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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “CARLO UBERTINI” DI CALUSO (TO)

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “CARLO UBERTINI” DI CALUSO (TO). PROGETTO DI AMPLIAMENTO E SISTEMAZIONE DI UN CORRIDOIO ECOLOGICO NEI PRESSI DEL PARCO PROVINCIALE DEL LAGO DI CANDIA Nell’ambito della Progettazione partecipata della Rete Ecologica Locale

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “CARLO UBERTINI” DI CALUSO (TO)

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Presentation Transcript


  1. ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “CARLO UBERTINI” DI CALUSO (TO) PROGETTO DI AMPLIAMENTO E SISTEMAZIONE DI UN CORRIDOIO ECOLOGICO NEI PRESSI DEL PARCO PROVINCIALE DEL LAGO DI CANDIA Nell’ambito della Progettazione partecipata della Rete Ecologica Locale PSR 2007 - 2013 Misura 323. Provincia di Torino Area pilota dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea CLASSE 4 A Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale A.S. 2013 - 2014 Docente coordinatore ROSANNA VIGLIOCCO Corso di Valorizzazione delle attività produttive e legislazione di settore

  2. L’area del Parco del Lago di Candia è tutelata e curata, non si può dire così delle aree esterne. Ci è sembrato quindi particolarmente importante analizzare e proporre miglioramenti o completamenti di uno dei principali biocorridoi di quest’area, quello lungo il canale Traversaro. La nostra intenzione è di migliorare la rete ecologica del primo tratto scoperto del canale Traversaro. La parte presa in considerazione si trova tra la core area della palude del lago di Candia e il corridoio ecologico presente sullo stesso canale più a nord-est, canale che arriva alla core area della Dora Baltea. Il progetto prevede di aumentare la vegetazione nei tratti in cui manca e, dove è già presente, migliorarla o ampliarla. Per fare questo si utilizzeranno piante autoctone per poter riprodurre il bosco naturale lungo le sponde. Il progetto

  3. D C B A In particolare proprio lungo in canale Traversaro, il principale corso d’acqua della zona, la copertura arbustiva e arborea delle sponde si interrompe per lunghi tratti. Si possono pertanto individuare: • tratto A - per circa 60 m: sono presenti specie arboree e arbustive lungo il corso su entrambe le sponde creando una fascia compatta e continua; • tratto B - a nord per circa 100 m: sulla sponda est si alternano pioppi e ontani piantati regolarmente, mentre la sponda ovest è nuda. Nel tratto più a sud i pioppi sono d’alto fusto, circa 20 metri, quindi vicini all’epoca del taglio; nel tratto più a nord sono di recente impianto; • tratto C - a nord per circa 180 m in direzione nord-est : nessuna copertura arborea o arbustiva ripariale, mentre nel letto del torrente si ritrovano canne palustri; • tratto D - a nord-est per circa 600 m: stesse caratteristiche del tratto 1 ma con ampiezza maggiore confluente con fasce boschive. Lo stato di fatto

  4. Tratto A e D

  5. Tratto B

  6. Tratto C

  7. Nei tratti A e D si tratta di rilevare esattamente le piante presenti e ampliarne l’area Nel tratto B, si tratta di eliminare i pioppi attualmente presenti, non autoctoni, quando arriveranno ad un’età economica in modo da non scontrarsi con i proprietari privati. Rinfoltire e allargare la copertura sulla sponda est, e di ricostituirla sulla sponda ovest dov’è assente. Nel tratto C tutta la copertura arbustiva e arborea è da piantare. Generalità sull’intervento

  8. Specie individuate sono tra gli alberi: Acero campestre (Acer campestre L.) Ontano (Alnus glutinosa (L.) Gaertn.) Carpino bianco (Carpinus betulus L.) Frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.) Ciliegio a grappoli (Prunus avium L.) Farnia (Quercus robur L.) Alberi

  9. Arbusti Arbusti E tra gli arbusti: Biancospino (Creataegus monigyna Jacq.) Evonimo (Euonymus europaeus L.) Frangola (Frangula alnus Mill. Rhamnus frangula L.) Salicone (Salix capraea L.) Viburno (Viburnum opulus L.)

  10. Il progetto prevede impianti differenziati nei tratti A, B, C, e D definiti precedentemente. Per il tratto C si propone delle piante su 2 file distanti 1,5 metri, con distanze sulla fila di 1 metro per le essenze arbustive e 2 metri per le essenze arboree. Nel tratto affiancato dalla strada asfaltata si procederà alla creazione di un’unica fila. L’aspetto regolare è dovuto alla necessità, almeno nel primo e secondo anno, di contenere la vegetazione spontanea Sulla fila piante della stessa specie si alterneranno a gruppi di 5, in modo che competono tra loro in modo simile. L’aspetto artificiale dell’impianto dovrebbe annullarsi nell’arco di qualche anno con l’espansione in volume degli arbusti, le fallanze, lo sviluppo di specie spontanee. I sesti di impianto

  11. Nel tratto B simile copertura sulla sponda ovest del canale. Sulla sponda est, dove sono presenti i pioppi di due diverse età alternati a ontani. È prevista l’inserimento della seconda fila di piante e la sostituzione dei pioppi appena possibile, con un’alternanza di specie arboree. Nei tratti A e D è possibile procedere ad un infoltimento della vegetazione già presente e un allargamento della fascia vegetata in base delle essenze presenti.

  12. Una volta stabilita sulla carta la posizione delle piante si provvede ad uno squadro del terreno posizionando dei picchetti dove si scaveranno le future buche. Ogni buca della profondità di circa 70 cm si posiziona del letamematuro, poi uno strato di terra e poi la piantina a circa 15 cm di profondità. Nella stessa buca si posiziona una canna e attorno alla piantina e alla canna si posiziona una protezione per arbusti (shelter) per evitare l’attacco alle piantine da parte di animali selvatici. La protezione rende anche le piante più visibili evitandone il danneggiamento durante lo sfalcio delle infestanti. Successivamente si ricopre la buca utilizzando uno strato di terra soffice fino al colletto delle piantine, rincalzando leggermente tutto intorno la pianta. Impianto e cure post-impianto

  13. Sottopasso In aggiunta agli interventi di riforestazione lungo il corridoio ecologico del canale Traversaro, riteniamo opportuno proporre un attraversamento sicuro e asciutto sotto la strada che divide il confine nord della palude e l’area del progetto Si propone un sottopasso a tenuta d’acqua, in quando la presenza della falda acquifera ad un livello molto alto potrebbe facilmente portarne l’allagamento. Si ipotizza una larghezza di 1,5 - 2 metri e una profondità di 1 metro.

  14. Ringraziamenti Si ringraziano il Dott. LUCA IORIO, Provincia di Torino, per le spiegazioni, le discussioni, i materiali forniti; l’Arch. DANIELA SANFRATELLO, Studio Sferalab, per l’organizzazione degli incontri,delle attività e i consigli; il Prof. DARIO GRUA per i consigli sulla progettazione e le informazioni sulle essenze botaniche. La Provincia di Torino per la possibilità di partecipare al progetto.

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