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CONCERTAZIONE E COMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI GESTIONE DEI CONFLITTI

Master in Regional Public Management FORMEZ, Bari 20 settembre 2006. CONCERTAZIONE E COMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI GESTIONE DEI CONFLITTI. ing. Adele Celino. Contenuti. La concertazione Orientamenti della Regione Puglia

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CONCERTAZIONE E COMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI GESTIONE DEI CONFLITTI

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Presentation Transcript


  1. Master in Regional Public Management FORMEZ, Bari 20 settembre 2006 CONCERTAZIONE E COMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI GESTIONE DEI CONFLITTI ing. Adele Celino

  2. Contenuti • La concertazione • Orientamenti della Regione Puglia • Concertazione e azione amministrativa, alcune questioni problematiche • Pluralismo e composizione degli interessi • Conflitti • Gestire i conflitti nella concertazione • Alcuni “strumenti” … per la concertazione

  3. La concertazione … • … una forma di dialogo e di confronto tra: • soggetti istituzionali • autonomie territoriali (Regione, Province e Comuni) • autonomie funzionali(Camere di Commercio, Università, Enti porto, autonomie scolastiche, Asl, Enti fiera, Enti aeroporto, Enti interporto, Fondazioni bancarie, Autorità di Bacino, Enti Parco) • soggetti privati (sindacati, associazioni di categoria, organizzazioni economiche e imprenditoriali, imprese, cooperative, partiti, ecc.) • con la partecipazione di eventuali figure di facilitazione e di mediazione • teso alla risoluzione di problematiche generali o settoriali in ambito • territoriale locale, in modo da realizzare strategie il più possibile • condivise e partecipate

  4. La concertazione … … una politica di definizione di obiettivi tra soggetti, che rappresentano interessi differenti, disponibili a convergere verso valori e interessi che vanno a beneficio dell’intera comunità … utilizzata soprattutto a livello centrale, con il decentramento istituzionale va diffondendosi sempre più a livello periferico per governare la crescita sociale ed economica dei territori

  5. Il vasto trasferimento di compiti e funzioni (mercato del lavoro, settori produttivi, politiche sociali e sanitarie, territorio e all’ambiente): • assegna agli enti locali leve amministrative e risorse cruciali per la concertazione territoriale • “impone” alle singole realtà locali di sostenere e gestire processi di efficienza e di efficacia della questione sociale a partire dall’integrazione e cooperazione degli attori • esige dai soggetti istituzionali e non istituzionali sia il riconoscersi in azioni comuni condivise e sia la condivisione di conoscenze e capacità

  6. La concertazione locale è ritenuta di fondamentale importanza per risolvere i problemi che interessano le aree territoriali e per affrontare le molte difficoltà esistenti: • conflittualità di tipo politico • mancanza di collaborazione tra le istituzioni pubbliche • assenza di un tessuto a tradizione associativa • assenza di una intesa su strategie comuni, successive azioni di intervento, forme di regolazione di eventuali conflitti

  7. La concertazione … nella programmazione negoziata La legge 662/96 definisce nelle seguenti tipologie gli strumenti di programmazione negoziata: Intesa Istituzionale di Programma consiste nell’accordo tra amministrazione centrale e amministrazione regionale o delle province autonome Accordo di Programma Quadro si tratta di un accordo promosso dai sottoscrittori dell’intesa e stipulato con enti locali ed altri soggetti pubblici e privati, al fine di definire il programma esecutivo degli interventi oggetto dell’intesa Patto Territoriale è l'accordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati relativo all'attuazione di un programma di interventi caratterizzati da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale.  Questo accordo è il risultato della concertazione e tocca in maniera trasversale diversi segmenti socio-economici, con un'attenzione costante ai bisogni ed alle esigenze delle parti interessate

  8. Contratto di Programma è un contratto stipulato tra amministrazione statale, grandi imprese, consorzi di piccole e medie imprese, e rappresentanze di distretti industriali, per la realizzazione di iniziative atte a generare significative ricadute occupazionali, anche riferibili ad attività di ricerca e di servizio a gestione consortile Contratto d'area è uno strumento operativo concordato tra amministrazioni, anche locali, rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, ed eventuali altri soggetti interessati, per realizzare azioni finalizzate ad accelerare lo sviluppo e creare nuova occupazione in territori circoscritti. Le sue finalità prioritarie consistono quindi nella realizzazione di un ambiente economico favorevole ad attirare iniziative imprenditoriali, e nella creazione di nuova occupazione mediante lo stimolo agli investimenti

  9. La concertazione … nei programmi complessi • Sono programmi e processi decisionali che: • coinvolgono numerosi soggetti • promuovono nuovi rapporti negoziali tra soggetti pubblici e privati (spesso utilizzando in modo "sussidiario" le risorse finanziarie e patrimoniali di investitori, proprietari e imprese private, in un quadro di generale necessità di contenimento della spesa pubblica) • Complessi … a causa della varietà e pluralità di tipologie di intervento e della numerosità di soggetti coinvolti nell’attuazione dei programmi (attori pubblici e privati: enti locali e regionali, agenzie di sviluppo, imprenditoria, sistema creditizio, proprietari immobiliari, parti sociali)

  10. Programmi integrati di intervento (PRIN) • possono essere promossi dai Comuni per riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio ed ambientale con interventi in grado di incidere sulla riorganizzazione urbana e caratterizzati dall'articolazione ed integrazione di funzioni e tipologie di intervento. • Come tutti i programmi complessi, esso persegue la creazione di sinergie tra soggetti pubblici e soggetti privati, sia nella progettazione che nell’uso delle risorse disponibili. • Programmi di recupero urbano (PRU) • nascono per riqualificare gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica prevalentemente periferici realizzati nel dopoguerra. • Il Programma di Recupero Urbano può essere proposto al Comune da soggetti pubblici e privati, anche associati tra di loro, sulla base di una proposta unitaria con il concorso di risorse pubbliche e private. • Programmi di riqualificazione urbana (PRU) • Gli ambiti urbani interessati dai PRU sono stati individuati in relazione al degrado edilizio, urbanistico, ambientale, economico e sociale, al raggio di influenza delle opere di urbanizzazione previste, al ruolo strategico del programma rispetto al contesto urbano e metropolitano. • I programmi prevedono un insieme sistematico e coordinato di interventi e finanziamenti pubblici e privati in regime di convenzione.

  11. Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST) • sono i nuovi programmi promossi dal Ministero dei lavori pubblici con l'obiettivo di realizzare, all'interno di quadri programmatici organici, interventi orientati: • all’ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture • all'ampliamento e alla riqualificazione del tessuto economico-produttivo-occupazionale • al recupero e alla riqualificazione dell'ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati • L'obiettivo e' la stipula di protocolli di intesa, cui seguiranno accordi di programma quadro che regolamenteranno l'attuazione degli interventi • Contratti di quartiere • si tratta di interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale sovvenzionata e annesse opere di urbanizzazione, da includere nell’ambito dei programmi di recupero urbano (prevedono soprattutto il restauro, il risanamento e la ristrutturazione delle case popolari, e solo in minima parte opere di urbanizzazione) • …

  12. … strumenti che stanno rapidamente cambiando ruolo, strategie e modalità d'azione delle amministrazioni pubbliche

  13. Orientamenti della Regione Puglia Norme generali di governo e uso del territorio (L.R. 20/2001) Art. 1(Finalità) 1. La Regione Puglia, in attuazione dei principi generali dell'ordinamento italiano e comunitario, nel rispetto delle leggi dello Stato, regola e controlla gli assetti, le trasformazioni e gli usi del territorio. 2. La Regione Puglia persegue gli obiettivi della tutela dei valori ambientali, storici e culturali espressi dal territorio, nonché della sua riqualificazione, finalizzati allo sviluppo sostenibile della comunità regionale. Art. 2 (Principi) 1. La presente legge assicura il rispetto dei principi di: a. sussidiarietà, mediante la concertazione tra i diversi soggetti coinvolti, in modo da attuare il metodo della co-pianificazione; b. efficienza e celerità dell'azione amministrativa attraverso la semplificazione dei procedimenti; c. trasparenza delle scelte, con la più ampia partecipazione; d. perequazione.

  14. Art. 5(Procedimento di formazione e variazione del DRAG) • Per garantire il più ampio coinvolgimento della intera comunità regionale nella definizione dei programmi, obiettivi e suscettività socio-economiche del territorio, il Presidente della Giunta regionale convoca la Conferenza programmatica regionale, alla quale partecipano i rappresentanti dell'ANCI, dell'UPI e dell'UNCEM, le associazioni, le forze sociali, economiche e professionali. • I Comuni e le Province possono far pervenire alla Regione le loro proposte • integrative sullo schema di Documento … • … • Art. 7(Procedimento di formazione e variazione del PTCP) • Il Presidente della Provincia, al fine della elaborazione dello schema di PTCP, indice una Conferenza di servizi, alla quale partecipano i rappresentanti delle Amministrazioni statali, delle Amministrazioni comunali, delle Comunità montane, delle Autorità di bacino, dei Consorzi di bonifica, per acquisirne previamente le manifestazioni di interesse. • I soggetti pubblici di cui all'articolo 3, comma 3, nell'ambito delle • rispettive competenze, possono far pervenire indicazioni sullo schema di • Documento …. • Le organizzazioni ambientaliste, socio-culturali, sindacali ed economico- • professionali attive nel territorio regionale possono proporre osservazioni …

  15. "Programmazione Partecipata 2007-2013“(presentata 8 feb. Dalla Regione Puglia) • La Regione Puglia riconosce il valore dellapartecipazione all'interno dei complessi processi di definizione delle linee strategiche del territorio • un primo esempio di concreta attuazione … • la definizione del documento strategico preliminare 2007-2013 (documento di programmazione per delineare le proprie priorità strategiche di utilizzo dei fondi strutturali europei per i prossimi sei anni) • sono già partiti i tavoli di concertazione con le parti sociali … parallelamente l‘Assessorato alla “Trasparenza e Cittadinanza Attiva” ha deciso di estendere a tutti i cittadini pugliesi la possibilità di contribuire sia al lavoro di analisi dei problemi e dei bisogni del territorio sia nella definizione degli obiettivi da raggiungere • collegandosi al sito http://pugliattiva.regione.puglia.it e rispondendo alle domande del forum diviso in undici aree tematiche, singoli cittadini, organizzazioni, enti e soggetti sociali ed economici, possono fornire il proprio contributo • i contributi forniti dalla cittadinanza saranno elaborati e integrati • i problemi e i bisogni rilevati saranno presentati e discussi pubblicamente • l'intero lavoro di consultazione, apprendimento di esperienze e ascolto confluirà nel documento strategico che sarà presentato alla cittadinanza in un incontro pubblico a livello regionale

  16. La partecipazione e il ruolo della conoscenza collettiva negli ultimi decenni è divenuto centrale il tema della partecipazione dei soggetti sociali (la “gente comune”, i “cittadini”, i “destinatari”) alla pianificazione e programmazione locale e ricorrenti sono le esperienze in cui si propone il coinvolgimento dei cittadini nei processi progettuali e decisionali delle trasformazioni territoriali è ritenuto che … Il patrimonio di conoscenze posseduto dalle comunità locali, frutto di esperienze, azioni, valori e nozioni trasmesse, costituisce un bagaglio indispensabile per chi si appresta a studiare le diverse possibilità di trasformazione del territorio (sia fisico che culturale e sociale) e a definire la sua identità futura La partecipazione … … rappresenta il mezzo per integrare saperi diversificati utili alla visione e alla lettura del territorio … si concretizza attraverso forme di comunicazione nelle quali la conoscenza, piuttosto che con la trasmissione e/o la manipolazione dell’informazione

  17. Le esperienze di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini: • mirano allacostruzione di piani e programmi fondati sulla conoscenza e sulla comprensione dei bisogni locali e dei bisogni e desideri della popolazione (conoscenza che fornisce le basi per la definizione degli obiettivi generali) • si caratterizzano come fasi di apprendimento reciproco fra i molteplici attori coinvolti, di comprensione delle diversità, di crescita in definitiva delle stesse popolazioni • generano trame di relazioni, in grado di connettere numerosi soggetti, collocati a diversi livelli decisionali ed aventi ruoli e competenze specifiche: gente comune e imprenditori, associazioni, operatori economici, esperti, enti ed istituzioni di varia natura (ciò contribuisce ad attivare fertili meccanismi di organizzazione delle decisioni, allargando il confronto, facendo convergere idee, costruendo sinergie, accelerando nel contempo le fasi di verifica istituzionale)

  18. Quartiere San Pietro Quartiere – Putignano -candidatura al Contratto di Quartiere II del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Per la proposta sono stati promosse alcune iniziative per determinare una “convergenza”, su una effettiva prospettiva di recupero del quartiere Principali attori coinvolti: famiglie localmente residenti, associazioni del terzo settore di Putignano, IACP Bari, Comune di Bari, e alcuni operatori privati già presenti con le loro attività in Putignano-San Pietro Piturno o se non già presenti comunque intenzionati a avviare nuove attività in loco

  19. la Conferenza di Servizi tenutasi nello IACP con la partecipazione del Comune di Putignano, del Comune di Bari, di Ingegneri Senza Frontiere Bari, del Politecnico di Bari, e dello IACP Bari • alcuni incontri di comunità tenutisi nella parrocchia di San Pietro Piturno per iniziativa congiunta del Comune di Putignano, del Politecnico di bari e di ISF Bari - volte a un community building locale e alla esplorazione dei bisogni e desideri dei residenti - e che hanno visto ampia partecipazione di famiglie residenti e di associazioni del terzo settore di Putignano • alcuni incontri/attività con i bambini del quartiere, e non, per la realizzazione di mappe affettive, di una passeggiata per il quartiere e di “visioni” per il futuro. Il progetto ha inteso sviluppare, in termine di partecipazione, una maggiore integrazione tra i bambini di San Pietro Piturno e quelli residenti nel resto del comune

  20. “Programmi integrati di riqualificazione delle periferie” (PIRP) Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 81 del 29-6-2006 Finalità e soggetti attuatori …

  21. Documentazione richiesta (estratto) …

  22. Valutazione delle proposte …

  23. Concertazione e azione amministrativa • Nell’ultimo periodo le Regioni stanno scommettendo sempre di più su sulla concertazione, sia nella forma dell’utilizzazione diretta che del sostegno • Il riconoscimento del ruolo della concertazione porterà ad una sempre più ampia valorizzazione del ruolo degli Enti locali come protagonisti dello sviluppo • tuttavia … • la concertazione … • pone problemi nuovi alla organizzazione territoriale, in quanto implica la sua capacità di conoscere e valutare le condizioni di rischio e lo stato del territorio, di orientare scelte e di sostenere comportamenti individuali e collettivi, in aggiunta alla più tradizionale funzione di offrire servizi e di erogare prestazioni • impone agli Enti locali l’acquisizione di una specifica capacità di costruzione del consenso, una metodologia imperniata sull’apertura alle esigenze degli altri soggetti pubblici e privati

  24. Il nuovo protagonismo richiesto agli enti locali sembra essere al tempo stesso il punto di forza e il loro punto debole • il livello comunale, ad esempio, e' certo il più vicino agli interessi (e alle passioni) locali; una gestione trasparente e consapevole della concertazione, l'esercizio della decisione, della democrazia e della responsabilità non possono che trovare luogo nelle municipalità tutto ciò richiede condizioni tecniche ed organizzative di alto profilo che spesso le strutture comunali, specie nel caso di comuni piccoli e medi, non sono in grado di garantire, anche solo in termini di organico • i nuovi strumenti dell'azione amministrativa richiedono un marcato esercizio della discrezionalità amministrativa ed un generale orientamento al risultato, alla cooperazione (ma anche alla gestione dei conflitti), sia nel rapporto pubblico-privato che nel rapporto pubblico-pubblico

  25. Altri aspetti problematici … • rapporto tra pubblico e privato (Stato e mercato) • garanzie di partecipazione • nuove regole di governo • esigenze particolari dei diversi sistemi culturali, sociali ed economici

  26. Dal punto di vista dei cittadini … • spesso: • vi è scetticismo sulla reale possibilità di essere coinvolti efficacemente nel processo (false promesse, public angry, …) • il confronto è su scelte precostituite (non sono disponibili molti spazi per l’efficace utilizzazione del suo punto di vista) • il confronto è singolare, individuale, strettamente personale, senza interazione con la moltitudine di posizioni e opinioni, che invece caratterizza una collettività … la difficoltà è nell’individuare un ruolo nel quale riconoscersi e attraverso il quale agire nella collettività • vi è un disagio derivante dal mancato riconoscimento delle proprie competenze (il cittadino non è educato abbastanza alla partecipazione … tradizionalmente, non gli sono riconosciute capacità cognitive e creative tali da contribuire al processo di piano) • non si riconosce la necessità dell’interazione con gli altri partecipanti • si rinuncia alla possibilità di partecipare … non conoscendo modalità differenti dalle tradizionali arene di confronto pubblico, si teme di non essere ascoltati o di non riuscire a far sentire la propria voce

  27. Dal punto di vista dei professionisti… • il confronto mette a dura prova il loro stesso lavoro … la partecipazione/interazione aggiunge infatti molta informazione, assai più complessa e più difficilmente interpretabile e/o elaborabile, rendendo il lavoro stesso più arduo non esiste infatti un modo chiaro e definito per sintetizzare il volume di informazioni prodotte dai momenti di partecipazione/interazione e tradurlo in strumento efficace per la costruzione delle decisioni • devono essere disposti a mettere continuamente in discussione le loro scelte “tecniche” o a giustificarle, in maniera semplice e comprensibile a un’audience decisamente più ampia del solito ma soprattutto meno disposta a lasciarsi convincere dalla necessità tecnica delle scelte

  28. Quali sono gli interessi dei vari gruppi di persone coinvolte o da coinvolgere nel processo di concertazione? … Quali responsabilità organizzative e istituzionali hanno questi gruppi? … Chi beneficerà del programma o della pianificazione? … Quali conflitti potranno nascere durante e dopo la concertazione? … Chi altro potrebbe essere coinvolto potenzialmente dalla decisione in esame? … Come organizzare i tavoli di concertazione? … Come superare il pluralismo e i conflitti? … Quali strumenti utilizzare per attivare e mantenere la concertazione?

  29. Per attivare percorsi di concertazione occorre: • individuare e coinvolgere i soggetti interessati e da interessare (le istituzioni - comune, provincia, regione, governo-, soggetti privati -sindacati, associazioni di categoria, organizzazioni economiche e imprenditoriali, imprese, cooperative, partiti, ecc.- …) • coinvolgere i saperi locali • comporre gli interessi (e' necessario uno sforzo, da parte dei soggetti proponenti, per ottenere la massima convergenza di tutte le componenti della “società di mezzo“ sul progetto di concertazione, per agevolarne le possibilità di riuscita) • finalizzare la concertazione • predisporre il progetto d’intervento di concertazione territoriale • costituire un “forum degli interessi” (e' la fase in cui si dà visibilità e risonanza pubblica al progetto e si formalizza il rapporto tra le parti su progetti specifici) • Firmare il “protocollo d'intesa”

  30. Pluralismo e composizione degli interessi Durante la concertazione … i molti punti di vista, le molte e diverse percezioni, le molteplici opinioni implicano una molteplicità di obiettivi e rendono difficile la identificazione di quelli compatibili e condivisibili Il processo di concertazione tra le parti di norma termina quando scade il tempo, finisce il denaro o l’energia o qualche altra risorsa a disposizione e non certo perché si è raggiunta una soluzione perfetta

  31. Nel tentativo di affrontare la multidimensionalità sono utilizzati: • i metodi aggreganti • i metodi disaggreganti

  32. Tra i metodi aggreganti (propongono analisi che “aggregano” le percezioni, le opinioni, i giudizi, le conoscenze, e in generale i contributi delle varie parti coinvolte): • L’analisi costi/benefici si basa sulla possibilità di aggregare le preferenze presupponendo: • che tutte le parti siano d’accordo o, per lo meno, che siano in grado di raggiungere dei compromessi, • che le preferenze siano effettivamente coerenti, stabili, esogene e rispettino contemporaneamente le leggi economiche e i principi etici fondamentali • L’analisi multicriteri (MCDM), pur permettendo un dialogo chiarificante e trasparente tra le parti, crea un “supra decisore” la cui utilità aggregata è costruita a partire dalle utilità individuali delle parti (Il MCDM comporta l’uso della teoria dell’utilità multiattributo MUT che fa riferimento alla costruzione di questa funzione di utilità aggregata, all’uso della votazione o all’uso della curva di contratto)

  33. Ma le differenze di valori, opinioni e principi hanno un ruolo chiave nella concertazione e i tentativi di superare il problema della pluralità mediante valori o funzioni aggregate sono in grado di offrire giustificazioni convincenti solo in presenza di un consenso sociale vasto e solido che non si verifica quasi mai I metodi aggreganti …minacciano la conservazione del pluralismo

  34. Tra i metodi detti disaggreganti (propongono analisi che mantengono separate le percezioni, le opinioni, i giudizi, le conoscenze, e in generale i contributi delle varie parti coinvolte), vi sono: • le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) e la Community Impact Analysis (CIA) di Liechfield nel corso delle cui analisi sono tenuti separati i diversi tipi di impatto riferiti alle differenti parti interessate e valutati nei differenti periodi di tempo • In particolare nell’analisi di Lichfield gli aspetti multidimensionali, tenuti rigorosamente separati, sono espressi in termini qualitativi; più che riferirsi a un particolare “interesse pubblico, si presuppone che ciascuna parte in gioco può avere la propria particolare idea di pubblico interesse o il proprio orientamento ideologico” (Söderbaum, 1998). • la Positional Analisys, proposta da Söderbaum, nella quale vengono analizzate, separatamente, tutte le posizioni delle parti interessate e viene fatto esplicito riferimento all’aspetto temporale • L’analisi multicriteri basata sugli indici di concordanza e discordanza proposti da Roy (1985), che dimostra come le analisi che utilizzano tali indici permettano di conservare insiemi di fatti e di valori, cioè la pluralità degli elementi che formano la decisione senza costringerli in uno spazio monodimensionale • … da un lato forniscono contributi interessanti dall’altro pongono il problema di dover affrontare, in qualche modo, la complessità dei risultati

  35. Il rispetto del pluralismo e i pericoli del relativismo • La molteplicità dei valori, assicurata dalla presenza delle parti coinvolte, è una risorsa per la pianificazione e programmazione • D’altro canto, la ricerca di un maggiore pluralismo nella pianificazione può spesso condurre ad un eccessivo relativismo e contribuire a supporre tutti i valori dipendenti e definiti esclusivamente dal contesto o costruiti dalla società • Schön e Rein accettando l’esistenza di un numero infinito di interpretazioni della realtà possibili e di relativi corsi di azione e riconoscendo l’incapacità di superare il problema del relativismo di molti sociologi della conoscenza, hanno evidenziato tre strategie possibili: • riconoscere quelle che sono le interpretazioni condivise • utilizzare criteri consensuali • favorire una ristrutturazione cognitiva delle parti

  36. Criteri consensuali • Ma per i promotori del pluralismo la nozione di consenso è una nozione che mal si adatta a un modello di comunità pluralistico • Vi sono almeno tre motivi per supportare questa affermazione: • Se si assume l’esistenza di valori plurali allora si deve ammettere che il consenso non è facilmente raggiungibile • Il consenso non rappresenta l’obiettivo di una pianificazione o programmazione che dovrebbe tendere a riflette più punti di vista • Il consenso potrebbe non essere il requisito essenziale per una migliore e più sostenibile programmazione/pianificazione

  37. 1. Se si assume l’esistenza di valori plurali allora si deve ammettere • che il consenso non è facilmente raggiungibile • Mentre la costruzione di consenso può essere efficace in situazioni che coinvolgono poche parti, essa non risulta altrettanto efficace quando la questione coinvolge differenze di valore radicate (conflitti intrattabili), molti soggetti o irriducibili confronti win-lose • La presenza di valori plurali e la limitatezza delle risorse a nostra disposizione ci deve far ammettere che il consenso non è facilmente raggiungibile

  38. 2. Il consenso non rappresenta l’obiettivo di una pianificazione o programmazione che dovrebbe tendere a riflette più punti di vista • Se “la gente vede le stesse cose diversamente” vuol dire che “abbiamo bisogno di sviluppare vie di pianificazione che rispettino le differenze, e riflettano la diversità” • Non bisogna escludere la possibilità che molte politiche alternative possano emergere proprio dai conflitti. Le differenze di opinioni che derivano dalle diverse variabili come la razza, la cultura, il genere, lo status sociale ed economico possono essere considerate come elementi positivi, in grado di accrescere la produttività e la creatività stimolando un apprendimento più dinamico • Non è consigliabile, quindi, ignorare il conflitto ma è più conveniente utilizzarlo come opportunità per proporre nuovi terreni di confronto tra interessi e valori, promuovendone l’esplicazione

  39. 3. Il consenso potrebbe non essere il requisito essenziale per una migliore e più sostenibile programmazione/pianificazione • Una grande quantità di tempo potrebbe essere spesa per la costruzione di un consenso troppo labile e a spese dei possibili risultati ottenibili • Naturalmente il consenso ha effetti positivi sui processi di pianificazione e rappresenta un punto di riferimento negli approcci basati sulla collaborazione delle parti. Il consenso permette ai partecipanti di sentirsi solidali a qualcosa, di vedere accettati i propri punti di vista, di riconoscere giusti quelli degli altri; il consenso permette, insomma, di sentirsi “dalla parte giusta” ed è sicuramente la base ideale per l’implementazione delle politiche • Nonostante questo, “non dovrebbe essere considerato come un imperativo”, né un obiettivo da raggiungere a tutti i costi, piuttosto una promettente aspirazione

  40. Secondo Habermas, esiste una fondamentale distinzione tra il consenso razionale, che è il risultato di un disegno istituzionale esplicito o prodotto da norme che enfatizzano la conformità o scoraggiano il dissenso (è questa la forma di consenso che va contro al pensiero pluralistico o perché presume monismo o perché impiega forme di pressione - sia logiche che sociali - che mitigano i punti di vista in competizione) il consenso de facto,che avviene fortuitamente o spontaneamente come risultato delle interazioni di gruppo (utile sia perché fornisce una chiara direzione degli sforzi del gruppo e ne aumenta la sua coesione, sia perché i partecipanti riconoscono l’esistenza di questioni che li uniscono) … l’esistenza di percezioni e opinioni differenti richiedono attività che favoriscano la condivisione, l’integrazione e la rappresentatività

  41. Ricerca di situazioni condizionanti • Una possibilità … • considerare molti dei valori, seppur conflittuali e manifesti sotto forme diverse, come valori potenzialmente simili e/o soggetti a eventi o fattori condizionanti • identificare le situazioni condizionanti per: • restringere il numero di corsi di azione più o meno possibili esclusivamente giustificandone l’esclusione di altri • mantenere abbastanza ampio il ventaglio di scelte a disposizione • accettare la probabile inesistenza di corsi di azioni migliori di altri e, inoltre • raggiungere risultati sostanziali, basati sulla tollerabilità delle differenze anche in presenza di dissenso • Lo scopo della concertazione, quindi, diviene quello di utilizzare adeguati processi di comunicazione attraverso i quali i soggetti partecipanti –istituzioni, esperti tecnici e attori locali - possano cercare di sfruttare le situazioni condizionanti facendo riferimento alle loro differenti conoscenze

  42. I conflitti nella concertazione La multidimensionalità, vale a dire l’esistenza di valori plurali (tra i quali vi può essere incompatibilità), la presenza di parti multiple (i cui desideri non possono essere soddisfatti simultaneamente) e i limiti imposti dal mondo naturale (che pone i confini a ciò che è possibile) conducono direttamente alla inevitabilità dei conflitti In termini generali, il conflitto è un particolare tipo di interazione sociale in cui uno o più attori coinvolti fanno esperienza di un'incompatibilità negli scopi o nei comportamenti (Wikipedia-l’enciclopedia libera) Il conflitto è quel “processo” per cui un individuo percepisce che i propri interessi sono ostacolati o influenzati negativamente dall’altra parte

  43. Amy (1983, 1987) mette a confronto tre differenti modelli di conflitti: • il modello dei malintesi (causato da malintesi e da una cattiva informazione e comunicazione tra le parti coinvolte) • il modello degli interessi conflittuali (assume che non sempre le parti coinvolte propongono le stesse alternative ma è probabile, comunque, che esistano alternative diverse compatibili o alternative compatibili con i diversi interessi) • il modello dei principi base e dei valori (sono i conflitti più difficili da trattare e per i quali i comuni approcci risultano completamente inappropriati)

  44. Negli ultimi venti anni si è assistito allo sviluppo e alla istituzionalizzazione dei processi di Alternative Dispute Resolution (ADR) nei quali l’apporto delle teorie di mediazione e di arbitraggio hanno contribuito allo sviluppo e alla implementazione di strategie che potessero ridurre gli effetti negativi del conflitto e contribuire alla qualità delle soluzioni … la presenza inevitabile dei conflitti impone l’utilizzo di tecniche di facilitazione o mediazione e una maggiore e strutturata comunicazione tra tutti gli attori Gestione costruttiva Facilitazione : una terza parte insiste formalmente, perché le parti in causa discutano direttamente della questione in modo positivo e costruttivo Mediazione : il mediatore, terza parte addestrata e neutrale, aiuta attivamente le due parti in causa, nell’esplorazione di soluzioni innovative del conflitto

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