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La Scuola Secondaria di 1° Grado “ E. Fermi” - GERENZANO (VA) Classi 3^ A B C D

La Scuola Secondaria di 1° Grado “ E. Fermi” - GERENZANO (VA) Classi 3^ A B C D Anno scolastico 2009 / 10 Presenta. “La Giornata della Memoria” 2010. “Se comprendere è impossibile, ricordare è necessario” (P. Levi). LE TAPPE DELL'OLOCAUSTO: GHETTIZZAZIONE LEGGI RAZZIALI

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Presentation Transcript


  1. La Scuola Secondaria di 1° Grado “ E. Fermi” - GERENZANO (VA) Classi 3^ A B C D Anno scolastico 2009 / 10 Presenta

  2. “La Giornata della Memoria” 2010 “Se comprendere è impossibile, ricordare è necessario” (P. Levi)

  3. LE TAPPE DELL'OLOCAUSTO: GHETTIZZAZIONE LEGGI RAZZIALI DEPORTAZIONE CAMPI DI STERMINIO (SOLUZIONE FINALE)

  4. Le agghiaccianti stime

  5. Non solo ebrei … (gli altri perseguitati)

  6. I "triangoli" dei nazisti Durante i 12 anni del regime nazista di Hitler milioni di persone vennero imprigionate nei campi di concentramento. Per distinguere le varie “categorie” di prigionieri i nazisti idearono un sistema di distintivi di diverso colore da portare sugli abiti. Gli ebrei ricevettero la croce di David gialla, gli omosessuali un triangolo rosa, i testimoni di Geova un triangolo viola, gli zingari un triangolo marrone, i delinquenti comuni un triangolo verde e i prigionieri politici un triangolo rosso.

  7. I Luoghi dello sterminio …

  8. Sobibor S. Sabba Auschwitz Buchenwald Bergen - Belsen Mathausen Belzec Dachau Chelmno Sachsenhausen Flossemburg Majdanek Ravensbruck Treblinka

  9. Il lager di Theresienstadt / Terezin(cittadina a 200 Km da Praga) • Terezin è’ una località poco distante da Praga, fondata più di 200 anni fa dall’imperatore Giuseppe II d’Austria e deriva il nome da quello della madre, l’imperatrice Maria Teresa. • Il paese ha la pianta a forma di stella, cinto da una fortificazione. • E infatti, nel tempo, si trasformò in una guarnigione militare: via le case, sostituite da capannoni. • Durante la seconda guerra mondiale, Terezìn venne trasformata dai nazisti in un ghetto in cui furono rinchiusi gli ebrei, in attesa di essere trasportati nei campi di sterminio: una specie di ‘ghetto modello’, utile per la propaganda, da mostrare alle diplomazie degli altri Paesi: una finzione macabra e grottesca, una vera ‘casetta di marzapane’.

  10. Una macchia di sporco dentro sudice murae tutt’attorno il filo spinato:30.000 dormonoe quando si sveglierannovedranno il maredel loro sangue.Sono stato bambino tre anni fa.Allora sognavo altri mondi.Ora non sono più un bambino,ho visto gli incendie troppo presto sono diventato grande.Ho conosciuto la paura,le parole di sangue, i giorni assassinati:dov’è il Babau di un tempo?Ma forse questo non è che un sognoe io ritornerò laggiù con la mia infanzia.Infanzia, fiore di roseto,mormorante campana dei miei sogni,come madre che culla il figliocon l’amore traboccantedella sua maternità.Infanzia miserabile catenache ti lega al nemico e alla forca. Miserabile infanzia, che dentro il suo squalloregià distingue il bene e il male.Laggiù dove l’infanzia dolcemente riposanelle piccole aiuole di un parco,laggiù, in quella casa, qualcosa si è spezzatoquando su me è caduto il disprezzo:laggiù nei giardini o nei fiorio sul seno materno, dove io sono natoper piangere …Alla luce di una candela m’addormentoforse per capire un giornoche io ero una ben piccola cosa,piccola come il coro dei 30.000,come la loro vita che dormelaggiù nei campi,che dorme e si sveglierà,aprirà gli occhie per non vedere tropposi lascerà riprendere dal sonno …Hanus Hachenburg (1929 – 1943) Terezin : poesia di Hanus

  11. L’arrivo a Terezin • A Terezìn dapprima furono rinchiusi ebrei della Boemia e della Moravia, poi da tutta Europa. • Ciascuno degli abitanti della città era stato condannato a morte senza saperlo, addirittura qualcuno ancora pensava che, passata la guerra, avrebbero potuto riprendere a condurre una vita normale. • C’era invece chi sapeva tutto e non osava svelare il drammatico segreto a nessuno, forse per non privare quella povera gente delle loro speranze.

  12. Il lavoro a Terezin • Questa scritta (“Arbeit Macht Frei“) è posta all’ingresso di alcuni campi di concentramento come: Auschwitz I, Dachau, Gross-Rosen, Sachsenhausen, e al ghetto-campo di Terezin (foto). • Pare che la scritta sia stata ideata dal maggiore Rudolph Höss, primo comandante responsabile del campo di sterminio di Auschwitz I. • I prigionieri che lasciavano il campo per recarsi al lavoro, o che vi rientravano, erano costretti a sfilare sotto il cancello d’entrata accompagnati dal suono di marce marziali eseguite da una orchestra di deportati appositamente costituita.

  13. I bambini di Terezin • Gli unici a non sapere erano i bambini; sì, erano già stati cacciati da scuola; avevano il permesso di giocare solo nei cimiteri; la vita dei loro stessi genitori era cambiata: avevano perso ogni loro avere, si dormiva per terra, in totale promiscuità… ma non era poi tutto così terribile, se visto con occhi da bambino. • Ebbene, in questa città avvenne qualcosa di straordinario, un miracolo, il Miracolo, la Grande Utopia per cui da allora il nome Terezìn è ben più del nome di una cittadina, di un ghetto.

  14. I bambini di Terezin • Gli adulti più colti decisero di avviare una serie di attività culturali con cui dare nutrimento al desiderio di vivere, di conoscere, di crescere, nonostante tutto e tutti: nel ghetto isolato dal mondo si udirono le note di concerti, i versi, le opere teatrali, le letture, le commedie, furono realizzate mostre e composti poemi.

  15. Le attività dei bambini

  16. La fantasia e la speranza • Così, questi bambini costretti a vivere in condizioni di continua paura, di estrema precarietà, privati del loro tempo e del loro mondo, del conforto e della rassicurazione della famiglia… i bambini di Terezìn componevano poesie, recitavano, disegnavano. • Bambini impauriti, bambini separati dai loro genitori erano a poco a poco trasportati lontano, nel mondo della poesia, dei colori e dei disegni, protetti da una collettività che si stringeva intorno a loro . • Era un modo per sfuggire alla realtà, una specie di terapia, la possibilità di vivere in altri mondi dentro il ghetto, attraverso la Fantasia e, con lei, la Speranza. • E questa ‘terapia’ funzionò non solo per i bambini che, essendo all’oscuro del reale progetto che li attendeva, potevano nutrire illusioni e fiducia, ma anche per gli insegnanti che, dovendo mostrare vitalità e gioia, distoglievano il proprio pensiero dal futuro, nella necessità di creare un presente per i bambini di Terezìn.

  17. La fantasia e la speranza La farfalla L’ultima, proprio l’ultima,di un giallo così intenso, cosìassolutamente giallo,come una lacrima di sole quando cadesopra una roccia biancacosì gialla, così gialla!l’ultima,volava in alto leggera,aleggiava sicuraper baciare il suo ultimo mondo.Tra qualche giornosarà già la mia settima settimanadi ghetto:i miei mi hanno ritrovato quie qui mi chiamano i fiori di rutae il bianco candeliere di castagnonel cortile.Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.Quella dell’altra volta fu l’ultima:le farfalle non vivono nel ghetto. Pavel Friedman (1921 – 1944)

  18. Disegna ciò che vedi …. Arrivo a Terezin : Ad ogni persona era concesso un bagaglio di 50 kg. Una valigia poteva essere spedita, mentre il resto doveva essere portato a mano.

  19. Disegna ciò che vedi …. Il dormitorio • All´inizio, dovevamo dormire sul pavimento e ogni persona aveva circa 1 metro quadrato e mezzo a disposizione. • Più tardi furono costruiti dei letti a castello a 3 piani.

  20. Disegna ciò che vedi …. • L410 era il dormitorio delle ragazze dove vivevo io. Dormivamo in letti a castello a 3 piani, circa 35 persone per stanza.

  21. Disegna ciò che vedi …. • Il cibo • Ad ogni pasto, tre volte al giorno, si stava in piedi in una fila senza fine. • Gli affamati cercavano da mangiare nei mucchi di bucce marce e degli avanzi di cucina.

  22. Disegna ciò che vedi …. • Alla ricerca dei pidocchi Eine Laus - Dein Tod" ("Un pidocchio, la tua morte") minacciavano gli avvisi. In una tale situazione i pidocchi, così come le cimici e le pulci, si moltiplicavano abbondantemente. Rendevano la vita insopportabile e trasmettevano le malattie. Nel tentativo di prevenire c´erano ispezioni e disinfezioni obbligatorie dei capelli.

  23. Disegna ciò che vedi …. Sogno • Persino mentre la gente nel Ghetto viveva o moriva tristemente, il mondo continuava a girare.

  24. Disegna ciò che vedi …. Desideri per il mio compleanno • La cosa che desideravo più di ogni altra: tornare a casa, a Praga.

  25. Disegna ciò che vedi …. • Ad Auschwitz i prigionieri erano selezionati immediatamente all´arrivo e, in seguito, a cadenza periodica. Era stabilito che i giovani e quelli forti avrebbero lavorato, mentre i vecchi, i deboli e i bambini erano mandati alle camere a gas. I ragazzi sotto ai quindici anni non avevano nessuna possibilità di sopravvivere. • Dieci persone dormivano su una tavola dove normalmente ci sarebbe stato posto per quattro. C´era una sola scodella di ministra per tutti e dieci e nessun cucchiaio.

  26. Disegna ciò che vedi …. Ad Auschwitz • I fili erano elettrificati. Certe volte i prigionieri ponevano fine alle loro sofferenze su questi fili.

  27. Disegna ciò che vedi …. Nel lager • Negli ultimi giorni il campo era disseminato di montagne di cadaveri che non erano ancora stati cremati.

  28. L’abitudine e la memoria • Siamo abituati a piantarci su lunghe file alle sette del mattino, a mezzogiorno e alle sette di sera, con la gavetta in pugno, per un po’ di acqua tiepida dal sapore di sale o di caffè o, se va bene, per qualche patata. Ci siamo abituati a dormire senza letto, a salutare ogni uniforme scendendo dal marciapiede e risalendo poi sul marciapiede. Ci siamo abituati agli schiaffi senza motivo, alle botte e alle impiccagioni. Ci siamo abituati a vedere la gente morire nei propri escrementi, a vedere salire in alto la montagna delle casse da morto, a vedere i malati giacere nella loro sporcizia e i medici impotenti. Ci siamo abituati all’arrivo periodico di un migliaio d’infelici e alla corrispondente partenza di un altro migliaio di esseri ancora più infelici … • Così scriveva Petr Fischl, ragazzato vissuto a Terezin e morto ad Auschwitz (a 14 anni)

  29. Vorrei ….. Vorrei andare sola Vorrei andare sola dove c’è un’altra gente migliore,in qualche posto sconosciutodove nessuno più uccide.Ma forse ci andremo in tantiverso questo sogno,in mille forse …e perché non subito?Alena Synková (1926 sopravvisuta)

  30. La memoria dei ragazzi di Terezin • Di loro ci restano un pacco di disegni infantili e poche semplici poesie; testimonianze angosciose di sofferenze inenarrabili e di delitti atroci, motivo insieme di dolore e speranza, di orrore e fiducia. • I disegni dei bambini di Terezìn possono oggi essere visitati nella sinagoga di Praga, lo Zdovke Muzeum dove tante sono le testimonianze dell' atroce sterminio degli ebrei polacchi.

  31. Per non dimenticare…

  32. Il carro armato Generale, il tuo carro armato è una macchina potenteSpiana un bosco e sfracella cento uominiMa ha un difetto:ha bisogno di un carrista.Generale, il tuo bombardiere è potente.Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefanteMa ha un difetto:ha bisogno di un meccanico.Generale, l’uomo fa di tutto.L’uomo può volare e può uccidere.Ma ha un difetto:può pensare. Bertolt Brecht

  33. Ancora nel mondo … La rievocazione della tragedia dei bambini ebrei di Terezin ci ricorda dolorosamente che in più parti del mondo altre atrocità si ripetono ed anche i bambini sono ancora vittime della ferocia umana e delle catastrofi naturali.

  34. Ancora nel mondo …

  35. Ancora nel mondo …

  36. Ancora nel mondo …

  37. Ancora nel mondo …

  38. Ancora nel mondo …

  39. Ancora nel mondo …

  40. A cura della classe 3^ B

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