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Caltanissetta e le miniere

Un po' di geografia

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Caltanissetta e le miniere

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Presentation Transcript


    1. Caltanissetta e le miniere Scuola secondaria di primo grado “G. Verga” - Caltanissetta Cristiano Giamporcaro – III D (2009-2010)

    2. Un po’ di geografia…. L’esperienza socio-culturale zolfifera ebbe, in Sicilia, una delimitazione areale che seguiva lo strato geologico del minerale e che comprendeva quasi per intero l’attuale provincia nissena, quella agrigentina occidentale ed ennese orientale, lungo i bacini dei fiumi Salso e Platani.

    3. Caltanissetta: epicentro del fenomeno minerario

    4. Un po’ di storia… Le prime notizie sullo zolfo siciliano risalgono all’etŕ romana e sono attestate nelle Tabulae Sulphuris, epigrafi risalenti al II-III sec. d.C.. Ma lo sviluppo intensivo dell’industria zolfifera nacque nel 1736, data di inizio della produzione di acido solforico per uso industriale e bellico. Tutte le miniere di Montedoro erano giŕ chiuse nel 1925. Dal 20 ottobre 1964 le miniere ancora attive passarono dalla gestione privata a quella pubblica, ma dopo un decennio soltanto 12 miniere erano ancora aperte, di cui 4 in provincia di Caltanissetta, e furono successivamente chiuse con due provvedimenti legislativi tra il 1975 e il 1988.

    5. Un po’ di geologia La conformazione geologica degli strati minerari in quella che si chiama Graben o Avanfossa di Caltanissetta č strutturata in tre strati sovrapposti: prima, piů in profonditŕ, lo zolfo; poi il sale; in superficie, il gesso. Si tratta di tre minerali (e delle conseguenti attivitŕ lavorative) che hanno avuto effetti economici, sociali e culturali molto differenti. Nell'intera provincia i gruppi zolfiferi avevano la caratteristica geologica di presentarsi in forma molto allungata (tanto che spesso si riversavano in comuni diversi o continuavano scavalcando le sponde dei fiumi) ma ristretta: il gruppo di Villarosa aveva un'estensione di ben 7 chilometri, quello della Iuncio di quasi sei, il gruppo Gebbia Rossa e Grasta presso Delia di due. Nessuno di questi, perň, superava il chilometro di larghezza

    6. Un po’ di economia… Nel 1894 le miniere con produzione superiore alle 5000 tonnellate annue erano 14, per metŕ concentrate nel territorio nisseno. Periodo Solfare attive Operai dal 1000 al 1700 6 / dal 1700 al 1750 19 / dal 1750 al 1800 32 / nel 1820 47 / nel 1830 83 / nel 1840 182 / nel 1850 222 / nel 1860 235 / nel 1870 261 / nel 1880 259 21.556 nel 1890 480 27.787 nel 1900 719 32.136 nel 1910 411 19.709 nel 1920 498 14.669 nel 1930 184 9.025 nel 1940 103 11.454 nel 1950 119 8.471 nel 1960 75 6.795

    7. Un po’ di siti… Montedoro. - Solfare Sociale, Stazzone, Lumia, Orto Peruzzo, Comune, Nadurello, Pietre Vive. Villarosa.- Solfare Verona Messinéo, Uzzo Federici, Talamo, Fiorino, Nottarella, Giangrasso, Calabrň, Conti Casale, San Benedetto, San Giovannello, Pagliarello, Battia Marcatello, Agnelleria (Federici, Fiume e Tinerello), Stagno, Mintena, Scorzone, Gualtieri, Taibi, Ottaviano, Salvatorello, Sacramento, Roccalumera, S. Antonio Vecchio, Santo Padre, Villarmosa, Zotta, Pampinello, Gaspa (Colaianni, Rampello, Bellomo, Cannarozzo, Tita), S. Giovanni Rindone, ecc. Castrogiovanni.- Salvatorello, Caliato e Caliatello, Salerno, Mezza Salma, Mingrino, Volpe, Manchi Salinella, Salinella, Cannarella, Furbatala, Santa Caterina (Mingrino, Scotti, Cicero), Torre, Aronica, Severino, Capodarso. Serradifalco.- Bosco, Babbara (Assaro, Emma), Apaforte, Stincone, Mandra di mezzo, Baglivo, Rabione. San Cataldo.- Solfare Janni Greco, Mendola, San Leonardo, Asaro, Musta, Lanzirotti, Trabonella Zubbi, Gebbiarossa, Lumia, Deliella, Grottarossa, Pescecane, Canicassé, ecc. Caltanissetta Iuncio.- Iuncio (Curcuruto, S. Vincenzo, Cinnerella, Tumminelli), Gessolungo, Stretto, Sociale, Giordano, Benintende, Saponara, Casa dei Santi. Caltanissetta Trabonella.- Trabonella Caltanissetta-Pietraperzia.- Musarŕ, Caprara, Finocchiara, Galati, ecc. Sommatino-Riesi.- Solfara Grande e Solfarella (Trabia), Portella di Pietra, Tallarita, ecc. Butera.- Muculufa Nord, Muculufa Sud,. Mazzarino.- Gallitano, Rigiulfo, Bubonia, Ratomemmi, ecc. Naro, Delia e Regalbuto- Falzirotta Failla, Piscopo, Deli 1 e 2. (Fonte: Descrizione geologica dell'isola di Sicilia (Baldacci:369-371)

    8. Un po’ di letteratura… Autori che hanno rappresentato l’esperienza mineraria siciliana: Giovanni Verga, Dal tuo al mio (in Verga 1963, vol II) ; id, Rosso Malpelo (in Verga 1963, vol I); Luigi Pirandello, Il "fumo" (in Pirandello 1966, vol I) ; id, La morta e la viva ( in Pirandello 1963, vol II); id, Ciaula scopre la luna ( in Pirandello 1963, vol I) ; id, I vecchi e i giovani, 1971; Alessio Di Giovanni, Nni la dispensa di la surfara, 1900; id., La sulfara (da Voci del feudo), 1956; id, Gabrieli lu carusu, 1910; Leonardo Sciascia, La zolfara,1987; id., La Sicilia, il suo cuore, 1980; id., Kermesse, 1982; id. La sicilia come metafora, 1984; Pier Maria Rosso di San Secondo, La bella addormentata, 1976; id., Il re della zolfara, 1976; Vincenzo Consolo, 'Nfernu veru. Uomini e immagini dei paesi dello zolfo, 1985; Carlo Levi, Le parole sono pietre, 1957; Ignazio Buttitta, La peddi nova, Milano 1963; Andrea Camilleri, Un filo di fumo, Palermo 1997.

    9. Un po’ di parole…. bbalata. Forma di zolfo consolidato cammisa. Rivestimento interno delle casse dove viene versato lo zolfo liquefatto costituendo cosě una sorta. chiumazzata. Sacco imbottito per proteggere le spalle dei carusi durante il trasporto. pitirri. Solfato di ferro con forte potere irritante. tagliari. Tracciare un cantiere di lavorazione. vanedda. Strato di minerale.

    10. Qualche canto di miniera (I) La disperazione e la monotonia delle giornate lavorative veniva smorzata dai canti che venivano prodotti soprattutto durante il tragitto a piedi. In molti canti č possibile vedere elementi della vita di questa classe di lavoratori: Caltanissetta fa quattru quarteri, la megliu giuvintů li surfarara. La duminica su' tutti cu dinari, a lu luni a la pirrera hannu a calari. C'un tintu pani e n'afflitta lumera tutta la simanedda hannu a passari (Favara, Caltanissetta) Di quant'avi chi travagliu a la Virona nun haju vuscatu quattru palancuna! Veni la giusta e nun pigliu du' rana pensu com'č ccattari la farina (Raccuglia, Villarosa)

    11. Qualche canto di miniera (II) A Cannatuni non si vusca pani a Gibbillini mancu un maccicuni! Abbunnanu li carogni e li 'nfami surběscinu lu sangu di li vini! (Petix, Montedoro) Poviri surfarara svinturati comu la notti iornu la faciti! Cu venticincu grana c'abbuscati subitu a la taverna vi ni iti. Si per accidenti caditi malati pi l'uspitali subitu partiti. Faciti tistamintu e cchi lassati? Li strazzi e li marruggia si n'aviti (Pulci,Caltanissetta)

    12. I lavoratori La gerarchia delle funzioni lavorative della miniera č distinguibile in una precedente ed una successiva alla meccanizzazione degli impianti. Molte fasi restarono, perň, tecnicamente molto elementari. Si distinguevano lavoratori del soprasuolo e del sottosuolo, tutti detti surfarara. Anticamente nel sottosuolo lavoravano: capumastri, picuniri, carusi, spisarola, acquarola, catasteri, inchituri; Nel soprasuolo, invece, lavoravano: arditura, mpastatura, panuttara, carrittiri, mastri d’ascia, vardunara.

    13. Le condizioni di lavoro Sin dalla prima adolescenza i minatori venivano a lavorare nelle pirrere (miniere) per scalare poi con gli anni una complessa gerarchia che prevedeva varie figure di surfarara (minatori). Si cominciava dai carusi, bambini anche di 7-8 anni al servizio dei pirriaturi o picunieri (picconieri), che di solito, erano addetti al trasporto del materiale grezzo dal punto in cui veniva rinvenuto fino alla superficie attraverso una rete di stretti e ripidi discenderie (cunicoli) adatti ai loro corpi minuti. A controllare le varie attivitŕ vi erano i capumastri (capomastri) che generalmente erano scelti per la loro esperienza e per le loro abitudini dispotiche. Le miniere venivano concesse in affitto ai picconieri (con il sistema delle gabelle), secondo una pratica di tipo feudale. A questo si aggiungevano lo sfruttamento intensivo dei giacimenti senza alcuna progettualitŕ, lo sfruttamento della manodopera (soprattutto minorile), la gerarchia piramidale dei ruoli e la mancanza di garanzie sociali che portarono a molti scioperi soprattutto a partire dagli anni Cinquanta in poi.

    14. Una pratica inumana: il soccorso morto Ogni picconiere assumeva personalmente da due a quattro carusi che, quando non erano suoi figli, venivano richiesti a famiglie consenzienti. Ai genitori del bambino veniva versato il cosiddetto "soccorso morto", una cauzione che doveva essere restituita in caso di affrancamento. La situazione era tale per cui da un lato il picconiere, lavoratore a cottimo, e dunque bisognoso dell'opera di piů carusi che velocizzassero il suo lavoro al fine di un piů alto rendimento, doveva disporre in partenza di un certo capitale; dall'altro i carusi, non ricevendo pressoché nulla se non il pane quotidiano (e in tempi migliori una misera paghetta), non sempre riuscivano a riscattarsi e restavano in questa situazione di sudditanza sino a tarda etŕ.

    15. I luoghi del lavoro Dentro, al buio e al caldo torrido che costringeva alla nuditŕ, o fuori, tra calcaroni e l’aria ammorbata dalle esalazioni, i luoghi del lavoro erano non soltanto lontani dalle case ma anche malsani.

    16. Gli incidenti I crolli, insieme allo scoppio di gas, agli incendi di minerali e agli allagamenti costituivano le cause principali degli infortuni e spesso erano determinate dagli insensati metodi di rapina del sottosuolo. Sin dopo l'unitŕ nazionale i proprietari delle miniere non furono considerati perseguibili penalmente e di molti incidenti non giungeva neanche notizia all'autoritŕ. Tra gli incidenti mortali piů disastrosi vanno ricordati quello accaduto alla Solfara Grasta (Caltanissetta) nel 1863 dove, a seguito di un allagamento, perirono 35 persone; nella Solfara Gessolungo (Caltanissetta) dove nel 1881 furono investiti da un incendio 65 operai; nella Iuncio Tumminelli (Caltanissetta) l'anno successivo rimasero soffocati dall'anidride solforosa 41 minatori; nel 1916 nella Solfara Cozzo Disi e Serralunga (Casteltermini) per uno scoppio di grisou morirono 89 persone. Ma ancora nel 1958 il numero totale dei morti raggiunse la stima spaventosa di 339.

    17. Minatori e devozione a Caltanissetta Dalla settimana santa, alla festa del patrono locale, al sabato di quaresima dedicato alla Madonna Addolorata, al 4 dicembre, giorno dedicato a Santa Barbara, protettrice della categoria, non vi era occasione in cui lo zolfataio si sottraesse a quelli che riteneva i suoi doveri devozionali. Nel corso della sua attivitŕ quotidiana non mancava di farsi il segno della Croce durante il tragitto in miniera; di offrire una prece a Santa Barbara spesso allocata dentro una cappelletta a fondo pozzo; di prestare gratuitamente la sua opera durante le feste del santo protettore. A Caltanissetta si faceva a gara per chi potesse essere inserito nel corteo che portava in processione la Vara della Scinnenza, proprietŕ della miniera Iuncio-Tumminelli e spesso i percorsi processionali subivano modifiche in relazione ai piů o meno generosi contributi di qualche proprietario di miniera.

    18. Percorsi devozionali da riscoprire La vita della cittŕ č stata connessa, per due secoli, alle vicende della maggiore industria mineraria d’Italia, quella zolfifera. Oggi, a parte i resti di alcune miniere, č ancora possibile percorrere i sentieri che portavano ai posti di lavoro e seguirne le tappe attraverso le cappelle votive quasi del tutto abbandonate che si incontrano lungo il cammino che dalla Baděa giunge sino a San Micheluzzu, sulla scollinata che porta alla Valle del Salso e ai siti minerari.

    19. Fonti bibliografiche S. Addamo, a cura di, Zolfare di Sicilia, Sellerio Editore, Palermo 1989 . G.Baglio, Il solfaraio, Napoli 1908. Ch. Gower Chapman, Milocca. Un villaggio siciliano, F.Angeli 1971. G. Mulč-Bertolo, Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono, Caltanissetta 1906. C. Naro, a cura di, Chiesa e zolfatari a Caltanissetta nel secondo dopoguerra, Caltanissetta 1988. F.Pulci, Vita delle miniere in Sicilia, Palermo 1899. F.Pulci, Usi e costumi dei zolfatari in Sicilia, in "Archivio per lo studio delle tradizioni popolari", XVIII, 1899. L. Santagati, Storia di Caltanissetta, Caltanissetta 1989. F.Squarzina, Produzione e commercio dello zolfo in Sicilia nel secolo XIX, Torino. J.White-Mario, I lavoratori delle zolfare, Firenze 1894. M. Zurli, Luci e ombre di miniera, Caltanissetta 1997.

    20. Buon viaggio…….

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