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ADHD Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività e la scuola

ADHD Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività e la scuola.

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ADHD Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività e la scuola

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Presentation Transcript


  1. ADHDIl Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività e la scuola Eccoooomiiii!!!! In ritardo, lo so..E' che mentre pensavo, ho inciampato, mi sono rialzato, ho sbagliato strada, ho incontrato un mio amico...Lo so che dovevo venire a scuola, anzi, stavo arrivando poi...c'era il suo cane, l'abbiamo portato al parco....e poi..e poi...Ma ora sono qui!!!!

  2. le frustrazionigli sbagli lo sforzo mentale costantel’attesa del risultato Non tollera……

  3. Il ragazzino ADHD spesso…non programma l’attività non è rivolto verso degli obiettivi non è proteso verso un risultatonon lavora con DETERMINAZIONE non riesce a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo ènon riconosce il livello di difficoltà del compitoè caotico e frettolosonon porta termine la consegna

  4. minacce di punizione oppositività-chiusuranote e rimproveripunizionidisistima di sè Le classiche misure disciplinari sono controproducenti compiti scolasticirifiuto-disinvestimento sospensioneutilità secondaria

  5. Cosa può fare l’insegnante…. NON SI DEVE PENSARE DI DOVER ATTUARE UNA DIDATTICA ED UN INTERVENTO PER L’ALUNNO ADHD E UNO PER LA CLASSE NO!!!!!!!! CAMBIARE LA DIDATTICA E L’ORGANIZZAZIONE DI TUTTA LA CLASSE DIVENTERA’ UN VANTAGGIO PER TUTTI GLI ALUNNI CON O SENZA DIFFICOLTA’

  6. - instaurare delle routine- stabilire delle regole - offrire informazioni di ritorno L’insegnante può:

  7. L’insegnante deve: • ISTRUIRE SEMPRE LA CLASSE SUL COMPORTAMENTO DA ADOTTARE CON IL COMPAGNO ADHD • COINVOLGERE I COMPAGNI NEL PROGRAMMA EDUCATIVO CON ATTIVITA’ DI TUTORING O APPRENDIMENTO COOPERATIVO

  8. Instauraredelle routine • Tutte le regolarità e le scadenze prestabilite lo aiutano a comprendere • cosa • come • quando…. Più routine si realizzano meno instabile sarà il comportamento

  9. ESEMPI di routine • ingressoin classe ad un’ora fissa • routine di inizio lezione (prendere visione di tutto il materiale utile per la lezione) • presentazione delle attività della giornata • scansione dei tempi di lavoro • pause concordate • dettatura compiti per casa e controllo • routine di saluto e di uscita a fine lezione

  10. Stabilire delle regole • avere regole chiare e conosciute da tutti … • aiuta ad organizzare i propri spazi e i tempi • a sapere in anticipo quali azioni sono errate • a prevedere con anticipo esiti e conseguenze

  11. REGOLE della CLASSE • regole condivise • discutere con i ragazzi le regole da ratificare • dando loro la possibilità di approvarle e/o modificarle • le regole devono essere proposizioni positive e non divieti • devono essere semplici ed espresse chiaramente • devono descrivere azioni in modo operativo • dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati • devono essere poche (5/8)

  12. Proposte e non divieti • Vietato alzarsi dal posto prima del suono della campana • Vietato parlare senza avere alzato al mano • Alzarsi dal posto appena la campana suona • Tenere alzata la mano per 5 secondi per chiedere la parola

  13. CARTELLONE DELLE REGOLE CARTELLONE MENO EFFICACE NON SI DEVE PARLARE SENZA ALZARE LA MANO DURANTE LA RICREAZIONE NON SI DEVE CORRERE NEI CORRIDOI PER USCIRE DALL’AULA SI DEVE IN FILA PER DUE E ASPETTARE CHE TUTTI SIANO PRONTI CARTELLONE PIU’ EFFICACE QUANDO VUOI PARLARE RICORDA DI ALZARE LA MANO CAMMINA LENTAMENTE NEI CORRIDOI PREPARATI IN FILA AL SUONO DELLA CAMPANELLA

  14. STABILIRE I TEMPI DEL LAVORO • i ragazzi con ADHD sono poco abili nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà • abituarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere sempre più efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro

  15. Tempi di lavoro Tempo medio Molto tempo Pochissimo tempo Poco tempo Difficoltà Alla mia portata Difficile Facile

  16. CONSEGUENZE PER L’APPRENDIMENTO • FALLIMENTO IN TUTTI I COMPITI CHE • RICHIEDONO ABILITA’ ORGANIZZATIVE • RIFIUTO DEI LAVORO LUNGHI ANCHE SE SEMPLICI • DIFFICOLTA’ E O IMPOSSIBILITA’ A PRENDERE APPUNTI • DIFFICOLTA’ NEL LAVORO DI GRUPPO

  17. CONSEGUENZE PER L’APPRENDIMENTO • DIFFICOLA’ DI LETTURA ( DISLESSIA IN COMORBIDITA’) • DISORTOGRAFIA- DISGRAFIA • DIFICOLTA’ DI TESTI SCRITTI A CAUSA DEI PROBLEMI LINGUISTICI E DI PROBLEM SOLVING • DIFFICOLTA’ DI COMPRENSIONE DELTESTO SCRITTO ( PER LE DIFFICOLTA’ DECIFRATIVE E L’INIBIZIONE DEI DATI INIFLUENTI)

  18. DIFFICOLTA’ NELL’ESPOSIZIONE DELLE MATERIE ORALI • DIFFICOLTA’ NELLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI MATEMATICI • DIFFICOLTA’ DI MEMORIZZAZIONE E DI RICHIAMO • DELLE CONSEGUENZE PREGRESSE

  19. Offrire informazioni di ritorno • spiegare perché si è verificata una determinata conseguenza • dare chiare indicazioni sul grado di correttezza del suo comportamento • riflettere sulle alternative

  20. Lezione efficace • seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio dell’ora • usare tempi di lavoro corretti (non troppo lunghi) • presentare l’argomento in modo stimolante (con figure, audiovisivi, ponendo interrogativi) • strutturare il più possibile i compiti rendendo esplicite le procedure per il loro svolgimento • usare un tono di voce variato, vivace • alternare compiti attivi, che richiedono ai ragazzi di interagire e compiti passivi (l’ascolto di una spiegazione)

  21. In particolare • accorciare i tempi di lavoro spezzettando un lavoro lungo con delle pause • ricorrere spesso al canale visivo • far ripetere al ragazzo le informazioni rilevanti

  22. Organizzazione Della Classe • 􀂄 Tenere presente la disposizione dei banchi: • “Dalla cattedra vedo il bambino?” “Posso raggiungerlo in breve tempo?” “Quali compagni ha vicino?” “Quali sono le condizioni di luce?” • Tenere sotto controllo i possibili distrattori • Cartelloni, cestino, tavoli con materiale ludico, compagni vivaci • Tenere sotto controllo il tempo • Orologio nella classe

  23. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO SCOLASTICO • E’ necessario utilizzare strategie per mantenere l’attenzione focalizzata sul compito: • Suddividere il compito e introdurre brevi pause permettendo al bambino di ricaricarsi • Concordare dei segnali comprensibili soltanto al bambino e all’insegnante per segnalare la perdita di concentrazione • Avviare il bambino a procedure di autocontrollo sul proprio prodotto scolastico: “caccia all’errore”

  24. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO SCOLASTICOAttenzione alle consegne • Curare la comprensione delle consegne scritte • Accertarsi che esse siano comprese nella loro interezza. • Utilizzare nelle consegne complesse diagrammi di flusso esemplificativi • Aiutare il bambino per la scrittura dei compiti a casa • Dettare i compiti in un momento prestabilito non al suono della campanellaVerificare che il bambino stia scrivendo. • Se necessario avvicinarsi al banco durante la dettatura

  25. .........dunque…. COSA PUÒ FARE L’INSEGNANTE? • Lavorare sull’organizzazione della classe • Mantenere attiva l’attenzione • Gestire efficacemente le consegne • Pianificare il lavoro didattico • Gestire i momenti di transizione e il tempo libero • Coinvolgere la classe

  26. Tecniche specifiche di intervento psico-educativo e comportamentale

  27. Uso di rinforzatori da parte degli insegnanti UnRINFORZATOREpositivo è un evento che quando compare immediatamente dopo un comportamento, induce l’aumento della frequenza di quel comportamento, rendendolo più frequente e probabile in futuro. Vi sono diverse categorie di rinforzi: - di consumo - tangibili - dinamici - simbolici - sociali

  28. Per l’utilizzo del rinforzo • scelta del comportamento da incrementare • scelta del rinforzatore • applicazione del rinforzo • attenuazione

  29. COSTO della RISPOSTA al comportamento inadeguato segue la perdita di un privilegio o di un’attività gradevole • relazione equa tra punizione e gravità dell’azione • devono essere chiariti al ragazzo i motivi per cui ha perso il privilegio e si devono fornire indicazioni su quale potrebbe essere il comportamento positivo da seguire in futuro

  30. CONSEGUENZE SOCIALI • DIFFICOLTA’ DI RELAZIONE CON I COMPAGNI • SCARSA SOCIALIZZAZIONE • SOLUTUDINE

  31. MODELING Viene presentato l’esempio di un dato comportamento osservare un modello competente che svolge un’azione può essere un aiuto molto efficace ad eseguire l’azione in modo analogo L’INSEGNANTE FUNGE DA MODELLO RINFORZARE subito i tentativi di imitazione sufficientemente conformi al modello

  32. Autoregolazione cognitiva ed Autoistruzione verbale Insegnare abilità di autoregolazione permette: - di mantenere nel tempo le capacità che l’alunno ha acquisito - generalizzare le proprie competenze a situazioni diverse da quelle iniziali L’AUTOREGOLAZIONE è mediata dal linguaggio che ha una funzione di regolatore del comportamento e del pensiero Questa capacità di regolazione può essere insegnata o aumentata attraversoL’AUTOISTRUZIONE VERBALE

  33. Primo programma psicoeducativo basato sull’autoregolazione (Douglas, 1972) Utilizzo di tecniche di CBT (rinforzo, costo della risposta, modeling) (Kendall e Braswell, 1985) “Fermati, guarda e ascolta”

  34. Approccio autoregolativo 5 fasi cosa devo fare considero tutte le possibilità fisso l’attenzione scelgo la risposta controllo la risposta Tecniche di autoistruzione verbale

  35. COLLABORAZIONE SCUOLA-FAMIGLIA • Comunicazione tempestiva delle difficoltà presentate dall’alunno • Descrizione dei comportamenti non diagnosi • Condivisione strategie progetto educativo-didattico • Incontri mensili con la famiglia e massimo bimestrale con il terapista

  36. CONCLUDENDO

  37. Seguendo queste indicazioni l’insegnante diventerà stimolo positivo il che condurrà ad una CRESCITA DELLA MOTIVAZIONE La crescita della motivazione condurrà a sua volta ad una MIGLIORE FOCALIZZAZIONE

  38. LA SPIRALE POSITIVA MANTENERE IL CONTATTO VISIVO COINVOLGERE RICONDURRE AL COMPITO DA SVOLGERE INCORAGGIARE CRESCITA DELLA MOTIVAZIONE INDIVIDUARE I PUNTI DI FORZA STRUTTURARE

  39. Crescita dell’autostima Miglioramento delle prestazioni Migliore focalizzazione Crescita della motivazione

  40. Migliora la percezione di sé e la capacità di autoanalisi Miglioramento della competenza relazionale Ulteriore miglioramento delle prestazioni Crescita dell’autostima

  41. Come avviene l’evoluzione scolastica di un bambino ADHD non sottoposto a terapia SPIRALE NEGATIVA Recezione indiscriminata degli stimoli con fragilità del filtro recettivo e fragilità nel controllo degli impulsi Percezione alternante, breve durata dell’attenzione, sbadatezza per ridotta capacità nel dosaggio di energia, rapido aumento del livello di irritabilità Rendimento inadeguato Il bambino non capisce: rifiuto iroso o chiusura permalosa Critica, ammonizione, rimprovero, richiesta Il bambino non capisce: aumento dell’irritazione, diminuzione della motivazione Minaccia di punizione, arrabbiature, incomprensione, impotenza

  42. Strategie di difesa: fare il buffone, fare i versi, provocare, discutere, pretendere, svignarsela, mentire Aspre critiche, esclusione, punizione, etichettatura, brutte figure Ulteriore aumento dell’irritazione e perdita della motivazione Insuccesso scolastico Aspre critiche, rimproveri, attribuzione della colpa, punizione, esclusione, etichettatura, brutte figure Si rafforzano le strategie di difesa, aumenta l’insuccesso, complesso d’inferiorità, disistima verso se stesso

  43. …quando un insegnante ha un sospetto di ADHD… Deve cercare di creare un rapporto di collaborazione e fiducia con i genitori del bambino e proporre loro di richiedere consulenza presso i servizi territoriali o presso altri specialisti, per ottenere approfondimenti che permettano di definire il quadro clinico del bambino

  44. CONCLUSIONI Trattare adeguatamente l’ADHD significa andare oltre la riduzione dei sintomi di inattenzione, iperattività, impulsività Trattare adeguatamente l’ADHD significa occuparsi di tutti gli aspetti della vita del paziente cm

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