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CARTELLA STAMPA

CARTELLA STAMPA. Vicky, storie dell’altro mondo. In questo mondo. La cartella stampa è scaricabile dal sito www.educazionesviluppo.org. Le Tende – cosa sono

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  1. CARTELLA STAMPA Vicky, storie dell’altro mondo. In questo mondo. La cartella stampa è scaricabile dal sito www.educazionesviluppo.org

  2. Le Tende – cosa sono Come tutti gli anni, nel periodo natalizio, le Tende di AVSI tornano ad animare i cuori delle città, in Italia e all’estero. Una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi realizzata grazie al coinvolgimento della Rete Sostenitori di AVSI che vede impegnate più di 10.000 persone volontarie. Ogni anno viene presentato un tema specifico, con uno slogan che vuole far riflettere sulla condizione dell’essere umano nel mondo, e che detta anche la scelta di progetti che hanno particolare necessità di essere sostenuti. L’iniziativa nacque alla fine degli Anni 80 sotto una “tenda” che un gruppo di volontari allestì all’uscita di un supermercato nella periferia di Milano, per raccogliere fondi a favore di amici trasferitisi a lavorare per AVSI nei paesi in via di sviluppo. Ultimamente le Tende sono cresciute e le iniziative si sono moltiplicate e diffuse organizzando più di 500 eventi su tutto il territorio nazionale e anche in diverse città all’estero, come Londra, Vienna, New York, Washington, Toronto, Dublino e Tokyo. Dallo scorso anno, le Tende vengono organizzate anche in molti paesi in via di sviluppo nei quali AVSI è presente e lavora, coinvolgendo cooperanti e collaboratori, affinché non siano semplici “operatori umanitari”. Il tema di quest’anno è “Vicky, storie dell’altro mondo. In questo mondo!” Il titolo trae spunto da una lettera pubblicata su giornale Tracce della stessa Vicky, madre sieropositiva di tre fi gli che oggi vive a Kampala, in Uganda, grazie all’accoglienza del Meeting Point International, ong locale partner di AVSI. Con poche, semplici parole Vicky è stata in grado di testimoniare il cambiamento avvenuto grazie alla vicinanza di persone che l’hanno amata quando ne aveva più bisogno, che l’hanno accolta senza pregiudizi, che l’hanno spinta a trovare nuovi stimoli per affrontare le difficoltà nonostante la malattia. Lo sguardo che si è posato su di lei “aveva in sé i raggi della speranza”, scrive Vicky. E questo sguardo è stata la scintilla che le ha permesso di avere nuovamente fiducia in se stessa e negli altri. E ricominciare davvero. Stessa fiducia e stesse testimonianze di cambiamento germogliate negli animi delle persone accolte, curate o protette dalle opere che quest’anno la Campagna delle Tende ha scelto di sostenere in Uganda, Costa d’Avorio, Russia, Brasile.

  3. EDUS – CHI SIAMO EDUS, ONG riconosciuta dal Ministero degli Esteri il 26 febbraio 2007 (legge 49 del 26.02.1987 -"Nuova disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo") opera con una struttura organizzativa stabile che si avvale di 13 volontari con presenza continuativa, 65 soci e circa 150 volontari con presenza saltuaria che prestano gratuitamente tempo e risorse. in osservanza dello spirito che in questi anni ha contraddistinto l’attività dell’Associazione. EDUS opera prevalentemente nei settori della sanità, dell'igiene, della formazione scolastica, professionale e dell'assistenza sociale, privilegiando gli interventi a favore dell'infanzia e dell’adolescenza. . EDUS collabora con l’Università degli Studi di Trento, con la quale nel 2000 ha stipulato una Convenzione per la collaborazione in programmi di sviluppo nel campo della cooperazione internazionale. EDUS aderisce al network AVSI International, rete di 30 Ong di paesi europei, africani, latinoamericani, operante da 30 anni nell’ambito della cooperazione e del sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Il network gestisce attualmente un centinaio di progetti in 35 paesi del mondo. EDUS aderisce alla Federazione dell'Impresa Sociale della Compagnia delle Opere EDUS fa parte dell’associazione di secondo livello “Trentino con il Kossovo” Chi è AVSI AVSI è una Fondazione, ONLUS e ONG, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 35 paesi del mondo (Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia). AVSI opera nei settori della sanità, igiene, cura dell’infanzia in condizioni di disagio, educazione, formazione professionale, recupero delle aree marginali urbane, agricoltura, ambiente, microimprenditorialità, sicurezza alimentare, ICT ed emergenza umanitaria, con particolare attenzione all’educazione e alla promozione della dignità della persona, in accordo con la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica. Ad AVSI aderiscono a costruire un network informale 30 organizzazioni non governative e associazioni, 17 delle quali si trovano nel sud del mondo e nei Paesi in transizione.

  4. EDUS OGGI Cosa ci interessa Sostenere lo sviluppo umano nei paesi poveri nel solco dell’insegnamento della Dottrina Sociale Cattolica con particolare attenzione all’educazione e alla promozione della dignità della persona umana in tutte le sue espressioni. L’educazione e lo sviluppo La nostra storia e la nostra cultura ci hanno portato a considerare due priorità ineludibili nel lavoro di cooperazione internazionale: l’educazione, come impegno serio e attento a favorire le condizioni perché l’uomo possa incontrare la verità di sé stesso; lo sviluppo, che necessariamente passa attraverso una riscoperta dell’uomo sempre origine di risorse, e del lavoro come modo dell’uomo per maturare una propria dignità. PROGETTI Nei 13 anni di attività l’associazione si è mobilitata per la realizzazione di oltre 30 progetti destinati prevalentemente all’infanzia e alla gioventù in 13 paesi dell’Africa, dell’America, dell’Est Europeo e del Medio Oriente (1 in Rwanda, 1 in Nigeria, 1 in Kenya, 2 in Uganda, 1 in Peru, 1 in Bosnia Herzegovina, 1 in Russia, 1 in Cile, 1 in Albania, 1 in Messico, 2 in Libano, 1 in Romania, 1 in Iraq, 6 in Brasile, 4 in Kossovo, 3 in Sierra Leone). Per il 2007/08 EDUS è impegnata in particolare con n.1 progetto in Kossovo (progetto di sviluppo locale in ambito agricolo all’interno di un programma di cooperazione decentrata nella municipalità di Pec/Peja), n.3 in Brasile (Sostegno al centro per ragazze madri “Maranatha”, al doposcuola di Cristo Redentor e S.Andrè e realizzazione di un teatro in collaborazione con la COFAS, tutti a Salvador Bahia ), n. 3 in Sierra Leone (realizzazione di una scuola di formazione professionale per falegnami, sostegno alle case famiglia per bambini di strada e alla scuola “Holy Family Primary school”) EDUS promuove anche interventi di emergenza in conseguenza di catastrofi naturali o di eventi bellici attualmente partecipa ad un intervento di sostegno ai terremotati del Perù. Il 45% delle risorse finanziarie di Edus provengono dalle donazioni private e il 55% sono frutto delle collaborazioni con donatori istituzionali. CAMPAGNA DI SOLIDARIETA’ Ogni anno durante il periodo delle festività natalizie Edus aderisce alla campagna nazionale di solidarietà promossa dall’ONG AVSI, denominata “Campagna Tende”. In questo periodo in 400 città italiane si attivano circa 100.000 volontari per la realizzazione della campagna tende di Natale. PROMOZIONE E CULTURA EDUS organizza incontri pubblici, dibattiti, workshop, convegni, mostre fotografiche ed interviene nelle scuole con volontari espatriati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche inerenti lo sviluppo dei paesi poveri e la solidarietà internazionale.

  5. La lettera di Vicky Mi chiamo Vicky, ho 42 anni e vengo dalla regione orientale dell’Uganda. Voglio ringraziare voi e Dio per la vita preziosa che mi ha dato. Nel 1992, quando rimasi incinta del mio ultimo figlio, Brian, mio marito mi pose davanti alla scelta se rimanere sua moglie, rinunciando alla gravidanza, o separarmi da lui se volevo tenere il bambino. A quell’epoca avevo solo due figli, e decisi di portare avanti la gravidanza, cosa che segnò la fine della mia relazione con lui. Davvero non capivo perché lui fosse così crudele e intransigente. Poi nel 1997 persi il lavoro a causa della malattia, e nello stesso tempo il mio bambino, Brian, manifestò sintomi di tubercolosi, ed ebbi i primi sospetti. L’anno seguente mi aggravai e nell’ospedale di Nsambiya fui visitata e sottoposta al test Hiv, che risultò positivo. Fu allora che ricordai e capii perché mio marito non aveva voluto la gravidanza di Brian: perché all’epoca anche lui era sieropositivo. La vita in casa con i miei tre bambini si fece difficile. I due ragazzi erano sani, ma non avevamo i soldi per la scuola; non avevamo da mangiare, né soldi per le medicine, e peggio di tutto non avevamo amore da nessuna parte del mondo. Non sapevo più se Dio esisteva davvero. Nel 2001, qualcuno mi ha indirizzato al Meeting Point International, dove ho incontrato donne che facevo fatica a credere potessero vivere in quel modo pur essendo malate anche loro di Aids, tale era la gioia che portavano sul viso; ballavano ed erano liete, e io mi chiedevo come uno che aveva questa malattia potesse cantare e ballare. Al Meeting Point vi accolgono con musiche e canzoni di popoli differenti, africani, europei, indiani, ho persino trovato qualcuno della mia stessa tribù. Dopo lungo tempo ho cominciato a vedere una luce far capolino nel mio essere a pezzi, così ho preso a stare con loro. Una cosa importante, che non ho mai dimenticato, è il giorno in cui qualcuno mi ha guardato con uno sguardo che aveva in sé i raggi della speranza e dell’amore. In tutto questo tempo io ero costretta a letto, e tutti i miei amici, i parenti, persino i vicini guardavano con rifiuto e disprezzo me e i miei bambini. Con questo sguardo di amore e speranza che qualcuno mi ha rivolto, mi ha mostrato qualcosa che ha portato la vita nel mio spirito e nel mio corpo a pezzi. Mi ha detto: «Vicky! Tu hai un valore, e il tuo valore è più grande del peso della tua malattia e della morte». Nel 2002 iniziai a comprare farmaci per il mio bambino che stava per morire, dopo averlo tolto dalla scuola per il marchio di discriminazione con cui era bollato: lo avevano soprannominato “scheletro”. Nel 2003 cominciai a comprare farmaci anche per me. Allora pesavo 45 chili, oggi ne peso 75. Brian adesso è davvero sano e ha ripreso la scuola secondaria. Il mio ragazzo più grande è all’università, il secondo fa la quarta superiore. Dov’è il potere della morte? E’ nella perdita della speranza e nella mancanza d’amore. Ora sono volontaria al Meeting Point, e ogni volta che ricevo delle persone dico loro che il valore della vita è più grande di quello del virus che portano dentro di sé. Questa affermazione nutre la speranza di una persona che soffre e sta per morire, e la riporta alla vita. Tutti i miei risultati sono stati possibili perché mi sono rivestita di qualcosa oltre la morte, e in particolare d’amore. Grazie a tutte le persone che ci hanno educato anche se non li abbiamo visti in faccia; ma oggi nel nome di Giussani, Carrón è venuto fra noi che eravamo poveri e dimenticati: chi è più ricco di noi adesso?

  6. 1. 07|08 UGANDA Meeting Point International Il Meeting Point International è una ong ugandese fondata nel 1992 per aiutare le persone affette da Hiv-Aids e i loro orfani che vivono negli slum di Kampala. É qui che abita la stessa Vicky, a cui è dedicata la Campagna Tende di quest’anno. Oltre a fornire cure mediche e trattamenti antiretrovirali, il Meeting Point offre sostegno psicologico agli ammalati e alle loro famiglie, concede prestiti ai più bisognosi per avviare piccole attività generatrici di reddito, porta avanti attività di sensibilizzazione sul problema dell’Aids. Con la Campagna delle Tende, AVSI vuole aiutare 150 ragazzi a terminare gli studi nella scuola secondaria; acquistare cibo e generi di prima necessità per donne e famiglie bisognose degli slum di Naguru e Acholi Quarter; provvedere alla fornitura di medicinali per proseguire le attività di assistenza ai malati di Aids. 07|08 Quando Rose Busingye, direttore dell’ong ugandese Meeting Point International, raggiunse per la prima volta Kireka, slum di Kampala, la situazione che trovò era disastrosa: decine di madri spaccavano pietre in una cava per guadagnare un dollaro al giorno e sfamare i propri fi gli. Sporcizia, degrado e mancanza di sanità di base caratterizzavano il quartiere. Quasi tutte donne malate di Aids. Eppure, nell’incontro con Rose, e grazie alle attività avviate col sostegno di AVSI nel corso degli anni, queste donne hanno imparato ad aiutarsi, diventando una grande famiglia e ritrovando una speranza per sé e per i propri bambini. Ultimamente Rose Busingye ha portato la sua testimonianza a fine novembre 2007 alla George Washington University, negli Stati Uniti, in un seminario internazionale di AVSI in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Washington, la Fondazione per la Sussidiarietà; qualche mese prima, in agosto, ha partecipato al Meeting di Rimini in un incontro sull’Africa, con Mario Mauro vice presidente Parlamento Europeo e Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI.

  7. 2. COSTA D’AVORIO Ospedale St. Camille L’Ospedale St. Camille nasce nel 1998 a Bouaké, una delle città devastate dalla guerra civile che ha sconvolto negli ultimi anni la Costa d’Avorio. Nel 2006 oltre 30mila persone sono state accolte e curate grazie alle unità di medicina generale, oftalmologia, odontoiatria. Grande l’impegno dell’ospedale nella lotta contro l’Aids, con servizi di informazione e prevenzione, diagnosi e cure con i trattamenti anti-retrovirale. In particolare, le Tende di quest’anno vogliono sostenere le attività di un Centro del St. Camille, nato proprio per proteggere donne e bambini malati di Aids, aiutandoli a sconfiggere l’isolamento e l’abbandono. Gregoire Ahongbonon, originario del Benin, nato nel 1952, sposato con 6 figli, di fede cristiana, coordina tutte le attività dell’Ospedale St. Camille di Bouaké, in Costa d’Avorio. Ha cominciato a interessarsi degli emarginati dopo un pellegrinaggio svolto nel 1982 a Gerusalemme, dove un sacerdote, durante un’omelia, chiede: “Che pietra portate voi per costruire la Chiesa di Cristo?”. Questa frase ha cambiato la sua vita. Oggi le sue opere in Costa d’Avorio, sostenute da AVSI anche in passato, parlano di accoglienza, cura, amore e rispetto per l’essere umano.

  8. 3. RUSSIA Casa Golubka Nella città siberiana di Novosibirsk, AVSI gestisce la Casa Golubka (che significa Colomba) in collaborazione con l’ong russa Maksora. Una casa di accoglienza per ragazze madri in difficoltà, dove imparano a fare le mamme, e dove vengono accompagnate nella vita e nel mondo del lavoro, aiutandole anche a terminare gli studi. Nel 1995 un missionario francescano, padre Guido, si rende conto dell’altissimo numero di giovani donne incinte che, sole e senza denaro, decidevano di abortire. Il frate compera una casa, accoglie le ragazze madri, ma si accorge che non basta dare loro un tetto. Così chiede sostegno all’AVSI. Oggi Casa Golubka è una realtà con persone qualificate che, ogni giorno, si prendono cura delle giovani madri, protagoniste di un cambiamento visibile, quasi tangibile, perchè sinceramente accolte e amate. Le Tende di quest’anno vogliono sostenere le attività socio educative e le spese di gestione di Casa Golubka.

  9. 4. BRASILE Asilo Gilmara Iris L’asilo Gilmara Iris è un’oasi di serenità per 120 bambini dell’insediamento di Conjunto Novo Tupi, situato nella periferia Nord della città brasiliana di Belo Horizonte, dove anche le mamme vengono accompagnate nella crescita dei propri figli. L’asilo, che prende il nome da una mamma morta per una banale infezione, è anche una scuola materna e fa parte delle nove Opere educative Luigi Giussani nate dalla passione e dalla carità di Rosetta Brambilla, da 30 anni in favela per sostenere le persone più fragili. L’idea di creare la nuova “creche' è nata da un’intuizione di don Pigi Bernareggi, parroco della zona, ed è scaturita proprio da una presa di coscienza diretta dei bisogni della popolazione. Con le Tende di quest’anno, AVSI vuole sostenere l’asilo Gilmara Iris che accoglie 120 bambini di età compresa tra i pochi mesi e i sei anni. Rosetta Brambilla, originaria di Bernareggio, in provincia di Milano, è conosciuta come “la Rosa” e ha trascorso gli ultimi quarant’anni nelle favelas in Brasile. “Le iniziative educative che Rosetta ha aiutato a far nascere e maturare in questi anni - afferma Giorgio Capitanio, responsabile di AVSI a Belo Horizonte - sono un grido alla sacralità della vita, tanto che la parola più usata da Rosetta in questi anni è “olhar', che in italiano significa “guardare'. Guardare, osservare le persone, dare attenzione a quella persona che in quel momento ti sta di fronte, in quell’istante, quel bimbo, quella mamma, vale più di tutto l’universo intero.

  10. Come sostenere la campagna In questi anni la vita di molti bambini è cambiata. Il nostro impegno continua anche con il tuo contributo! Donazioni in denaro Puoi effettuare una libera offerta utilizzando i conti correnti sotto indicati. I contributi saranno utilizzati per finanziare i progetti che ogni anno vengono proposti in occasione della campagna di solidarietà. Decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35 "Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale"pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 62 del 16 marzo 2005 Le liberalità in denaro o in natura erogate da persone fisiche o da enti soggetti all'imposta sul reddito delle società in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all'articolo 10, commi 1, 8 e 9, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, nonche' quelle erogate in favore di associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale previsto dall'articolo 7, commi 1 e 2, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, sono deducibili dal reddito complessivo del soggetto erogatore nel limite dei 2000,00 Euro Banca di Trento e Bolzano c/c n.1-136032/87 Banca di Trento e Bolzano - Via Mantova,19 38100 Trento intestato a EDUS - Educazione e Sviluppo, codice CAB 01801 codice ABI 03240 Unicreditbanca c/c n. 4581604 presso Unicreditbanca - Sede di Gardolo - Trento intestato a EDUS - Educazione e Sviluppo codice CAB 1803 codice ABI 2008 Donazioni on line con carta di credito su www.educazionesviluppo.org Grazie alla collaborazione di Unicreditbanca è possibile in pochi click effettuare un versamento on line con carta di credito con sistema garantito e certificato verisign a favore dei progetti EDUS. Adozioni a distanza on line su www.educazionesviluppo.org Dal nostro sito www.educazionesviluppo.org puoi effettuare in pochi click un’adozione a distanza on line. E’ sufficiente inserire i dati anagrafici del donatore, l’area di preferenza e le modalità di pagamento prescelto. In pochi giorni riceverai la foto del bambino, la sua storia e una breve descrizione delle sua situazione.

  11. Mostra fotografica : Storie dalla Sierra Leone. Per un Natale di speranza La straordinaria presenza di Padre Giuseppe Berton, da 40 anni missionario in Sierra Leone Dal 3 al 10 dicembre 2007 presso la sala espositiva di Palazzo Trentini in via Manci 27 verrà allestita una mostra fotografica che intende illustrare le attività di Padre Giuseppe Berton attraverso le immagini di persone e di opere realizzate dal missionario italiano e dall’associazione locale FHM in quarant’anni di presenza in Sierra Leone. Dal 2003 l'associazione trentina EDUS collabora con padre Berton e FHM alla realizzazione di progetti volti soprattutto all’accoglienza, al recupero e alla formazione scolastica e professionale di ragazzi ex-soldato o di strada. Le immagini esposte mostrano una realtà drammatica e di estremo bisogno, ma documentano anche come una presenza umana intelligente e caritatevole possa far rinascere la speranza e costruire luoghi di accoglienza e di educazione in grado di ridare dignità alla vita umana. La mostra è composta da 50 pannelli divisi in 6 sezioni: 1. Padre Giuseppe Berton: immagini del sacerdote nei luoghi e con le persone della Sierra Leone Nato a Marostica nel 1932 da quarant’anni è missionario saveriano in Sierra Leone. Laureato a Glasgow in filosofia morale e logica. Dal ‘64 al ‘66 comincia la missione in Sierra Leone dove dal 1972 si stabilisce definitivamente. 2. La Sierra Leone: La Sierra Leone è uno dei paesi più poveri del mondo e la situazione si è ulteriormente aggravata in seguito alla guerra civile terminata pochi anni fa. Le donne e i bambini sono le vittime principali della povertà in cui versa il paese, come tragicamente dimostrano i tassi di mortalità, tra i più alti al mondo. Nelle periferie di Freetown i problemi ed i bisogni abbracciano praticamente tutti i settori, dall’assistenza sanitaria, alla possibilità di istruzione, al tasso di disoccupazione altissimo, al degrado sociale dei nuclei famigliari, all’alto tasso di violenza, alla pressoché totale mancanza di servizi. A questa situazione già drammatica si è aggiunta la tragedia degli ex-bambini soldato, bambini e ragazzi rapiti dai ribelli nel corso di incursioni e stragi nei villaggi di appartenenza e costretti con ogni sorta di violenza a combattere e uccidere. L’accoglienza e il recupero di questi bambini è stata per anni la necessità più urgente a cui Padre Berton ha cercato di rispondere fondando a questo scopo un’associazione, il “Movimento Case Famiglia” (Family Homes Movement) 3. Il Family Homes Movement (FHM): Il Family Homes Movement (F.H.M.) è una ONG locale voluta e fondata da Padre Berton, che si occupa dell'assistenza e dell'educazione dei ragazzi e bambini di strada nella città di Freetown in Sierra Leone, attualmente le persone che lavorano a vario titolo per FHM sono 30. Oggi, il Movimento Case Famiglia si prende cura di circa 350 ragazzi di strada sia direttamente attraverso il Centro S. Michael, sia indirettamente tramite famiglie adottive, inoltre gestisce una scuola di base e secondaria con circa 1'000 studenti.

  12. Mostra fotografica : Storie dalla Sierra Leone. Per un Natale di speranza 4. Il centro di prima accoglienza S.Michael Il centro è costituto da una vecchia struttura alberghiera, donata durante la guerra dai vecchi proprietari ad F.H.M., utilizzata come punto di prima accoglienza per i giovanissimi assistiti dall’FHM. Nella fase di prima accoglienza, cura, assistenza e ricerca di famigliari e/o parenti i bambini e ragazzi di strada vengono ospitati ed accuditi presso il centro S. Michael, dove possono frequentare la scuola di base. Attualmente i bambini ospitati sono 40. 5. Le case famiglia. La convinzione che anima l’opera di F.H.M. è che il carattere e la personalità di un ragazzo può formarsi solo nel contesto di una famiglia, pertanto il reinserimento dei bambini e ragazzi di strada avviene attraverso la partecipazione fondamentale delle famiglie adottive e/o affidatarie. FHM gestisce ad oggi 52 family-homes per un totale di circa 350 ragazzi e per la maggior parte distribuite nella capitale Freetown e dintorni. Le case sono condotte da “genitori” che hanno già figli loro ma che sono disponibili ad accogliere altri bambini o ragazzi, mediamente in numero compreso fra i 4 e 6 ragazzi, l’aiuto che viene dato da FHM riguarda la casa ( data in uso gratuito ) e le spese scolastiche dei ragazzi, in alcuni casi interviene per far fronte a spese mediche. La collaborazione e l'aiuto fornito dall'associazione EDUS, dal 2003 ad oggi, ha permesso la costruzione di 12 casette date in uso alle famiglie adottive. 6. “The Holy Family Primary School”. In Sierra Leone solo il 36% dei bambini e ragazzi ha la possibilità di frequentare una scuola. Per far fronte a questa emergenza F.H.M. ha inizialmente provveduto alla realizzazione di una piccola scuola di base ma, col passare degli anni e la crescente richiesta della popolazione locale, si è resa necessaria una struttura in grado di offrire una possibilità di istruzione a un maggior quantità di studenti. Con una prima realizzazione nel 2004 e una seconda nel 2006 è sorta la scuola secondaria e di base “The Holy Family Primary School” che ad oggi ospita 1050 studenti con 45 insegnanti. Aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 – Ingresso libero Foto di Ernesto Dominici. Nato in Uruguay ma discendente da italiani, Ernesto Dominici è arrivato in Italia poco più che ventenne alla ricerca delle sue origini. Da alcuni anni si è trasferito in Trentino. Di professione “viaggiatore”, come ama definirsi, non lascia mai a casa la macchina fotografica. Dieci anni di Africa gli hanno permesso di affinare la qualità delle sue fotografie, per quanto riguarda sia i reportages sui popoli e le loro culture, sia quelli naturalistici. I suoi ultimi lavori lo vedono impegnato a documentare le condizioni di vita dei bambini nelle zone più difficili del mondo, cercando di far conoscere queste realtà e le attività di chi lavora sul campo.

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