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LETTERATO E FILOSOFO

LETTERATO E FILOSOFO Realizzato da: Nicolò Claudio & PEzzano giuseppe 4°b. L’autonomia della scienza e il rifiuto del principio di autorità.

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LETTERATO E FILOSOFO

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  1. LETTERATOE FILOSOFO Realizzato da: Nicolò Claudio & PEzzano giuseppe 4°b

  2. L’autonomia della scienza e il rifiutodel principio di autorità Il primo risultato storicamente decisivo dell’opera di Galileo è la difesa dell’autonomia della scienza. Galileo intuisce che la battaglia della libertà della scienza era una necessità storica di primaria importanza, in cui ne andava del futuro stesso dell’umanità.

  3. La sua lotta riguardò sostanzialmente due fronti: * L’autorità religiosa; * L’autorità culturale

  4. La polemica contro la chiesa e i teologi Non ci può essere contraddizione tra scienza e fede, per la semplice ragione che l’oggetto dellla scienza (Natura) e la base della fede (Bibbia) hanno la loro origine da Dio, essendo questa "dettatura dello Spirito Santo" e la prima "osservantissima esecutrice degli ordini di Dio".

  5. Galileo cercò di giustificare la Bibbia alla luce dellescoperte della scienza, in particolaretentò di conciliare leaffermazioni bibliche in materia dicosmologia con leverità cosmologiche derivantidall'esperimentoedall'osservazione diretta. LaBibbia,secondo Galileo, non poteva contenere veritàscientifichema solamenteverità spirituali, eticheereligiose.In particolare sarebbe sbagliata l'interpretazione letterale delle parole bibliche. Gli antichi avrebbero usato una scrittura altamente metaforica peravvicinare la parola divina ai più semplici e ai meno eruditi. Fu questo un tentativo di rendere autonoma lascienza naturale e sperimentale dall'interpretazione religiosa dei fenomeni, per Galileo le veritàsperimentate erano da considerarsi superiori alle veritàdella Bibbia.

  6. La polemica contro gli aristotelici E' senz’altro vero che Galileo si contrappone agli aristotelici prediligendo lo studio della natura alla lettura di libri, ma non é vero che si contrappone all’aristotelismo in generale. Lo studio della scienza all' epoca era sostanzialmente studio di libri, senza verifiche e confronti sulla natura: ci si limitava a leggere i libri del medico Galeno, di età romana, e si dava più importanza a ciò che si vedeva scritto che non a quello che si vedeva di persona. Già Leonardo da Vinci notò come ai suoi tempi si preferisse il richiamo all'autorevolezza degli scrittori importanti alla constatazione empirica personale. E' evidente come Galileo voglia sottolineare, tra l' altro, come ai suoi tempi ad opporsi all'eliocentrismo non fosse solo la Chiesa, ma anche la tradizione aristotelica.

  7. Però la polemica galileiana é rivolta non ad Aristotele, ma agli aristotelici della sua epoca, d’altronde Galileo è pienamente consapevole che Aristotele è interessatissimo all'esperienza empirica. Galileo afferma in risposta agli aristotelici che lo accusano di non prestar fede ai libri di Aristotele, che, se Aristotele potesse rivivere, sceglierebbe senz'altro lui come suo discepolo e non tutti loro, eccessivamente legati ad una cultura “libresca”. In effetti Aristotele era molto più vicino a Galileo che non agli aristotelici del 1600 come modo di operare di questi ultimi, invece di avvalersi dell' esperienza sensibile e della ragione (che secondo Galileo ha "podestà assoluta"). In effetti Aristotele era un grandissimo e attentissimo esaminatore della natura e ne sono prova le sue opere biologiche; anzi, non é scorretto affermare che Aristotele seguisse l'esperienza ancora di più di quanto fa Galileo .

  8. La distruzione della cosmologiaaristotelico-tolemaica La messa in crisi della fisica aristotelica e l’elaborazione di una nuova meccanica (principio d’inerzia e caduta dei gravi) si accompagnano strettamente, in Galileo, alla demolizione del sistema tolemaico. Galileo aveva intuito la verità del copernicanesimo sin dall’inizio dei suoi studi, ed in seguito con l’utilizzo del telescopio giunse a delle scoperte (comunicate nel Sidereus Nuncius), le quali rappresentano al tempo stesso la verifica empirica del copernicanesimo e il colpo decisivo alla vecchia cosmologia.

  9. Il metodo sperimentale Galileo è storicamente riconosciuto come il fondatore della moderna scienza sperimentale: ogni fatto, evento o fenomeno naturale va compreso e analizzato in rapporto alla tecnica dell'esperimento, ovvero il procedimento che permette di accertare l'esattezza delle teorie fisiche mediante la riproduzione isolata e controllata del fenomeno oggetto di analisi. Solo replicando concretamente il fenomeno studiato è possibile accertare, infatti, il dominio dell'uomo sul fenomeno, e quindi la capacità non solo di replicarlo, ma anche di prevederlo. Con Galileo comincia quel processo irreversibile che porterà la fisica a staccarsi dalla filosofia, la quale rimarrà pur sempre comprensione generale degli accadimenti e dei concetti legati alla speculazione, ma cederà alla fisica la possibilità di dominare concretamente la realtà mediante la produzione (o meglio, la riproduzione) dei fenomeni naturali.

  10. Galileo tende ad articolare il lavoro della scienza in due pari fondamentali: il momento risolutivo e il momento scompositivo. Il primo consiste nella risoluzione di un fenomeno complesso nei suoi elementi semplici, quantitativi e misurabili, formulando un’ ipotesi matematica sulla legge da cui dipende. Il secondo risiede nella verifica e nell’esperimento. Se l’ipotesi supera la prova, risultando quindi verificata essa verrà accettata e formulata in termini di legge, se risulta falsificata verrà sostituita da un’ altra ipotesi.

  11. Le ipotesi scientifiche, secondo il metodo di Galileo, vanno quindi poste al vaglio dell'esperimento: nella semplificazione matematica del fenomeno preso come evento isolato dal proprio contesto, è possibile approvare la veridicità delle leggi che lo regolano replicando all'infinito lo stesso evento, date certe condizioni (l'esperimento è una semplificazione della realtà effettuata in laboratorio, l'evento oggetto di analisi può essere quindi riprodotto in luoghi e tempi diversi e il risultati saranno sempre gli stessi per tutti e in ogni luogo). L'ipotesi scientifica permette di ipotizzare il nesso necessario esistente tra una causa e un effetto: l'esperimento è l'unica prova che può stabilmente saldare causa ed effetto in ragione della riproduzione reiterata di questo passaggio. Ad esempio, se si ipotizza che il fuoco (causa) accende la brace (effetto), l'esperimento in grado di confermare tale ipotesi consterà nell'avvicinare ripetutamente il legno al fuoco, in modo da constatare empiricamente la verità dell'ipotesi con l'accensione ripetuta della brace.

  12. Le leggi scientifiche poggiano quindi, relativamente alla loro verificazione, sul procedimento logico dell'induzione, ovvero sulla formulazione di una teoria generale derivata dall'osservazione ripetuta di certi fenomeni, mentre l'ipotesi iniziale, ancora priva della conferma sperimentale, può essere formulata per via deduttiva e astratta, sulla base dei soli concetti matematici. La compresenza, nella visione metodologica galileiana, delle “sensate esperienze” e delle “neccessarie dimostrazioni” ha fatto sì che nella storiografia Galileo sia stato presentato come un: - induttivista, cioè come un ricercatore che dall’osservazione instancabile dei fatinaturali previene a scoprire le leggi che regolano i fenomeni; - deduttivista, più fiducioso nelle capacità della ragione che in quelle dell’osservazione.

  13. Induzione e Deduzione

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