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“Nuovi modelli organizzativi e culturali per la qualità e lo sviluppo di buone pratiche didattiche ”

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “Leopoldo Pirelli”. “Nuovi modelli organizzativi e culturali per la qualità e lo sviluppo di buone pratiche didattiche ”. Dirigente Scolastico Prof.ssa Flavia De Vincenzi. Roma, 8 marzo 2010. IL RIORDINO DEGLI ISTITUTI TECNICI.

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“Nuovi modelli organizzativi e culturali per la qualità e lo sviluppo di buone pratiche didattiche ”

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Presentation Transcript


  1. ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE“Leopoldo Pirelli” “Nuovi modelli organizzativi e culturali per la qualità e lo sviluppo di buone pratiche didattiche” Dirigente Scolastico Prof.ssa Flavia De Vincenzi Roma, 8 marzo 2010

  2. IL RIORDINO DEGLI ISTITUTI TECNICI

  3. LE SCUOLE COINVOLTE NELLA SPERIMENTAZIONE

  4. LABORATORI • DALLA “DOTAZIONE DI LABORATORIO” ALL’IDEA DELLA SCUOLA STESSA COME “LABORATORIO” • ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI COME LABORATORI DEL SAPERE SCIENTIFICO E TECNOLOGICO • RAFFORZARE LA PRATICA SPERIMENTALE, I PERCORSI LABORATORIALI E LA REALIZZAZIONE DI PERCORSI INTEGRATI TRA LE VARIE DISCIPLINE • TEORIA DEL RAGIONAMENTO BASATA SUL CLIMA DI LABORATORIO Roma, 8 marzo 2010

  5. DIDATTICA DI LABORATORIO • Presentare compiti e problemi autentici, situazioni significative della complessità reale, • Esperienze di lavoro introdotte anche nel primo biennio attraverso: • Attività di laboratorio a scuola • Visite brevi in contesti aziendali • Aree di progetto realizzate nella realtà classe con l’utilizzo di collaborazioni esterne del mondo aziendale • Stage osservativi ( nella fase più avanzata stage in azienda, lavoro simulato, impresa formativa simulata) Roma, 8 marzo 2010

  6. DIDATTICA DI LABORATORIO . Fondare l’azione didattica sulle tecniche di: • Apprendimento cooperativo ( per il miglioramento delle competenze sociali e della responsabilità del singolo e del gruppo ) • Apprendimento partecipativo (capacità di elaborare processi finalizzati alla presa di decisioni, all’ascolto empatico e al rispetto per gli altri) • Apprendimento esperenziale ( potenzia-mento della curiosità e della voglia di sperimentare) Roma, 8 marzo 2010

  7. DIDATTICA DI LABORATORIO • Dalle esperienze attivate dovranno derivare : • Standard formativi effettivamente osservabili e misurabili • Strategie e modelli di intervento ( dalla programmazione alla conduzione delle esperienze) che tengano conto della variabile ALUNNO Roma, 8 marzo 2010

  8. DIDATTICA DI LABORATORIO • La sperimentazione ha costituito un laboratorio di ricerca costante e sistematico sull’innovazione delle strategie didattiche e sulla individuazione di modelli organizzativi e di variabili gestionali funzionali all’esigenze di flessibilità curricolare( CLASSI APERTE ) Roma, 8 marzo 2010

  9. DIDATTICA DI LABORATORIO • - Il lavoro è stato affidato a gruppi flessibili, coordinati da un tutor, agenti a rotazione su specifiche aree disciplinari, a seconda delle loro competenze. • - Gli alunni sono stati stimolati ad operare in maniera cooperativa, sulla base degli interessi comuni e/o per svolgere compiti ben definiti, nell’ottica della flessibilità organizzativa. Roma, 8 marzo 2010

  10. DIDATTICA DI LABORATORIO • Sono state incoraggiate e valorizzate l’operatività e la creatività; pertanto gli alunni sono stati stimolati ad osservare con occhio attento, ad esplorare e ad interrogarsi sul perché delle cose e sulle motivazioni consapevoli delle scelte metodologiche e delle competenze acquisite. • Sono state, inoltre, privilegiate le attività pratico – manuali finalizzate alla realizzazione di “prodotti” finali. Roma, 8 marzo 2010

  11. DIPARTIMENTI • Sono stati costituiti secondo gli assi culturaliprevisti dall’obbligo d’istruzione . • L’individuazione di questa modalità organizzativa è stata la naturale conseguenza in funzione di una scelta didattica che parte dalla costruzione di un curriculo verticale che si fonda e si sviluppa in continuità con la scuola secondaria di primo grado.

  12. DIPARTIMENTI Hanno lo scopo di: • individuare i prerequisiti in ingresso per l’inserimento nelle diverse classi prime • stabilire le linee guida delle programmazioni didattiche di classe e dei singoli docenti • individuare azioni di orientamento e riorientamento • individuare le risorse umane e materiali • avviare azioni di recupero, sostegno e consulenza • concordare modalità e criteri per una valutazione per competenze

  13. SCIENZE INTEGRATE Nel riordino dell’Istruzione Tecnica, l’introduzione delle Scienze Integrate, nel primo biennio, costituisce un elemento forte di innovazione didattico-metodologica. Nello spirito del riordino, le Scienze Integrate sono intese come “insegnamento”, nel senso che, lungi dall’essere sinonimo di “materia”, trovano fondamento, in termini di condivisione didattica e metodologica tra docenti, nelle affinità tra Scienze della Terra/Biologia, Chimica e Fisica e rendono necessario il superamento di quella frammentazione dei saperi scientifici che, invece, scaturirebbe dall’apprendimento indipendente delle tre discipline.

  14. SCIENZE INTEGRATE Attraverso lo studio pluridisciplinare di fenomeni complessi - anche identificabili nelle esperienze e nelle situazioni problematiche che i giovani affrontano – è fondamentale il reciproco apporto di integrazione disciplinare; è difficile infatti, senza alterare l’interpretazione di un fenomeno nel suo insieme, separare le numerose variabili caratte-ristiche di diversi fattori interagenti.Se in una prima fase, è indispensabile l’acquisizione disgiunta, da parte degli studenti, dei contenuti, dei metodi e delle competenze disciplinari delle Scienze della Terra/ Biologia, Chimica e Fisica, si ritiene che solo una progettualità, condivisa dai docenti di quelle materie di percorsi didattici modulari e integrati da attività di laboratorio o da “situazioni laboratoriali”, consenta la ricomposizione in un unicum dei saperi e l’acquisizione delle rispettive competenze trasversali.

  15. SCIENZE INTEGRATE In ultima analisi, tale approccio facilita una visione unitaria di Scienza e Tecnologia, in armonia con le finalità prioritarie dell’Istruzione Tecnica. L’obiettivo primario è quello che tale integrazione di discipline scientifiche apra, nel contesto della didattica curricolare del primo biennio, con efficace propedeuticità, la strada alle discipline caratterizzanti gli indirizzi del secondo biennio e del quinto anno.

  16. SCIENZE INTEGRATE Il nuovo insegnamento delle Scienze Integrate ha previsto, da parte degli Istituti, la messa in opera di azioni quali una progettazione condivisa di moduli tematici pluridisciplinari, un’attività strutturata e sistematica di laboratorio, l’opportuna predisposizione di ambienti e contesti operativi, una strumentazione di laboratorio e multimediale.

  17. SCIENZE INTEGRATE Nell’IIS Pirelli l’innovazione didattica è stata sviluppata attraverso la sperimentalità e l’utilizzo del laboratorio , inteso nel senso più ampio del termine e questo è stato reso possibile attraverso l’integrazione delle discipline scientifiche con quelle tecnologiche. Il percorso curricolare è stato articolato in moduli, per realizzare la flessibilità necessaria a recuperare le conoscenze già possedute dagli allievi e permettere una programmazione personalizzata. Il filo conduttore è , nel primo annol’EDUCAZIONE AMBIENTALE, per un positivo inserimento della nostra specie nell’ambiente insieme con gli altri viventi, nel secondo anno sarà l’EDUCAZIONE ALLA SALUTE con un’ottica privilegiata nei confronti della nostra specie.

  18. SCIENZE INTEGRATE Un modulo che ha coinvolto le classi sia del settore tecnologico che economico ha visto la progettazione, realizzazione e l’esercizio, da parte degli alunni, di una centralina mobile meteo-ambientale. Durante questo anno si stanno effettuando le analisi qualitative e quantitative. Per il prossimo anno si prevede la collaborazione con laboratori di analisi esterni all’istituto. Parimenti nel secondo anno ci si propone di trasferire ad altre scuole le competenze acquisite in modo da costituire un ‘elementare rete di monitoraggio.

  19. SCIENZE INTEGRATE • Nell’ambito dell’educazione ambientale le prime classi hanno partecipato ad un progetto del WWF secondo la seguente articolazione: • proiezione del film “The age of stupid” e successivo dibattito • partecipazione, al IX Municipio, di una rappresentativa dei ragazzi per la stesura di un documento in relazione al SUMMIT di Copenhagen • partecipazione ad un Convegno sui risultati del SUMMIT e le prospettive future alla sala della Protomoteca in Campidoglio

  20. MODULO INTEGRATO DI FISICA, CHIMICA, SCIENZE, MATEMATICA “L’AMBIENTE INTORNO A NOI” Rivolto agli alunni delle prime classi dell’indirizzo Geometri (che secondo la riforma sarà denominato COSTRUZIONI, AMBIENTE e TERRITORIO) destinatarie della sperimentazione del nuovo ordinamento

  21. FINALITA’ Il modulo propone la progettazione, la realizzazione e l’esercizio, da parte degli alunni, di una centralina meteo- ambientale bifunzionale: impiegabile sia come stazione fissa che mobile. Questo percorso di lavoro, in linea con la connotazione ambientale del nuovo profilo del corso di studi dell’indirizzo geometri , mira a rendere parte integrante dell’apprendimento curricolare ( da svolgere in orario scolastico ) le esperienze di applicazione delle varie competenze multidisciplinari. Fra le materie coinvolte, e' compresa la Matematica, poiché con questo modulo si vuole rispondere alle esigenze di coniugare i saperi matematici con la realtà che ci circonda.

  22. OBIETTIVI • Attraverso il modulo proposto si intende favorire l’acquisizione, da parte dell’alunno, delle seguenti capacità: • Adottare una mentalità interdisciplinare nell’approcciare i problemi • Comunicare in modo efficace analizzando, interpretando i dati e producendo grafici e diagrammi dei risultati • Dimostrare flessibilità nell’ uso di procedure diverse e delle risorse rese loro disponibili • Lavorare in gruppo, partecipando alle attività in modo cooperativo e rispettando gli impegni • Risolvere i problemi riconoscendone la natura, classificando e analizzando i dati, applicando le procedure e confrontando i risultati ottenuti • Porsi in una situazione di interesse nei riguardi del rispetto dell'ambiente; di interesse per l'acquisizione di conoscenze ad esso relative (ambiti: meteorologia/ inquinamento)

  23. CONTENUTI • Gli argomenti che verranno trattati dai docenti partecipanti, nei rispettivi piani didattici, sono: • orientamento rispetto ai punti cardinali • elementi di meteorologia • natura, sorgenti ed effetti degli inquinanti atmosferici • rilevazione direzione del vento • titolazioni; viraggio degli indicatori

  24. METODOLOGIE Le attività verranno condotte sulle prime classi articolando la copresenza dei docenti del gruppo di lavoro nella misura di 1 ora/ settimana per docente per classe prima, in base all’orario di servizio pianificato in modo da rendere compatibili le compresenze, anche suddividendo ciascuna classe in due gruppi di lavoro, ospitandoli nei laboratori scientifici. Si lavorerà nei vari laboratori ( matematica - informatica, fisica, scienze - chimica ) per la realizzazione della centralina meteo-ambientale e per la messa a punto dell'attività di campionamento; in aula video per la didattica mediante materiali audiovisivi; sul campo, per la raccolta dei dati; in Internet per la pubblicazione dei dati in rete di monitoraggio.

  25. RAPPORTI CON ISTITUZIONI ESTERNE Saranno attivati contatti con il comune di Roma , dipartimento X, per la mappa territoriale ove sono classificate le fasce di inquinamento ambientale del nostro territorio.

  26. FORMAZIONE Sono stati, in ciascun Istituto, elaborati piani articolati di formazione/aggiornamento, con la scelta di tematiche funzionali alle istanze metodologiche e culturali del riordino. I piani di aggiornamento si sviluppano su due assi Sviluppo, innovazione e progettazione didattica e Potenziamento delle competenze informatiche. Il primo ha come argomenti privilegiati quelli della “didattica per competenze” e la “didattica laboratoriale”, il secondo l’uso delle nuove tecnologie per la realizzazione di percorsi didattici innovativi. Se, infatti, l’informatica e il suo essere ormai indispensabile nella vita quotidiana, rendono necessario l’inserimento del suo insegnamento nei processi formativi, non se ne può non riconoscere il ruolo come modalità di gestione del processo di apprendimento diversa da quelle tradizionali. La presenza contemporanea dei suddetti due assi nei piani di formazione si riscontra in più realtà, soprattutto per l’accurata strutturazione delle attività che riguardano l’utilizzo di innovativi “mediatori informatici”, ovvero gli strumenti afferenti al piano GIS (Geografia) e alle lavagne interattive multimediali.

  27. ATTIVITA’ DI FORMAZIONE/AGGIORNAMENTO

  28. COMUNICAZIONE In questa prima fase, si è, negli Istituti Tecnici impegnati nella sperimentazione, veicolata efficacemente l’informazione sulle azioni poste in essere, sono stati avviati contatti ed incontri con i Dirigenti delle scuole secondarie di 1° grado del bacino d’utenza, con il coinvolgimento, oltre alle figure responsabili dell’orientamento e della comunicazione, di tutti i docenti delle discipline peculiarmente impegnate nei laboratori, al fine di concordare le più efficaci modalità di presentazione da fornire a studenti, docenti e genitori sulla fisionomia della innovata istruzione tecnica e per concordare e/o consolidare le azioni di raccordo tra le scuole dei due ordini, al fine della costruzione di curricoli in verticale.

  29. SUGGERIMENTI Incisivo piano di formazione dei dirigenti scolastici e dei docenti ( SVILUPPO PROFESSIONALE E NON AGGIORNAMENTO )Introduzione dell’UFFICIO TECNICO anche nel SETTORE ECONOMICOORGANICO DI ISTITUTO

  30. LA MIGLIORE RIFORMA …. PARTE DALL’INTERNO DELLA SCUOLA,PASSA ATTRAVERSO UN RINNOVAMENTO DELLA VALUTAZIONE ( PER COMPE-TENZE)HA RADICI NELLA PROGETTAZIONE DEI CURRICULI,SI ATTUA IN UNA NUOVA CULTURA DELLA PROFESSIONE DOCENTE

  31. grazie per l'attenzione

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