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Mamet. David Mamet - “I tre usi del coltello”, pag. 104/106. Attrazioni (Ejzenstein). S. M. EJZENSTEJN - “Il montaggio”, pag. 228. Amiel - pubblicità. Oggi non sono molti i generi cinematografici, nel senso proprio del termine, che elaborano discorsi. (…)

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Presentation Transcript


  1. Mamet David Mamet - “I tre usi del coltello”, pag. 104/106

  2. Attrazioni (Ejzenstein) S. M. EJZENSTEJN - “Il montaggio”, pag. 228

  3. Amiel - pubblicità Oggi non sono molti i generi cinematografici, nel senso proprio del termine, che elaborano discorsi. (…) Al contrario, con il cinema pubblicitario siamo in presenza di un discorso che cerca di rappresentare il mondo secondo finalità precise (…). I film pubblicitari costruiscono dimostrazioni: sono film di propaganda nel senso proprio del termine (…). In effetti, confrontando il cinema pubblicitario con ciò che dicevamo prima del cinema sovietico, si nota che funziona secondo uno stesso principio dialettico. Vincent Amiel, “Estetica del montaggio”, p. 104 e 107

  4. La congiura dei Boiardi (…) è un film organizzato ancora per accostamenti, ma seguendo uno sviluppo narrativo omogeneo. E’ meno essenziale la concezione radicale degli accostamenti come creazione di senso, semmai tutto questo è parte di un linguaggio complessivo, dove l’attacco è allo stesso tempo momento di congiunzione per la continuità di spazio, di tempo e per la scansione espressiva. (…) Il sonoro nel cinema porta una sostanziale innovazione. (…) Si può raccontare in modo diverso, scegliere una strada più narrativa, meno emblematica. (…) La partecipazione dello spettatore è più diretta, meno ideologica, portata a un’identificazione delle situazioni raccontate. Attrazioni (Perpignani) R. Perpignani, “Dare forma alle emozioni” Ed. Falsopiano, pag. 179

  5. Coppola

  6. MONTAGGIO come COSTRUZIONE Montaggio come costruzione CONCATENAZIONE / ALTERNANZA ACCUMULO RICORSIVITA’ MULTIMEDIALITA’

  7. Ricorsivita Douglas Hofstadter, “Gödel, Escher, Bach”, p. 137-139

  8. Anguissola 1 1° livello Sofonisba Anguissola dipinge… 2° livello … Sofonisba Anguissola che dipinge… 3° livello … una “madonna con bambino”. Sofonisba Anguissola. “Autoritratto”, datato 1556

  9. Anguissola 1a 1° livello (a) NOI GUARDIAMO… (oggi) 1° livello (b) Sofonisba Anguissola dipinge… (nel 1556) 2° livello … Sofonisba Anguissola che dipinge… 3° livello … una “Madonna con bambino”. Sofonisba Anguissola. “Autoritratto”, datato 1556

  10. Anguissola 2 1° livello (a) NOI GUARDIAMO… (oggi) 1° livello (b) Sofonisba Anguissola dipinge… (nel 1559) 2° livello … Bernardo Campi che dipinge… 3° livello … Sofonisba Anguissola. Sofonisba Anguissola. “Berbardo Campi ritrae Sofonisba Anguissola”, datato 1559

  11. Anguissola 2a 1° livello (a) NOI GUARDIAMO… (oggi) 1° livello (b) Sofonisba Anguissola dipinge… (nel 1559) 2° livello … Bernardo Campi che dipinge… 3° livello … Sofonisba Anguissola. Sofonisba Anguissola. “Berbardo Campi ritrae Sofonisba Anguissola”, datato 1559

  12. Escher Maurits Cornelis Escher. “Mani che disegnano”, 1948

  13. Truffaut 1° livello Truffaut F. Truffaut dirige “Effetto Notte”, dove… T. regista 2° livello F. Truffaut e Nathalie Baye in una foto di scena di “Effetto Notte”, 1973 T. Attore che interpreta il ruolo di regista F. Truffaut dirige “Vi presento Pamela”

  14. Il punto di vista di Amiel: oltre il découpage Punto di vista di Amiel Montaggio narrativo Montaggio discorsivo Montaggio per corrispondenze

  15. Montaggio narrativo Mont. narrativo Ancora oggi, chiaramente, la maggior parte dei film utilizza la convenzione secondo la quale le immagini che si susseguono raccontano una storia, partecipano al progetto di un racconto. (…) Ma ciò che è diventato un semplice riflesso - attendere che la successione delle inquadrature racconti una storia o faccia parte, semplicemente, di una sequenza narrativa - ha dovuto prima di tutto imporsi a un pubblico che non vi era preparato. (…) Racconto “trasparente”, necessità della continuità ricondotta alla diegesi stessa, sono tutte qualità del découpage/montaggio che mostrano con quanta autorità esso si sia imposto, agli spettatori come agli esegeti, fino a nascondere i suoi stessi presupposti. Vincent Amiel - “Estetica del montaggio”, pag. 33, 34, 44.

  16. Montaggio discorsivo Mont. discorsivo Esiste un’altra forma di montaggio che, senza funzionare in maniera mimetica, tenta di dimostrare delle relazioni, di organizzare dei significati che non sono evidenti. Lo chiameremo montaggio significante, perché, utilizzando le forme del discorso, propone un mondo da costruire, nel cui flusso non è più sufficiente abbandonarsi. (…) Giustapponendo due realtà a priori prive di denominatore comune, questo montaggio che “diventa discorso” (…) costringe ciascuna di queste realtà ad assumere un senso nuovo, a farsi guardare altrimenti, a entrare in una logica di significazione differente. (…) I diversi momenti del film, le inquadrature o le immagini, le linee o i suoni, non sono più riferiti a una totalità formata dal film, ma a una entità che li riguarda in proprio. (…) Il montaggio consiste allora proprio nell’associare queste entità, cioè nel valorizzarle in quanto tali nel momento stesso in cui le mette a confronto. Il discorso, che utilizza ogni inquadratura come elemento significante, ha la natura di un collage “intellettuale”. (…) E’ una vera e propria estetica del frammento che questo tipo di montaggio predispone. Vincent Amiel - “Estetica del montaggio”, pag. 81-83.

  17. Montaggio per corrispondenze Mont. Per corrispondenze “Accostare le cose che non sono ancora mai state accostate e non sembravano predisposte a esserlo”, scrive Robert Bresson. Il cineasta, da quel gran poeta che è, allude a una forma di montaggio diversa da quella di cui abbiamo parlato finora. Un montaggio “senza rete”, senza risorse narrative o intellettuali, senza giustificazione esterna. (…) Entriamo in un campo delicato, in cui la forma e lo stile hanno più importanza del contenuto. (…) Non essendo più tenuto ad articolare la rappresentazione di un’azione, né la logica di un ragionamento, quale piega può prendere, quale scansione gli si può chiedere di produrre? (…) Si impongono allora due termini: ritmo e rime. (…) Se gli stacchi possono dare il ritmo, gli echi tra le inquadrature possono, dal canto loro, dare delle rime: ripetizioni sporadiche, similitudini approssimative, sensazioni che aprono alla memoria uno spazio differente e proiettano in altri luoghi che tornano a palpitare. Vincent Amiel - “Estetica del montaggio”, pag. 128-132.

  18. Tabella Amiel Vincent Amiel - “Estetica del montaggio”, pag. 27

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