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Lo stile di servizio e missione della Carmelitana Missionaria

Lo stile di servizio e missione della Carmelitana Missionaria. Approfondimento Missione Focene, 2/o7 e 23/07 - 2005. Il 12° Capitolo Generale ha fatto ampiamente notare l’urgenza che noi, Carmelitane missionarie definiamo un piano missionario di congregazione.

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Lo stile di servizio e missione della Carmelitana Missionaria

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Presentation Transcript


  1. Lo stile di servizio e missione della Carmelitana Missionaria Approfondimento Missione Focene, 2/o7 e 23/07 - 2005

  2. Il 12° Capitolo Generale ha fatto ampiamente notare l’urgenza che noi, Carmelitane missionarie definiamo un piano missionario di congregazione. • Questo lavoro è un tentativo di offrire, a questo gruppo della Provincia Italia Malta, alcuni principi missionari negli scritti dei fondatori, in confronto con le esigenze dell’evangelizzazione in Italia. • Tutto ciò è un cammino per compiere la linea ispirativa n. 25 che dice di fissare le priorità pastorali e la 26 di individuare il nostro stile specifico di evangelizzazione per l’anno 2004.

  3. Invito a ciascuna a scegliere durante la presentazione alcune indicazioni che sono caratteristica del nostro stile. • 1. L’evangelizzazione in Italia e la proposta dei fondatori • 2. Il Carmelo e la missione • 3. Lo stile di missione e servizio delle carmelitane • 4. Individuando lo stile

  4. 1. L’EVANGELIZZAZIONE IN ITALIA E LA PROPOSTA DEI FONDATORI

  5. Il primo incontro di Papa benedetto XVI con i vescovi italiani: • Il Papa ha sottolineato l’urgenza di vivere con atteggiamento missionario la pastorale quotidiana, • rafforzando la comunione tra la realtà parrocchiale e le varie espressioni “carismatiche” , • valorizzando la presenza delle comunità religiose. “Ponete giustamente alla base di tutto la contemplazione, di Gesù Cristo e in Lui del vero volto del Padre, il rapporto vivo e quotidiano con lui. • Coltivare l’amore e la devozione per la madre del signore”.

  6. In una lettera a un signore di Graciosa, il nostro fondatore definisce le basi dell’istituto: • “Lo scopo dell’Istituto nostro è missionario: il desiderio di s. Teresina si manifesta nei suoi scritti: anima veramente grande che abbracciava i secoli. • Le suore devono avere questo spirito: portare la luce dell’amore Divino, in tutte le anime che si avvicinano a loro: far conoscere la Bontà misericordiosa del nostro Salvatore: vivere loro stesse di quest’amore infinito. S. Teresina non lasciava passare un quarto d’ora senza pensare a Dio, che albergava nel profondo del suo cuore: sia questo il miracolo che devono fare le nostre suore: adorare Iddio che abita sempre nel nostro petto! Vivere infine sempre con Dio! • Se lei ha occasione di trovare delle giovinette, inclinate ad unirsi con Dio, ecco che questa Congregazione, intende realizzare: vita intima con Dio nel nostro cuore. • Con esercizio costante, si può arrivare a comprendere meglio la nostra creazione”!

  7. Un richiamo particolare:“La cultura basata sulla razionalità puramente funzionale, che contraddice e tende ad escludere il cristianesimo, è presente e operante in Italia come un po’ ovunque in Europa. M. Crocifissa aveva già, questa preoccupazione: “M. Crocifissa voleva che la Congregazione si diffondesse soprattutto per salvare le ragazze povere e bisognose, ci diceva: “Tu devi pescare l’oro in mezzo al fango; devi ripulire in queste ragazze lo spirito cristiano, l’amore di Dio, dal fango ove è stato immerso” .

  8. Tra le priorità pastorali, il papa ricorda la famiglia: • “un’altra questione nevralgica è quella della fragilità e instabilità interna di molte unioni coniugali: anzitutto, in Italia, la scarsità delle nascite è più grave e persistente”.

  9. “Quante famiglie distrutte, spezzate, quanto sangue nei campi di lotta, e quanti delitti! La nostra S. Pasqua sia di riparazione e di preghiera intensa, perché Gesù Risorto accresca in ciascuna la sua pace, il suo Amore per essere più disposte nell’abbracciare qualunque dolore predestinatoci la Volontà Divina, prima di godere l’Eterna Resurrezione”.

  10. “Un’altra priorità pastorale, secondo il papa è il rispetto per la vita umana che se esprime nell’attenzione ai poveri che abbiamo tra noi, agli ammalati, gli immigrati, ai popoli decimati dalle malattie, dalle guerre e dalla fame. Inoltre, ha rinnovato l’invito ai vescovi di sostenere i giovani: “Questo è oggi – ha concluso il Pontefice – il punto centrale della grande sfida della trasmissione della fede alle giovani generazioni”.

  11. Riguardo al rapporto con i bambini, le ragazze e le compagne, sr M. Maddalena testimonia: “Il catechismo ai bimbi è la sua occupazione prediletta … Intanto, con l’accostarsi personalmente ad essi, penetra nell’anima di questi piccoli, vuole aiutarli a custodire la loro innocenza tanto in pericolo, giacché la loro palestra è la strada. Si fa aiutare dalle compagne e questi bimbi poveri divengono l’oggetto delle loro attenzioni e della loro carità. Da qui nasce un laboratorio di ricamo e cucito … Nel laboratorio si fa un po’ di tutto, dando il primo luogo alla preghiera e al silenzio, alle opere di carità verso i poveri e gli infermi. Non viene trascurata neppure la mortificazione spirituale e quella corporale”.

  12. “Lo scopo dell’istituto è di accogliere la gioventù, non solo per istruirla, ma specialmente, per accendere nei cuori dei piccini e dei grandi un amore senza confini. • Giusto e santo è lavorare per la gioventù, ma noi abbiamo uno scopo sorpassante ogni altro scopo: • amare, amare, amare profondamente Gesù. • Quando il Signore ci chiamerà, che la nostra anima possa partire da questa vita con un atto profondissimo di amore”!

  13. Lo scenario internazionale e l’impegno delle chiese in Europa – • nella 54° Assemblea della CEI, i vescovi hanno auspicato a livello internazionale un più deciso impegno per la pace, la promozione della giustizia. • Hanno ricordato la testimonianza di tanti figli della chiesa che sacrificano la loro vita in terra di missione (tra i quali padre Faustino Gazziero, a Santiago del Cile, e la pediatra Maria Bonino, morta in Angola per il virus di Marbug).

  14. P. Lorenzonella lettera a M. Crocifissa nel 1924 parla di questa testimonianza: • “da molto tempo ho un vivissimo desiderio di fondare un Terz’Ordine Regolare Carmelitano per le Missioni. “Per le missioni intendo anche quelle nei paesi dei nostri emigranti. • Il suo Terz’Ordine avrebbe nella Chiesa un grande avvenire. Aggiungerò che avendo io molte conoscenze all’estero, facilmente quest’opera diventerebbe internazionale, come internazionale è la Chiesa di Dio. • Io spero che la V. R. non mi risponderà di no: se mi sento spinto a questa istituzione nuova lo è perché S. Teresa e la piccola Teresa hanno avuto un immenso desiderio di servire Iddio nelle missioni, e perché, in realtà vi è tanto bisogno nelle missioni di anime sante. È un anno già che scrivo e raccomando a Dio quest’opera santa, che deve abbracciare tutto il mondo, tutti i popoli, anche gli indigeni. La prego perciò di volermi rispondere al più presto possibile “.

  15. La risposta di m. Crocifissa non si fa aspettare: “Reverendissimo Padre, ho trovato finalmente il Padre nel nostro S. Ordine che vuole condividere il mio grande ideale?! Ella, o Rev. Padre, da un anno che scrive e raccomandaa Dio quest’opera santa che deve abbracciare il mondo, ma io sin dall’infanzia ho sognato questo grande ideale. • Ho sofferto ogni sorta di lotte e persecuzioni e molto più dai Superiori Ecclesiastici, perché le mie aspirazioni loro chiamano illusioni e cose che non potranno mai avverarsi. … ma nella preghiera e nella protezione della Vergine SS. • L’attuale Vescovo di me e comunità non ha creduto di occuparsi perché non vuole creare nella sua diocesi un’altra Congregazione, e quindi lasciate in questo penoso abbandono, del resto se Ella si contenta di me, accetto sin da ora e abbandonandomi nel Cuore SS. di Gesù e della mia tenera Madre, rispondo “ecce ancilla Domini”. (…)Frutterà il granellino Iddio si serve delle cose inutili per far risplendere la sua grandezza”.

  16. In assemblea i vescovi hanno valutato con attenzione il cammino di unificazione politica dell’Europa: • Padre Lorenzo aveva questa • preoccupazione, lo conferma uno dei suoi ragazzi: • “Aveva la bonomia dell’uomo saggio e riteneva che la nostra fosse una lotta troppo passionale (il testimone si riferisce alla difficoltà di rapporti fra partiti nell’immediato dopoguerra), mi consigliava di non esasperarla, perché il tempo avrebbe mitigato tanto cose.

  17. Aveva un’immensa fiducia nell’uomo e nelle sue possibilità e coltivava una visione estremamente positiva della vita, mentre allora le ideologie anziché darci una spinta interiore ci incitavano alla conflittualità. • P. Lorenzo, invece, m’invitava ad una sorta di eurodialogo e, nel tempo seguii politicamente questa idea. (…) Egli è stato determinante nella mia vita • politica, nell’esortarmi al dialogo, che mi diceva essere al di sopra di qualsiasi lotta e violenza. (…) Privo di retorica, alieno dai giudizi, sempre disposto a considerare con grande misericordia e generosità ogni bagaglio di sofferenza e di peccato, pur senza cedere al permissivismo, non era il giudice ma il padre”.

  18. Il convegno Nazionale di Verona (16-20 ottobre 2006): questo, intende puntare l’attenzione alle tre prospettive: la • missionarietà, il bisogno cioè di • risvegliare un anelito nuovo per l’annuncio del Vangelo; • la cultura, intesa come capacità della Chiesa di offrire agli uomini e alle donne di oggi un orizzonte di senso pieno; la spiritualità, caratterizzata dall’impegno nel mondo e dalla simpatia per il mondo, come via di santificazione.

  19. A sr Aurora (in Canada) p Lorenzo insiste sul rispetto alla cultura degli emigrati: • “Ho letto con piacere la cara lettera, in buona lingua italica. Poiché vi sono delle giovani di famiglia italiana, è bene leggere e parlare e scrivere a profitto delle anime. • Guardiamo in alto! È un sacrificio, ma anche un grande guadagno per le anime che rimarranno fedeli a Dio! • La nostra vera patria è il paradiso: coraggio e continua ad amare Gesù, che ti ha prescelto per salvare le anime”.

  20. 1.4 La 44° settimana sociale dei cattolici italiani (Bologna 7-10ott. 2004), • i vescovi hanno ribadito l’importanza che i cattolicisiano presenti e operosi nelle vicende sociali e culturali del paese. • Nell’ambito delle comunicazioni sociali, la necessità di rendere più incisiva la missione della Chiesa attraverso i linguaggi comunicativi del nostro tempo.

  21. “La maggior parte del mondo è profondamente sconvolta da violente passioni: rivalità, odio, egoismo, brama di denaro, ecc. • Comunicare ai credenti il grande dono del Signore è la specifica missione del sacerdote: ma è anche dovere delle nostre suore, ad imitazione di S.Teresina che ha prescelto e seguito la via dell'Amore, di far conoscere - in modo particolare alle anime delle giovani - il grande segreto dell’Amore del nostro divin Redentore. • Quale sarà allora, care suore, lo scopo della vostra vita religiosa? Ecco: coltivare l’amore di Gesù nelle anime dei piccoli, delle giovani e di quanti incontrerete nel vostro apostolato. • È bello fare scuola, impartire lezioni di musica, canto, ginnastica, ma se nel cuore non nasce il desiderio profondo di far conoscere ed amare Gesù a che vale la nostra vita?”

  22. La fondazione Missio e le attività della Migrantes: • Fondazione di religione Missio, istituita dal Consiglio Episcopale Permanente, • fine di sostenere e promuovere, • in collaborazione con altri enti e organismi, la dimensione missionaria della comunità ecclesiale italiana, • con particolare attenzione alla missio ad gentes e alle iniziative di animazione, formazione e cooperazione tra le chiese.”

  23. Madre M. Crocifissa, mentre imperversa la grande prova impostale dall’opposizione del vescovo Vizzini, che non le concedeva alcuna • possibilità di aiuto spirituale all’inizio del 1924, • chiese aiuto alle Carmelitane delle Grazie (di Bologna) per la formazione religiosa delle sue aspiranti:“Debbo avvertirla che il nostro Noviziato non è per postulanti che poi debbono uscire per le Missioni. Le nostre professe restano nell’attuale convento, oppure vengono dall’ubbidienza destinate in altre case religiose, da noi fondate, appunto per l’educazione della gioventù. Questa è l’odierna nostra Missione”.

  24. P Lorenzo dice sulla formazione in Brasile: • “La via dell’infanzia, c’insegna che noi possiamo santificarci in tutti gli stati della vita sociale, e dovunque noi viviamo. (…) • Cercate di essere ripiene, e le suore che hanno bambine e giovinette, cerchino di rimpinzarle con i principali dettami della santa dottrina. • A che può il nome di S. Teresina dato all’Istituto, qualora non si facesse nota agli altri e altre, la sua veneranda dottrina? Incominciate pure l’aspirantato: quando vedete che va bene, scrivete che faremmo in modo di ottenere dal cardinale Tisserante il permesso per probandato e noviziato”.

  25. L’adattamento in • una lettera del 1937 da p Lorenzo a Madre Crocifissa: • “Ma cosa sono venuto a fare in Olanda? Ebbene madre mia, io credo che proprio S. Teresa l’ abbia voluto, vi sono vocazioni olandesi non certo per S. Marinella, ma possibilmente per Lovanio. • Certamente io ora comprendo che non è possibile averle da noi: il contrasto è troppo forte, e giacché il fine dell’Istituto sono le missioni e giacché qui non si hanno le stesse condizioni e istituzioni; formandosi a Lovanio un noviziato, si potrebbero avere buone vocazioni per le missioni olandesi: non pensi che si tratti di staccare un ramo dall’albero, anzi, vi si trarrebbe gran profitto. • Io sono pieno di fervore per questo fine e così dopo poco tempo si potrebbe avere qui tutte le suore missionarie, anche perché le italiane non sanno parlare il francese e non riescono a mettersi nello spirito di questi paesi. Dunque è S. Teresa che deve lavorare in questi paesi”.

  26. In una nota pastorale di maggio di quest’anno, sull’annuncio e la catechesi, • è necessario che si rafforzino le capacità di elaborare razionalmente, nella luce della fede, i molteplici interrogativi nei vari ambiti del sapere e nelle grandi scelte di vita. • Applicando alla vita religiosa, che svolge un grande ruolo perché in Cristo sia individuata la misura del vero umanesimo, per la coscienza delle persone come per gli assetti della vita sociale.

  27. Il fine della Congregazione, nelle Costituzioni del 1925, risponde a queste esigenze: • “Il nostro Istituto intende dedicarsi alle opere di carità in genere; in modo particolare alle seguenti: • a) missioni; • b) opere per le fanciulle povere o abbandonate; • c) catechismo ai bambini del popolo”.

  28. Giovanni Paolo IIAnche l’Italia come in generale tutta l’Europa, “si colloca ormai tra quei luoghi, dove in certi casi si impone una prima evangelizzazione” • In un contesto obiettivamente missionario, • C’è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede, • tocca in modo particolare a noi religiose.

  29. P Lorenzo esorta a sr Scolastica a cercare anime per portarle a Gesù: • “Non possiamo andare in Cina perché ci ammazzerebbero tutti quanti: anzi ti prego di rimanere dove tu sei. Cerca, e cerca sempre più le bravi giapponesi: sii una vera apostola e non ti meravigliare se hai delle difficoltà. Salva, salva le anime: infondi nel cuore di tutte le giovinette una grande fede nella bontà divina. • Sii missionaria, pronta a tutte le difficoltà. • Santa Teresina sarebbe andata in Cina, ma il signore l’ha chiamata in cielo: tu vivi ancora, ma cerca di portare a Dio, quanta gente che puoi. Ti benedico di tutto il cuore…e sempre sto in aspettativa: anime, anime, neri o gialli di pelle, ma rosee davanti a Dio”.

  30. Nell’ambito dei problemi sociali e il lavoro: Nella nota pastorale, mondo rurale che cambia e Chiesa in Italia, assumono particolare interesse le azioni di solidarietà a distanza e le iniziative dalla forte valenza etica come il commercio equo solidale, il banco alimentare, la banca etica. • P Lorenzo propone anche delle avanzate idee sociali: • “ In questi giorni sono tormentato anche di notte per alcune idee sociali, che riguardano il governo. Capisco che non capisco tutte le arti del reggere un paese, le mentalità industriali, bancarie, affaristiche e politiche della nazione, vivendo e pensando io in un mondo idealisticamente cristiano, pur tuttavia, io proporrei (in principi): • Una moneta, o cartavalute, che non corrispondesse all’oro della Banca d’Italia – ma rappresentasse un motivo, una moneta di scambio per il lavoro.

  31. Con questa comprare ciò che è necessario per il lavoro di tutti i disoccupati. • Una legione di volontari del lavoro, militarmente costituiti in tutti i mezzi di studio, di avviamenti ai diversi mestieri. • La retribuzione in questa moneta di carta, che come retribuzione diverrebbe un buono-personale. • Questa moneta-scambio la chiamerei IRENE (pace) • La Legione del lavoro specialmente per i giovani dai 15 a 21 anni per disciplinarli, per educarli civilmente, socialmente, religiosamente. • In principio dovrebbe essere volontario, poi con il tempo anche obbligatoria, per chi non ha i mezzi di studio ecc. • Né questo sarebbe contrario alla libertà, in quanto che i governi obbligano all’esercito, i giovani di 21 anni, per poi mandarli alla guerra!Mentre,, benché una disciplina militare, l’altro esercito del lavoro, non servirebbe per la gloria ma veramente per la pace ( o Irene!) • La difficoltà è per trovare dirigenti, coscienziosi e profondamente cristiani. • Fede + lavoro = Irene”.

  32. Inoltre, il documento, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia,dichiara che “la presenza della parrocchia nel territorio si esprime anzitutto nel tessere rapporti diretti con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini. • In questo, hanno un ruolo particolare le religiose, per l’attenzione alla persona propria del genio femminile; per i fedeli laici è una tipica espressione della loro testimonianza» .

  33. P Lorenzo ritorna a insistere sulla vita • missionaria: “Cercate, cercate le anime! La • vita nostra è breve, ma l’eternità non ha fine: il mondo è perverso: lavoriamo per la gioventù, quanto possiamo. • Mi rivolgo con piacere a voi, suore del Giappone, raccogliete, in quanto potete, delle buone anime. Una grande missione; quanto potete, salvate le anime delle vostre connazionali: su su coraggio e fede in Dio. • Sappiamo che nel Brasile vi sono molti giapponesi, che ahimè, non conoscono e non vogliono conoscere Gesù: pregate e lavorate a questo scopo. • E le suore che danno scuola? • Sia il vostro lavoro di benedizione delle anime: fede, fede, fede: vere missionarie in Cristo”!

  34. Rinnovare l’annuncio potrà essere: • Costituzione di gruppi di giovani, di anziani, di famiglie in dialogo con le istituzioni e le realtà sociali. • Formazione degli operatori pastorali, per mezzo dell’educazione umana, la formazione religiosa e la qualificazione pastorale specifica. • Accompagnamento dei laici e delle loro aggregazioni laicali.

  35. La formazione professionale nelle scuole, con una catechesi lungimirante che vinca le paure e spezzi schemi culturali angusti. • L’incontro di culture deve tener conto che ormai la nostra società si configura sempre di più come multietnica e multireligiosa, • il compito missionario allora è quello dell’evangelizzazione di persone condotte tra noi dalle migrazioni in atto.

  36. Spunti conclusivi • “La Congregazione ha maturato la sua missionarietà cercando di rispondere alle esigenze missionarie della Chiesa oggi”?

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