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Lezioni di diritto mussulmano Prof. Giovanni Cimbalo Il waqf o hubus A.A. 2010/2012

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  1. Lezioni di diritto mussulmano Prof. Giovanni Cimbalo Il waqf o hubus A.A. 2010/2012

  2. Con il termine waqf si indica un bene in manomorta, ossia una fondazione pia islamica il cui fine precipuo, oltre a manifestare la pietas del singolo, è di garantire la conservazione del bene e la sua inalienabilità. Il termine, nella lingua araba ha il significato di “arrestare, immobilizzare, fermare”. Definizione

  3. La costituzione di hubus o waqf è una liberalità o concessione gratuita di usufrutto, intesa a far opera grata a Dio (“qurbah“) con la peculiarità che si rinuncia solo al godimento della cosa ( “manfa‘ah” ), salva restando la proprietà di cui rimane investito il costituente, secondo i Malichiti, o Dio secondo gli Hanafiti. Definizione

  4. All’interno del waqf si riscontrano due sottocategorie: i waqf di beneficenza o pubblici e i waqf familiari o privati. I primi possono essere terre o negozi che il proprietario destina a fondazioni religiose o a costruzioni di interesse pubblico, rendendoli così inalienabili. Il reddito del waqf familiare, invece, è assegnato ai figli o ai discendenti del donatore e, in caso di estinzione della sua stirpe, spetta ai poveri o alle fondazioni pie. Sabrina Mervin “L’islam. Fondamenti e dottrina. Le Origini

  5. I giuristi arabi ritengono che il waqf sia un istituto puramente musulmano, sorto completo in ogni sua parte dalla mente del Profeta. Tutti gli studiosi concordano nel ritenere che il waqf, come altri istituti islamici, sia il prodotto della fusione di vari elementi di diversa provenienza amalgamatisi nella storia dell’islam. Le origini

  6. Il Waqf o hubus deriverebbe dalle regole che disciplinavano le res sacrae e le aedes sacrae presso i Romani. l’istituto ha subito fortemente l’influenza del diritto romano - bizantino e precisamente della legislazione che regolava le piae causae. Le origini

  7. Secondo la dottrina musulmana, il potere temporale non aveva il dovere di assistere i poveri, ma solo quello di assicurare l’ordine pubblico. Perciò venne creato il waqf che fin dalle origini appare come il principale strumento con cui, non solo sovrani e alti funzionari, ma anche ricchi commercianti e proprietari terrieri, fornivano per sé e per i propri concittadini servizi pubblici basilari. Utilità e fini dei waqf

  8. il primo ospedale islamico (86 Egira) venne fondato a Damasco con lo scopo di curare gli ammalati di malattie croniche come la lebbra, oppure gli affetti da cecità o in generale i poveri che non potevano permettersi un’assistenza medica. Si trattava di una struttura sanitaria che, rispetto alla maggior parte dei sistemi sanitari vigenti all’epoca nel mondo, era universale, aperta a tutti e completamente gratuita. La sua costruzione fu resa possibile proprio grazie alla pratica del waqf. Esempi di waqf

  9. Le donazioni del waqf venivano destinate anche alla edificazione e manutenzione di moschee dove non solo gli studenti, ma anche i rifugiati trovavano alloggio e ospitalità e dove ogni giorno si sfamavano centinaia di fedeli. Un esempio tra tutte è la Moschea di Abramo in Palestina. Esempi di waqf

  10. I proventi del waqf vennero utilizzati anche per la costruzione di scuole ordinarie. Le prime scuole edificate grazie al waqf sorsero in Iran, Iraq, Siria ed Egitto tra i secoli XI e XII e le donazioni waqf coprivano anche il salario degli insegnanti, le spese di vitto e alloggio, istruzione e abbigliamento dei ragazzi. Waqf e welfare islamico

  11. il hubus offre un mezzo agevole di eludere le prescrizioni coraniche in materia di successione Costituendo i suoi beni in fondazione a favore di uno o più discendenti, infatti, un padre di famiglia aveva modo di conservare il patrimonio nella linea maschile a detrimento delle figlie o degli eredi più remoti che il Corano aveva chiamato alla successione. Waqf e successioni

  12. Il sistema del waqf rappresentò una tacita intesa tra i governanti e i loro sudditi più benestanti, in quanto i governanti si impegnavano a lasciare determinate proprietà in mani private e in cambio i fondatori di un waqf accettavano di erogare alcuni servizi sociali, sollevando quindi lo Stato dalla responsabilità di doverli fornire. Funzione sociale dei waqf

  13. La Palestina, la Siria e la Mesopotamia vedevano il proprio territorio ricoperto di conventi ed istituti ecclesiastici la cui condizione giuridica era stata disciplinata in modo sufficientemente dettagliato dal diritto romano - bizantino. Tali edifici, a seguito dell’invasione araba, caddero sotto il possesso musulmano. Quindi, anche l’esperienza già maturata dai popoli cristiani, contribuì alla diffusione del waqf. Waqf ed enti ecclesiastici

  14. il waqf influì nello sviluppo economico delle società musulmane. Caravanserragli, bazar, depositi e altri impianti connessi direttamente al commercio e all’artigianato erano molto spesso finanziati dalle classi al potere attraverso i waqf. Le autorità e le elites fecero un uso del waqf che fuoriusciva dagli intenti caritatevoli e solidali propri dell’islam. I waqf vennero utilizzati al fine di rafforzare l’influenza sul popolo e di mantenere il controllo sulla massa della popolazione: quando essi venivano istituiti dalle dinastie regnanti, gli stanziamenti e i benefici venivano assegnati a soggetti rappresentativi dei ceti abbienti. Funzione e gestione dei waqf

  15. L’istituto subì una prima fondamentale modifica: ne derivò un secondo tipo di waqf detto difamiglia e noto al mondo musulmano con l’appellativo di waqf Ahlì. Tale nuova forma, prevedeva la possibilità per il fondatore di devolvere l’utilità del bene ai propri discendenti e, solo con la loro estinzione, allo scopo pio. Inizialmente il giurista Abu Hanifa, fondatore della omonima scuola, osteggiò fortemente la diffusione di tale tipo di waqf in quanto lo riteneva lesivo dei diritti degli eredi necessari. Il waqf di famiglia

  16. L’ImmamHanifa riconobbe il waqf Ahli nella forma di donazione vitalizia tra vivi, sempre revocabile da parte del costituente e caduca con la sua morte. Allo stesso modo ritenne valido tale tipo di waqf come atto di ultima volontà equiparato ad un legato, cioè ad una liberalità mortis causa, revocabile, con l’obbligo però di rientrare entro la quota disponibile dei beni così come fissata dalle norme coraniche. Evoluzione del waqf di famiglia

  17. il primo tipo di waqf, detto di beneficenza, è il più diffuso Già dalla sua denominazione, si può cogliere la sua funzione. Il waqf kahyrì nasce infatti per permettere la soddisfazione di uno scopo pio mediante un’immobilizzazione di beni patrimoniali. L’invito di Maometto nel Corano a compiere opere di carità è perciò completamente realizzato con questo primo tipo di waqf che appare come la fusione del sentimento religioso con l’elemento economico. Tipi di waqf: il waqf kahyri

  18. Nella struttura dell’istituto bisogna distinguere i seguenti arkan (lett. colonne): il costituente (al-waqif), l’oggetto costituito in waqf (al-mawquf), lo scopo pio (qurbah) e i devolutari (al-mawquf ‘alayhi) Tipi di waqf

  19. Il costituente deve essere un uomo libero Deve essere di relgione mussulmana. L’apostasia anche sopravvenuta è causa di nullità Il fondatore deve essere capace di dichiarare la propria volontà. Così è considerato incapace l’impubere che non può aggirare il limite nemmeno con l’intervento di un tutore. Stessa limitazione vale per i pazzi e i prodighi Elementi costitutivi de waqf

  20. Relativamente alla donna maritatai c’è una diversa posizione delle varie scuole sunnite. Secondo gli hanafiti la donna maritata può costituire in waqf la totalità dei suoi beni. Per i malikiti invece la donna può donare e compiere atti di liberalità che eccedano il terzo del suo patrimonio solo con l’autorizzazione del marito. Donna e costituzione dei waqf

  21. Il bene deve essere lecito e puro. Si tratta di un’applicazione in materia di waqf di quella distinzione tra cose pure e impure che è di natura religiosa ma che in diritto musulmano ha notevoli effetti giuridici, data la connessione tra diritto e religione. Requisiti del bene waqf

  22. Solo un bene avente natura patrimoniale può essere oggetto di waqf. Da ciò si deduce cle la dottrina musulmana considera la proprietà dal punto di vista strettamente economico e cioè sotto l’aspetto dell’utilità, distinguendo le cose utili da quelle inutili. L’utilità però deve essere durevole.Non può essere costituto un waqf che abbia ad oggetto un bene consumabile. Requisiti del bene waqf

  23. L’oggetto da destinare al waqf deve essere determinato, per evitare dubbi. Ia determinazione va fatta dal costituente all’atto di costituzione del waqf e non in un momento successivo. Il requisito dell’oggetto che comporta maggiori difficoltà è sicuramente quello concernente la sua disponibilità, giuridica e di fatto. Il principio generale è che il costituente deve essere proprietario del bene e quindi poterne disporre Requisiti del bene waqf

  24. Per determinare la validità o meno della costituzione di un waqf, la dottrina mussulmanafa una triplice ripartizione. scopi propri dell’islamismo (come la costruzione di una moschea) che possono essere soddisfatti solo dai fedeli musulmani. scopi propri e caratteristici delle religioni diverse dall’islamismo (come la costruzione di una chiesa cristiana o di una sinagoga ebraica) che sono considerati scopi illeciti con la conseguente nullità del waqf. scopi distinti dagli altri due e comuni tanto all’islamismo quanto alle altre religioni (come ad esempio il sentimento di carità) che possono essere compiuti sia dai musulmani che dai non musulmani. Lo scopo pio del waqf

  25. Sono coloro ai quali spetta il reddito del bene il cui valore capitale è immobilizzato per uno scopo pio, la norma fondamentale è che la designazione spetta al costituente. Questi è libero nella scelta che può ricadere sia su persone fisiche che su collettività. Si discute per esempio se sia valido il waqf a favore dei ricchi e in proposito lo sciafita an-Nawawi è propenso ad una risposta affermativa perché è così sostenuto dalla dottrina dominante. Un’altra questione particolare è quella relativa alla possibilità di costituire un waqf a profitto di un’opera non ancora esistente.Ha finito per prevalere l’opinione favorevole perché considerata quella più rispondente alle finalità dell’istituto. I devolutari del waqf

  26. Abbiamo scelto di concentrare l’attenzione sul wafq Khayri per i suoi fini sociali. I giuristi musulmani favoriscono la costituzione di questo tipo di waqf in quanto appartiene alla categoria degli atti raccomandati dalla religione islamica. Come conseguenza qualora il waqf khayri venga a mancare di qualche requisito viene ugualmente affermata la sua validità. Ed è questo certamente uno dei fattori che ha permesso la sua rapida diffusione. Considerazioni finali sul wafq khayri

  27. Il waqf Ahli o di famiglia: tale tipo di waqf consente di eludere le norme coraniche in materia di successione. Inizialmente avversato si dovette poi riconoscere che essocostituiva una concreta possibilità per soddisfare esigenze fortemente sentite all’interno del popolo musulmano. Fu così che il nuovo istituto ottenne il riconoscimento da parte di tutte le scuole sunnite e si diffuse così rapidamente, tanto da divenire il waqf per antonomasia. Altri tipi di waqf: il waqf Ahli

  28. La sua caratteristica principale, rispetto al tipo precedente, consiste nella possibilità che la manf’a dei beni costituiti in waqf, prima di essere destinata alla scopo pio, sia assegnata a determinate categorie di persone fisiche, soprattutto appartenenti alla famiglia del costituente (da cui il nome stesso dell’istituto) o anche estranei. Nella struttura del waqf Ahli vengono perciò distinte due diverse categorie di beneficiari : l’una designata con il nome di “beneficiari intermedi“, l’altra con quello di “beneficiari devolutari”. Caratteristiche del waqf Ahli

  29. La scelta dei beneficiari intermedi è rimessa alla volontà del costituente. La scelta può ricadere sia su persone della propria famiglia (tutti i propri figli, solo alcuni di essi, la discendenza maschile e femminile fino alla estinzione completa) sia su estranei. Si può dire che il principio generale, in questa materia, è che ogni individuo, dotato della necessaria capacità, può essere indicato come beneficiario intermedio. I beneficiari intermedi

  30. Oltre alla scelta dei beneficiari il costituente è anche lasciato libero di stabilire l’ordine di chiamata degli stessi. Può optare per la chiamata simultanea o successiva adoperando due espressioni distinte nell’atto costitutivo. Nel primo caso, basta unire i nomi dei beneficiari con la congiunzione araba che corrisponde al nostro “e”, nel secondo caso invece i nomi sono separati dall’espressione araba traducibile con il termine italiano “dopo”. Ma la libertà attribuita al fondatore si estende fino a ricomprendere anche la possibilità di decidere la misura di partecipazione dei beneficiari alla rendita del waqf. Può di conseguenza verificarsi che il costituente stabilisca che ai maschi spetti una quota uguale a quella delle femmine permettendo così di raggirare la regola, assai diffusa in tutto il mondo orientale, secondo la quale il maschio ha diritto ad una quota successoria doppia rispetto a quella delle femmine. A partire dall’inizio del Novecento, è stato reso invalido e proibito nella maggior parte dei paesi arabi. Caratteristiche del waqf Ahli

  31. Le piae causae romano-cristiane, il charitable trust anglo-sassone e il waqf khayrì musulmano possono essere considerati tre esempi di istituti aventi la medesima funzione e cioè quella di regolare e favorire la destinazione giuridica di determinati mezzi economici al soddisfacimento di fini utili alla società, anche oltre l’esistenza della persona fisica che li ha posti in essere. causae piae, charitable trust e nel waqf khayrì.

  32. Le causae piae, il charitable trust e il waqf kahyrì scaturiscono da un atto di liberalità del costituente che vuole destinare dei beni ad uno scopo avente caratteri tali da poter essere rispettivamente qualificato pia causa o charitable purpose o qurbah. Va aggiunto poi che, con tale atto, il costituente immobilizza i beni oggetto dell’istituto e ne devolve il godimento a dei beneficiari. Elementi comuni

  33. A) Il costituente. Con riguardo a tale primo elemento, si deve dire che, sia nelle causae piae che nel charitable trust e nel waqf khayrì, il costituente è il soggetto la cui volontà è decisiva non solo per la nascita, ma anche per la vita di ciascuno dei tre istituti giuridici paralleli. B) L’oggetto. Il secondo elemento necessario per la valida costituzione e la vita di tutti e tre gli istituti è la cosa in senso giuridico. C) Lo scopo. Affinché si abbia una causa pia o un charitable trust o un waqf khayrì occorre che la destinazione dei beni sia fatta per il raggiungimento di uno scopo specifico che possa essere qualificato come un fine che abbia un’utilità sociale. D) I beneficiari. Strettamente connesso con l’argomento concernente lo scopo è quello relativo ai beneficiari delle causae piae, del charitable trust e del waqf khayrì. Nei tre sistemi giuridici essi sono direttamente o indirettamente designati dal costituente in relazione allo scopo da lui indicato nell’atto costitutivo. Elementi costitutivi

  34. L’analisi comparata del waqf testimonea delle permeabilità tra i sistemi giuridici Le affinità tra i tre ordinamenti non sono casuali ma dipendono dal ruolo che essi assegnano allo Stato in relazione all’erogazione di servizi pubblici In questa prospettiva dobbiamo guardare al diritto mussulmano non come un diritto arcaico ma come una opzione giuridica in grado di rispondere a suo modo ad esigenze attuali Alcune considerazioni finali

  35. Nella prossima lezione analizzeremo il rapporto tra Zakat e waqf soprattutto la dove questi due istituti non hanno una gestione statale soffermandoci in particolare su ciò che avviene nel contesto non islamico, ovvero nell’Islam europeo. Prospettive di lavoro

  36. Prof. Giovanni Cimbalo giovanni.cimbalo@unibo.it e-mail della Cattedra ecclesiastico@zeus.giuri.unibo.it Redattore luca.piccini@unibo.it Grazie

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