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La concezione del tempo e della storia nel mondo cristiano antico

La concezione del tempo e della storia nel mondo cristiano antico. Dalla cronologia alla storia. La concezione cristiana del tempo. La concezione cristiana del tempo si basa su tre punti fissi: La Creazione = inizio della storia dell’umanità (circa 4000 a. C.)

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La concezione del tempo e della storia nel mondo cristiano antico

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Presentation Transcript


  1. La concezione del tempo e della storia nel mondo cristiano antico Dalla cronologia alla storia

  2. La concezione cristiana del tempo La concezione cristiana del tempo si basa su tre punti fissi: • La Creazione = inizio della storia dell’umanità (circa 4000 a. C.) • L’Incarnazione= inizio della storia della salvezza • Il Giudizio Universale= fine della storia

  3. La concezione cristiana del tempo La concezione cristiana del tempo combina così tre diverse concezioni, a ciascuna delle quali corrisponde un diverso tipo di storia • Il tempo circolare della liturgia • Il tempo lineare della cronologia • Il tempo escatologico della salvezza Solo così la storia acquista un senso e direzione, ma la salvezza avviene fuori dalla storia (anche se attraverso la storia)

  4. 1. Tempo circolare (TEMPUS) • Il tempo circolare, o ciclico - immutabile, ma transeunte - è il tempo profano della vita e della politica. • E’ il tempo degli uomini, soggetti a generazione e corruzione, a nascita, decadenza e morte. • Segna il succedersi delle generazioni, dei regni e delle dinastie,

  5. 2. Tempo lineare (AEVUM) • Il tempo lineare – immutabile, ma non eterno - è il tempo sacro della Chiesa (e per alcuni dell’Impero). • Ha un inizio e una fine che coincidono con la storia, ma i suoi cambiamenti non intaccano la sostanza degli esseri.

  6. 3. Tempo escatologico (AETERNITAS) • Il tempo escatologico – immutabile ed eterno - è il tempo di Dio e della salvezza eterna. • Si realizza solo dopo il Giudizio Universale e con la fine della storia.

  7. Storiografia altomedievale • Dalle prime due concezioni del tempo derivano le due forme di storiografia prevalenti nell’alto medioevo, nettamente distinte fra loro: • Le storie dei popoli e dei regni (storia profana) • La storia della Chiesa (storia sacra)

  8. Le storie dei popoli e dei regni • Gregorio di Tours (594): Storia dei Franchi • Isidoro di Siviglia (630): Storia dei Goti e dei Vandali • Beda il Venerabile (720): Storia degli Angli • Paolo Diacono (787): Storia dei Longobardi • Eginardo (830): Storia del regno di Carlo Magno

  9. La storia della Chiesa • Eusebio di Cesarea (324): Storia ecclesiastica (dalle origini al 324) • Agostino d’Ippona (426): De civitate Dei • Paolo Orosio (417): Adversus Paganos • Cassiodoro (583): Istoria ecclesiastica tripartita Obiettivo polemico di tutta la storiografia ecclesiastica è l’eresia. Il problema centrale è il difficile rapporto con il pensiero classico (pagano).

  10. Il calendario cristiano • Il Concilio di Nicea (325) fa della domenica (dominica = giorno del Signore) un giorno festivo, in luogo del tradizionale sabato (shabbath = riposo)ebraico e fissa la Pasqua nella prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera (la domenica che segue il quattordicesimo giorno della luna di primavera). • Nasce una nuova scienza: il computo ecclesiastico.

  11. Calendari medievali • Nell’alto medioevo sussistono e coesistono a lungo: • a) il calendario alessandrino (o dionisiano) proposto nel 525 da Dionigi il Piccolo, Libellum de ratione Pascha, fondato su un ciclo pasquale di 19 anni. • b) il calendario britannico, fondato su un ciclo pasquale di 84 anni (abolito solo nel 664 con il Colloquio di Whitby).

  12. Cronologia • Il computo del tempo in base all’era cristiana” (= dopo Cristo) si afferma molto tardi sulla tradizionale cronologia romana (= ab Urbe condita). • Nel 525 Dionigi il Piccolo fissa per la prima volta la data della nascita di Cristo nel giorno 25 dicembre 753 ab Urbe condita (= Natale). • La cronologia secondo l’era cristiana si impone in Italia nei documenti privati solo a partire dal VII secolo; in Francia e in Inghilterra negli atti regi solo dal IX secolo; si generalizza in tutta Europa dopo il X secolo.

  13. Tavole pasquali • Per stabilire con precisione la data della Pasqua, principale festività della liturgia cristiana, nelle chiese e nei monasteri si diffondono le Tavole pasquali, che prevedono per un certo numero di anni (almeno 19) la data della Pasqua su cui si articola tutta la liturgia.

  14. I calcoli del tempo Oltre alla data della Pasqua (fissata nella domenica che segue il quattordicesimo giorno della luna di primavera) si indicano anche: • - gli anni dell’Incarnazione (annus domini) • - le indizioni(dal 297, entro i confini dell’Impero, l’intervallo di 15 anni tra due leve delle tasse) • - l’epatta lunare (l’età della luna al 1° gennaio) • - ilciclo lunare (la collocazione dell’anno all’interno del ciclo lunare di 19 anni) • - laPasqua ebraica (quattordicesimo giorno della luna che precede la domenica di Pasqua)

  15. Dalle Tavole pasquali agli Annali • Accanto alla data della Pasqua si introduce poco a poco l’abitudine di annotare gli eventi memorabili di quell’anno. • Con la migrazione della tavole di monastero in monastero, le annotazioni prendono forma di veri e propri annali (Annales minores). • Solo in questo ambito, tra il VI e il VII secolo, si incomincia ad usare la cronologia cristiana ab anno Domini.

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