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Gli appelli palestinesi BDS e PACBI

ISM-Italia Corso di formazione per attivisti “in e per” la Palestina Milano, 17-18 marzo 2012 a cura di Diana Carminati. Gli appelli palestinesi BDS e PACBI. L’appello BDS - 1. 2001. Conferenza di Durban contro il razzismo: denuncia delle politiche razziste di Israele

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Gli appelli palestinesi BDS e PACBI

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Presentation Transcript


  1. ISM-ItaliaCorso di formazione per attivisti “in e per” la PalestinaMilano, 17-18 marzo 2012a cura di Diana Carminati Gli appelli palestinesi BDS e PACBI

  2. L’appello BDS - 1 • 2001. Conferenza di Durban contro il razzismo: denuncia delle politiche razziste di Israele • 2003. Movimento antiguerra mondiale denuncia i legami della guerra USA in IRAK • Settembre 2004. Beirut Conferenza del movimento antiguerra e antiglobalizzazione: appello contro la politica israeliana. Decisa una campagna di boicottaggio • Nel gennaio 2005 una ong palestinese OccupiedPalestine and Syrian Golan HeightsAdvocacyInitiative (OPGAI) presenta un appello per il BDS contro Israele al V° Forum Sociale di Porto Alegre. • Il 9 luglio 2005, nel primo anniversario del parere consultivo della Corte internazionale di giustizia di Ginevra contro la costruzione del Muro in Cisgiordania, i rappresentanti di 172 organizzazioni della società civile palestinese, che rappresentavano le tre parti integranti del popolo di Palestina: i profughi palestinesi in altri paesi, i palestinesi sotto occupazione e i palestinesi cittadini di Israele, sottoscrivono il seguente appello:

  3. L’appello BDS - 2 • “(….) Noi, rappresentanti della società civile palestinese, chiediamo alle organizzazioni internazionali della società civile e agli uomini di buona volontà di tutto il mondo di imporre ampi boicottaggi e realizzare iniziative di disinvestimento contro Israele simili a quelle applicate al Sud Africa nel periodo dell’apartheid. Noi facciamo appello a voi perché facciate pressione sui vostri rispettivi stati per imporre embargo e sanzioni contro Israele. Noi invitiamo anche gli israeliani di buona volontà a sostenere questa richiesta nell’interesse della giustizia e di una pace efficace” • “Queste misure punitive non violente dovrebbero essere mantenute fino al momento in cui Israele farà fronte ai suoi obblighi di riconoscere il diritto inalienabile del popolo Palestinese all’autodeterminazione e di rispettare completamente le indicazioni del diritto internazionale.”

  4. I tre diritti di base • Ponendo termine alla occupazione e alla colonizzazione di tutte le terre arabe e smantellando il Muro • Riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini Arabo-Palestinesi di Israele alla piena uguaglianza • Rispettando, proteggendo e promuovendo i diritti dei profughi palestinesi al ritorno nelle loro case e nelle loro proprietà come stabilito nella risoluzione 194 dell’ONU

  5. Le adesioni in Europa e nel mondo • All’Appello aderirono successivamente, nei primi anni 2006-2008, molte organizzazioni in Gran Bretagna, Canada (ong di Quebec), Belgio, ISM-France, ISM-Italia, VeteransforPeace, studenti e aderenti di facoltà dei campus americani, alcune municipalità in Norvegia, il partito socialista norvegese, la sinistra socialista norvegese, il partito di centro norvegese, il Partito dei Verdi negli USA. • Il Consiglio mondiale delle Chiese incoraggiò l’uso di pressioni economiche per influenzare una risoluzione della questione israelo-palestinese, così molte chiese protestanti inglesi, canadesi e nordamericane decisero di operare disinvestimenti nei confronti di imprese israeliane per fare pressioni contro l’occupazione dei Territori palestinesi.

  6. IlanPappé (2005): “contro la pulizia etnica e il pericolo di genocidio l’aiuto verrà da fuori” • Lo storico IlanPappé, in una conferenza a Friburgo, il 4 giugno 2005, si pronuncia per una forte campagna di BDS e afferma : “Non esiste un movimento per la pace in Israele”. • “Sono 250.000 i palestinesi direttamente minacciati di pulizia etnica dalla prossima tappa di costruzione del Muro, nel quadro della prossima fase di annessione della Cisgiordania a Israele. • Se il ‘progetto di pace’ (Road Map) continua ad essere sostenuto dagli europei, dagli americani, dai russi e dall’Onu, vorrà dire che Israele avrà il via libera per proseguire la sua politica di pulizia etnica. • Penso che noi tutti, i militanti dentro e fuori Israele, dovremmo comprendere che esiste un grave pericolo, urgente, quello di una pulizia etnica dei palestinesi in soprannumero e che esiste un solo modo di fermare Israele. E che questo non può essere né il dialogo, né i negoziati diplomatici, con i quali stiamo provando da trentasette anni. […]

  7. IlanPappé 2 Un movimento contro l’occupazione all’interno di Israele, non ha alcuna possibilità di successo. Nessuna. Esiste un solo modo di sbloccare lo scenario che vi ho appena descritto: tramite le pressioni, le sanzioni, l’embargo, equiparando lo stato di Israele al Sudafrica durante il regime di apartheid…. Non esiste altro mezzo Le strategie di pace non sono strategie che mirano alla fine dell’occupazione. Il conflitto tra Israele e Palestina non è un conflitto basato sull’occupazione; si tratta della pulizia etnica perpetrata da Israele nel 1948 e che non si è mai arrestataun solo giorno da allora. • Quello che ha detto il movimento “Peace, Now!” è quello che hanno detto gli Americani, è ciò che sta dicendo il governo svizzero: l’importante è che gli Israeliani si ritirino dalla Cisgiordania e dalla striscia di Gaza. Ebbene no! • Questo, non è la pace: un ritiro israeliano dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania costituisce semplicemente la fine dei crimini d’Israele contro l’umanità. Questo non ha nulla a che fare con una vera pace.

  8. PACBI /Palestinian Campaign for Academic and Cultural Boycott of Israel I primi promotori del boicottaggio accademico nel 2002 • Il 6 aprile 2002 (pochi giorni dopo la distruzione del campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, ad opera dell’esercito israeliano, durante l’operazione DefensiveShield), sul giornale inglese The Guardian, una lettera firmata da 123 accademici chiedeva una sospensione della collaborazione europea nella ricerca universitaria con le istituzioni israeliane finché Israele non avesse mutato la sua politica di occupazione dei territori palestinesi e il sistema di apartheid all’interno dello stato e aprisse finalmente seri negoziati di pace.

  9. Steven e Hillary Rose • Fra i maggiori promotori e firmatari, che si ispiravano allo storico boicottaggio accademico del Sudafrica sono: • i professori Hilary Rose, sociologa presso l’Università di Bradford e Steven Rose, neurobiologo, docente presso la Open University, che avevano passato mesi come visiting professor nell’Università di Birzeit (Ramallah)e avevano fatto esperienza delle restrizioni al movimento, intimidazioni, prevaricazioni che studenti e insegnanti palestinesi affrontavano ogni giorno da parte dell’esercito israeliano.

  10. SOAS, Londra, 5 dicembre 2004. Conferenza Internazionale per la PalestinaIntervento di Hillary Rose • Le Università palestinesi lavorano in condizioni inaccettabili. Nell’università di Al Quds, a Gerusalemme. a intervalli irregolari l’esercito interviene per bloccare l’insegnamento, entra ed esce dai campus, minaccia e arresta gli studenti e lo staff. Studiare o insegnare nelle università [inCisgiordania e Gaza] significa attraversare checkpoints senza nessuna certezza di raggiungere la propria classe. […] E’ già duro insegnare sotto occupazione, essere per questo personalmente umiliato e frustrato è intollerabile. • Mentre l’esercito si comporta in questo modo, le istituzioni accademiche e di ricerca israeliane sono attivamente o passivamente complici di questo sistema. Pochi universitari israeliani per ora hanno protestato (IlanPappé). • La maggioranza di essi beneficia dei frutti di questa repressione”.

  11. Maggio 2002: Lettera aperta di TanyaReinharta BaruchKimmerling • Ciò che Israele sta compiendo eccede i crimini del regime bianco del Sud Africa. Ha incominciato a prendere la forma di pulizia etnica, che il Sud Africa non ha mai cercato di fare. Dopo 35 anni di occupazione, è assolutamente chiaro che il sistema politico israeliano ha prodotto per i palestinesi soltanto due scelte: Apartheid o pulizia etnica (cioè transfer). • Apartheid è il progetto ‘illuminato’ del partito del Labour (come nei piani Alon o di Oslo), mentre l’altra parte (la destra), sta sostenendo il lento soffocamento dei palestinesi, fino a che non possa essere perfezionato un eventuale transfer (espulsione di massa). “La Giordania è lo stato palestinese” come affermò Sharon negli anni ’80.

  12. TanyaReinhart 2 • “L’unico mezzo di pressione per fermare Israele è nella protesta a livello mondiale delle persone, anche usando i mezzi penosi del boicottaggio. E credo, come israeliana, che questo mezzo esterno di pressione non salvi solo i palestinesi ma anche la società israeliana. • Per quanto riguarda poi il principio di libertà accademica, che in pochi giorni un gran numero di accademici si era precipitato a invocare come inalienabile diritto, organizzando in pochi giorni una contro petizione - afferma Reinhart-include anche il fatto che la responsabilità intellettuale è strettamente correlata con la salvaguardia dei principi morali. • La comunità accademica israeliana infatti non ha mai alzato una voce di protesta contro le frequenti e immotivate chiusure delle università palestinesi, contro la violazione dei diritti umani, contro il sistema di oppressione della popolazione palestinese. E perciò questo significa collaborare con il sistema di oppressione”

  13. L’appello palestinese al boicottaggio accademico e culturale (PACBI) aprile 2004 • Lanciato da 50 organizzazioni palestinesi riunite nel PalestinianCampaignfor the Academic and Cultural Boycottof Israel. • Anch’esso si riferiva ai 3 diritti di base dei palestinesi: ritiro dai territori occupati nel 1967, fine del sistema di apartheid e discriminazione dei palestinesi in Israele, rispetto della risoluzione ONU sul diritto al ritorno dei profughi. • Contro questo appello vi furono aspre critiche, minacce e contestazioni ad opera delle comunità e delle organizzazioni ebraiche europee e negli USA   • Furono definite successivamente della LINEE Guida v. sito di ICACBI http://sites.google.com/site/icacbi

  14. Judith Butler e gli “equivoci della libertà accademica” • Nel numero di RadicalPhilosophy del gennaio-febbraio 2006 Judith Butler (filosofa ebrea americana e docente all’Università di Berkeley, California) scriveva l’articolo “Israel/Palestineand ParadoxesofAcademicFreedom”, rispondendo a coloro che invocavano la “libertà accademica”: • “Se la libertà accademica e la circolazione della cultura stiano al di sopra, come valore assoluto, dei diritti umani e di tutte le libertà fondamentali” • “Come può funzionare il concetto di libertà accademica nei casi dove un colonialismo d’insediamento pervade le istituzioni e l’apparato legale che governano un confine in movimento? • La libertà accademica che rimane liberale in modo restrittivo, non sarà in grado di vedere che al soggetto, che voglia esercitare il diritto a tale libertà, deve essere dato innanzitutto il diritto di viaggiare, di essere in grado di passare i confini senza blocchi o molestie. Questo significa (…) che noi dobbiamo presupporre una opposizione al Muro, alle accresciute molestie dei militari ai confini, alla occupazione stessa”

  15. Le prime adesioni nel mondo occidentale • BRICUP (2005), UCU, USACBI (2009), PSC-UK, SPSC (Scottish), IPSC (Irlanda), AURDIP (Francia), associaz. in Norvegia, Svezia, Forum Palestina (Italia), ISM-Italia, ICACBI (ItalianCampaign (ISM-Italia), maggio 2010), Univ. di Johannesburg (Sud Africa), CPA (Canada), CAPJPO-EuroPalestine (France), BoycottfromWithin (Israel), EPACBI (Piattaforma europea, ottobre 2010)

  16. EPACBI (piattaforma europea-ottobre 2010) • Aderenti • Great BritainBRICUP • France AURDIP • NorwayAKULBI • GermanyBAB • SwedenPSABI • Italy ICACBI • SpainCUNCAP • IrelandIrish Contact • NetherlandsDutchContact • BelgiumBelgianContact

  17. Documenti importanti del PACBI • The intellectual responsibility and the voice of colonized, 17 febbraio 2010 • Israel’s Exceptionalism: Normalizing the Abnormal 31 novembre 2011 • Boycotting Ariel: Missing the forest for the trees, settembre 2010 • West-Eastern Divan Orchestra: Undermining Palestinian Civil Resistance and Violating Palestinian Cultural Boycott Guidelines, 23 marzo 2010

  18. Adesioni di organizzazioni ebraiche dissidenti in Israele e nel mondo • A questo appello in anni successivi hanno risposto anche associazioni israeliane come AIC (Alternative Information Center), come ICADH (The IsraeliCommitteeAgainst House Demolitions) che hanno proposto un boicottaggio selettivo (contro i prodotti delle colonie), il disinvestimento e le sanzioni. Altre campagne per il boicottaggio dei prodotti israeliani delle colonie, per sanzioni e per disinvestimenti selettivi furono proposti da Gush Shalom e New Profile. • Hanno risposto gruppi ebraici nel mondo come Not in myname, Jewish Voice forPeace, JewishAllianceagainstOccupation, EuropeanJewsfor a Just Peace e JewishagainstOccupation, New York, che decisero di operare il BDS anche se in modo selettivo. • Più recentemente le dichiarazioni di appoggio al BDS del gruppo di più recente costituzione (v. Carta dell’ottobre 2008) dell’ IJAN (Rete Internazionale Ebraica Antisionista) (www.ijsn.net). 

  19. Bibliografia • D. Carminati-A. Tradardi, Boicottare Israele, una pratica non violenta, Derive/Approdi 2009 • Judith Butler, Israel/Palestine and the ParadoxesofAcademicFreedom, “RadicalPhilosophy,” gennaio-febbraio 2006 • www.bdsmovement.net • www.pacbi.org • Sito di ICACBI www.sites.google.com/site/icacbi • Sito di EPACBI www.epacbi.eu

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