classi ma se si fosse mantenuta la stessa proporzione dell’anno precedente le classi sarebbero state 7268 e 12948 docenti. Con un +168 classi contro un +32 (a spese di tutte le classi prime) e +300 docenti contro -274. Dati numerici.

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Dati numerici

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Presentation Transcript


  1. Aumentano gli alunni e le classi ma se si fosse mantenuta la stessa proporzione dell’anno precedente le classi sarebbero state 7268 e 12948 docenti. Con un +168 classi contro un +32 (a spese di tutte le classi prime) e +300 docenti contro -274.

  2. Dati numerici

  3. CLASSI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA NEGLI ISTITUTI/LICEI

  4. CLASSI PRIME DELLA PROVINCIA DI BRESCIA NEGLI ISTITUTI/LICEI

  5. Scelte degli allievi di prima nei due settori

  6. La formazione tecnica è stata affidata sia agli Istituti Tecnici che ai Professionali

  7. 1. Liceo artistico 2. Liceo classico 3. Liceo linguistico 4. Liceo musicale e coreutico 5. Liceo scientifico opzione scienze applicate 6. Liceo delle scienze umane opzione economico-sociale SETTORE COMMERCIALE 1.Amministrazione, Finanza e Marketing 2.Turismo SETTORE TECNOLOGICO 1.Meccanica, Meccatronica ed Energia 2.Trasporti e Logistica 3.Elettronica ed Elettrotecnica 4.Informatica e Telecomunicazioni 5.Grafica e Comunicazione 6.Chimica, Materiali e Biotecnologie 7.Sistema Moda 8.Agraria, Agroalimentare e Agroindustria 9.Costruzioni, Ambiente e Territorio SETTORE DEI SERVIZI 1.Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale 2.Servizi socio-sanitari 3.Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera 4. Servizi commerciali SETTORE INDUSTRIA E ARTIGIANATO 1. Produzioni artigianali e industriali 2. Manutenzione e assistenza tecnica

  8. Due grafici Rappresentano le scelte operate dagli studenti e dalle loro famiglie • 1- in ordine al numero di classi prime per ogni indirizzo • 2- in ordine al numero di sedi per ciascun indirizzo della riforma

  9. VECCHIO E NUOVO A CONFRONTO

  10. VECCHIO E NUOVO A CONFRONTO

  11. VECCHIO E NUOVO A CONFRONTO

  12. VECCHIO E NUOVO A CONFRONTO

  13. VECCHIO E NUOVO A CONFRONTO

  14. Istruzione: CGIL, dati OCSE confermano necessità cambiamento rispetto provvedimenti del Governo7 luglio 2010 Il Rapporto Ocse 2010 sull’educazione boccia l’Italia e conferma che nel nostro paese si spende poco e male per l’istruzione. E' questo il giudizio del dipartimento Formazione e ricerca della CGIL sui dati forniti dall'istituto parigino. Dati che per il sindacato “sono ancora più preoccupanti perché riferiti al 2008, anno in cui i tagli Tremonti-Gelmini erano stati attuati solo in piccola parte”.

  15. Istruzione: CGIL, dati OCSE confermano necessità cambiamento rispetto provvedimenti del Governo Lo stato del sistema formativo italiano delineato dal Rapporto evidenzia per la CGIL “la necessità di cambiamenti radicalmente alternativi rispetto ai provvedimenti adottati dal governo. A partire dagli investimenti nella conoscenza - nel 2008 l’Italia spendeva il 4,5% del Pil contro una media Ocse del 5,7% - che dovrebbero crescere per recuperare il gap che ci divide dai paesi sviluppati e invece subiscono un vero e proprio taglio epocale”.

  16. Istruzione: CGIL, dati OCSE confermano necessità cambiamento rispetto provvedimenti del Governo • “La riduzione di quasi dieci miliardi di euro della spesa pubblica per scuola e università in un paese già penultimo nella graduatoria dei paesi industrializzati, quanto a percentuale della spesa rapportata al Pil, e ultimo, se rapportata alla spesa pubblica totale, non può che sortire l’effetto di mandare alla deriva il sistema formativo pubblico. È quanto sperimentano sulla loro pelle gli studenti che si troveranno in classi sempre più sovraffollate (in controtendenza con quanto avviene negli altri paesi), con insegnanti malpagati e senza prospettive di carriera (anche su questo punto il rapporto colloca l’Italia agli ultimi posti) e con edifici scolastici e attrezzature didattiche spesso inadeguate”.

  17. Istruzione: CGIL, dati OCSE confermano necessità cambiamento rispetto provvedimenti del Governo • Anche la spesa media annua per studente, dove nei precedenti rapporti l’Italia risultava sopra le media Ocse a causa di specificità quali ad es. l’inserimento nelle classi normali degli alunni diversamente abili, il tempo scuola più ampio, l’assetto geo-morfologico, ecc. , già nel 2008 risulta inferiore alla media degli altri paesi sviluppati.

  18. Istruzione: CGIL, dati OCSE confermano necessità cambiamento rispetto provvedimenti del Governo • Gli effetti dei tagli lineari, secondo la CGIL, “peggioreranno ulteriormente la situazione di apprendimento degli alunni (già agli ultimi posti nei test Ocse-Pisa): sarà possibile solo l’insegnamento di tipo tradizionale, frontale e privo di possibilità di individualizzazione; inoltre la riduzione degli orari della secondaria superiore ha colpito anche attività fondamentali per il buon apprendimento come i laboratori”.

  19. Istruzione: CGIL, dati OCSE confermano necessità cambiamento rispetto provvedimenti del Governo • Particolarmente preoccupanti poi i dati riferiti all’università in rapporto al mondo del lavoro: “al termine degli studi universitari, nella fascia di età fino a 29 anni, trova lavoro solo il 47,3%, contro il 77,15 della Germania, il 69% della Finlandia e della Francia. Eppure il numero dei laureati italiani è molto basso: solo il 14% della popolazione italiana è laureata contro il 28% della media Ocse e anche nella fascia di età 25-34 anni i gli italiani con laurea sono il 20% contro il 27% della media Ocse”.

  20. certificato delle competenze.doc • Livelli EQF Il quadro europeo delle qualifiche e dei titoli EQF definisce otto livelli articolati in conoscenze, abilità e competenze. Ciascuno degli 8 livelli è definito da una serie di descrittori che indicano i risultati dell'apprendimento relativi alle qualifiche a tale livello in qualsiasi sistema delle qualifiche. Le competenze sono progressivamente differenziate in relazione all’acquisizione, da parte dello studente, di gradi diversi di autonomia e responsabilità.

  21. 27 settembre 2010 • Il testo dell'accordo individua gli standard di erogazione, il monte ore di formazione e la regolamentazione dei profili formativi previsti per questa tipologia di apprendistato (articolo 48 dello stesso Decreto legislativo 276/03). L'attività formativa passa, dalle 240 ore previste dalla legge Treu, a 400 ore, consentendo così ai ragazzi di conseguire un titolo di studio attraverso il lavoro.

  22. 27 settembre 2010 • ”Con l'opportunità di avviare un contratto di apprendistato a partire dai 16 anni si potrà infatti dare risposta a quei quasi 130.000 giovani che in Italia non frequentano né la scuola, né la formazione professionale, né si trovano in condizione lavorativa. Questa scelta rientra perfettamente nella politica di valorizzazione del capitale umano promossa da Regione Lombardia e rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso tracciato nel gennaio scorso, quando - come ha ricordato ancora il presidente Formigoni - "Regione Lombardia ha sottoscritto con le associazioni di categoria dell'artigianato un accordo finalizzato a promuovere l'avvio sperimentale dell'attuazione dell'apprendistato".

  23. 27 settembre 2010 • "Favoriamo l'alternanza scuola-lavoro - ha detto il ministro Gelmini - per accelerare l'ingresso dei giovani nel mondo delle imprese e aiutarli a trovare un'occupazione. Con questa intesa non solo ci allineiamo alle positive esperienze già in atto in Germania o nelle province autonome di Trento e Bolzano, ma arginiamo la dispersione scolastica e combattiamo lo sfruttamento della mano d'opera giovanile".

  24. 27 settembre 2010 • "In accordo con il ministro Sacconi - ha proseguito il ministro Gelmini - stiamo attuando il progetto Italia 2020 con cui intendiamo dare maggiore peso all'istruzione tecnica, agli stage, al tempo casa-lavoro e all'apprendistato. Proprio quest'ultima azione consente ai giovani di coniugare formazione teorica e pratica, acquisendo quella duttilità che permetterà agli studenti di rispondere al meglio alle esigenze delle imprese". Il ministro Sacconi ha messo in evidenza come la Regione Lombardia sia, anche in questo campo, "quella che fa la strada alle altre", sottolineando il valore che l'accordo per l'apprendistato ha per "quei giovani che spesso né lavorano né studiano e quindi possono essere recuperati con un contratto misto capace di tradurre in modo esemplare la funzione educativa del lavoro".

  25. Lombardia: la CGIL dice no all'apprendistato per assolvere all'obbligo di istruzione 30-09-2010 Obbligo di ISTRUZIONE • I ministri Gelmini e Sacconi hanno firmato con il Presidente della Regione Lombardia, Formigoni un accordo che rende operativo l’apprendistato per il diritto-dovere di istruzione e formazione. Secondo i firmatari, sulla base di questa intesa, sarà anche possibile assolvere all’obbligo di istruzione attraverso un contratto di apprendistato stipulabile a 15 anni e che prevede un percorso formativo di 400 ore.

  26. Lombardia: la CGIL dice no all'apprendistato per assolvere all'obbligo di istruzione 30-09-2010 • La CGIL Lombardia ha preso posizione contro questo accordo perché ritiene che non si possa, e non si debba, modificare la norma tuttora vigente che, in coerenza con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione, ha elevato a 16 anni l’età minima di accesso al lavoro. Di conseguenza, secondo la CGIL, i contratti di apprendistato possano essere stipulati solo dopo l’assolvimento dell’obbligo scolastico, e cioè dopo che i ragazzi abbiano frequentato un biennio successivo alla scuola media inferiore. • Secondo la CGIL, inoltre, l’accordo non prevede nemmeno la garanzia che una parte consistente della formazione di 400 ore sia svolta in aula, presso le scuole o i centri di formazione professionale (per l’acquisizione di competenze di base).

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